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Autore: come_la_pioggia    17/09/2014    1 recensioni
"Volevamo sentirci vicini, volevamo assaporarci.
Amavo stare con lui, amavo fare l'amore con lui.. amavo lui ma a quanto pare lui non amava me.. o almeno non mi amava abbastanza!"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 4.


 

Una bellissima giornata mi stava aspettando, ero sicura che sarebbe stata una di quelle giornate indimenticabili, una di quelle che sognavo quando stavo con Marco.. una giornata in famiglia ad una fiera di paese, senza doverci nascondere dagli sguardi assassini delle persone , anche se alla fine non era proprio una giornata in famiglia, Nathan non era la mia famiglia..

 

Mi alzai dal letto verso le 12, avevo dormito troppo. Andai a prepararmi, volevo essere un po' presentabile anche se a causa di Miriam, le occhiaie e le borse sotto gli occhi mi avevano rovinato il mio bel visino, ma fa niente.. questo ed altro per l'amore della mia vita!

Chiamai Deborah.

“Pronto?!”-disse lei.

“Deby, cazzo, aiutami! Cosa metto oggi per andare in fiera con Nathan?”-domandai in preda al panico.

“Emy, vestiti pesante, ti dico solo questo perchè dicono che oggi sarà una giornata freddissima! Quindi se porti Miriam coprila bene, mi raccomando!”-disse lei premurosa.

“Certo Deb, la terrò bella al calduccio non ti preoccupare, comunque.. che ne dici se metto il mio maglioncino di lana turchese e dei leggins neri?”-domandai io.

“Ottimo, mi piace molto quel maglione!”-disse lei.

“Perfetto”- dissi io soddisfatta.

“Oh, mi raccomando.. voglio tutti e dico TUTTI i dettagli eh!”-esclamò lei.

“Certo, ti chiamo appena posso, ciao bella!”-dissi io.

“Ok, ciao Emy”.

 

Bene, erano ormai giunte le 13 e ancora non avevo mangiato.. Miriam si svegliò e iniziò a piangere, ciò significava che aveva fame e quindi scaldai il latte e le diedi da mangiare.. era un amore!

Appena finii, suonòil campanello, era Nathan e lo feci entrare.

“Wow, come siete belle!”-esclamò guardando me e Miriam.

“Grazie”-dissi accennando un sorriso.

“Bene, vogliamo andare?”-domandò lui.

“Certo, dammi il tempo di mettere Miriam nella carrozzina e di coprirla bene, poi metto il piumino e andiamo.”-dissi io sorridendo.

Ricambiò il sorriso e aggiunse -”Sei una mamma perfetta, davvero”.

Mi ero sciolta a quelle parole e riuscii a stento a ringraziarlo.

 

Dopo 10 minuti uscimmo di casa, faceva freddo.. molto freddo, ma presto arrivammo in centro alla fiera e quindi il clima sembrava un po' più caldo.

 

“Hai sentito che danno neve stanotte?”-domandò lui per rompere il ghiaccio.

“No, non ne sapevo niente ma meglio così! Amo la neve!”-esclamai io.

“Ahah pure io, però sarebbe meglio se non dovessi lavorare..”-disse lui.

“Che lavoro fai?”-domandai incuriosita.

“Nulla di che, aiuto mio padre, che fa il meccanico, in officina e il resto del tempo, aiuto un'amica di mia madre a gestire un piccolo bar qui vicino.”-disse lui orgoglioso.

“Wow, fantastico! Ma questo vuol dire che non hai quasi mai tempo libero o sbaglio?”-domandai.

“Uhm, sicuramente non ho tantissimo tempo libero, ma fidati a me basta!”-esclamò e aggiunse-”Tu che fai invece?”.

“Anche io lavoravo in un bar ma poi a causa della crisi ha chiuso e sono rimasta senza lavoro, allora ho iniziato a fare un corso per estetista ma non faceva per me.. o meglio, non era proprio quello che volevo fare. Poi, come per miracolo sono riuscita a trovare un posto in una pizzeria del centro, solo che poco dopo sono rimasta incinta e quindi per ora non sto facendo nulla, ma appena possibile ricomincerò!”-dissi determinata.

“Beh anche tu sei molto impegnata eh?”-disse lui.

“Già.. e mi sto preoccupando per Miriam.. dovrò lasciarla quasi ogni sera a mia madre.”-dissi io.

“Beh sempre meglio che lasciarla in qualche asilo nido no?”-disse lui cercando di sdrammatizzare.

