Capitolo 11: Cosa fatta capo avrà
“A |
llacci,
la cintura, colonnello: stiamo atterrando!” si fece udire la voce del pilota dalla
sovrastante cabina di pilotaggio. Il baldo trentaseienne ufficiale si
stiracchiò le membra con voluttà, prima di riporre nella sacca da viaggio il
volume Life and Death of Julius Caesar,
di William Shakespeare. Non che amasse particolarmente quel genere di letteratura
“impegnata”, ma sapeva che trascorrere ore e ore sopra un apparecchio senza
neppure impugnare la cloche lo riempiva di tensione per tutto il corpo, a meno
che non si tenesse occupato con qualcos’altro. Purtroppo il C-63 Hudson[1] che
lo stava trasportando non era a doppio comando e la dignità degli ormai
“troppo” alti gradi che ornavano le sue spalline lo frenava dal pretendere che
il tenente Samuel Dillinger, comandante ufficiale del velivolo, gli cedesse
eccentricamente il posto.
Così,
dopo aver memorizzato tutti i documenti che s’era portato appresso, non aveva
trovato di meglio che “svagarsi” con quel libro, simpaticamente regalatogli dal
compagno della sua “migliore amica acquisita”[2] in
occasione del suo ultimo compleanno. Quel gesto, a onor del vero, aveva anche voluto
essere una sorta di “riappacificazione” per il trascorso “malinteso” durante il
primo incontro fra il miglior cacciatore dell’USAAF ed il miglior attore di teatro del momento. Al ricordo, il
nostro asso si massaggiò nervosamente la mascella…
*Quel
tizio ha sbagliato carriera… il pugile doveva fare!* pensò.
E
meno male che nemmeno il marito di Flanny Hamilton era del tutto all’oscuro dei
segreti della “nobile arte”, perché altrimenti il suo stato di servizio avrebbe
potuto subire un’interruzione decisamente prolungata. Se l’era cavata invece con
una giornata in osservazione, per altro in buona compagnia dell’individuo con il
quale aveva avuto quell’energico scambio di opinioni. Dopotutto, quel periodo
trascorso sul ring durante il terzo anno di West Point era servito a qualcosa!
***
Soffocando
uno sbadiglio il colonnello Greason discese la scaletta che un aviere della
base aveva sistemato celermente in corrispondenza del portello d’uscita. Una
jeep si avvicinò al trasporto appena atterrato e un giovane ufficiale che
sedeva accanto all’autiere si affrettò a presentarsi salutando militarmente: “Sono
il tenente Robinett, colonnello. Benvenuto a Liberal!”
“Grazie,
tenente… riposo. Sono qui per vedere il generale Walker.”
“Si
accomodi, signore: ce la porto subito.”
“Grazie!”
rispose Andy prendendo posto nel sedile posteriore della vettura.
Mentre
stavano procedendo verso la palazzina del comando, un rombo di motori fece
alzare la testa al passeggero, che si vide sorvolare da un addestratore Cessna AT-17 in fase finale
d’atterraggio, col motore destro fuori uso. Per quanto il passaggio fosse stato
rapido, l’asso notò che l’elica interessata non era in bandiera[3] e le sue
pale contorte si trascinavano dietro le frasche di una pianta, imitate dal
carrello sottostante…
“Sembra
che quel tizio abbia qualche problema…!” commentò il nostro amico.
“Spiacente,
signore” si scusò Robinett “ma la strada più corta passa proprio sotto al
circuito della scuola!”
“Le
pare, tenente? Con quanto è preziosa la benzina!” ribatté sorridendo Greason,
per poi girarsi all’indietro per osservare la manovra finale di quell’allievo.
Trainato dal solo motore sinistro, il velivolo si mantenne però abbastanza
equilibrato, grazie all’azione degli alettoni e dei flaps. Facendo prima toccare
la ruota di destra e poi quella di sinistra, danneggiata, il pilota rullò
tranquillamente verso il parcheggio, mentre altre frasche che avvolgevano i
piani di coda frusciavano allegramente.
