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Autore: Greeneyes74    17/09/2014    3 recensioni
Sam e Dean sono appena tornati da una caccia. Niente di speciale, un caso risolto in un paio di giorni e una strega in meno. Stavolta però, una volta tornati al bunker, avranno un brusco risveglio, con una sorpresa molto particolare per uno dei due fratelli.
Una storia leggera ambientata nell’ottava stagione, prima che le cose prendessero la brutta piega che sappiamo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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Sam era rientrato dalla sua solita corsa mattutina e dopo aver fatto la doccia ed essersi rivestito era andato in cucina dove aveva trovato Dean intento a preparare la colazione. Da quando vivevano nel bunker il fratello aveva scoperto il suo lato domestico e gli piaceva cucinare e perfino rimettere in ordine.
Sam lo prendeva in giro per questo, ma in realtà era contento per lui. Dean gli aveva detto che considerava quel luogo la loro casa ed era entusiasta di avere una stanza tutta sua, per la prima volta da quando la loro mamma era morta e la loro vita era cambiata per sempre.
Sam non condivideva questi sentimenti, probabilmente perché non sapeva cosa significasse avere una casa, era troppo piccolo all’epoca, ma ciò non gli impediva di essere felice per il fratello.
“Buongiorno. Vedo che anche oggi sei in preda alla sindrome della casalinga disperata”, gli disse Sam ghignando.
Dean si girò e gli tirò in faccia uno straccio bagnato.
“Mamma mia, dovresti dare una spuntata a quel mocio che hai sulla testa”, gli disse Dean, guardandolo con aria schifata e aggiungendo, “E comunque non mi sembra che la mia cucina ti dispiaccia”.
“Beh, devo riconoscere che effettivamente non te la cavi male”, gli rispose Sam, che aveva iniziato a mangiare le uova con la pancetta che il fratello aveva cucinato, ignorando il commento sui suoi capelli.
Si sedette a tavola anche Dean e disse, “Sto impazzendo a stare chiuso qui dentro. Mentre aspettiamo notizie da Kevin perché non ci dedichiamo ad un caso che ho trovato ieri sera? Ho bisogno di cambiare aria”.
“Va bene. Anch’io mi sono stancato di stare senza fare niente. Di che si tratta?”, rispose Sam, con aria interessata.
“Una serie di morti sospette a Lexington, in Nebraska. Sono morti cinque uomini, apparentemente tutti di infarto. Ma la cosa strana è che erano persone atletiche e sane, tutte sotto i trentacinque anni. E inoltre non sono state trovate su nessuno di loro le lesioni tipiche lasciate sui tessuti cardiaci da un attacco di cuore.  Penso ci sia di mezzo una strega”.
“Andiamo allora, e poi Lexington è a poco più di due ore di macchina”, acconsentì Sam.
“Non vedo l’ora di far fuori una di quelle stronze”, rispose Dean con entusiasmo.
Un paio di giorni dopo avevano effettivamente avuto la conferma che si trattava di una strega. Era una donna molto attraente di circa trentacinque anni, o almeno così sembrava. Ma con le streghe non si potava mai dire. Sembrava avesse dei conti in sospeso con il genere maschile, in particolare con la sottospecie donnaiolo impenitente, e aveva dato il via alla sua vendetta cominciando ad uccidere ogni sciupafemmine che le capitava a tiro.
Dean si era offerto di fare da esca, anche perché incarnava bene  il genere, ma quando si erano ritrovati soli nella stanza del motel  la donna, che aveva capito che era un cacciatore, aveva tentato di farlo fuori.
Dean però, con l’aiuto di Sam che li aveva seguiti, aveva avuto la meglio ed erano riusciti a liberarsi di lei.
Era accaduta però una cosa piuttosto strana. Prima di morire la strega aveva guardato Dean con un ghigno malvagio stampato sul viso, e gli aveva detto che non sarebbe finita lì. 
Dopo essersi sbarazzati del corpo erano subito ripartiti ed erano arrivati al bunker poco prima di mezzanotte.
Erano entrambi molto stanchi ed erano andati subito a dormire.
Il mattino dopo Sam fu svegliato da una voce di donna che urlava il suo nome. Prese la pistola e corse verso la stanza di Dean, da dove provenivano le grida.
Aprì la porta e quello che vide lo lasciò senza parole.
Dean non c’era ma al suo posto vide una bellissima donna. Aveva gli occhi verdi del fratello, un bel viso dai lineamenti regolari, le labbra carnose e qualche lentiggine sul naso e sugli zigomi. I capelli erano castano chiaro, lisci, lunghi fino a metà schiena.
Era alta, slanciata e aveva addosso un paio di boxer che teneva su con una mano perché erano troppo larghi e una maglietta grigia, anch’essa troppo larga.
Un sospetto si affacciò alla mente di Sam che disse, dopo essersi ripreso dalla sorpresa, “Dean? Sei tu?”
“Certo che sono io, idiota. Chi vuoi che possa entrare nel bunker”, rispose la donna con un espressione di panico dipinta sul volto.
“Deve essere stata quella maledetta strega”, proseguì,” ecco perché se la rideva prima di crepare. Oddio Sam, cosa facciamo adesso. Sono una donna, ti rendi conto?”
Sam non  poté trattenere un ghigno.
“Stai calmo… ehm, calma. Troveremo una soluzione”, disse a Dean, con un’espressione più  divertita che preoccupata sul viso.
“Smettila di sghignazzare. Questa è una cosa terribile. Merda, non ho più i gioielli di famiglia! E ho le tette!”.
“Si, le ho notate, e devo dire che sono anche della giusta misura, né grandi né piccole”, rispose Sam sempre più divertito.
Dean gli tirò un cuscino e lo cacciò dalla stanza, ordinandogli di mettersi a cercare subito un modo per farlo ridiventare normale.
   
 
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