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Autore: lupa bianca    02/10/2008    10 recensioni
Piton sopravvive ai Doni della Morte, ma Harry lo crede morto. Cosa accadrà al loro incontro diciannove anni dopo?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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what if..

Questa storia è stata scritta da Bumblebee88888

(http://www.fanfiction.net/u/1369715/bumblebee88888) , mi ha subito coinvolto, e l’autrice ha acconsentito alla traduzione.

Un ringraziamento speciale a Sara, la mia bravissima beta nonché migliore amica, che mi ha dato una mano in alcuni punti spinosi della traduzione, ed un bacio anche alla mia Chiaretta, loro due rallegrano le mie giornate.

E’ la prima volta che traduco qualcosa, perciò accetto volentieri critiche e consigli, e i commenti saranno più che benvenuti, perciò recensite!!

I primi capitoli sono ambientati durante la Battaglia di Hogwarts, con alcune differenze rispetto al libro, funzionali allo sviluppo successivo della storia.

Buona lettura!

 

 

Capitolo 1- La verità

 

Grida assordanti gelavano l’aria. Il cuore di Piton sobbalzava ad ogni urlo di dolore. Si sentiva un codardo, sedendo rigidamente alla sua scrivania, ma pensò fosse meglio non unirsi alla lotta. Poteva vividamente immaginare la faccia dell’Oscuro Signore se avesse visto Piton proteggere qualcuno dell’Ordine, ma uccidere chi combatteva contro Voldemort era comunque un’opzione da non considerare. Piton dovette ammettere a sé stesso che era leggermente- solo leggermente preoccupato di poter far stupidamente saltare la sua copertura, anche se era riuscito a mantenere  un'apparente lealtà al lato oscuro per molti anni. Ma anche la più remota possibilità di essere scoperto da Voldemort era un rischio che Piton non voleva correre. Per questo doveva mantenersi in disparte e raggiungere la battaglia solo se l’Oscuro Signote glielo avesse ordinato.

 

Come a rispondere ai suoi pensieri, un alto uomo dal naso appuntito entrò senza fiato nel sotterraneo, con i capelli biondi svolazzanti attorno al viso.

“Ti ho cercato dappertutto, Severus!” Annunciò l’uomo, evidentemente irato.

“Perché mi hai cercato, Lucius?” Chiese Piton osservandolo. Non solo il suo compagno Mangiamorte sembrava esausto,ma sicuramente non stava bene. Aveva gli occhi gonfi e il viso coperto di lividi, Piton pensò che non doveva aver dormito da giorni. “Sembri ammalato, Lucius”

“Non sono affari tuoi, Piton. L’Oscuro Signore ti vuole, mi ha mandato a cercarti un quarto d’ora fa”

Piton trangugiò nervosamente a vuoto e cominciò a tremare un poco. Nonostante si aspettasse che il suo padrone lo chiamasse presto, non aveva idea del motivo per cui Voldemort avesse bisogno di lui e sperava non fosse perché si era rintanato nel suo studio come un animale impaurito.

“Sai perché ha chiesto di me?” Domandò Piton cercando di sembrare indifferente, dirigendosi riluttante alla porta.

“No, perché dovrei saperlo, Severus? Sei il suo seguace più fidato ora. Sicuramente vorrà che tu faccia qualcosa di importante.”

Piton lasciò il suo ufficio riflettendo sulle sue diverse possibilità, con Lucius che lo seguiva a poca distanza, ancora ansante.

“Cosa ci facevi nel tuo ufficio comunque? Pensavo stessi combattendo.”

Piton non rispose ed accelerò il passo cercando di sfuggire alla curiosità di Lucius.

“Dov’è l’Oscuro Signore, Lucius?”

“Nella Stamberga Strillante, ma non capisco perché mai abbia scelto quel posto come nascondiglio”

Piton fece un cenno d’assenso, ma non si sentiva a suo agio ad incontrare il suo padrone in uno spazio tanto ristretto

Infine i due uomini si avvicinarono al tronco del Platano Picchiatore. Piton lasciò il suo compagno e premette il nodo sul tronco con un ramo che si trovava lì vicino. Salendo lentamente le scale, con gli scricchiolii del pavimento sotto i suoi passi, sentì il suo padrone sibilare a Nagini.

Bussando alla porta della camera principale, il cuore di Piton cominciò a battere contro il suo petto, la paura minacciava di consumarlo.

