Videogiochi > Aion
Segui la storia  |       
Autore: Selhen    18/09/2014    1 recensioni
Anni di guerra, territorio conteso e fazioni eternamente in lotta nella terra del dio Aion. Com’è possibile per Selhen nutrire odio verso qualcuno che l’ha risparmiata? Com’è possibile odiare senza conoscere veramente il volto della guerra?
Com’è possibile parlare con un nemico e trovarlo così normale e uguale a se stessi?
Una nuova avventura di Selhen solo per voi. Recensite numerosi. Le vostre recensioni mi danno la carica per scrivere sempre di meglio. Un abbraccio, la vostra autrice.
N.b. avviso gli eventuali lettori che ho postato questa storia più corretta e revisionata su wattpad. Se la preferite con meno imperfezioni sapete dove andare, sono selhene. :)
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~C'erano volte in cui Shadow guardava Ethun e si ritrovava a pensare a quanto fosse fortunato. Quando il suo sguardo accarezzava quelle candide curve morbide, quei capelli corvini, quel sorriso. In certi casi il tempo avrebbe potuto anche fermarsi.
Cos'era che l'aveva fatto innamorare di lei? Il suo sorriso. Il suo tono pacato e rassicurante. Il fatto che lei fosse docile e tranquilla.
Pensava a questo, Shad, mentre stava seduto nella sua poltrona tutto intento alla lettura di un tomo di magia che quel giorno aveva ritirato al Tempio della Conoscenza di Pandaemonium.
"E così stavamo giusto per dare il colpo di grazia a Grigol quando ci vedemmo piombare addosso una torma imbizzita di elisiani...".
Ethun era immersa nel racconto di quello che le era accaduto la notte precedente.
Shad si ritrovò a pensare a quanto in realtà, adesso, non sembrassero neanche una coppia. Lui a sbrigare i suoi affari, lei i propri. Era tutti i giorni così.
In quanto chierichessa Ethun era sempre molto ricercata. A lei toccavano le responsabilità della cura dei daeva nelle grandi battaglie, e a lei toccava preparare con le benedizioni ogni Daeva che fosse pronto alla guerra.
Chiunque avrebbe desiderato avere una chierichessa al proprio fianco, eppure... da qualche mese a quella parte Shad non era più sicuro di niente.
"Non sai quanto mi sia dovuta impegnare per cercare di tenerli tutti in vita, gli elisiani erano in netto vantaggio, avevano dalla loro anche un cantore piuttosto in gamba. E' stato Death a dare al loro chierico il colpo di grazia!", concluse con una risata cristallina.
Qualcosa nello stomaco dell'incantatore si contorse nel momento in cui i suoi occhi incrociarono quelli di lei, spensierati e sorridenti. Ad un tratto il viso di Ethun si accigliò. "Mi stai ascoltando?".
Shad non rispose. Qual giorno non aveva voglia di mentire nè di fare tanto il misterioso. "No, mi sono deconcentrato leggendo l'introduzione di questo libro", disse sincero.
Ethun sospirò. "Capisco".
Con le palpebre pesanti Shad chiuse gli occhi e li riaprì dopo qualche secondo per trovare le parole giuste.
"E' che sono sfinito".
Ethun aveva smesso di lucidare il proprio scudo scarlatto da chierichessa e si era avvicinata a lui.
"Cosa c'è che non va?", gli aveva sussurrato passandogli dolcemente una mano tra gli arruffati capelli blu.
Shad si scansò. Quella giornata era partita male e prometteva di chiudersi anche peggio.
"C'è che non va più come prima. C'è che non siamo mai insieme. C'è che non mi sento più a mio agio in questa situazione".
Ethun si accigliò confusa. "Ma ehi, è solo colpa dei nostri impegni se ci vediamo poco, lo sai", la sua mano tornò a sollevargli il viso e a quel gesto Shad richiuse il libro che aveva tra le mani e lo ripose sullo scrittoio vicino.
"Ethun, ho un paio di cose da dirti".
La chierichessa lo guardò interrogativa. E sembrò quasi essere in soggezione dal suo sguardo. D'altro canto, chi non provava soggezione e smarrimento con un suo sguardo?
Aveva lavorato per tutta la vita a costruirsi quella finta maschera di sarcasmo e insensibilità, e forse anche per questo era sempre riuscito ad avere un discreto successo con le donne.
Ethun non era stata l'eccezione. Così innamorata... così persa di lui che avrebbe potuto ferirla in qualsiasi momento. Lei sarebbe sempre tornata da lui. Eppure Shad non voleva questo. Teneva a lei esattamente quanto teneva alla sua maschera.
Era troppo orgoglioso per abbassarla, ma troppo coinvolto dai sentimenti di Ethun perchè potesse ferirli.
