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Autore: roby_lia    17/09/2014    2 recensioni
Tony lo fissa senza espressione, il telefono in mano.
“è Steve. C’è stato un incidente”
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Thor sembrava quasi lo stesso. La barba leggermente sfatto di un paio di giorni, i capelli finalmente liberi dal taglio militare erano ricresciuti, anche se non lunghi come quando si erano incontrati per la prima volta.
Ma erano le differenze che facevano più male: l’espressione esitante con cui lo guardava, il sorriso incerto e la catenella con le piastrine al collo che risaltava rispetto alla maglietta rossa.
Quando era con lui, Thor le toglieva sempre, sapendo che a Loki dava fastidio vederle, sapendo che ricordavano troppo che era poco il tempo che avevano a disposizione per stare insieme.
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AU, seguito del capitolo 24 di Thunderfrost's Alphabet, XOXO (baci e abbracci)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: AU | Avvertimenti: Incest
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These lines, the last endeavor to find the missing lifeline

La casa era più grande di come l’aveva immaginata. Tuttavia gli piaceva, l’odore del mare sembrava portare anche quello dei ricordi, anche se non quelli che voleva davvero. Sapeva dove aveva inciso la sua altezza col passare di ogni estate, si ricordava il nascondiglio che al tempo pensava segreto per le caramelle, i pomeriggi interi passati in acqua e le serate a mangiare zucchero filato nel luna-park.
“Thor? Andiamo?”
Avevano passato i primi giorni a dare una sistemata alla casa. O meglio, lui li aveva passati così, Loki aveva deciso che la sua mania ossessivo-compulsiva (e sporadica. Molto sporadica) per l’ordine non si sentiva abbastanza stimolata e l’aveva lasciato affrontare da solo l’ardua impresa.
Gli piaceva tener impegnate le mani e la mente, lasciarsi assorbire dal lavoro, così quando Loki lo chiamava non riusciva nemmeno ad accorgersi che c’era qualcosa ancora da aggiustare tra loro.
Perché in quei momenti Loki era semplicemente Loki, e tutto andava bene.
“Allora?” lo richiamò ancora l’altro, appoggiato allo stipite della porta.
Thor scosse la testa “Sì, arrivo” gli sorrise mentre si alzava dal letto che aveva occupato da bambino.
“Ancora non capisco perché tutta questa mania di andare a fare un giro in città”
“Bhe, tu potrai anche vivere d’aria, ma io avrei anche bisogno di cibo ogni tanto, sai?” ribatté, facendolo sbuffare.
“Sì, ma hai già fatto la spesa l’altro giorno”
Thor lo fissò alzando un sopracciglio “Fammi indovinare, c’erano i cartoni animati in tv”
La risposta fu una linguaccia molto matura e un “Non infierire” sibilato con sguardo minaccioso.
Thor alzò le mani in segno di resa, cercando malamente di trattenere le risate.
 
Alla fine il compromesso risultò andare per almeno mezz’ora in una libreria, giusto per non far sembrare quel viaggio una cosa del tutto inutile. E ovviamente era severamente vietato mettere fretta. La mezz’ora si trascinò lentamente fino ud un’ora. Anche abbondante.
Ma in fondo Thor decise che un supplizio del genere poteva anche subirlo una volta ogni tanto, anche solo per vedere gli occhi di Loki brillare d’interesse per una trama particolarmente avvincente.
O per le loro mani così vicine da essere quasi strette una all’altra, o per…
Sì, senza dubbio avrebbe potuto sopportarlo se proprio fosse stato necessario. E magari qualche volta anche non.
“Sai, non capisco perché con tutte le diavolerie che tu e Tony inventate, vai ancora a caccia di libri alla vecchia maniera”
L’occhiata che Loki gli riservò lo fece pentire immediatamente delle sue parole.
“Vuoi davvero iniziare questa discussione da cui, lasciatelo dire, non ne uscirai incolume?”
Thor soppesò attentamente la minaccia “Hai ragione tu. Di qualunque cosa si tratti hai ragione tu. Ne sono più che certo”
L’altro sorrise diabolicamente “Esatto”
Continuano a camminare per la cittadina, senza avere una meta ben precisa in mente. Era bastato accennare vagamente qualcosa su una gelateria per convincere Loki a seguirlo.
“Senti, che ne dici se sta sera mangiamo fuori?”
“E la famosa spesa per cui mi hai trascinato qui a cosa servirebbe allora?”
Il biondo scrollò le spalle “Era così per dire. Solo un’idea”
“Bene perché sembrava quasi un appuntamento”
“E se lo fosse?” propose facendo finta di nulla, anche se il modo in cui il suo stomaco si strinse d’ansia sembrò essere decisamente in disaccordo.
Loki si blocca all’improvviso, ma lui non riesce nemmeno in tempo ad aprir bocca che iniziano gli spari.
 
