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Autore: roby_lia    28/09/2014    4 recensioni
Tony lo fissa senza espressione, il telefono in mano.
“è Steve. C’è stato un incidente”
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Thor sembrava quasi lo stesso. La barba leggermente sfatto di un paio di giorni, i capelli finalmente liberi dal taglio militare erano ricresciuti, anche se non lunghi come quando si erano incontrati per la prima volta.
Ma erano le differenze che facevano più male: l’espressione esitante con cui lo guardava, il sorriso incerto e la catenella con le piastrine al collo che risaltava rispetto alla maglietta rossa.
Quando era con lui, Thor le toglieva sempre, sapendo che a Loki dava fastidio vederle, sapendo che ricordavano troppo che era poco il tempo che avevano a disposizione per stare insieme.
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AU, seguito del capitolo 24 di Thunderfrost's Alphabet, XOXO (baci e abbracci)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: AU | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Take me by the hand, I’m sure of who I am

Dopo aver passato intere settimane in compagni di Loki, la sua improvvisa assenza è come un pugno nello stomaco.
Andare a correre e non dover adeguare il passo al suo, rientrare ed essere accolti solo dal silenzio.
Thor vorrebbe solo prendere in mano il telefono e chiamarlo.
L’unica cosa a cui riesce a pensare è il suo corpo premuto contro il proprio, le sue labbra che lo ricambiano e la sua pelle sotto le dita.
Sospira, stringendo il cellulare in mano ma vietandosi categoricamente di guardare se per caso gli ha scritto. Non ha intenzione di comportarsi come un adolescente. Ha cose migliori da fare lui. Come la doccia per esempio. Ha appena corso, ha bisogno di una doccia. Sì, assolutamente.
Non inizierà a pensare solo a lui e al fatto che l’ha baciato. Ok, è stato lui a baciarlo, però l’altro l’ha ricambiato. Con enfasi, si sente libero di aggiungere.
Prima ancora che se ne accorga le labbra gli si stirano in un sorriso, e diavolo, Loki gli mancava già così tanto da farlo sentire a corto di fiato.
Era così che si sentiva Loki ogni volta che lui partiva di nuovo? Come se ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato in quella solitudine?
Scuote la testa, buttando il telefono sul divano prima di far fare la stessa fine anche alla maglietta che indossava e andare a farsi quella benedetta una doccia.
Era così strano entrare in bagno e non trovare il vetro appannato e l’acqua impostata su temperature adatte a cuocere un’aragosta.
Era strano uscire e non vederlo intento a leggere qualcosa, i capelli ancora bagnati che gl’incorniciavano il viso come un’aureola d’oscurità.
Era strano e faceva male, si rese conto passando le dita sul suo nome inciso sopra la piastrina di riconoscimento.
Non si era reso conto che da settimane non l’indossava più. Non gli serviva, gli bastava Loki per sapere chi era. E ora che l’ha lasciato andare, gli sembra di aver rinunciato ad una parte di sé.
 
 
 