“Non
sapevo che qui s’impartissero anche lezioni di giardinaggio!” motteggiò il
colonnello.
“Dev’essere
quel cadetto di Chicago” disse ancora Robinett “avrà violato di nuovo la quota
minima di volo… quello schizzato finirà per farsi cacciare!”
“Capisco!”
commentò Andy finendo di osservare l’atterraggio *Possiede una mano discreta,
però…!*
La
jeep si arrestò finalmente davanti al comando della base e Robinett accompagnò il
superiore nell’anticamera dell’ufficio del comandante.
“Solo
un attimo, signore: vedo se il generale può riceverla.”
“Bene!”
Il
tenente bussò alla porta dell’ufficio e, non ricevendo risposta, l’aprì
discretamente. Quasi subito si poté sentire una voce potente che stava parlando
al telefono…
“Certo
che mi rendo conto, Henry… ma se potessi sbatterlo fuori, credi che non l’avrei
già fatto?! Ti ricordi chi sono i
suoi parenti? A parte che, senza la loro quota per il Prestito di Guerra,
fabbricheremmo la metà degli aerei che ci servono, quelli sarebbero capaci di
metterci contro mezzo Senato…”
Accortosi
d’un tratto della presenza dell’aiutante, l’uomo tappò il microfono con la mano
e chiese, piuttosto nervoso: “Cosa c’è, Robinett…?”
“Il
colonnello Greason è qui, signore!”
L’altro
fece cenno di far entrare l’ospite e, mentre quest’ultimo varcava l’ingresso,
il brigadier-generale Elliot Walker, direttore della scuola di volo avanzato di
Liberal, nello Stato del Kansas, concluse la sua conversazione: “E non venirmi
a parlare di incidenti fortuiti…!! Sei
pazzo o ti fa ombra la mia carriera?! Senti, credo che la cosa migliore sia di fargli
superare il corso. Poi, semmai, ci penserà il nemico a levarcelo dalle balle…
sì, ci sentiamo.”
Soffiando,
il comandante sbatté violentemente la cornetta sul telefono, facendo volare
qualche scheggia di bachelite. Poi alzò lo sguardo sul nuovo arrivato, che lo
stava salutando impeccabilmente: “Si accomodi, colonnello!”
“Grazie,
signore!” rispose Greason, sedendosi.
“Com’è
andato il viaggio fin qui?”
“Piuttosto
noioso, se me lo consente.”
“La
capisco” il superiore si sforzò di sorridere “non è proprio da lei fare il
passeggero su un aereo da trasporto, eh?”
“Cosa
vuole, generale… in effetti sono molto più a mio agio quando siedo ai comandi.
Non che non mi fidi dei miei colleghi, ci mancherebbe. Tuttavia…”
“Lei
assomiglia molto a suo padre, sa?” lo interruppe Walker volgendo il capo verso
una fotografia che lo ritraeva assieme ad un commilitone su un campo di volo
del 1918 “eravamo insieme nella Lafayette[4]… e
spesso lo vedevo cupo e pensieroso. Ma, una volta che s’infilava nell’abitacolo
del suo Bebè,[5]
diventava un altro. A proposito, come sta…?”
“Abbastanza
bene, grazie!”
“Spero
abbia fatto in tempo a passare da casa, mentre veniva qui.”
“Purtroppo
no… ma conto di farlo nel tornare in Inghilterra.”
“Sua
moglie è ancora là?”
“Sì,
esercita sempre al St.Julian Hospital,
presso Norwich.”
“E
lei come ha fatto, in tutto questo periodo, a non farsi seguire anche nel
Mediterraneo?” insistette il generale, mostrando un certo divertito interesse.
“Beh,
ho cercato di convincerla che sarebbe stata più utile dov’era, dato che si
tratta del centro più importante per l’assistenza medica al personale dell’Ottava”
si compiacque di rispondere il marito di Flanny “non sarebbe servito a niente
parlarle delle mosche, della sabbia e delle incursioni nemiche sulle retrovie… ma
le assicuro che è stata dura!”