“Avete chiesto di me, mio Signore?” Chiese Piton con garbato interesse,assumendo, o almeno sperando di assumere, un’espressione calma e sicura…

“Ah, Piton” Disse Voldemort malevolo, distogliendo lo sguardo dal serpente per fissarlo su Piton. “Si, ho ordinato a Lucius di trovarti perché ho aspettato abbastanza. Sembra che Harry Potter non abbia intenzione di avvicinarmi e penso sarebbe meglio se tu andassi a cercarlo”

Piton fu colto di sorpresa, si aspettava un compito molto peggiore. Comunque, era ancora scettico.

“Senza offesa, mio Signore, ma non avevate detto di voler aspettare che il giovane Potter venisse da voi, sapendo che l’avrebbe fatto vedendo tutte quelle persone morire per lui?”

“Si, quello era il mio piano originale, ma io sono un uomo impaziente- il ragazzo mi ha gia fatto perdere troppo tempo. Perciò penso che sia meglio se tu lo catturassi prima che venga ucciso da qualche sconsiderato individuo”

Piton annuì, capendo perfettamente cosa intendesse il suo padrone; aveva visto il modo in cui Alecto e Amycus guardavano il ragazzo, e non si sarebbero fatti alcun problema ad uccidere Harry, anche se solo per un “incidente”.

Eppure, Piton era un po’ nervoso, trovare Harry era una cosa., ma c’era anche qualcos’altro…

“Avverto forse una punta di paura, Severus?”

“No, mio Signore, assolutamente no.”

“Bene, perché tu sei l’uomo migliore per assolvere a questo compito. Essendo professore qui, conosci la scuola meglio della maggior parte dei miei Mangiamorte, e visto che hai anche insegnato al ragazzo per sei anni, non dovresti avere problemi a trovarlo e persuaderlo a venire con te. O pensi che mi stia sbagliando?” Chiese Voldemort fissandolo intensamente negli occhi.

“No, mio Signore, naturalmente avete ragione. Andrò a cercarlo immediatamente”

“Molto bene, Piton. Ma lascia che ti ricordi che, dovessi tu fallire nel rintracciare il ragazzo o ricorrere ad ucciderlo, la tua punizione sarebbe… severa” Voldemort sorrise malignamente a Piton, che represse un brivido.

Mentre si voltava per andarsene, il suo cuore ebbe un sussulto quando, con la coda dell’occhio, vide Nagini nella sua sfera.

“Oh, e Piton” Aggiunse Voldemort “Quando chiamerò i miei Mangiamorte, tornerai qui con il ragazzo ed io lo ucciderò davanti a tutti voi, cosa che sono certo tu stia aspettando con impazienza”

“Non preoccupatevi, mio Signore; Non priverò voi o i miei compagni Mangiamorte di questo piacere” Rispose Piton prima di lasciare la Stamberga, con il cuore martellante nel petto.

Migliaia di idee gli vorticavano nella mente mentre pensava a ciò che aveva da fare e a ciò che il suo padrone si aspettava che facesse. Devo trovare Potter.

Ma Piton sapeva che sarebbe stata una prova ardua. Come avrebbe potuto trovare il ragazzo quando centinaia di persone stavano combattendo ad  Hogwarts in quel momento?

Improvvisamente, ebbe un’idea. Girando un angolo e salendo le scale, Piton si fermò davanti al gargoyle all’ingresso dell’ufficio del preside. Anche se era lui il legittimo direttore, lo frequentava di rado.

“Silente” Disse Piton alla statua.

Salendo i gradini tre alla volta, arrivò infine nel grande ufficio circolare.

“Ah, Severus, che piacevole sorpresa.”Asserì il ritratto di Silente sorridendo mentre scrutava Piton oltre gli occhiali a mezzaluna.

“Albus, l’Oscuro Signore mi ha ordinato di trovare Potter” Ansimò  Piton al quadro.

La scintilla nei vividi occhi di Silente si spense, ed il volto del vecchio si fece grave.

Senza attendere una risposta, Piton continuò.

“Mi chiamerà,  e se non avrò Potter con me…” Rabbrividì, incapace di completare la frase.

“Bè, dobbiamo prendere tutte le precauzioni per assicurarci che, benchè possa torturarti, non riesca a  ucciderti”

“Di che stai parlando, Albus? Intendiamo lo stesso mago, o no? Se l’Oscuro Signore vuole uccidermi, niente riuscirà a fermarlo.”