Forse non avrebbe dovuto andarsene.
Forse avrebbe dovuto restare, come gli aveva chiesto.
Forse dovrebbe chiamarlo.
Loki sbuffò, passandosi le mani tra i capelli e tirando con forza.
No, non può farlo, è stato lui a dirgli di prendersi tutto il tempo di cui aveva bisogno e adesso non poteva mettergli fretta.
Però… il ricordo del suo bacio, del modo in cui gli accarezzava i fianchi e sfiorava la pelle, si fece prepotentemente spazio nella sua mente.
Però uffa.
“Smettila di fare l’ameba in preda ai rimorsi e renditi utile, perché sennò inizio ad urlarti dietro e nemmeno Bruce potrebbe dirmi che lo sto facendo a torto. Vero Bruce?”
L’altro scienziato si trovò costretto ad annuire “In effetti la voce della ragione sta iniziando a pendere prepotentemente dalla tua parte”
“Esatto! Perché io non abbandono fidanzati in preda all’amnesia a loro stessi”
“Tu non ce l’hai nemmeno il fidanzato” ribatté Loki, alzando gli occhi al cielo.
“Questo non centra, è più una questione di principio” ribatté piccato Tony, incrociando le braccia.
“Ma sta zitto” fu la sua loquace risposta, prima di afferrare dei fogli a caso messi sul tavolo dov’era seduto.
“Quando non c’è Thor sei intrattabile, quando c’è Thor sei intrattabile, si può sapere perché ti ho assunto?”
“Perché ti diverti a ficcare il naso nella sua vita privata” rispose Natasha al posto del diretto interessato, per poi fare una bolla con il chewing-gum che stava masticando.
“… giusta osservazione. Alla fin quindi ho tutti i diritti di urlarti contro. Sono sicuro di aver messo una clausola di questo tipo nel nostro contratto”
Loki si mi se in piedi, squadrando i due “Ma la volete finire? Non deve interessarvi cosa mi succede”
“Certo che deve, sennò cosa siamo qui a fare?”
“Mah, non lo so, inventare cose magari” ringhiò come risposta, agitando il pacco di carte che ancora teneva in mano.
“Oh sì, certo” rispose sarcastico Tony, roteando gli occhi.
Prima che Loki potesse ribattere, il suo telefono si mise a squillare.
“Ecco appunto, è Thor” sospirò.
“Bhe, che aspetti allora? Rispondi!”
Loki si passò una mano in viso, fissando per qualche istante ancora il cellulare prima di afferrarla con un sospiro.
“Ehi, ciao Thor. Come va?” ripose, chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro inferiore.
“Bene, è tutto apposto. Io ecco… sono a casa Loki”
“A casa?”
“Sì, cioè… da te”
“Ah, d’accordo”
“Speravo di trovarti qui, ad essere sincero”
“Lì? Oh, no, stiamo… lavorando sì, siamo presi dal reattore Arch, quindi ecco… sono stato alla Tower in questi giorni”
“E adesso pensavi di tornare? Potremmo uscire questa sera, se non sei troppo stanco”
“Uscire? Sta sera? Ecco… il fatto è che adesso siamo davvero presi, quindi magari… facciamo tra un paio di giorni? Forse dovremmo riuscire a trovare qualche ora e-“ il fiume di scuse assolutamente campate in aria fu brutalmente interrotto da Natasha, che gli strappò letteralmente il cellullare di mano.
“Thor? Ciao, sono Natasha, una vostra amica. Vuoi uscire sta sera, hai detto? È perfetto, stavamo giusto cercando una scusa per convincerli a farsi la doccia. Passiamo da te verso le nove e mezza, ti può andare bene? ... perfetto, a dopo” lo salutò, chiudendo la chiamata con un sorriso smagliante e restituire il cellulare al legittimo proprietario.
Loki boccheggiò per qualche secondo, fissando il telefono come se fosse tutta colpa sua.
“Perché diavolo l’hai fatto?!?! E adesso cosa dovrei fare io?!” esclamò, gettandolo sul tavolo per poi tirarsi all’indietro i capelli con le mani.
“Non mi sembra difficile. Per iniziare esci da questa stanza e usufruisci di una magnifica invenzione chiamata acqua calda. Poi, per quel che me ne importa, io ho fatto quel che doveva fare” spiegò angelicamente prima di girare su se stessa ed uscire dal laboratorio.
“Ah Tony, questo vale anche per te!”
 