 
 
“Thor? Thor posso entrare?” provò a chiamarlo bussando alla porta del bagno.
Inizialmente lui non aveva nemmeno capito cosa gli era successo. Aveva solo visto il lampo di panico attraversare i suoi occhi azzurri, prima che Thor traballasse sulle gambe guardandosi attorno spaesato.
Solo quando aveva sentito di nuovo i colpi di pistola aveva iniziato ad intuire cosa gli era preso all’altro.
Lì era molto più tranquillo di New York, e i rumori della sala giochi avevano rotto la pace pomeridiana all’improvviso.
“Thor…” aprì con esitazione la porta, sbirciando all’interno del bagno.
Thor gli dava la schiena, i pugni stretti attorno al bordo del lavandino mentre l’acqua continuava a scorrere.
“Ehi, va tutto bene?”
Le sue parole lo fecero scuotere. Dopo essersi passato altra acqua in viso, Thor prese un paio di salviette decidendosi a voltarsi.
“Sì, sì, è tutto apposto. Io… non so cosa sia successo, ero solo…” lasciò la voce sfumare, senza concludere le sue parole.
Loki respirò profondamente “Ti succedeva spesso? A New York, intendo” gli chiese appoggiandosi con la schiena al muro.
Thor scosse la testa “No. Cioè lì me l’aspettavo, quindi… mi sono solo fatto prendere alla sprovvista. Sto bene”
“Sì, certo”
“Non mi credi?”
“Credo che tu stia sottovalutando la situazione. Prima gli incubi, adesso questo… credo che tu dovresti parlarne con qualcuno che se ne intende più di me”
“Io sto bene!”
“Oh certo, è per questo che ancora non ricordi niente degli ultimi anni e hai creduto che ti sparassero addosso giusto dieci minuti fa”
“Senti, io sto bene, mi serve solo… solo…”
“Un po’ di tempo, giusto? Con te è sempre questo il problema”
“Cos’è ti sei stancato di aspettarmi?! Bhe, scusami tanto, forse ti sei sbagliato su di me e avresti dovuto trovartene subito un altro!”
Loki ricambiò con freddezza il suo sguardo un solo istante, prima di dargli le spalle ed uscire.
Sentì che lo chiamava, ma non ascoltò nemmeno le sue preghiere.
 
Ovviamente aveva iniziato a piovere. Una volta lui e Thor sarebbero usciti insieme, incuranti di tutti tranne dei fulmini che attraversavano il cielo e del vento che gonfiava le onde.
Era una cosa che gli piaceva di più, il modo in cui il tempo riuscisse sempre a sorprenderlo e a cambiare così velocemente.
“Loki!” si sorprende quando, tornato a casa, trova Thor in condizioni poco migliori delle sue.
“Io… ho provato a cercarti ma poi, i tuoni…” come obbedendo ad un ordine, la stanza fu illuminata da un lampo, seguito subito dopo dal tuono.
Thor strinse gli occhi, premendosi una mano sulla tempia “Mi fa venire mal di testa”
Loki continuava a guardarlo, il cappuccio ancora calato in testa e lo sguardo indifferente “Una volta ti piacevano le tempeste”
“Una volta non avevo avuto frammenti di metallo conficcati nel cervello” ribatté facendo un’altra smorfia.
Loki scrollò le spalle, appoggiandosi al tavolo mentre l’altro sospirava.
“Davvero mi piacevano i fulmini?”
“Sì, ci mettevamo sempre insieme a guardarli di solito”
Di solito era lui il primo a fermarsi a guardare lo spettacolo di luce fuori dalla finestra. Thor era veloce a raggiungerlo, abbracciandolo da dietro e appoggiando il mento sopra il suo capo. Stavano interi minuti in quella posizione, interrotti solo dal battere dei loro cuori e dai respiri trattenuti tra il fulmine e il tuono.
Poi o lui si agitava o Thor iniziava a fargli il solletico. La pace finiva, e si ritrovavano ad inseguirsi, baciarsi e toccarsi, con sempre la necessità di qualcosa che li rendesse ancora più vicini.
Un altro tuono, seguito dal respiro dolorante di Thor, lo fece tornare al presente.
Sbuffando si decise a recuperare una scatola di aspirine, che gli lanciò con malagrazia prima di andare a farsi una doccia bollente.
 