“Me
lo immagino” annuì bonario il generale “ma per fortuna ce l’ha fatta…”
“Già…
ma non da solo” l’asso si slacciò il bottone di una delle tasche pettorali
della giacca ed estrasse una foto che porse fieramente al generale “per dirla
tutta, mi ha dato una mano lui…!”
Elliot
Walker poté osservare l’immagine di una Flanny felicemente spossata, seduta
dentro un letto d’ospedale, mentre reggeva nelle braccia un fagottino contenente
un marmocchio placidamente addormentato. Ai lati del suo capezzale, un’infermiera
bionda coi codini e un’altra con la chioma castana[6] se lo
divoravano cogli occhi…
“Beh…
congratulazioni, Greason” esclamò allora il generale col migliore dei suoi
sorrisi “e quand’è avvenuto l’atterraggio?”
“Ho
ricevuto il telegramma a Comiso, il 10 Settembre… subito dopo il rientro da una
nostra sortita in appoggio all’Operazione Avalanche.”[7]
“Per
cui, facendo una botta di conti” continuò Walker, sornione, grattandosi il
mento “il fattaccio sarebbe avvenuto
giusto giusto poco prima che venisse formato il suo Distaccamento[8] e lo
spedissero in Algeria… ci ho azzeccato?”
Andy
Greason arrossì sembrando accusare il colpo, ma poi ritrovò subito la sua ferrea
dignità: “Con tutto il rispetto, signore, non vorrà accusarmi di avere messo
incinta mia moglie con l’unico scopo d’inchiodarla sul suolo britannico,
vero?!”
“Mai
parlato di un unico scopo” ribatté maliziosamente
l’altro, rendendogli la fotografia “come si chiama il nuovo campione?”
“Si
chiama Paul” al neo-papà passò un velo di commozione sugli occhi “e ho potuto
conoscerlo soltanto a fine Novembre, quando siamo ritornati a Norwich.
Maledetto il mestiere…!”
“E
maledetta la guerra… a proposito, com’era in Sicilia?”
“Caldo…
in tutti i sensi!”
Il
generale sospirò: “Temo che presto farà altrettanto caldo in Nord Europa… anche
se non in senso meteorologico!”
Greason
annuì prontamente: “Sì, signore. È appunto per questo che mi trovo qui.”
“Lo
so… Washington mi ha informato sulla prossima costituzione della nuova Forza
Aerea Tattica che opererà principalmente sulla Francia occupata. Devo
congratularmi anche per questo, colonnello: spiccheranno presto le stellette,
sulle sue spalline!”
A
quelle parole, Andy non seppe trattenere un moto di nervosismo: “Pare proprio
di sì… mi auguro che al Pentagono sappiano ciò che fanno!”
Walker
sorrise ancora, compiaciuto: “Hap Arnold non è uno stupido, amico mio… e se
Spaatz ha indicato lei per questo ruolo, significa che non c’è nessuno di più
adatto. Del resto, dal giorno in cui le affidarono la prima squadriglia, ha
sempre tirato fuori il meglio dai suoi uomini.”
Greason
si lisciò i capelli, distogliendo con modestia lo sguardo: “Fortunatamente ho sempre
potuto godere della loro fiducia.”
“Forse
guadagnato sarebbe il termine più
esatto… ad ogni modo, cosa posso fare per lei?”
Il
colonnello raddrizzò le spalle: “Ecco… stiamo racimolando il personale di volo per
il nuovo gruppo da bombardamento pesante. Dobbiamo completare l’ultimo
equipaggio, ma ci manca ancora il pilota. Non ne avrebbe uno pronto da
cedermi?”
Il
brigadiere Walker scosse la testa, dopo aver velocemente smanacciato fra le sue
scartoffie: “Temo di non poterla aiutare… tutti i migliori elementi usciti
dall’ultimo corso sono già stati assegnati ai reparti dell’Ottava e della
Quindicesima. Rimangono solo piloti di seconda scelta, che verranno destinati
ad unità ausiliarie… quelli non scartati, naturalmente.”