“Ah, ma è qui che dimentichi la debolezza di Voldemort, Severus. Vedi, Tom crede di essere superiore ad ogni uomo, donna o bambino, e quindi non perderà tempo e potere per uccidere te, una persona che egli ritiene incapace di trovare Harry Potter. Se ritorni a mani vuote, penso che ti torturerebbe, come ha fatto molte altre volte, ma non ti ucciderà di persona”

Piton poteva sentire il sangue premere sempre di più nelle vene, la rabbia stava rischiando di traboccare. Era come se Silente stesse logicamente spiegando che uno più uno fa due.

Ma Piton, dopotutto, stava rischiando la vita, non cercando di risolvere un' indovinello matematico.

“Perciò cosa mi suggerisci di fare, Albus?”

“Penso che l’opzione più probabile sia che Voldemort ordini a Nagini di ucciderti, in modo da farti patire una morte dolorosa e di dare al serpente qualcosa da mangiare”

“Parli così incurantemente della mia vita, Silente! Ce l’hai una coscienza?”

“Certo che ho una coscienza, Severus, ma devi capire la realtà della situazione”

“Quindi stai suggerendo che mi porti dietro un’intera scorta di antidoti e pozioni corroboranti, così che magari Nagini non riuscirà ad uccidermi?” Rispose Piton con un ghigno, sapendo fin troppo bene che il serpente non avrebbe mai fallito nell’adempiere agli ordini del suo padrone.

“Si, questo è esattamente ciò che intendo, Severus”

Piton sembrava confuso

“E’ ridicolo…”

“Lo so, ma è l’unica speranza di sopravvivere, se mi sbaglio e Voldemort dovesse decidere di ucciderti lui stesso, allora le mie idee avranno fallito. Ma se ho ragione, tu potrai vivere, Severus.”

“Bene, prenderò gli antidoti necessari dalle mie scorte”

Ma qualcosa lo stava trattenendo dall’agire. Poteva sentire Silente che lo osservava attentamente dalla sua cornice e capì di cosa l’uomo voleva ancora discutere. Mentre Piton indugiava, Silente chiese “Penso che tu voglia riferite il messaggio ad Harry di persona?”

“Si”

“Pensi che ti ascolterà?”

“Ho un piano, Albus.”

Silente fece una pausa, considerando ciò che Piton aveva appena detto. Alla fine, rispose ”Bè, in questo caso, cercherò Harry. Aspetta…” E lasciò la sua cornice.

“Accio pozione corroborane.” Ordinò Piton, con il braccio che reggeva la bacchetta che tremava appena. Circa un minuto dopo, cinque piccole bottiglie di liquido rosso si posarono nel palmo della sua mano tesa. Intascandole, Piton richiamò anche quelle contenenti il siero antiveleno. Quando ogni bottiglia fu al sicuro nelle sue tasche,  sentì Silente entrare nuovamente nel suo ritratto.

“Severus, Harry sta scendendo le scale del primo piano, sarà nella sala d’ingresso a momenti”

Piton annuì, le sue mani ancora non ferme. Durante l’assenza di Silente, aveva ripassato il piano molte volte nella sua mente, ma non sapeva se avrebbe funzionato.

Piton si incamminò verso la porta pensando a dove stava andando e a ciò che stava per fare

“Severus”, lo trattenne Silente quando aveva ormai la mano sulla maniglia “Buona fortuna, amico mio”

Nonostante Piton sapesse che Silente era ansioso e preoccupato, fu comunque rassicurato dallo sguardo calmo che il vecchio gli rivolse.

Annuì nuovamente in risposta all’augurio del preside e uscì dall’ufficio, sperando di poterci ritornare un giorno.

La complicata e rischiosa missione che Piton era  deciso a portare a termine occupava così tanto la sua mente che a mala pena notò i  molti corpi che giacevano immobili al suolo davanti a lui. Aveva uno ed un solo lavoro da fare: trovare il giovane Potter e dirgli ciò che aveva bisogno di sapere così che potesse avere la possibilità di battere l’Oscuro Signore una volta per tutte. Avendo visto Nagini chiusa nella sua sfera come Silente aveva precedentemente descritto, Piton sapeva di dover parlare presto con il ragazzo; che gli piacesse o no, lo scontro finale si stava avvicinando.

Nonostante avesse un piano, dubitava che avrebbe funzionato, ma sapeva che, per Silente e per Lily, doveva almeno provarci.

Rallentando il passo, l’uomo discese la scalinata che portava nella sala d’ingresso e vide Harry a circa dieci metri dal portone. Seguendo il suo piano, Piton sussurrò: “Expecto Patronum” e guardò la cerva d’argento uscire dalla sua bacchetta e galoppare verso Harry , come a suggerirgli di seguirla.

