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Autore: sara_sessho    18/09/2014    2 recensioni
«Anya, ma abbiamo organizzato una festa in costume per caso?».
«Di cosa stai parlando?».
«Ci sono dei tizi vestiti in modo strano in giardino e non ho idea da dove siano sbucati».
E se i nostro amati personaggi de "Lo Hobbit" finissero nel nostro mondo, attraverso un portale misterioso? Cosa succederà alle tre protagoniste di questa storia, vedendo la loro vita stravolta da questo arrivo inaspettato? Lo scopriremo solo vivendo... O leggendo.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 «Io non ti odio.» 

 

 

La biblioteca era il mio posto preferito. Stavo sempre lì a leggere o studiare, era come se fosse il mio piccolo rifugio.

Era una stanza molto grande: c’erano scaffali pieni di libri su ogni parete e, in fondo, c’era una scala di legno che conduceva a un soppalco a forma di “elle”, che andava dalla parete destra fino alla parete sopra la porta d’ingresso della stanza. Proprio in quel punto stava una grande scrivania di legno, su cui avevo appoggiato vari libri, che avrei dovuto studiare per l’esame di letteratura.

Mentre ero intenta a leggere, sentii la porta aprirsi, così mi alzai e mi avvicinai al parapetto del soppalco per vedere chi fosse. Una chioma nera e mossa spuntò nel mio campo visivo: Gwen.

Salì le scale e mi raggiunse vicino alla scrivania, aveva un’espressione leggermente colpevole.

«Glielo hai detto, vero?» chiesi, guardandola negli occhi.

Annuì «Sei arrabbiata?».

«No, è giusto che tu glielo abbia detto» le rispose, sorridendole.

«Ho tralasciato solo la parte che riguardava Blake, era il tuo ragazzo ed è giusto che sia tu a parlarne se ne hai voglia» fece una piccola pausa «E poi, avrei dovuto avere a che fare con Fili e Kili che, anche se non sembra, sono piuttosto curiosi e pettegoli».

«Ho notato»dissi ridendo, avvicinandomi a lei «Grazie Gwen, parlerò io di Blake, quando mi sembrerà il momento opportuno».

Appena accennai a tornare ai miei libri, Gwen mi fermò per il polso «Dove credi di andare, signorina? I nostri beneamati ospiti ci stanno tirando matte di là, vieni a darci una mano». Senza che potessi reagire, fui trascinata fuori dalla stanza.

In quel momento mi venne un’idea «Aspetta Gwen, prima devo andare in bagno».

«Va bene, ma fai in fretta e non sgattaiolare via».

Aspettai che Gwen se ne fosse andata e, appena sparì, corsi fuori in giardino verso la piscina. Era il momento giusto per attuare la mia vendetta, per le battute idiote di Gwen e Ariel della sera precedente. Inoltre, avrei smorzato un po’ l’atmosfera, che probabilmente le parole di Gwen avevano creato.

Così, presi due secchi che c’erano a bordo piscina e li riempii d’acqua. Rientrai in casa, cercando di non fare rumore. Appena arrivai in salotto, feci cenno alla compagnia di stare in silenzio con una mano e per poco non rovesciai l’acqua nell’intento. Loro fecero come avevo chiesto e mi avvicinai a Gwen e Ariel, che in quel momento mi stavano dando le spalle. Quando fui abbastanza vicina, rovesciai l’acqua sulle loro teste.

«Anyaaa» urlarono entrambe contemporaneamente.

«Vendetta è fatta!» esclamai, sventolando il pugno in aria.

«Adesso tocca a noi» disse Gwen, voltandosi verso di me.

«Ah no, non esiste la vendetta della vendetta, che siamo nel Medioevo?» inizia a indietreggiare, mentre Ariel e Gwen si avvicinavano con espressione minacciosa. Di scatto mi voltai e corsi fuori, verso la piscina.

«Vieni qui, nana malefica» urlò Ariel. Doveva essere davvero infastidita per arrivare a tanto.

«Non mi avrete mai» dissi, prima di tuffarmi in piscina «Credevate che vi avrei dato la soddisfazione di buttarmi dentro?».

Mentre parlavo, vidi arrivare alle loro spalle Kili e Fili e sorrisi.

