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Autore: La Matta    02/10/2008    3 recensioni
Prendete Andael, il giovane apprendista di Saruman, imbranato come pochi, pessimista ed ironico, abbastanza intelligente, e mettetelo a capo delle forze del Signore Oscuro. Poi prendete Konstantin, un'anonima moretta con tanta voglia di ridere e che vi riserva parecchie sorprese, e mettetela assieme ai “buoni” della situazione. Vi ritroverete fra le mani un comandante senza il minimo senso tattico, capace solo di combinare casini su casini, e di farci sopra battute idiote, ed una ragazza, innamorata cotta ma restia ad ammetterlo ed una buona dose di idiozia. Mescolate tutto questo alla storia originale ed otterrete una modifica divertente e spumeggiante, dal dubbio valore morale ed educativo. Ma che state aspettando? Leggete e commentate!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Faramir, Nazgul, Nuovo personaggio, Sauron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO QUINTO

CI SIAMO PERSI UN PO’ DI COSE

 

 (4 luglio 3018, non meglio precisato tratto di strada fra Osgiliath e Minas Tirith)

 

- “Non preoccuparti, Faramir! Tagliamo per di qua e saremo a casa in un lampo! So quello che faccio!”. Non avevi detto così, razza di demente che non sei altro?-

Konstantin arrossì, fissando intensamente le redini del cavallo

- Non è colpa mia!- si scusò con l’amico, dando al contempo un colpo sul collo della cavalcatura – è colpa di questa cosa bianca qua sotto!-

- E’ facile dare sempre la colpa ad un cavallo, Connie!-

-... oh beh, non ci perdiamo nulla, ne sono convinta.-

Aerian era la ribelle cavalla di Konstantin, una snella puledra candida, che strusciava il muso contro il fianco degli altri destrieri con allarmante regolarità.

- Ammettilo Konstantin, ci siamo persi.-

- Non ci siamo persi!-

- Ci siamo persi!-

- Non ci siamo persi.- ripeté ancora la ragazza – adesso smettiamola con questo dibattito privo di senso che mi accusa di cose che non ho fatto, e fermiamo quel tipo per chiedergli indicazioni.-

Faramir alzò gli occhi al cielo

Era un mistero, come avessero potuto perdersi. Minas Tirith era semplicemente gigantesca, e loro erano usciti solo per una passeggiata a cavallo, maledizione!

Era sempre colpa di Konstantin.

Lei che insisteva per scappare dalla noia della corte, lei che sellava i cavalli senza avvertire nessuno, lei che si allontanava velocemente, lei che rideva tanto da far imbizzarrire i cavalli, lei che lo tentava a seguire sentieri mai esistiti veramente.

Beh... lei era Konstantin. Lei aveva tutti i motivi del mondo, per farlo.

E, in parte, Faramir non poteva contraddirla. Paradossalmente, nonostante Konstantin fosse più piccola e meno responsabile, il giovane doveva ubbidirle.

Troppo complicato spiegare il perché.

Intanto il cavaliere si era avvicinato (o forse loro si erano avvicinati al cavaliere... molto più probabile la seconda opzione, ora che ci penso meglio...)

- Scusatemi, mio giovane... cacchio, Boromir, che ci fai qui?-

Boromir scese da cavallo, fissando l’amica ed il fratello

- Voi, che ci fate qui?- chiese, evidentemente di malumore

- Sorridiamo. A noi piace sorridere.-

- Come sei divertente.-

- Sorridere. Verbo di seconda declinazione et similia.-

Faramir rimase in disparte, ad ascoltare la disputa fra i due, con un mezzo sorriso sulle labbra.

Era abituato, a quel genere di dialoghi

Però c’era qualcosa, in suo fratello, che lo turbava. Beh, insomma, era armato ed evidentemente pronto per un lungo viaggio.

E pose la domanda. L’intelligente domanda, molto oscura, molto misteriosa, e che avrebbe dato origine a tutta una serie di inquietanti disastri e che avrebbe coinvolto (pensate un po’!) tre quarti della Terra di Mezzo.

- Dove stai andando?-

- Vado a Gran Burrone. Al Consiglio di Elrond.-

Quante parole saranno? Una decina scarsa? Sì, sì, sono otto parole giuste. Otto parole che cambiarono ogni cosa.

