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Autore: Lely_1324    18/09/2014    5 recensioni
Sarà il loro più grande segreto, che li porterà a vivere una straziante storia d'amore. Dovranno confrontarsi con la clandestinità e la passione ...Ma nella città dell'amore tutto è possibile!
JENNIFER MORRISON- COLIN O'DONOGHUE
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L.A. 19 Luglio  6:00 p.m.

Guardami..girati e guardami, almeno per un secondo..
Niente. Nonostante lei cercasse i suoi occhi con insistenza, e tentasse stupidamente di richiamare la sua attenzione con la forza del pensiero, lui non si soffermò mai sul suo viso.
Il cast si era riunito già da qualche giorno; avevano fatto delle foto, letto qualcosa dei primi copioni e incontrato i nuovi arrivati. Lei capiva che sarebbe stato difficile avvicinarsi con tutto quel caos intorno…difficile, ma non impossibile. Capiva che una conversazione fra loro due sarebbe stata rischiosa in quel contesto…ma uno sguardo, un solo sguardo dei loro no. A lei sarebbe bastato questo: incontrare quell’azzurro e decifrarvi il messaggio che custodiva per lei. Ma lui non gliel’aveva ancora concesso. Era parso molto rilassato, sicuro di sé, aveva subito dominato la scena con il suo  senso dello umor  attirandosi intorno le nuove leve..specialmente le due donne, inutile negarlo...risero tutti per qualcosa che aveva detto, e lei non fu da meno, anche se la sua risata uscì leggermente stridula.

Fortunatamente, tutto stava procedendo nel migliore dei modi. Lui per primo si stupì del comportamento pacato che riusciva ad ostentare: nonostante fosse un uomo emotivo ed insicuro, quando si prefiggeva un compito riusciva quasi sempre a portarlo a compimento, mascherando la propria inquietudine con l’ironia. Il suo compito attuale consisteva nell’evitarla, e nel convincerla con il suo silenzio che quella loro parentesi era ormai chiusa, e non c’era più nient’altro da dire, nient’altro da fare, se non nascondersi nuovamente dietro i volti di Hook ed Emma. Grazie al cielo quei primi giorni sul set erano stati talmente frenetici che non avrebbe potuto avvicinarla neanche se ne avesse avuto l’intenzione...troppa gente con cui parlare, troppe cose da fare. Ovviamente l’aveva salutata, insieme agli altri, e aveva avuto persino la faccia tosta di chiederle se il soggiorno in Europa fosse stato piacevole, mentre Sebastian sorrideva e parlava di una futura luna di miele oltreoceano. Ma non l’aveva ancora guardata: non in quel modo, nel loro modo. Semplicemente, i suoi occhi cerulei avevano vagato assenti sulla figura di lei, soffermandosi appena sulle labbra mentre lei gli rispondeva con voce agitata e si contorceva le mani.
Lei invece lo guardava, in continuazione: pur non avendoli ancora incontrati, si sentiva addosso quegli smeraldi ovunque andasse, ovunque cercasse di nascondersi…lei lo stava chiamando, ma lui non poteva assolutamente risponderle...era ancora troppo presto, forse sarebbe riuscito a specchiarsi nuovamente in quegli occhi solo con un copione in mano e le direttive di un regista da seguire.
Anche adesso, il suo sguardo indugiava appena su quell’abito rosso alla sua destra e sul luccichio di quel dannato anello, e fu più che mai grato a Ginnifer per la disinvoltura con cui si era inserita fra loro due.