«Che hai da ridere, adesso?» chiese Gwen.

Non feci in tempo a rispondere, che entrambe finirono in acqua spinte dai due nani. Dopodiché anche loro si tuffarono; subito dopo arrivarono tutti gli altri. Fortunatamente la piscina era abbastanza grande per tutti. Rimasero fuori solo Gandalf, che ci guardava ridendo, e Thorin, con la sua solita espressione seriosa. Bilbo voleva rimanere fuori anche lui, ma Bofur lo aveva trascinato dentro senza tante storie.

Restammo in piscina, finché non le dita non iniziarono a raggrinzirsi per il contatto prolungato con l’acqua.

Capii che Ariel la pensava allo stesso modo, dallo sguardo inorridito che stava rivolgendo alle sue mani «Sembrano le mani di zia Tessa» commentò, prima di dirigersi verso la scaletta.

Man mano tutti uscimmo e, solo in quel momento, realizzai che stavo indossando una maglietta bianca, ormai diventata trasparente.

«Anya, ti sono cresciute le tette» fu il commento molto intelligente di Gwen. Perfetto, se prima avevo qualche possibilità che i nani non avessero notato che si vedeva “tutto” attraverso la maglietta, ora le avevo perse del tutto.

Incrociai le braccia al petto per coprirmi meglio che potevo «E’ solo uno dei miei effetti premestruali, torneranno a posto tra una settimana». Sempre tenendo le braccia davanti, entrai in casa a cambiarmi evitando di incrociare lo sguardo di qualcuno. Non sembrava, ma ero una persona piuttosto timida e arrossivo facilmente.

 

Quando finii, tornai in salotto, dove trovai tutto pronto per il pranzo.

«Potevate chiamarmi, sarei scesa ad aiutare» dissi, entrando in cucina. La vista che mi si parò davanti, mi paralizzò sul posto. Alle prese con i fornelli, supervisionato da Gwen e da Ariel, c’era Bombur, con un discutibile grembiule da cucina, rosa con i coniglietti. Cercai di ricorrere al mio autocontrollo, ma quella vista era troppo anche per me e scoppiai a ridere.

«Perché gli avete dato quel grembiule?» chiesi, tra un attacco di risa e l’altro.

«Era l’unico abbastanza grande» mi rispose Gwen, trattenendosi a stento anche lei.

Attirati dal baccano, entrarono in cucina anche gli altri nani.

«Come sei bella, signorina Bombur» commentò Bofur, prima di scoppiare a ridere anche lui, seguito da tutti gli altri.

Se qualcuno ci avesse visto in questo stato, avrebbe pensato che eravamo da manicomio. Beh, effettivamente qualcuno che poteva pensarla in questo modo c’era, così mi voltai verso Thorin. Con mia grande sorpresa, sul volto del nano c’era un sorriso appena accennato.

«Non ci posso credere, Thorin sta sorridendo» esclamai, attirando l’attenzione di tutti. Appena si voltarono, il sorriso del nano era già sparito e al suo posto c’era un’espressione corrucciata, rivolta a me, ovviamente.

«E pensare che credevo avessi una paresi facciale» continuai, facendo un sorriso raggiante. Thorin spalancò leggermente gli occhi, prima di voltarsi e tornare in salotto senza proferire parola.

«L’ho offeso, per caso?» chiesi, volgendo lo sguardo verso il resto della compagnia.

«Non ti preoccupare, ragazza» mi disse Balin, facendo un sorriso sornione «E’ sempre un po’ così scorbutico, anche se credo che non si aspettasse un sorriso sincero da te». A quelle parole, alzai leggermente le sopracciglia, incredula. Dovevo avergli dato l’impressione che lo odiassi. Non apprezzavo il suo atteggiamento certe volte, certo, ma non mi dava fastidio. Avrei dovuto chiarirmi, quando mi si sarebbe presentata l’occasione.

 

Dopo pranzo, ero seduta sul divano assorta nei miei pensieri, così non mi accorsi quando Bilbo si sedette accanto a me.

«Stai bene adesso, Anya?» mi chiese, facendomi sobbalzare «Scusami, non era mia intenzione spaventarti».

«Non ti preoccupare, Bilbo, ero io ad essere distratta» risposi, tenendo una mano sul cuore per lo spavento.

