CAPITOLO QUINTO
CI SIAMO PERSI UN PO’ DI COSE
(4 luglio 3018, non meglio precisato tratto di
strada fra Osgiliath e Minas Tirith)
- “Non preoccuparti, Faramir! Tagliamo per di
qua e saremo a casa in un lampo! So quello che faccio!”. Non avevi detto
così, razza di demente che non sei altro?-
Konstantin
arrossì, fissando intensamente le redini del cavallo
- Non è
colpa mia!- si scusò con l’amico, dando al contempo un colpo sul collo della
cavalcatura – è colpa di questa cosa bianca qua sotto!-
- E’
facile dare sempre la colpa ad un cavallo, Connie!-
-... oh
beh, non ci perdiamo nulla, ne sono convinta.-
Aerian
era la ribelle cavalla di Konstantin, una snella puledra candida, che
strusciava il muso contro il fianco degli altri destrieri con allarmante
regolarità.
-
Ammettilo Konstantin, ci siamo persi.-
- Non ci
siamo persi!-
- Ci
siamo persi!-
- Non ci
siamo persi.- ripeté ancora la ragazza – adesso smettiamola con questo
dibattito privo di senso che mi accusa di cose che non ho fatto, e fermiamo
quel tipo per chiedergli indicazioni.-
Faramir
alzò gli occhi al cielo
Era un
mistero, come avessero potuto perdersi. Minas Tirith era semplicemente
gigantesca, e loro erano usciti solo per una passeggiata a cavallo,
maledizione!
Era
sempre colpa di Konstantin.
Lei che
insisteva per scappare dalla noia della corte, lei che sellava i cavalli senza
avvertire nessuno, lei che si allontanava velocemente, lei che rideva tanto da
far imbizzarrire i cavalli, lei che lo tentava a seguire sentieri mai esistiti
veramente.
Beh...
lei era Konstantin. Lei aveva tutti i motivi del mondo, per farlo.
E, in
parte, Faramir non poteva contraddirla. Paradossalmente, nonostante Konstantin
fosse più piccola e meno responsabile, il giovane doveva ubbidirle.
Troppo
complicato spiegare il perché.
Intanto
il cavaliere si era avvicinato (o forse loro si erano avvicinati al
cavaliere... molto più probabile la seconda opzione, ora che ci penso meglio...)
-
Scusatemi, mio giovane... cacchio, Boromir, che ci fai qui?-
Boromir
scese da cavallo, fissando l’amica ed il fratello
- Voi,
che ci fate qui?- chiese, evidentemente di malumore
-
Sorridiamo. A noi piace sorridere.-
- Come
sei divertente.-
- Sorridere. Verbo di seconda
declinazione et similia.-
Faramir
rimase in disparte, ad ascoltare la disputa fra i due, con un mezzo sorriso
sulle labbra.
Era
abituato, a quel genere di dialoghi
Però
c’era qualcosa, in suo fratello, che lo turbava. Beh, insomma, era armato ed
evidentemente pronto per un lungo viaggio.
E pose la
domanda. L’intelligente domanda, molto oscura, molto misteriosa, e che avrebbe
dato origine a tutta una serie di inquietanti disastri e che avrebbe coinvolto
(pensate un po’!) tre quarti della Terra di Mezzo.
- Dove
stai andando?-
- Vado a
Gran Burrone. Al Consiglio di Elrond.-
Quante
parole saranno? Una decina scarsa? Sì, sì, sono otto parole giuste. Otto parole
che cambiarono ogni cosa.
- Mi stai
prendendo in giro?- esclamò Konstantin, sforzandosi di sorridere
- No.- la
freddò Boromir
- Cioè...
te ne vai.-
- Sì.
Perché non dovrei?-
- Perché
non te la puoi cavare da solo! Ti faresti ammazzare!-
-
Sentitela.-
Si
sentivano dei rumori dalla strada. Rumori di zoccoli, nitriti, corazze in movimento.
- Ora
devo andare, Konstantin. Non ho tempo per fermarmi a parlare.-
La
ragazza annaspò, cercando una risposta, cercando qualcosa da dire.