“Non ci siamo ancora presentate per bene!”
Si voltò con aria assente, trovandosi di fronte una graziosa brunetta che le tendeva la mano.
“Hai ragione..in questi giorni abbiamo girato come trottole..puoi chiamarmi Jen”.
“Ok! Io sono  Elizabeth”
Jen le strinse la mano con un sorriso caloroso: sapeva  come ci si sentiva ad essere l'attrice più giovane in un cast di tutto rispetto. Le sarebbe piaciuto se qualcuno in passato le avesse offerto la sua amicizia.
" è un piacere avere nei nuovi membri in questa strana e pazza famiglia.."
“Grazie...ti ringrazio Jen, sono lusingata..ma anche terrorizzata all’idea di lavorare con attori del vostro calibro.." e nel dire questo si voltò in direzione di Colin, che stava ancora scherzando con Ginnifer. Jen sentì una stretta al cuore, e ringraziò il cielo che in quel momento la sua interlocutrice non la stesse guardando.
“ Che uomo incredibile..” esordì la ragazza “beata te che l’hai baciato...chissà se avrò anch’io questa fortuna!”
Jen cominciò a pensare che quella donna non era poi così terrorizzata, e forse non era così simpatica come aveva pensato. 
Le sorrise educatamente, abbassando lo sguardo.
Elizabeth  percepì quell’improvvisa freddezza, e pensò che forse fra Jennifer e Colin i rapporti non erano del tutto idilliaci, o che probabilmente lei fosse turbata dal fatto di girare scene così intime con un fidanzato che la osservava dall’altra parte della telecamera.
“Beh…tanto mi sa che la prossima fortunata sarà Georgina, con buona pace del mio fidanzato e del tuo futuro sposo!” rise Elizabeth.
“Vedo che ha un grande feeling con lei.. - continuò, ignorando il silenzio di Jennifer- ma immagino che non ci sia nient’altro, vero?”
“Non penso proprio!” le rispose Jen con finta allegria “Lei ha già un compagno, e Colin non si toglie mai la fede fuori dal set.” -Quasi mai.. - pensò
“Si...ho detto una sciocchezza, scusami…è che mi pare quasi impossibile che un uomo così spudoratamente attraente  riesca a mantenersi fedele ad una moglie che vede talmente di rado..”
“È molto legato alla sua famiglia” tagliò corto Jen.
“Non ne dubito! Ma, se posso essere sincera...non gliene farei una colpa se di tanto in tanto si concedesse una distrazione, o se ne fosse tentato..”
Le parole di Elizabeth erano rivolte a Georgina, ma Jen non potè fare a meno di pensare che fossero state pronunciate per lei.


“Ti sei concesso una distrazione con me?!”
Colin per poco non lasciò cadere la sigaretta. Era uscito all’aperto per il suo solito rituale da tabagista, quando all’improvviso aveva udito spalancarsi la porta dietro di sé. Prima ancora che lei parlasse, l’aveva riconosciuta dal suo dolce profumo.
Riprese immediatamente il controllo, fissando un punto imprecisato dell'orizzonte: “Abbassa la voce, per il bene di entrambi.”
Jen si strinse nelle braccia, sentendo improvvisamente freddo, e fece come lui le aveva chiesto: “D’accordo. Ma rispondi alla domanda: sono stata una distrazione per te?”
Lui si portò la sigaretta alla bocca, silenzioso, immobile.
Lei allora allungò d’impeto le mani verso quel volto, per costringerlo a girarsi.
“Sei impazzita?!”
“Guardami negli occhi e dimmi che non sono stata uno sfogo per te.”
Colin serrò le labbra, e abbassò la fronte, nervoso.
Jen spalancò gli occhi, incredula: “Ti prego rispondimi...amore...”
Si avvicinò senza guardarla, sussurrandole in un orecchio: “Jennifer, Jeanne e Paul sono morti. La pausa è terminata. Non parliamone più. Adesso dobbiamo riprendere il lavoro. ” Buttò il mozzicone a terra, aprì la porta e scomparve all’interno dell’edificio.
Jen restò lì ancora per qualche minuto, osservando il mozzicone che piano piano si spegneva e cercando di scacciare i brividi che le percorrevano la schiena con gli ultimi raggi del sole al tramonto.


L.A. 21 Luglio  2:30 a.m.