La cena che seguì, anche se più simile ad uno spuntino di mezzanotte, fu silenziosa. Anche Thor aveva seguito il suo esempio lavandosi e cambiando i vestiti bagnati. Forse domani riuscirà ad evitare che si lamenti anche per il raffreddore.
“Mi dispiace Loki” Thor che deve sempre aprir bocca per primo, non c’è mai una volta che possa godersi il silenzio e la tempesta.
“È solo che- “
“Ci ho provato- lo interruppe invece lui- Ho provato ad ignorare quello che c’era tra di noi, ho provato a cercare qualcun altro. L’ho fatto ogni volta che tu posticipavi il tuo ritorno, ogni volta che mi chiedevi altra pazienza e un altro anno. Non ha mai funzionato. Con chiunque ci provassi… non erano abbastanza. Non erano te. E quando me ne sono reso conto, quando ho capito che potere avevi su di me anche se c’era un intero oceano tra di noi… nessun’altro era mai riuscito a farmi accettare una cosa del genere” scrollò le spalle, prima di alzarsi ed uscire nella veranda, assaporando l’odore fresco della pioggia che ancora cadeva.
Thor lo seguì subito dopo “Senti, io sono solo… confuso. E ho paura Loki. Ho paura di quello che succederà se non riesco a ricordare, ho paura perché non riesco a capire chi sono e senza sapere questo non so come potrò andare avanti. Quando mia mamma mi ha parlato di te…ero convinto che sarebbe bastato vederti per far tornare tutto apposto. Ero convinto che fossi tu la chiave di tutto- poteva sentire il suo sguardo fisso sulla sua schiena, una distanza così piccola non era mai stata così incolmabile tra di loro- Mi avevano avvertito che recuperare del tutto sarebbe stato difficile, se non impossibile, ma ci speravo”
“La nostra era tutt’altro che una favola, Thor”
Il legno della veranda scricchiolava sotto ogni lento passo che Thor faceva per avvicinarsi a lui. Sapeva che doveva semplicemente fare un passo avanti e sparire di nuovo sotto la pioggia, ma prima di riuscire a rendere concreto quest’atto di salvezza, sentì le braccia di Thor che l’avvolgevano con esitazione.
E scappare dall’abbraccio di Thor era sempre stato troppo difficile per lui.
“Però era meravigliosa lo stesso no?” gli domandò, la fronte premuta contro la sua nuca e il respiro leggero che gli solleticava il collo.
Loki si morse il labbro, cercando d’impedirsi ogni movimento. Come faceva ad essere al contempo così estraneo per agire subito dopo in maniera così da Thor?
“Con i ricordi più vecchi è stato facile. Era come se fossero più forti, bastava un gesto minimo è subito sapevo qualcosa in più. È come… nessuno si ricorda di come ha imparata a camminare o a parlare, giusto? Semplicemente un giorno ti rendi conto di saperlo fare e non ti fai altri problemi. La stessa cosa è per questo, io so che c’è qualcos’altro ma non riesco ad andare oltre”
“Stai andando meglio di quello che credi” si sentì dire, riconoscendo a stento il proprio tono.
“Cosa intendi?”
“Questo- sospirò, appoggiando la testa alla sua spalla in modo da riuscire a vederlo in viso- lo facevi quando litigavamo, quando cercavi di farti perdonare. Sennò pensa al caffè”
“Il caffè?”
“Sì, me lo prepari ogni mattina proprio come lo bevo di solito anche se non ti ho mai detto come mi piace. E dubito che il tuo spirito d’osservazione sia migliorato molto in questi ultimi mesi”
“Stai dicendo… che quella roba che bevi ogni mattina è caffè? Io l’avrei definito zucchero allungato al caffè sinceramente”
Loki non riuscì a trattenersi dal ridere, tirandogli una gomitata “Ma stai zitto”
Tuttavia, ogni suo intento manesco andò in fumo quando sentì il petto dell’altro vibrare per il ridere contro la sua schiena. Non aveva mai creduto che gli sarebbe mancata anche una cosa così semplice.
Si rilassò contro di lui, chiudendo gli occhi.
“La memoria è una cosa molto complicata Thor. E anche se non riuscirai a ricordare del tutto… troveremo una soluzione” sospirò prima di girarsi nel suo abbraccio a nascondere il viso contro il suo collo.
Lui lo strinse con più forza a sé.
 “Inizio a capire perché mi piaceva tanto la pioggia”
 