“Capisco”
rispose Andy, visibilmente deluso “potrei vedere ugualmente quella lista?”
“Ma
certo” rispose il superiore, passandogliela “però sarà difficile che possa
trovare qualcuno che faccia per lei.”
“Non
si può mai dire…!” mormorò l’asso, scorrendo il foglio con attenzione.
In
effetti non c’era molta trippa per gatti. Accanto ai nomi di tutti gli
ufficiali piloti non respinti (che avrebbero svolto incarichi a terra, quando
non fossero stati trasferiti alle unità dell’Esercito) c’erano già le
rispettive destinazioni… a parte uno, sul quale il nostro eroe spalancò gli
occhi, dopo aver frugato nella memoria.
“E
questo…?” chiese, alzando il foglio davanti a Walker, con l’indice destro su un
nome che, pur non risultando fra gli scartati, aveva ancora l’assegnazione in
bianco.
Il
generale fece un gesto di disprezzo: “La classica mela marcia da buttare nella
spazzatura. Sto appunto cercando un sistema indolore per liberarmene…!”
“È
quello di cui parlava al telefono quando sono entrato?”
Walker
annuì con un ghignò, compiacendosi dell’acutezza del futuro parigrado: “Centrato,
Andy: la sua mira è sempre all’altezza della fama!”
“Però
non dev’essere proprio da buttare, visto che non l’avete scartato.”
“Per
essere giusti, tecnicamente non lo sarebbe” dovette convenire il superiore,
allargando le braccia “ma come disciplina è un vero disastro. Per non parlare
dei requisiti morali: scarsissimo rispetto per i superiori, non un briciolo di
patriottismo, non…”
“Vediamo
se ci azzecco un’altra volta… si tratta per caso di quel fenomeno atterrato prima
con un motore solo, dopo aver fatto provvista di verdura?”
“Sì,
maledizione” ammise il generale, appoggiando il capo sul pugno chiuso “mi stavo
giusto dimenticando della sua effimera considerazione per le norme di
sicurezza!”
Dopo
essere rimasto qualche istante a rileggere le generalità del soggetto in
questione, Andy confessò pacatamente “Beh, se devo essere sincero… anch’io, da
pivello, ho commesso qualche stupidaggine… ed è grazie a una di queste se ora
sono felicemente sposato!”
“Erano
altri tempi, Greason” obiettò severamente il superiore “ora stiamo combattendo
una guerra mondiale e non possiamo più permetterci di tollerare certi
atteggiamenti da scapestrati…!”
“Non
lo discuto, signore” convenne il nostro amico, alzando le spalle “ma allora non
capisco proprio che ci faccia ancora qui!”
“E
invece dovrebbe comprenderlo, se ha sentito cosa dicevo all’apparecchio…!”
“Sì,
in effetti ho sentito…” si batté le mani sulle cosce “…bene. Col suo permesso,
ora dovrei proprio andare.”
Il
comandante della Scuola di Volo avanzato di Liberal si alzò, imitato da Andy,
che strinse calorosamente la mano portagli dal generale: “È stato un piacere
conoscerla di persona, Andy… mi rallegro ancora per la sua futura promozione e auspico
il miglior successo alla sua nuova Forza Aerea. Ah, dimenticavo: i miei più
sentiti omaggi per la sua signora e i miei migliori auguri al nuovo venuto!”
“Troppo
gentile, signore… posso approfittarne per chiederle un ultima cortesia?”
“Con
piacere. Mi dica…”
“Vorrei
che mi facesse assegnare quel pilota.”
Il
generale strabuzzò gli occhi: “Quello scriteriato? Ma vuole scherzare…?!”
“No,
signore. Vede, forse le sembrerò precipitoso, ma credo che possa fare al caso
mio.”
“Ma
non ha sentito che cosa le ho detto? Le sue note caratteriali sono pessime:
come potrebbe affidargli altri uomini?”