Piton tirò un sospiro di sollievo quando Harry abboccò e cominciò a seguire la cerva verso i sotterranei. Lentamente e silenziosamente, Severus seguì il Patronus e il ragazzo, sperando che nessuno lo avesse visto incamminarsi così stupidamente in quel corridoio. Quando raggiunsero finalmente i sotterranei, l'uomo si nascose dietro un pilastro mentre il ragazzo si guardava intorno per vedere se ci fosse qualcuno prima di infilarsi nel suo ufficio. Grazie al cielo, il piano di  Severus stava funzionando bene come aveva sperato. Ma la parte più difficile doveva ancora venire.

Piton sbirciò oltre la porta dentro la stanza, dove vide il ragazzo accarezzare il suo Patronus. Non potè evitare di sogghignare. Sembra che il ragazzo abbia perso la razionalità- se mai ne ha  avuta alcuna. C’è una guerra in corso e lui si mette a rischio seguendo un Patronus sconosciuto? Incosciente, Potter. Pensò Piton.

Eppure, per la prima volta nella vita, l’uomo era grato della stupidità di Harry.

Entrando nella stanza e chiudendo la porta dietro di sé, camminò più cautamente possibile, preparandosi all’attacco di Potter.

Harry infatti si voltò con un sobbalzo, un misto di paura e rabbia nei suoi occhi. Avvicinandosi, Piton fece sparire il Patronus tra le sue dita con un movimento di bacchetta.

“E’ suo quel Patronus? Lei ci ha guidato alla spada di Grifondoro?” Chiese Harry stupito.

“Si, Potter, ma ci sono cose più importanti di cui discutere adesso.”

“E perché dovrei darle ascolto?” Domandò alzando la bacchetta, pronto a combattere.

Quindi il ragazzo riconosce che l’ho aiutato ad ottenere la spada di Grifondoro, eppure ancora non si fida?

Piton scosse la testa; stava già perdendo la pazienza con lui.

“Ascolta, non ho tempo per i tuoi dubbi ed inutili domande. L’Oscuro Signore mi ha mandato a cercarti e portarti da lui in modo da poterti uccidere davanti ai Mangiamorte. Pensa che io sia venuto a cercarti e si aspetta che io  torni con te quando il Marchio Nero brucerà.” Disse Piton in tono pratico, non volendo palesare la sua preoccupazione al ragazzo.

“Bè, sembra che il piano abbia funzionato. Sono proprio qui dove mi voleva lei, ma non la seguirò senza combattere” Urlò Harry brandendo la sua bacchetta.

“Non essere stupido, Potter, ed abbassa la bacchetta. Non sono qui per catturarti. Volevo trovarti per poterti trasmettere un messaggio di Silente-“

“Pensa che io sia così stupido da credere che lei sia ancora in contatto con Silente? Dopo che l’ha ucciso? Dopo tutto quello che ha fatto?” Piton guardava Harry puntare la bacchetta verso di lui preparandosi ad attaccare.

“Metti via quella bacchetta, Potter e ascoltami attentamente. Sono qui per informarti che la notte in cui l’anatema che uccide  rimbalzò sull’Oscuro Signore, una parte della sua anima si staccò dal resto e si legò a te. Questo ti ha dato il potere di parlare Serpentese ed il privilegio di scorgere i pensieri dell’Oscuro Signore-“

“Il privilegio? Non la vedo in questo modo.” Rispose Harry sarcasticamente.

“Basta così, Potter. Devi darmi ascolto. Silente mi ha fatto promettere di dirti che, finchè il frammento d’anima dell’Oscuro Signore che dimora nel tuo corpo non verrà estratto e distrutto, lui non può morire”

Harry si irrigidì, evidentemente prendendo atto dell’informazione che il suo ex-professore gli aveva appena fornito

“Non le credo-“

“Che tu non mi creda non è contemplabile, Potter! Finchè mi prometti che seguirai il mio consiglio e agirai di conseguenza a ciò che ti ho detto, allora non mi importa affatto di quello che mi potrai dire o fare! Devi capire che bisogna dire a qualcuno esattamente come si può battere l’Oscuro Signore, perché, a quanto pare, non sarai tu a farlo.”