“Già.. guarda come dorme! E' il mio orgoglio.”-dissi io intenerita da mia figlia.

“E' bellissima come te, già lo sai.”-disse lui e per la prima volta lo vidi arrossire.

Continuammo in nostro giro chiaccherando e con il tempo sono riuscita a scoprire molto su di lui. Gli piaceva il calcio, ascoltava molta musica, era appassionato di tatuaggi ed era un grande romanticone, aveva anche un cuore d'oro, davvero! Praticamente il ragazzo perfetto.

Finito il giro, ci sedemmo in un bar a bere qualcosa. Avevo comprato vari regali per Natale ed ero stanchissima, davvero. Ordinammo due cioccolate calde.

“Allora, cosa facciamo dopo?”-domandò lui.

“Non saprei.. forse è meglio tornare a casa, no?”-domandai.

“Forse si”rispose lui.

Dopo aver finito la cioccolata ci dirigemmo tutti e tre verso casa mia. Erano circa le 18 e faceva freddo anche perchè stava iniziando a nevicare.

Invitai Nathan ad entrare e ci sedemmo sul divano, ma prima cambiai mia figlia e la poggiai nella sua culla.

Eravamo soli. Il vuoto che avevo dentro sembrava colmarsi anche solo con la sua presenza. Mi ero innamorata ancora? Non lo so, ma mi piaceva..

“Come mai hai deciso di vivere da sola?”-domandò lui sorridendo.

“Non c'è un perchè, avevo solo voglia di allontanarmi un po' dalla mia famiglia, di avere i miei spazi.. non so se mi capisci..”-risposi io.

“Ah.. beh certo, ogni persona vuole essere lasciata in pace ahah. Comunque pensavo che questa casa fosse tua e di Marco, non solo tua”-rispose lui.

“No, è solo mia per fortuna..”-dissi io abbassando lo sguardo.

“E non ti senti, come dire.. non ti senti sola in una casa così grande?”-domandò lui in imbarazzo.

“Non molto.. da quando c'è Miriam arriva gente ogni giorno”-risposi io accennando un sorriso.

“Capisco.. E tu come stai?”-domando lui.

I suoi occhi erano illuminati dalla luce del fuoco ed erano posati sui miei.. eravamo vicini, troppo vicini.

“Ehm.. s-sto bene.. credo..”-risposi insicura arrossendo.

“Tu ti senti sola anche se non lo vuoi dire, però piccola ricordati che gli occhi sono lo specchio dell'anima.. capisco se menti”-disse con tono dolce avvicinandosi a me.

Mi aveva chiamata piccola, avrei potuto morire!

“Ma io sto bene, giuro..”-dissi esitando.
 

“Tu non stai bene, se no non diventeresti rossa per ogni parola dolce che ti dico.. ti ho chiamata piccola e sei diventata bordeaux”-disse prendendomi una mano.

“Non è vero”-dissi staccando gli occhi da lui.

“Ah no? Perchè non mi guardi in faccia? Sai, non ho mai mangiato nessuno!”-disse lui ridendo.

“Sono in imbarazzo..”-risposi io.

“Hai paura”-disse lui.

“Di cosa?”-domandai.

“Di me..”-disse lui accarezzandomi dolcemente la mano.

“Non è vero, poi non ti conosco..”-risposi io.

“Non è vero, ci conosciamo più di quanto pensi.. è come se io ti conoscessi da sempre”-disse lui accennando un sorriso.

“Io non ti conosco..”-dissi io.
 

“Vuoi conoscermi?”-domandò lui avvicinandosi sempre di più a me.

“Si, ti prego.”-risposi io.

Si alzò e mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi. Mi alzai e avvolse le sue mani intorno alla mia vita.. la mia vita nelle sue mani. Mi strinse a se e i nostri visi si stavano sfiorando. I brividi mi percorrevano la schiena, era strano.. perchè provavo queste sensazioni tra le braccia di uno sconosciuto?




ANGOLO AUTORE:

Hoola ragazzi! Scusate l'enormissimissimo ritardo, ma davvero non ho avuto tempo! Non vi immaginate quanto sono impegnata tra scuola e il resto.. Comunque cosa ve ne pare? Eheh son stata un po' cattiva a far finire il capitolo così!

Fatemi sapere cosa ve ne pare, aspetto i vostri commenti!

Un grassissimissimo abbraccio

come_la_pioggia

 

 

   
 
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