- Non
farti ammazzare, allora.- concluse, non riuscendo a dire altro.
Avrebbe
voluto dirgli tante di quelle cose… ma è universalmente risaputo che le ragazze
sono stupide, e lo saranno sempre, in ogni luogo e tempo.
Per
questa valida ragione statisticamente provata, e per un’altra ragione che però
non era in grado di riconoscere come tale, Konstantin non aggiunse altro.
Scema,
scema, e più scema.
(Colle Vento, ottobre 3018)
I Nazgul
erano tutti felici di avere Andael di nuovo fra loro.
Beh, più
o meno. Sinceramente? Meno.
Ok, per
non dire bugie, vi dirò la verità (ehi, che frase fantastica! Sto diventando un
genio oppure il potere dell’Anello mi sta fondendo il cervello? Mah…).
I Nazgul
erano davvero molto, molto, molto infastiditi dalla presenza del giovane
apprendista che, sempre per rendere l’ambiente più rilassato, era anche passato
a casa a cambiarsi, e si era vestito tutto di nero.
Per non
distruggere l’atmosfera macabra e per non macchiarsi troppo la veste.
Soprattutto
per le macchie di fango sulla veste.
Una volta mi presentai dal Maestro
Saruman con la veste sporca di marmellata.
Si infuriò particolarmente.
Non perché non gli andasse la
marmellata, ma semplicemente perché quella non era marmellata, ma una
fanghiglia radioattiva che stava sperimentando.
Per non parlare di quando gli
portai il caffé e, al posto dello zucchero, ci misi dentro dei cristalli
minerali grossi quanto un dito.
Mah, chissà poi dove avevo la
testa…
-
Essssseriiiino.- sibilò il Nazgul n°3, ovvero “quello della fossa biologica
Hobbit”.
Era il
suo personale modo di dire “ciao, Andael, mi sei mancato”.
Almeno
credo.
Non lo
so, ma credo che ai Nazgul farebbe bene una seduta di gruppo da un bravo
psichiatra. Che ne dite?
-
Hoooobbit…- sussurrò, indicando dei fuochi accesi, fra le rovine
- No,
credo siano lucciole.- controbatté Andael, serafico.
Ikar
preferì non commentare, impegnata com’era a battibeccare con uno dei destrieri
dei Nazgul. Sì, sì, proprio quei cavallini neri che mangiano carne umana.
I Nazgul
1, 2, 3, 4, e 5 avevano legato le loro affabili creaturine a degli appositi
pali, e si stavano preparando ad andare… a fare una passeggiata.
Beh, ok,
ad uccidere gli Hobbit.
FINE CAPITOLO QUINTO
Anticipazioni
-
Hoooooobbiiiiiit....-
- No, a
me sembrano delle innocue caprette!!-
-
Hoooooobbiiiiiiit....-
- Senti,
il Nazgul dice che sono Hobbit...-
- Sono
caprette! A te piacciono le caprette!!-
-... SONO VEGETARIANA!-
Ringraziamo? Ma sì, dai,
ringraziamo!
Illidan: tu sei un genio. Sii conscio di
essere l’unica persona che mi fa mandare avanti questa storia, dato che non
commenta mai nessuno!! Per rispondere alle tue domande: guarda, mi dispiace
aver mortificato la grande battaglia di Osgiliath, ma mi piaceva troppo l’idea
di far risalire tutto ad un errore del mio piccolo Andael! Di Konstantin se ne
riparlerà più avanti o giù di lì... beh, con tanti cari saluti al mostro di
fango!!! Un grande bacio e grazie per la recensione!
AVVISO AI
LETTORI CHE NON RECENSISCONO!
IO POSSO
ESSERE PIU’ CATTIVA DI SAURON! QUINDI COMMENTATE, SE NON VOLETE CHE IO CHIEDA
AD ANDAEL DI INCENERIRVI CON QUALCHE LETALE INCANTESIMO! BEH, FORSE NON NE
MORIRETE, MA CI METTERETE ANNI A TOGLIERE DALLA TAPPEZZERIA LE MACCHIE DI UOVO
MARCIO!!