“Ma-“

“Io- noi non abbiamo tempo di discutere su questo” Urlò Piton, ma poi si fermò a pensare; conoscendo Potter, vorrà una prova. Può anche seguire ciecamente un Patronus, ma non crederà a me, l’uomo che ha ucciso Silente, senza una prova tangibile…Infine, Piton ebbe un’idea.

“Ecco, prendi questo” Con un gesto aggressivo, l’uomo tirò fuori la bacchetta, Harry indietreggiò e puntò la sua.

“Non stò per attaccarti, Potter” Alzando la bacchetta alla tempia, Piton estrasse alcuni ricordi e li pose accuratamente in una fiala, la tappò, e la porse ad Harry.

“Se ne avrai l’opportunità, vai nell’ufficio di Silente e guarda questi ricordi. Ti spiegheranno tutto…”

Un vago sentimento di imbarazzo e rabbia si fece sentire, mentre ricordava il giorno in cui aveva sorpreso Harry all’interno del suo peggior ricordo. Ma Piton si sforzò di metterlo da parte. C’erano cose più importanti a cui pensare.

“Tutto ciò che vuoi sapere è lì dentro, non abbiamo il tempo di parlarne”

Harry era evidentemente preoccupato e sull’orlo del panico mentre lanciava un’occhiata a Piton e  alla fiala che teneva stretta in mano. “Voldemort è ad Hogwarts- ho un lavoro da fare. Non ho tempo di guardarli”

“Allora non farlo! Non mi interessa ciò che fai fintanto che mi ascolti e ti assicuri che qualcuno conosca il tuo piano, perché altrimenti il Signore Oscuro non verrà mai sconfitto!”

“Quindi, lei non mi porterà da Voldemort?”

“No, Potter. Tornerò a mani vuote e probabilmente verrò torturato e ucciso per i miei sforzi così che tu o qualcun altro abbia l’opportunità di battere il Signore Oscuro una volta per tutte. Fa in modo che il mio sacrificio non sia vano, Potter!”

“Allora lei è dalla mia parte?” Sussurrò Harry.

“Si”

Harry si fermò a riflettere su questa grande scoperta riguardo al suo ex-professore. “Ma perché ha cambiato fronte?” Chiese, improvvisamente di nuovo scettico.

Piton sobbalzò mentre il Marchio Nero bruciava e si scuriva sul suo braccio. Entrambi lo fissarono, non comprendendo immediatamente cosa doveva significare. Realizzando all’improvviso quanto tempo stavano perdendo, Piton disse: ”Potter, il Signore Oscuro si infurierà quando vedrà che non ti ho portato con me. Ti cercherà. Assicurati di riferire a qualcuno ciò che deve essere fatto prima che ti trovi.”

Harry annuì, sorpreso dal fatto che Piton aveva davvero intenzione di tornare da Voldemort senza di lui. Eppure c’era qualcos’altro che lo disturbava ancor più della lealtà di Piton.

“Perché il suo Patronus è una cerva?”

“Non è importante; devi andare- io devo andare!”

“Ma-“

“Ne parleremo più tardi, ora vai!”

“E se non avessimo più la possibilità di parlarne, più tardi?”

“Vai!”

Harry corse verso la porta, ma si arrestò all’improvviso come se volesse aggiungere qualcosa.

Piton percepì un misto di rabbia e ansietà; non capiva il ragazzo che c’era una guerra in corso e che l’efficienza era cruciale?

Ma quando Harry parlò, Piton non si aspettava le parole che uscirono dalla sua bocca.

“Mi dispiace-“

“Vai, Potter!” Gridò Piton guardando il ragazzo uscire correndo dal suo ufficio.

Severus fissò il marchio nero sovrapensiero. Sai che non c’è via d’uscita, rimani a testa alta… rimani  fedele a Lily.

Mentre abbandonava il suo ufficio e si affrettava verso la Stamberga Strillante, vide Harry correre su per la scalinata verso l’ufficio del preside. Piton sperava sinceramente che il ragazzo avrebbe avuto abbastanza tempo per vedere i suoi ricordi, perché in fondo, molto in fondo, voleva che Harry sapesse la verità: chi era e cosa aveva fatto. Eppure non poteva impedirsi di essere grato per non dover spiegare lui stesso i suoi sentimenti al ragazzo,  e per questo, per la prima volta nella sua vita, Piton apprezzò il metodo con cui il Signore Oscuro puniva i suoi seguaci.

Sentendosi un po’ più ottimista, sussurrò, “Buona fortuna, Potter” e continuò a camminare verso il quartier generale del suo padrone.

 

  
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