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Autore: moonlight97    18/09/2014    1 recensioni
La storia è ambientata in Francia tra il XVI e il XVII secolo. Carlos, il protagonista, arriva a Calais, città portuale della Francia settentrionale, per affari; là tra amore, amicizia e un po' di mistero quella che sembrava essere iniziata come una semplice avventura spensierata si trasformerà in un qualcosa di molto più pericoloso e Carlos e i suoi amici dovranno mettercela tutta per spuntarla.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella Notte





“NO!” gridò Carlos mentre correva al parapetto del pontile.
Corse alle scialuppe di salvataggio e ne gettò una in mare, una piccola e più leggera delle altre; poi si calò giù e non rivolse un ultimo sguardo a nessuno, né agli amici né ai nemici. La vista gli era ostacolata dalla nebbia in maniera non indifferente; continuava a gridare il nome della ragazza a voce così alta da squarciare il cielo. Nella sua voce c'erano dolore e disperazione. Sentì una voce, flebile e spezzata, che lo chiamava; seguendola trovò Elyse che annaspava. La caricò immediatamente su e si allontanò da lì immediatamente, raggiungendo un piccolo isolotto che aveva visto tracciato sulla mappa di Remy e vicino a cui erano passati una decina di minuti prima.

Una volta sulla terraferma, Elyse si gettò in terra e sputò fuori l'acqua che le era entrata nei polmoni. Anche Carlos si gettò a terra, stremato, poi, vedendo che la ragazza tremava come una foglia, si precipitò subito alla ricerca di qualche rametto per accendere un fuoco e riscaldarsi. Elyse tentò come poteva di asciugarsi i vestiti; quando ebbe finito, gli si avvicinò in lacrime, il volto semi-illuminato dalla luce del fuoco.
“Grazie per avermi salvata.” sussurrò lei con voce tremante.
Carlos non disse nulla: sapeva infatti che salvarla aveva avuto un alto prezzo.
“Però gli altri... loro... Julien...”
Elyse parlava singhiozzando e, quando non ce la fece più a parlare ed il dolore prese il sopravvento, si gettò tra le braccia del ragazzo, battendogli debolmente i pugni sul petto.
A quella vista, Carlos si impietosì come non mai ed allora le sussurrò all'orecchio che lui e suo fratello avevano già pensato ad una piega simile degli eventi. Le disse che aveva giurato di proteggerla e che avrebbe fatto comunque tutto il possibile per salvare Julien e gli altri.
La ragazza dopo un po' si calmò e riuscì ad addormentarsi. Carlos vide che anche nel sonno, continuava ad agitarsi, forse per un incubo o forse per il freddo, così si sfilò la giacca e gliela mise addosso come coperta. Fatto questo, si mise a sedere vicino a lei e la osservò calmarsi e dormire beata come un bambino. Sorrise dolcemente prima di abbandonarsi anche lui all'abbraccio di Morfeo.