 
Thor doveva ammettere che se lo aspettava.
Non sarebbe stato Loki se l’avesse trovato a casa appena tornato, e non sarebbe stato Loki se non lo avesse magistralmente ignorato mentre andavano al bar.
Thor sospirò scuotendo la testa, le labbra incurvate in un sorriso mentre lo osservava parlare animatamente con Tony e Bruce.
Loki è sempre Loki, ma se c’è una cosa in cui Thor è sicuro di cavarsela egregiamente è come riconquistarlo ogni volta.
“Spero che non vi dispiaccia, ma ve lo rubo per un po’” interruppe la discussione tra i tre, afferrando Loki per il braccio e tirandolo gentilmente indietro.
“Ciao eh?” gli disse poi, sorridendo.
“Sì, ciao. Ti ho salutato anche prima” fu la risposta, seguita da un’occhiata confusa.
Lui alzò le sopracciglia “Davvero? Ci hai messo così tanto impegno che non me ne sono accorto”
Loki ebbe almeno il buon gusto di arrossire, abbassando lo sguardo a terra.
Thor fece un profondo respiro. Era felice, nonostante tutto. Era di nuovo con Loki, questo bastava.
“Allora, come sono andate queste settimane?”
“Bene, sì bene. Non ho perso nessun dito quindi direi molto bene” fu la risposta, seguita da uno sfarfallio di dita per sottolineare la sua affermazione.
“E tu?” gli chiese poi.
“Sì, io… avevi ragione, credo che mi servisse un po’ di calma”
“Lo so. Io ho sempre ragione, dovresti averlo imparato ormai” gli sorrise, facendo spallucce.
Thor sospirò “Sono anche andato dai miei genitori. Dovevo sistemare le cose anche con loro”
“E ci sei riuscito?”
“Diciamo di sì. La situazione dovrebbe essere migliorata”
“Bene”
“Già”
Il silenzio cadde tra di loro, un silenzio pieno di tensione e non detti.
Thor sentiva la mano di Loki sfiorare la propria ad ogni passo. Per un istante gli sembrava quasi che gliel’avesse afferrata, ma poi Loki si portò di scatto la mano tra i capelli, stringendola a pugno.
“Allora, non mi chiedi nulla?” si decise a dire lui, dopo un respiro profondo
“Non so, cosa dovrei chiederti?” fu la risposta atona, mentre lo vedeva incurvava le spalle come se volesse farsi più piccolo per proteggersi da qualcosa.
“Hai davvero così paura di sapere cos’ho deciso?”
Nonostante i rumori della città, Thor poteva sentire il suo respiro controllato, come se si dovesse obbligare a farli.
Loki restò in silenzio per qualche altro istante. “Dovrei averne?” chiese alla fine, tenendo lo sguardo basso e stringendo i pugni.
“Non saprei- rispose lui, prendendolo per mano ed intrecciando le dita con le sue- cosa ne pensi di prendere un cane?”
Loki corrugò la fronte “Un cane?!”
“Sì. Che te ne pare come idea?”
“Bhe, ecco… tu hai sempre voluto un cane”
“Sì, e tu che ne pensi?”
“Io? Che centro io?”
“Come sarebbe a dire cosa centri tu? Ti ho appena chiesto se vuoi prendere un cane con me”
“Ma intendi… insieme
“Sì”
“Quindi noi…”
“Sì. Cioè, se ha te va bene”
“… sì certo, ma-“
Thor lo baciò interrompendo ogni altra cosa che poteva dire.
Finalmente poteva baciarlo, finalmente poteva stringerlo a sé, e non se lo sarebbe lasciato scappare per nulla al mondo.
“Ehi, vi date una mossa o andate direttamente a prendere una camera?”
Probabilmente Loki rispose con un gestaccio, prima di sollevare le braccia per circondargli il collo e baciarlo ancora e ancora.
 
Il bar non era troppo affollato per essere un venerdì sera. Le voci in sottofondo erano quasi una compagnia familiare, così come il rumore delle palle del biliardo e i trilli elettrici del flipper.
“Va tutto bene Thor?” gli chiese Loki, mentre tornava a sedersi al suo fianco.
Lui gli sorrise “Sì. Ho solo un po’ di mal di testa”
“Vuoi che andiamo a casa?”
“No, è tutto apposto. È solo stanchezza, non ti preoccupare” le sue parole non fecero sparire l’espressione incerta dal viso dell’altro, e Thor gli prese la mano.
“Davvero Loki, va tutto bene”
L’altro annuì lentamente, prima di portare lo sguardo sul suo bicchiere.
Thor continuava a tenergli la mano, disegnandoci sopra dei cerchi con il pollice.
“Qua è dove ci siamo incontrati, vero?”
Loki corrugò la fronte, riportando l’attenzione su di lui “No, non ci siamo visti qua per la prima volta”
“Invece sì. O almeno, qua è dove ti ho visto io la prima volta”
“Ma che stai dicendo?”
“Stavi giocando a flipper, mentre Tony continuava a parlarti immagino per distrarti e non farti battere il suo record. Quando sono entrato con i miei amici, tu hai anche sollevato lo sguardo, ma era come se per te fossi invisibile. Non è una cosa che mi capita spesso, di solito attiro l’attenzione ma non per te. Poco dopo tu e Tony siete usciti, e oi vi ho seguiti. Credo di non essere mai stato in tanti locali come quella notte. Alla fine mi hai degnato di uno sguardo, così mi sono avvicinato e…”
“E mi hai chiesto se ci conoscevamo perché avevo un’aria familiare. Sì, questo lo so, ma di quello che hai detto prima… non me ne hai mai parlato” rispose, fissandolo corrucciato.
Lui gli sorrise “Tranquillo, lo so io”
“Stai dicendo che…”
“Non ho recuperato la memoria se è questo che stai pensando.  Io semplicemente… lo so, e volevo dirtelo” cercò di spiegarsi, sospirando.
Loki lo guardò per un istante, poi si sporse verso di lui e lo baciò.
Thor sorrise, ricambiandolo “Andiamo a casa adesso?” propose, accarezzandogli il viso con la mano
“Assolutamente” fu la risposta, seguita da un morso leggero sulle labbra.
 