La giovane Daeva si chinò a lasciargli un dolce bacio sulle labbra. "Ehi, mago Merlino... oggi sei soltanto di cattivo umore, vedrai, passerà". Si sedette sulle sue gambe e gli circondò le spalle con un braccio, poggiando la testa profumata nell'incavo della sua spalla.
Shad rimase per un attimo ad accarezzare la superficie ruvida della divisa di Ethun, sul fianco. Percorse con lo sguardo le aderenti calze scarlatte che le fasciavano le gambe per poi tornare all'unica parte del suo viso che poteva scorgere, la piccola e delicata curva del suo naso, che terminava all'insù.
Percorse un suo zigomo con una mano e sospirò.
"Cos'è che vorresti dirmi?", chiese poi Ethun in un sussurro. Quasi come se un presentimento le impedisse di proferire quelle parole a voce più alta.
Ancora una volta Shad non seppe cosa rispondere. Era certo che se avesse confessato a Ethun tutto quello che tra lui e Selhen era successo, lei avrebbe sofferto, ma alla fine, lo avrebbe perdonato.
"Qualche giorno fa...", esordì poco convinto, "ho baciato Selhen".
Percepì i muscoli di Ethun irrigidirsi e sentì la mano di lei stringersi convulsamente sulla sua maglia.
"Cosa... cosa hai detto?".
Shad annuì. "E' stato il giorno dopo che abbiamo litigato e... in realtà anche prima". Il suo tono era freddo e calcolatore.
Ethun fu scossa da un impercettibile tremito. "La... il nostro ex tiratore scelto?".
Shad annuì. "Sì, lei... dovevo dirtelo".
La chierichessa boccheggiò stupita. "Perchè?".
Shad fece una smorfia stizzita. "Perchè i nostri impegni, come vedi, Ethun... sono diventati più grandi di questa storia".
"Ma lei cosa c'entra?", strillò Ethun con la voce di un'ottava più alta.
"E' stata solo colpa mia, lei non c'entra nulla".
Ethun si alzò in piedi sciogliendo all'istante le braccia dal collo di Shad.  Scosse il capo incredula e si portò le mani al viso, a coprirsi gli occhi confusa. "Dimmelo che è solo un modo per troncare la nostra storia".
Shad le afferrò i polsi per scostarle le mani dagli occhi. Le parve fragile come non mai. "Io tengo a te, Ethun...".
"E allora perchè mi fai questo?", intervenne lei tra le lacrime. Non attese neanche una risposta, si diresse velocemente verso la porta e la aprì sbattendosela alle spalle.
Shadow rimase in piedi. La calma apparente aveva lasciato spazio a uno sfogo d'ira che aveva visto il libro di incantesimi precipitare per terra e aprirsi in pagine sparse facendo volare qua e là i fogli con gli appunti che vi erano in mezzo.

(Selhen)
Era notte fonda a Pernon, e io ero ferma, sulla veranda della mia modesta casetta a tenere fisso il mio sguardo verso il cielo.
La luna era immensa e bianca. Le stelle erano rade ma luminose.
Nella notte silenziosa c'era solo un venticello fresco e gentile a scompigliare i miei capelli candidi.
Mi piaceva l'autunno a Pernon. Lo sentivi nell'aria. Lo percepivi dal profumo degli alberi interamente tinti di arancio.
Il suono delle foglie secche spinte dal vento facevano da colonna sonora a quella notte serena quando, infondo al vicolo, vidi qualcuno avvicinarsi. Una sagoma buia avanzava verso la porta di casa mia.
Mi alzai in piedi, visto che ero rimasta seduta sul gradino d'entrata per tutto il tempo, e riconobbi la sagoma dalla sfera luminosa che portava al polso.
Il cuore mi balzò nel petto, anche se effettivamente non ne capii il motivo.
Avevo dimenticato Shadow, ma ogni volta che lo vedevo, quel daeva esercitava su di me un certo effetto che non potevo negare.
"Selhen", disse con un tono alquanto serio, ma pacato.
"Shadow, cosa ci fai a casa mia nel cuore della notte?", gli chiesi diffidente.
Mi accorsi che non sorrise. Non come avrebbe fatto di norma.
"Ho litigato con Ethun".
Mi indignai. "Ti aspetti di essere consolato da me?", sputai con un tantino di veleno nella voce.
"Calmati, non mi aspetto assolutamente niente", disse col tono che parve quasi essere seccato.
"Ti avevo detto...", sibilai tra i denti, "che non avrei voluto più vederti".
"Avevo afferrato il concetto", fece lui tranquillo appoggiandosi allo stipite della porta chiusa.
"Allora che cosa vuoi ancora?", dissi acida.
"Metterti in guardia. Ethun sa essere alquanto vendicativa, ha le conoscenze giuste... e sa di noi" 
Una risatina nevosa coronò la mia espressione di incredulità. "Di noi??? Esiste un noi?", risi più forte. "Shadow, stai scherzando, mi auguro. In questa storia sei solo stato tu l'idiota", arretrai di un passo.