Elyse si svegliò all'improvviso e fu percorsa da una strana sensazione, come se le mancasse il respiro. Il suo sguardo si incrociò subito con quello di Carlos.
“Elyse,” disse quasi sussurrando “state bene adesso?”
Fece cenno di sì col capo: anche se i muscoli le facevano male e la testa era un po' appesantita, si sentiva abbastanza in forze. A quella risposta, Carlos le rivolse un sorriso abbozzato e rimase in silenzio. Elyse lo osservò attentamente: il ragazzo era seduto a pochi passi da lei, teneva le braccia intorno alle ginocchia e fissava il fuoco. I suoi occhi, i suoi bellissimi occhi verdi brillavano al luce della fiamma che crepitava; il loro colore le ricordava quello dell'erba fresca della campagna ed ogni volta che incrociava il suo sguardo, si sentiva inevitabilmente attratta verso di lui. Carlos pareva non accorgersi del suo sguardo indagatore. Il ragazzo era senza giacca e la camicia bianca, aperta, lasciava intravedere i muscoli del torace.
È veramente bello, pensò. Agli occhi della ragazza appariva di una bellezza straordinaria, quasi fosse un angelo sceso dal cielo o uno di quei principi d'Oriente di cui si legge nelle fiabe o uno degli eroi dell'antichità; almeno lei se li era sempre immaginati a quel modo.
Solo allora si accorse di essere coperta dalla giacca del ragazzo. Doveva averla coperta mentre dormiva, per forza. Elyse si alzò e gli si sedette accanto.
“Grazie.” gli disse porgendogli la giacca.
“Vi ho vista tremare nel sonno...” rispose lui a voce bassa “ho pensato che aveste freddo.”
La ragazza ebbe un sussulto e il cuore le balzò nel petto.
“Ce l'hai già un piano?”
Era la prima volta che gli dava del “tu”, ma sentiva ormai di poterlo fare.
Il ragazzo fece di sì col capo e poi disse:
“Entro la mattinata saranno giunti al luogo indicato dalla mappa. La spiaggia è molto spesso avvolta dalla nebbia e proprio questa noi sfrutteremo per intrufolarci a bordo, mentre Victor Foyr e i suoi uomini sono alla ricerca del tesoro. Immagino che lascerà la nave con solo qualche uomo a difenderla e non sarà troppo difficile liberare i nostri amici.”
Elyse lo guardò ma lui teneva lo sguardo fisso sul fuoco; c'era qualcosa che non andava e non riguardava il piano o altro, ma loro due. La ragazza appoggiò il capo sulla spalla del ragazzo, che si irrigidì all'istante; la ragazza sentiva il proprio battito cardiaco accelerato e, cosa che notò con sorpresa, lo era anche quello di Carlos. Dopo qualche istante, il ragazzo si alzò bruscamente.
“Che hai?” disse lei, poggiando una mano sul braccio di lui.
Senza dire niente, si spostò, liberandosi della sensazione, bellissima e dolorosa, del contatto con Elyse. La ragazza sentì come una fitta in pieno petto.
“Sentite...” disse guardandola dritto negli occhi “io non aspetterò certo di essere scelto da voi.”
Carlos non si era mai sentito così prima di quel momento: percepiva il proprio cuore come preso a colpi, come fosse uno scoglio battuto dalle onde del mare in tempesta.
“Non capisco... E poi smettila di darmi del voi: siamo amici ormai, no?”
Elyse non aveva mai visto Carlos così turbato, lui che era il ritratto della spensieratezza.
“Credete che io non abbia visto come vi comportate con Killian?” proseguì lui, con tono deciso. “Credete che io non capisca che voi l'amate?”
Elyse sobbalzò dallo stupore.
“Non è assolutamente vero! Io non lo amo... Quello che c'è fra me e Killian non è altro che un gioco per farci beffa di mio fratello. Non che non trovi Killian attraente, certo ma io ti posso giurare su quello che vuoi che io non l'amo e non lo farò mai, perché..." 
Carlos non la fece finire.
“Allora è questo che fate con i sentimenti altrui! Li disprezzate, non è così?”
La ragazza si avvicinò e fece per prenderlo per mano ma non glielo permise; Carlos si voltò con uno scatto brusco e serrò i pugni.
“Accidenti a me e alla mia lingua lunga!”
Elyse percepì il respiro affannato e la voce spezzata.
“Ho già detto fin troppo, ma ormai tanto vale che vi dica anche questo.” concluse Carlos, voltandosi. Seguì un attimo di silenzio: i due si fissavano intensamente negli occhi e una lacrima rigò il volto del ragazzo.
“Io vi amo, Elyse Montfleur. Vi amo e tengo a voi come non ho mai tenuto a nessuna donna in questo mondo. L'ho capito fin dal primo momento in cui vi ho vista. L'ho capito fin da subito che eravate speciale. E... e...”
Ci fu un momento di esitazione e la voce gli si incrinò per l'emozione.
Finalmente era riuscito a dire quello che provava, finalmente si era liberato di un peso che si era fatto sempre più crescente di giorno in giorno.
La ragazza rimase immobile e non riusciva a capire quello che il cuore stava cercando di dirle, ma quando sentì Carlos che, dopo averle delicatamente cinto i fianchi con le mani, l'attraeva verso di sé, comprese che era quello che anche lei aveva sempre voluto.
“Anche io vi amo e...” iniziò a dire lei, sentendosi mancare il respiro.
Il ragazzo portò una mano sotto il mento della ragazza e le inclinò leggermente il viso.
“Ssst. Mi basta questo.” le sussurrò all'orecchio. “Non dite altro.”
Appoggiò le sue labbra su quelle della ragazza e la baciò; la strinse ancora più forte a sé quasi a voler dire “Io sarò tuo per sempre”, mentre lei gli accarezzava il viso e gli passava le mani fra i folti ricci scuri. In quel momento, che sembrò durare un'eternità, c'erano solo loro due e il loro amore che finalmente veniva manifestato apertamente; le loro paure, le prove che avrebbero dovuto affrontare e ciò che li circondava sembrarono sparire. Dopo essersi separati l'uno dall'altra, Carlos, rivolgendole un ampio sorriso, disse:
“Ho sempre pensato che l'uso del voi renda tutto molto più poetico.”

Entrambi scoppiarono a ridere.










Spazio Autore
Salve a tutti! La scuola non mi ha (ancora) ingoiato nella sua spirale oscura e yay eccomi qui!
Spero vivamente che almeno un po' vi siate commossi: ci ho messo l'anima per descrivere questo momento di intimità. Sì, ormai s'è capito che il povero Killian tanta speranza non ce l'ha, anche se... E lascio la suspense. Insomma, se avete provato qualcosa, sono contento. Come avrete più o meno capito, la narrazione si sta avviando al termine, per fortuna o purtroppo. Con la speranza che rimarrete con Carlos fino alla fine, alla prossima!

 

   
 
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