- Mi stai prendendo in giro?- esclamò Konstantin, sforzandosi di sorridere

- No.- la freddò Boromir

- Cioè... te ne vai.-

- Sì. Perché non dovrei?-

- Perché non te la puoi cavare da solo! Ti faresti ammazzare!-

- Sentitela.-

Si sentivano dei rumori dalla strada. Rumori di zoccoli, nitriti, corazze in movimento.

- Ora devo andare, Konstantin. Non ho tempo per fermarmi a parlare.-

La ragazza annaspò, cercando una risposta, cercando qualcosa da dire.

- Non farti ammazzare, allora.- concluse, non riuscendo a dire altro.

Avrebbe voluto dirgli tante di quelle cose… ma è universalmente risaputo che le ragazze sono stupide, e lo saranno sempre, in ogni luogo e tempo.

Per questa valida ragione statisticamente provata, e per un’altra ragione che però non era in grado di riconoscere come tale, Konstantin non aggiunse altro.

Scema, scema, e più scema.

 

(Colle Vento, ottobre 3018)

 

I Nazgul erano tutti felici di avere Andael di nuovo fra loro.

Beh, più o meno. Sinceramente? Meno.

Ok, per non dire bugie, vi dirò la verità (ehi, che frase fantastica! Sto diventando un genio oppure il potere dell’Anello mi sta fondendo il cervello? Mah…).

I Nazgul erano davvero molto, molto, molto infastiditi dalla presenza del giovane apprendista che, sempre per rendere l’ambiente più rilassato, era anche passato a casa a cambiarsi, e si era vestito tutto di nero.

Per non distruggere l’atmosfera macabra e per non macchiarsi troppo la veste.

Soprattutto per le macchie di fango sulla veste.

 

Una volta mi presentai dal Maestro Saruman con la veste sporca di marmellata.

Si infuriò particolarmente.

Non perché non gli andasse la marmellata, ma semplicemente perché quella non era marmellata, ma una fanghiglia radioattiva che stava sperimentando.

Per non parlare di quando gli portai il caffé e, al posto dello zucchero, ci misi dentro dei cristalli minerali grossi quanto un dito.

Mah, chissà poi dove avevo la testa…

 

- Essssseriiiino.- sibilò il Nazgul n°3, ovvero “quello della fossa biologica Hobbit”.

Era il suo personale modo di dire “ciao, Andael, mi sei mancato”.

Almeno credo.

Non lo so, ma credo che ai Nazgul farebbe bene una seduta di gruppo da un bravo psichiatra. Che ne dite?

- Hoooobbit…- sussurrò, indicando dei fuochi accesi, fra le rovine

- No, credo siano lucciole.- controbatté Andael, serafico.

Ikar preferì non commentare, impegnata com’era a battibeccare con uno dei destrieri dei Nazgul. Sì, sì, proprio quei cavallini neri che mangiano carne umana.

I Nazgul 1, 2, 3, 4, e 5 avevano legato le loro affabili creaturine a degli appositi pali, e si stavano preparando ad andare… a fare una passeggiata.

Beh, ok, ad uccidere gli Hobbit.

 

FINE CAPITOLO QUINTO

 

Anticipazioni

- Hoooooobbiiiiiit....-

- No, a me sembrano delle innocue caprette!!-

- Hoooooobbiiiiiiit....-

- Senti, il Nazgul dice che sono Hobbit...-

- Sono caprette! A te piacciono le caprette!!-

-... SONO VEGETARIANA!-

 

Ringraziamo? Ma sì, dai, ringraziamo!

 

Illidan: tu sei un genio. Sii conscio di essere l’unica persona che mi fa mandare avanti questa storia, dato che non commenta mai nessuno!! Per rispondere alle tue domande: guarda, mi dispiace aver mortificato la grande battaglia di Osgiliath, ma mi piaceva troppo l’idea di far risalire tutto ad un errore del mio piccolo Andael! Di Konstantin se ne riparlerà più avanti o giù di lì... beh, con tanti cari saluti al mostro di fango!!! Un grande bacio e grazie per la recensione!

 

AVVISO AI LETTORI CHE NON RECENSISCONO!

IO POSSO ESSERE PIU’ CATTIVA DI SAURON! QUINDI COMMENTATE, SE NON VOLETE CHE IO CHIEDA AD ANDAEL DI INCENERIRVI CON QUALCHE LETALE INCANTESIMO! BEH, FORSE NON NE MORIRETE, MA CI METTERETE ANNI A TOGLIERE DALLA TAPPEZZERIA LE MACCHIE DI UOVO MARCIO!!

  
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