Cambiò di nuovo posizione, serrando cocciutamente le palpebre, nell’ennesimo tentativo di prendere sonno. Stette così per alcuni minuti, ascoltando i brusii che provenivano dalla finestra aperta. Infine, buttò indietro il lenzuolo con stizza, alzandosi di scatto e camminando verso la finestra, per prendere un po’ d’aria. Pazzesco. Per una volta che riusciva a coricarsi ad un’ora decente, il sonno tardava a venire, nonostante la pesantezza che gli opprimeva la testa. Probabilmente era il caldo estivo della California...
sì, sicuramente il suo fisico non ci si era ancora abituato…
Stronzate.
Erano quegli occhi a non lasciarlo dormire. Quegli occhi che aveva spiato per tre lunghi anni, quegli occhi nei quali era annegato a Parigi, e che adesso si rifiutava ostinatamente di incontrare.
Era stato crudele con lei. Ma quando aveva sentito che lei lo stava chiamando amore il terrore di cedere lo aveva costretto a tirare fuori il peggio di sé.
Era stato lui a passare il confine fra loro, confondendo lei e rischiando di mandare a rotoli la sua vita proprio quando era a un passo dal matrimonio. Fino a quando lei e Sebastian avevano continuato a frequentarsi senza promesse e dichiarazioni alla stampa, lui si era illuso che il loro fosse semplicemente un flirt fra colleghi, disimpegnato e perfino scontato…e se lei diceva ai giornalisti di essere single, se viveva ancora con sua sorella..allora avrebbe continuato ad essere sua, tramite quello strano ed intrigante gioco di sguardi che apparteneva a loro due soltanto. Queste sue stupide fantasie erano state spazzate via quando lei era tornata al lavoro con un anello al dito e uno sguardo emozionato, lo sguardo tipico delle future spose. Come aveva potuto farle questo…
Ma stavolta non avrebbe lasciato che fossero gli altri a sistemare il danno. Lui era colpevole, ancora, ed era giunto il momento di dimostrare a se stesso che era finalmente capace di porre riparo ai propri errori..a qualsiasi costo, anche a costo di ferirla ulteriormente e farsi odiare da lei per il resto dei suoi giorni. Tanto, lei era giovane, e con Sebastian avrebbe dimenticato in fretta. Sebastian  era bravo ad aggiustare le cose, anche se il più delle volte non se ne rendeva neppure conto. 
Lui no..non l’avrebbe dimenticata. Non avrebbe potuto dimenticare mai i suoi occhi. Mentre respirava l’aria della notte, non potè fare a meno di paragonare quegli occhi allo sguardo della donna a cui era ufficialmente legato, Helen. Lo sguardo di lei l’aveva accolto indulgente fin dal primo istante, e lui vi si era totalmente affidato, senza riserve.
Era questa la differenza: mentre gli occhi di sua moglie sapevano guidarlo, rimproverarlo, rassicurarlo..gli occhi di Jen lo terrorizzavano. Lo catturavano, lo ammaliavano, e poi lo lasciavano così, spaventato, in balia di se stesso. Eppure…mentre nello sguardo di Jo leggeva giustamente biasimo, e compassione per i suoi limiti di uomo, negli occhi di Jen aveva visto soltanto tenerezza..mai pietà. Quando avevano fatto l’amore, a Parigi, quegli occhi, che solo pochi giorni prima aveva visto lampeggiare di rancore, lo avevano guardato con un senso di docilità e di abbandono che mai nessuna donna gli aveva rivolto prima di allora, come se quella forte ragazza avesse voluto che fosse lui, proprio lui, a trasportarla, a condurla…ad amarla.
In quei momenti, lui avrebbe giurato di aver letto in quello sguardo qualcosa di simile all’adorazione..un sentimento di resa incondizionata, di cieca fiducia.
Riaprì gli occhi, cercando di scrollarsi di dosso quei ricordi. Si diresse in bagno, e si diede una rapida occhiata allo specchio.
Idiota.
S’infilò nella doccia, e lo sguardo gli cadde su un flacone di bagnoschiuma dall’etichetta francese.
Jen glielo aveva infilato nel beauty di nascosto, e lui se l’era ritrovato in mano solo quando aveva disfatto lo zaino nel suo appartamento di Los Angeles. Lo aveva riposto sulla mensola del box doccia, e non l’aveva mai usato. Fino a quel momento.
Idiota.
Sorrise fra sé, con un senso di vergogna, mentre apriva il flacone inebriandosi di quell’essenza alla vaniglia. Fece scorrere l’acqua, e si passò il bagnoschiuma sul corpo: ad occhi chiusi, poteva quasi sentire quelle dita femminili che lo accarezzavano un’altra volta. Appoggiò la testa parete di plexiglas, e si lasciò scivolare contro di essa.
" Dio, cosa ho fatto Jen...." 
  
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