“Beh,
naturalmente bisognerà trovargli i compagni di volo più adatti… poi dovremo smussargli
un po’ il carattere, ma credo di poterci riuscire. E poi, come le dicevo, sto
cercando gli elementi giusti per completare i miei organici e mi manca appunto
ancora un pilota.”
“E
vuole Legan?! Lasci perdere, Greason: le creerà soltanto dei grattacapi!” obiettò
ancora il generale, fissandolo con paternale preoccupazione.
“Saprò
risolverli, signore e ne farò un buon comandante. Dopotutto la stoffa ce l’ha:
saper atterrare senza conseguenze gravi con un aereo danneggiato è una
requisito fondamentale per un pilota di bombardieri.”
Tentennando
ancora il capo, il superiore radunò lentamente le sue carte e commentò: “Posso
dirle una cosa? Per me, lei è matto…!”
“Può
darsi, generale… tuttavia, quel tizio mi serve, se proprio non può darmi di
meglio. Posso averlo oppure no?”
Al
tono risoluto del suo interlocutore, Elliot Walker rialzò il viso squadrandolo ben
bene mentre attendeva sull’attenti, con le mani dietro la schiena. Alla fine si
rassegnò: “Ah… sì, sì… contento lei…!”
Riprese
in mano il modulo e, accanto alla riga con la scritta Legan Neal, tenente aggiunse, nella colonna accanto: 22nd Bomb. Group, 1st
Str. Wing, 10th AAF.[9] Poi firmò in calce il documento, vi
appose il suo timbro e lo mostrò al suo ospite: “Soddisfatto?”
“Affermativo,
generale. Le sono grato!”
“Non
c’è di che…!” ribatté il superiore risedendo e appoggiandosi allo schienale
della poltrona, con le mani intrecciate sulla pancia. Nonostante tutto, non
poteva non assaporare la piacevole sensazione di pesare trenta libbre di meno.[10]
“Allora,
arrivederci, signore!” concluse il colonnello Greason, salutando militarmente.
“Arrivederci…
e buona fortuna!” replicò Walker, restituendo il saluto. Poi, come l’aquila
americana raggiunse la porta, ebbe un ultimo scrupolino di coscienza: “Andy…”
“Sì,
signore…?”
“É
proprio sicuro di quello che fa?”
Dopo
quello che parve un momento di sincera riflessione, l’asso degli assi dell’USAAF gli diede una risposta molto sincera:
“No, signore. Arrivederci…!”
[1] Versione militare del Lockeed 14 Super Electra, aereo passeggeri bimotore da 15 posti.
[2] Ogniqualvolta l’apostrofava in quel modo alla presenza della moglie, quest’ultima - non si sa perché - storgeva impercettibilmente la bocca!
[3] Cioè con le pale rivolte lungo l’asse longitudinale dell’aereo, in modo da non opporre resistenza all’aria nel caso di un arresto del motore.
[4] Allude alla Squadriglia Lafayette, formata dai volontari americani dell’Air Service (l’aviazione statunitense dell’epoca) che appoggiavano le forze dell’AEF del generale John C. Pershing sul fronte francese della Grande Guerra.
[5] Nomignolo del caccia francese Neuport 17.
[6] Si tratta sempre di Natalie Venc, la sua perenne compagna di avventure.
[7] Lo sbarco di Salerno da parte della Quinta Armata del generale Mark. W. Clark, avvenuto il giorno precedente, subito dopo la rivelazione dell’armistizio con l’Italia, firmato 5 giorni prima a Cassibile.
[8] Il Greason Detachment era stato creato nel Gennaio 1943, subito dopo il disastro di Kasserine, aggregando al 444° Gruppo Caccia di stanza in Gran Bretagna (v. capitolo 10) un gruppo di aerei d’assalto e uno di bombardieri medi. In quell’occasione, Andy Greason era stato promosso tenente-colonnello.
[9] 22° Gruppo Bombardieri, 1° Stormo Strategico, 10a Forza Aerea dell’Esercito.
[10] Circa 13 chili e mezzo.