 
 
Il giorno dopo era talmente splendido che Thor decise di vietare a Loki di passare tutto il tempo all’ombra come suo solito.
Loki riuscì a schivare i suoi attentati per tutto il giorno, ma alla sera l’acqua era così calda che nemmeno lui avrebbe potuto trovare qualcosa da ridire
“Sognatelo”
“Eddai! Basta che ti metti la crema solare”
“No grazie, poi si appiccica tutta la sabbia e mi dà fastidio”
“Ma è la stessa identica scusa per cui non vuoi venire a nuotare”
“Appunto. Io odio la sabbia”
Thor lo fissò con le sopracciglia alzate “Bene, allora non mi lasci altra scelta”
“Ma che- Thor!! Mettimi subito giù! Non osare! O giuro che- “ le sue minacce finirono con un sonoro splash. Seguito da altre imprecazioni.
“Se volevi morire bastava chiederlo!” gli urlò contro, prima di mirare alla sua giugulare.
 
Thor non sapeva da quanto tempo stavano giocando a rincorrersi e a spruzzarsi come se fossero dei bambini, ma senza dubbio avrebbe voluto andare avanti fino a non aver più fiato in corpo.
Gli piaceva poter avere una scusa per toccarlo, per stringerlo a se. Gli piaceva la sensazione delle loro pelli a contatto, il suo odore che si mischiava con la salsedine del mare.
Alla fine, senza sapere nemmeno lui come, si ritrovò disteso sopra Loki, con i suoi polsi tra le mani e il suo viso sorridente a pochi centimetri dalle sue labbra. E la voglia di baciarlo era così forte da fargli quasi male.
Anche Loki doveva averlo notato perché lentamente il suo sorriso diminuì.
“Dai, muoviti che sei pesante” gli ordinò, smettendo di guardarlo negli occhi.
E Thor vorrebbe quasi darglielo per davvero quel bacio, ma invece se lo lascia sfuggire tra le mani ancora una volta.
 
“Ti odio, ti odio, ti odio” mugugnò Loki, il volto affondato nel cuscino.
Thor si passò una mano tra i capelli, osservando contrito la schiena ustionata di Loki.
“Se tu ti fossi messo la crema…”
“Se un idiota non mi avesse trascinato in acqua!!” ringhiò il moro in risposta, con le poche energie residue che gli rimanevano.
“Almeno te la sei messa dopo la crema?”
Lo sbuffo semi-colpevole di Loki fu una risposta più che soddisfacente “Dopo mi sembra di essere tutto appiccicoso. Non voglio diventare una carta moschicida” si lagnò, cercando di assumere un tono abbastanza persuasivo.
Thor sbuffò per l’ennesima volta, prima di alzarsi in piedi e sparire per qualche istante in cucina.
“Questo dovrebbe farti sentire meglio, almeno per il momento” disse tornando a sedersi vicino a lui, per poi appoggiargli sulla schiena nuda i cubetti di ghiaccio avvolti nel canovaccio.
Il gemito di soddisfazione che Loki gli regalò lo prese totalmente alla sprovvista. Come poteva un essere umano fare un suono così perfetto?
E se a quello si aggiunge il fatto che l’altro sia mezzo nudo, abbia i capelli spettinati in una maniera divina e uno sguardo liquido e perso, Thor potrebbe quasi credere di star vivendo tutta un’altra situazione.
Poi ordina al suo sangue di tornare a circolare in luoghi dove è più necessario. Il cervello, magari.
“Ma dove sei stato per tutto questo tempo?” sospirò poi Loki, gli occhi chiusi e le guance così rosse da farlo sembrare quasi con la febbre alta.
Thor gli spostò i capelli dal viso con una carezza. Poi si chinò poggiandogli un bacio sulla guancia.
“Mi dispiace” mormorò in risposta, prima di darsi dell’idiota e andarsi a fare una doccia fredda.
Molto fredda.
 