«Comunque sto bene, stamattina ero stata sopraffatta un po’ dai ricordi».

«E’ normale, ragazza» disse Gandalf, avvicinandosi alla mia sinistra. Non mi ero accorta che tutti fossero in ascolto. «Quando le persone che ami non ci sono più, pensare a loro fa sempre soffrire il cuore».

Feci un sorriso triste. Gandalf aveva ragione ed ero consapevole che anche tutti i nani provavano quello che sentivo io; dopo l’avvento di Smaug, avevano dovuto far fronte a innumerevoli difficoltà e a perdite dolorose. Non ero l’unica a soffrire.

«Nonostante ciò, è giusto ricordare, vero?».

«Sì, perché vivono nei nostri ricordi». Sorrisi e guardandomi attorno, vidi che tutti la pensavano allo stesso modo.

«Bene, ora che ne dite di guardare un film?» chiesi, cercando di rallegrare un po’ l’atmosfera.

«Un film? Cos’è un film?» chiese Ori.

«E’ un racconto, proiettato con delle immagini che si muovono, fatto da persone in carne ed ossa» cercò di spiegare Gwen.

«Certo che fai proprio schifo a spiegare le cose, Gwen» commentò Ariel.

«Ah sì? Sapresti dare una spiegazione migliore, miss perfezione?».

«Direi che dimostrarglielo direttamente sia la soluzione migliore».

«Lo credo anch’io» dissi, andando verso lo scaffale dei Dvd. «Che ne dite di Troy?».

«E’ pieno di imperfezioni quel film» disse Ariel, con espressione disgustata. Come sempre.

«Sì, ma non credo che questo film venga guardato per la trama, di solito» le rispose Gwen.

«Bene, allora è deciso, guardiamo questo» conclusi, inserendo il Dvd nel lettore.

La compagnia ci guardava sempre più confusa, finché non iniziare a comparire le immagini sul televisore.

Appena vidi che tutti erano abbastanza presi dal film, uscii dalla portafinestra della cucina. Nessuno sembrava essersene accorto, ma Thorin si era allontanato ancora prima che iniziassimo a parlare del dvd.

«Va tutto bene, Thorin?».

Il nano si voltò a guardarmi con sguardo un po’ perso «Sì, è tutto a posto».

«E’ stato il discorso di prima, vero? Stai pensando a ciò che è successo dopo l’arrivo di Smaug, ad Azog e alla tua missione».

Thorin mi guardò sorpreso «Sei molto facile da leggere» dissi, accennando un sorriso.

«Hai ragione» mi rispose, lasciando me sorpresa stavolta «Spero di stare facendo la cosa giusta».

«Per quello che vale, detto da me, credo che la tua missione sia nobile ed è giusto perseguirla».

Lui fece un cenno con il capo, che interpretai come un grazie, prima di voltarsi di nuovo a guardare il cielo azzurro. Sapevo che non avrebbe detto più di così e rientrai.

Sulla soglia della portafinestra mi fermai, ricordandomi di una cosa.

«Thorin» dissi, facendolo voltare di nuovo verso di me «Voglio che tu sappia che io non ti odio». Lui non rispose e per qualche secondo ci fu solo silenzio.

«Quando… Quando te la senti, puoi venire dentro, siamo tutti in salotto» conclusi infine, prima di entrare definitivamente.

 

Spero di aver fatto la cosa giusta. Forse non avrei dovuto essere così diretta” pensai, appoggiata all’isola della cucina. “Maledetti nani, mi state scombussolando la vita e siete qui da un giorno”.

 

 

 

Angolo autrice:

Ciao a tutti, lo so, sono stata via troppo tempo e mi dispiace. C'è stato un periodo in cui non me la sentivo molto di scrivere, non c'era un motivo particolare, non ero semplicemente in pace con me stessa e ciò mi impediva di buttar giù qualsiasi capitolo.
Comunque ora sono tornata e dovrei pubblicare un capitolo a settimana, dato che ormai ho finito anche gli esami universitari. Detto questo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, sempre se siete ancora interessati alla mia storia. Ringrazio tutti quelli che mi hanno recensito, e a coloro che hanno aggiunto questa storia alle preferite/ricordate/seguite.

Alla prossima,

sara_sessho 

 

   
 
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