Era strano, dopo tante cose che sembravano solo vagamente familiari, trovare qualcosa che sentiva così proprio.
Ed erano ancora semplici baci!
Eppure riconosceva il corpo di Loki, riconosceva il modo in cui rispondeva al suo tocco.
Sapeva ancora come farlo star bene, sapeva il punto preciso tra il collo e la spalla dove baciarlo, sapeva che Loki si mordeva le labbra per non dargli troppa soddisfazione.
Sapeva che bastava il suo tocco per farlo impazzire, ma sentire per davvero quelle lunghe dita disegnarli il contorno dei muscoli era tutt’altra storia.
Lo sapeva, anche se non si ricordava di quando l’aveva imparato.
Quel baciarsi, quel toccarsi, quel cercarsi, sembrava un’abitudine tra di loro. Qualcosa di vecchio ma al contempo di nuovo.
“Thor” il suo nome sulla sua bocca era il suono più bello del mondo.
Tolse le labbra dal suo collo, per baciarlo ancora, poi fermandosi sopra di lui.
“Cosa c’è?” gli domandò Loki, fissandolo confuso.
Lui scosse la testa, continuando a guardarlo con un leggero sorriso sulle labbra “Niente”
Loki sollevò un sopracciglio “Sai, non è esattamente quello che uno vuole sentirsi dire in queste situazioni”
“Preferisci se ti dico che ti amo?”
Sentì i suoi muscoli irrigidirsi, mentre lui quasi smetteva di respirare, non sapendo cosa aspettarsi.
“Come?”
Lui sospirò “Lo so, in un certo senso è troppo presto, in un altro troppo tardi. Ma è la verità. Io ti amo”
Loki lo fissò con occhi sgranati per qualche istante, prima di distogliere lo sguardo e arrossire mordendosi il labbro.
“Se proprio dobbiamo prendere un cane, io voglio anche un gatto” sono le prime parole che disse.
Thor non riesce a non ridere, potendo finalmente respirare di nuovo. Alla fine allora, non aveva sbagliato tutto.
“Sai, questo non è esattamente quello che uno vuole sentirsi dire in queste situazioni” ammiccò, scuotendo la testa. Poi rotolò di lato, allungando una mano verso il comodino
Poi appoggiò sulle mani di Loki le sue piastrine di riconoscimento.
“No” fu la secca risposta, ancora prima di sentire la domanda.
“Davvero Loki, per me sarebbe importante se le avessi tu”
“No” ripeté l’altro scuotendo la testa con enfasi, mentre si metteva a sedere.
“Loki ti prego”
“Oh certo, così quando sarò io a perdere la memoria mi crederò una sottospecie di vichingo! No, grazie tante”
“Se è solo per questo puoi star tranquillo che ti salverò. Scommetto che i miei baci del vero amore funzionano, mica come i tuoi”
La risposta fu un pugno tutt’altro che amichevole “Non scherzare”
Thor rise, prendendogli le mani “Loki, sul serio. Non devi portarle, so che non ti piacciono, voglio solo che le abbia tu. Tutto qua”
Loki tenne lo sguardo fisso per qualche istante ancora sulle piastrine che aveva tra le mani, accarezzandone la scritta. Si voltò tornando ad appoggiarle sul comodino, prima di girarsi e guardarlo con sufficienza.
“Ora possiamo riprendere da dove ci eravamo interrotti?”
“Con piacere” acconsentì con un sorriso e un bacio. E un altro, e un altro ancora.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Questo capitolo era importante per me, quindi lo ammetto di essermela presa comoda con i tempi e me ne scuso, ma spero che ne sia valsa la pena.
Il titolo è preso da Warrior, di Beth Crowley https://www.youtube.com/watch?v=M4kNB30AwBY
Ormai è praticamente finita questa storia, il prossimo è solo un capitolo di chiusura che inizialmente non era nemmeno previsto, quindi voglio ringraziare tutti quelli che hanno seguito questa storia e commentato.
Se volete farmi sapere cosa ne pensate o cosa vi aspettavate siete più che benvenuti :)

ciao ciao
roby_lia
  
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