I giorni passano quasi senza che lui se ne accorga. Tra le nuotate e Loki ce n’è fin troppo da tenerlo impegnato.
Dopocena hanno ricominciato ad uscire, per andare al luna park, camminare sulla spiaggia o anche solo per bere qualcosa.
La proposta di una cena aleggia ancora nella mente di Thor, ma il modo in cui Loki si sottrae ogni volta che sta per spingersi oltre un semplice abbraccio lo fa esitare ogni volta.
Quella sera c’era più confusione del solito al bar e lui forse aveva esagerato un poco con le birre. E la camicia leggermente aperta di Loki, quel tanto che serve per mettere in evidenza l’inizio della sua clavicola sembra una dichiarazione di guerra al suo autocontrollo.
Peccato che quella sera ci fosse anche qualcun altro che chiedeva la loro attenzione.
Le ragazze sembravano simpatiche (Sif, Sigyn, o qualche nome strano del genere) e avrebbero anche potuto piacergli. In un’altra vita.
E se quella bionda la smetteva di scherzare con Loki. E di toccargli il braccio. E di sfiorargli i capelli.
Tuttavia annegò l’irritazione in un altro bicchiere, finendo solo per cedere alle insistenze dell’altra di fare almeno un ballo.
Loki aveva riso, facendogli l’occhiolino mente veniva trascinato via.
Non era stata la confusione, né la musica troppo forte. Prima andava tutto bene, tralasciando un ballo indesiderato. O meglio, con una persona indesiderata.
Poi non riusciva più a trovare Loki con lo sguardo e l’aria non è più sufficiente per i suoi polmoni.
 
 
 
“Loki?! Sei qui?” Thor aprì la porta con talmente tanta forza da farla sbattere.
“Si può sapere cos’hai da urlare tanto?” gli chiese corrucciato, alzandosi dal divano.
Il biondo gli si precipitò addosso “È successo qualcosa? Perché te ne sei andato?”
“Thor, calmati, è tutto apposto”
Prima ancora che se ne rendesse conto, si ritrovò stretto a lui, i muscoli dell’altro che tremavano dalla tensione.
“Ehi, va tutto bene- mormorò, accarezzandogli i capelli- sta sera c’era quel film che volevo vedere. Tutto qui”
Piano piano il suo respiro si faceva più tranquillo contro la sua guancia “Potevi ricordarmelo. Non mi sarebbe dispiaciuto avere una scusa valida per tagliare la corda”
“Thor non devi per forza stare con me. Se hai voglia di stare fuori più a lungo non devi preoccuparti, lo sai che non mi piace la folla”
“Ma io non voglio stare fuori. Cioè, se non ci sei tu”
Loki sospirò, sciogliendo con tutta la delicatezza di cui disponeva l’abbraccio dell’altro “A questo proposito Thor…”
“Sì?”
“Ecco, io… stavo pensando di tornare a New York. Già domani se riesco”
Thor corrugò la fronte “Oh, d’accordo. Non è un problema”
“Io intendo… da solo, Thor”
“Come scusa?” il suo tono è talmente sbalordito e confuso, che Loki vorrebbe solo farsi perdonare a suon di baci
Invece fa un respiro profondo, premendosi per qualche istante le mani sul viso “Ascoltami, io credo che un po’ di tempo da solo potrebbe servirti”
“E per cosa?”
“Bhe, dici sempre che non sai cosa fare. Forse… - si bloccò, chiudendo gli occhi con forza mentre cercava le parole giuste- in tutto questo tempo, bene o male hai sempre avuto qualcuno attorno. Io credo che stare un po’ da solo potrà aiutarti, potrai decidere e pensare con tranquillità”
“E questa dove l’hai letta? In uno dei tuoi stupidi libri?!” sbottò esasperato, le spalle irrigidite per la rabbia.
“No, sai com’è, alcune persone riescono a pensare anche da sole! – sospirò, per poi scuotere la testa- non è un addio Thor. Puoi chiamarmi quando vuoi, puoi anche tornare a casa se vuoi. È solo una proposta. Prenditi un paio di giorni o quanto tempo ti serve per vedere davvero la situazione. Per decidere cosa vuoi fare, per… capire”
“D’accordo” rispose gelido, prima di dargli le spalle ed uscire di nuovo sbattendo la porta.
Per la prima volta dopo settimane Loki si addormentò da solo, cercando di convincersi che non aveva rovinato tutto.
 