"Sì, ma lei non lo sa", mormorò.
"Non mi interessa", quasi urlai. Ma abbassai subito il tono consapevole che fosse notte. "Farai in modo di assumerti le tue responsabilità".
Shad scosse il capo. "Ci ho provato, ci proverò, ma non funzionerà".
Arricciai il labbro sdegnata. "Sei spregevole, Shadow. Te l'ho mai detto?".
"Sempre", sembrò ironizzare lui, ma con lo stesso tono serio.
I suoi occhi erano colmi di tristezza, mi accorsi, sebbene la sua espressione dura e distaccata non volesse lasciarlo a intendere.
"Allora ti dico dell'altro. La tua presenza non è gradita, da queste parti".
L'incantatore annuì. "Non posso darti torto, volevo solo avvisarti perchè...".
Inarcai un sopracciglio in attesa che continuasse.
"Gira voce di te e quell'elisiano. Non fare sciocchezze, Selhen. O potresti restarci secca".
Andai in panico. Andava bene che Shadow mi avesse vista con Velkam in alcune occasioni, ma che girassero voci... di questo non ne ero consapevole. Eppure ero stata così attenta a cercare di non lasciar trapelare la cosa. Dove avevo sbagliato?
"Gi... gira voce?", balbettai.
"Il tradimento non è per niente un bell'affare. E tu sei un'asmodiana. Velkam ha buone probabilità di divenire il loro governor, il futuro governor elisiano. Se non sei informata delle loro questioni politiche io ne so qualcosa in più di te. Mi sembra di averti dato una serie di motivi validi per invitarti ad aprire gli occhi".
Deglutii. "Cosa farai con Ethun?", gli chiesi. Non avevo idea se lo stessi facendo per evitare la questione o perchè lo avevo visto tremendamente stanco. Il suo viso era più incavato e spigoloso del solito e quella volta Shad era tremendamente serio, su tutto.
"Cercherò di risolvere con lei. E cercherò di far sì che tu ne rimanga fuori, in ogni caso". Concluse. "Il fatto che io sia un idiota non mi autorizza a rovinare la vita altrui".
Scossi il capo con un mezzo sorriso paziente. "E' forse la prima volta che devo darti ragione".
Shad abbozzò un sorriso stanco. "Devi stare attenta Selhen. Non voglio leggere sulle bacheche di Pandaemonium gli annunci della tua condanna a morte".
Rabbrividii a quella frase seria quanto vera. D'un tratto ebbi paura, e fui anche un po' grata a Shad. Dopotutto il suo era un preoccuparsi per me.
"Scusa per quella notte a Rashanta. Scusa per tutto". Concluse infine con un mormorio chinando il capo. Dondolò un attimo sui piedi e il mio sguardo andò alla sfera luminosa che gli scintillava al polso.
"Ti ho già perdonato, Shadow", mormorai sospirando.
Quelle parole sembrarono tirargli un po' su il morale.
"Ho sempre avuto un debole per te, lo sai", conclusi amareggiata dalle mie stesse parole.
Le labbra dell'incantatore si curvarono un po' all'insù. "L'ho sempre saputo".
"E ne hai sempre approfittato", completai la sua frase ferita.
"No, non ne ho approfittato. Forse c'è sempre stato qualcosa di più, non credi?".
"Non ha importanza Shadow, aiutami almeno a dimenticarti", dissi pragmatica.
"Lo farò". Tornò dritto e scese il gradino per tornare a posare i piedi sul selciato.
"Buona notte", gli dissi dolcemente spingendo il mio pesante portone dal quale fuoriuscì uno spiraglio di luce che gli illuminò la metà del viso.
"A te...", disse soltanto. Poi evocò un varco e vi si lanciò dentro senza guardarsi indietro.
Lo guardai sparire con un pizzico di nostalgia per i pochi bei momenti passati insieme. Perchè infondo, anche lui mi aveva insegnato molto quando eravamo stati nella stessa legione. Tra un battibecco e l'altro aveva mostrato di tenerci.
In realtà non ne avevo idea. Non sapevo se ci tenesse o no. Con lui era sempre così. Non sapevi dove finisse la menzogna e cominciasse la verità. Era tipico di Shad.
Era quello che mi aveva affascinata e che mi avrebbe per sempre vincolata un po' a lui.

[Vedete che ho aggiornato presto? In realtà questo capitolo è venuto fuori da un evento che un po' mi ha dato l'idea. Ecco perchè l'ho scritto subito.
Non si tratta di autobiografia, capiamoci, ma di certo c'è molto di mio. Spero non vi stiate annoiando, a presto col nuovo capitolo u.u]
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Aion / Vai alla pagina dell'autore: Selhen