 
 
“Thor”
Lui ignorò la sua voce, preparandosi per andare a correre incurante di Loki.
“Thor, io- “
“Buon viaggio. Divertiti”
Loki gli prese il braccio, trattenendolo malamente.
“Smettila di fare il bambino e ascoltami!”
“Non c’è niente da dire” ribatté gelido, prima di scostarlo con malagrazia.
“Bhe, allora ascoltami! Che diavolo, torno solo a New York, non vado dall’altra parte del mondo io
Quelle parole bastarono per bloccarlo “Questo è un colpo davvero basso” si arrese, girandosi verso di lui con un sorriso amaro.
“Lo so, sono la mia specialità- sospirò Loki in risposta, ma con un sorriso accennato- quello che voglio dire è… fai un tentativo. Provaci almeno un paio di giorni, se proprio non ci riesci puoi sempre tornare a casa. Secondo me è quello che ti serve”
Thor fece un respiro profondo, avvicinandolo per prendergli la mano “E io invece ti chiedo di non andare. A me servi tu, Loki, io… ho bisogno di te”
Lo osservò mentre si mordeva il labbro ed evitava il suo sguardo “Thor, io… io ti ho già detto tutto. Sai chi sei per i tuoi genitori, sai chi sei per me, ora credo che tu debba solo accettarlo. Perché credo che la verità sia che… tu sei sempre tu. Sei sempre stato tu, Thor” sospirò, stringendogli con più forza la mano.
“Non pensare alla ferita, non preoccuparti se non recuperi la memoria. Sei tu, è solo questo che devi sapere” aggiunse poi, appoggiando anche l’altra mano sopra la sua.
Thor annuì, per poi tirarlo leggermente verso di sé.
Forse lo prese di sorpresa. Forse anche lui lo voleva dopotutto.
Thor avrebbe voluto che tutto fosse più dolce, che non ci fosse ancora quel retrogusto malinconico della separazione, ma le labbra di Loki erano così morbide e le sue mani sul volto e tra i capelli così famigliari da far male.
Loki si staccò all’improvviso, con il respiro corto e senza forzare l’abbraccio con cui l’aveva circondato. Ma ancora non lo guardava negli occhi.
“Scrivimi quando arrivi, okay?” gli disse, dandogli un altro bacio leggero sull’angolo della bocca.
L’altro annuì, mentre si mordeva ancora le labbra. Gli occhi gli brillavano e i suoi sforzi non erano sufficienti a nascondere il sorriso che premeva per uscire.
Thor voleva solo baciarlo e baciarlo ancora. Invece sospira, seguendolo all’esterno e guardandolo andare via.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Uhm, sì, allora… mi scuso per il ritardo ma è un periodo complicato la sua parte, soprattutto se si decide di mettersi anche a recuperare serie tv (chi si è visto la nona stagione di Supernatural può capire come mi sento T.T)
 Il titolo è preso da Nemo, dei Nightwish https://www.youtube.com/watch?v=ROuYoe5Ns78
Il finale è più vicino di quanto pensassi, ancora un paio di capitoli :)
Ringrazio tutti quelli che leggono e continuano a seguire questa storia nonostante tutto.

ciao ciao
roby_lia
  
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