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Autore: Kathys    02/10/2008    2 recensioni
Dimenticare.
Pare semplice come parola.
Eppure nessuno ci riesce.
O almeno non totalmente.
Questa è la storia di colei che,
come tutti noi,
Non ce la fece mai.
Breve Fanfiction a due Capitoli, in cui per la prima volta sarà presente Jacob in una delle mie storie.
Ary
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti.

 

Eccomi di ritorno con la mia ennesima Fanfiction. Fan di “Ti amo” non me ne vogliate, ho un piccolo blocco dello scrittore verso quella fan fiction.

Bene bene, ora passiamo a questa.

Cos’è?

E’ una via di mezzo tra One-shot e Long-Fic.

In che senso?

Nel senso che non supererà i tre/quattro capitoli.

Sarà una delle tue solite schifezze?

Sì, esatto. ^^

Mi spiace, ma ve la dovrete sorbire. L’ennesima a dir il vero.

 

Vi lascio alla lettura del primo capitolo, sperando che vi sia gradito.

 

Baci

 

 

Ary

 

 

 

 

 

 

 

 

§}¤ Goodbye my Lovefriend ¤{§

 

 

 

 

Dimenticare.

Pare semplice come parola.

Eppure nessuno ci riesce.

 

O almeno non totalmente.

Questa è la storia di colei che,

come tutti noi,

Non ce la fece mai.

 

Ary

 

 

 

 

 

 

Il paesaggio all’esterno dei finestrini della nostra macchina, una BMW ultimo modello, s’univa a formar forme inconsistenti ma tranquillizzanti. Macchie di puro colore e semplice sintonia, che s’univano grazie all’alta velocità a cui sfrecciavamo.

Tempo fa mi avrebbe sicuramente fatto venire un infarto una tale velocità. Ma tanto tempo fa. Forse troppo.

Era strano pensare che non mi sarebbe più potuto venire un infarto. Beh, in effetti, un cuore che non batteva più da decenni non poteva subire alcun tipo di malattia cardiaca.

Mi mancava quel suono ritmico e delicato che accompagnava ogni momento di silenzio della mia vita. Ma era una sciocchezza da pagare, in confronto a ciò che avevo ottenuto.

La vita eterna. Un eternità da passare con lui.

 

Una dolce melodia all’improvviso partì dall’impianto stereo della vettura, riempiendo l’abitacolo.

Le mie labbra s’incurvarono immediatamente in un sorriso, mentre la mia mano s’andava a posare su quello dell’autista della macchina.

Colui che era mio marito da quasi novant’anni. Edward Anthony Masen Cullen.

La sua mano acchiappò con gentilezza la mia, accarezzando quella pelle perfetta che formava la mia epidermide, per poi giocare con noncuranza con la mia fede. Mi volsi ad osservarlo, le mie iridi color dell’oro che incontravano le sue. Oro liquido che si scioglieva, sotto le delicate note di Claire de Lune.

La nostra canzone.

 

- Ci stai ripensando, Bella? – mi chiese, accennando con delicatezza alla strada che stava percorrendo

Scossi impercettibilmente il capo, per poi andarlo a posare sulla spalla destra del mio compagno.

- Come potrei ripensarci, Edward? – replicai, in un soffio.

Già, come avrei mai potuto fare un torto simile, al mio migliore amico.

Gli dovevo questo ed altro.

 

Nessuno dei due parlò per parecchi minuti. La musica s’imperlò di sensazioni speciali, le uniche che mi davano l’idea del mio cuore che batteva.

E proprio mentre l’ultima nota di Claire de Lune riecheggiava nell’abitacolo, svoltammo l’angolo che mi permise di vedere il cartello.

 

“Welcome to Forks”

 

In novant’anni della mia nuova vita, non m’ero più nemmeno avvicinata a questa cittadina sperduta dell’America. Dove pioveva il 90% dei giorni dell’anno.

E dire che ogni, il giorno migliore per un po’ di pioggia, c’erano solo spessi nuvoloni a coprire il cielo che aveva visto la nascita dell’amore impossibile tra un leone e un agnello.

 

E se l’agnello si fosse trasformato in una leonessa?

 

Sorrisi a quel pensiero, mentre Edward parcheggiava la macchina nel vialetto di quella che era stata la casa mia e di Charlie. Dopo la sua morte, avvenuta dieci anni dopo la mia, Esme l’aveva comprata per noi e completamente ristrutturata. L’unica stanza che aveva tenuto identica a come l’aveva lasciata mio padre era la mia. Intatta, perfettamente identica alla notte prima delle nozze. Come me.

 

Entrando in quella stanza, il mio cuore ebbe un guizzo. Novant'anni fa avevo abbandonato quelle coperte, scaldate dal sonno ristoratore che mi ero concessa, l'ultimo della mia vita. Accarezzai, proseguendo verso l'interno, una mia maglia, abbandonata quella mattina. Frusciò leggermente, lasciando una sensazione di abbandono sulla mia epidermide sensibile. Lanciai uno sguardo al pc sulla scrivania.

Quanti anni erano che non ricevevo una e-mail da Renée?

 

Erano veramente troppi anni che non venivo a Forks. Nemmeno per il funerale di Charlie mi ero potuta avvicinare. Era accaduto troppo presto per due motivi. Innanzi tutto, a vent'anni, ero ancora troppo instabile. E poi ero morta da troppi pochi anni per farmi vedere da Angela, Ben, Mike o Jessica.

Avevamo escogitato tutto nei minimi particolari. Il viaggio di nozze terminato tragicamente con un finto incidente stradale. Le lacrime di Charlie scavavano ancora nel mio petto, un dolore vivo e vegeto in un corpo morto.

 

Mi sedetti sul mio letto, inspirando a pieni polmoni l'aria stantia della stanza. Fresia, il mio profumo, che s'intrecciava ad altri tre diversi. Un profumo che vagamente ricordava il limone, dolce e allo stesso tempo duro. Era il mio Edward. Poi c'era un odore tenue, quasi timido, quello di Charlie. Ed infine una vera e propria puzza, che aleggiava rarefatta in alcuni angoli. Per alcuni istanti ricordava la muffa, che s'attacca aggressiva alle piante. Poi variava, e la muffa diventava muschio e terriccio. I profumi del bosco. E quindi del mio Jacob. O almeno di quello che era il mio Jake. Ora non era più mio, ma di qualcuna, così speravo, che gli aveva rubato il cuore.

 

Scossi il capo, rammentando il motivo per cui ero lì. Non potevo crollare.

Edward mi si sedette accanto, cingendomi il busto con dolcezza.

 

- Tutto bene? - mi chiese, avvicinando le labbra al mio orecchio. Annuii appena, appoggiando la schiena a lui. Edward mi strinse a se.

 

Passammo così la notte, notte che non potevamo mai usare per dormire. La mia condanna era quella di dover trascorrer le notti sveglia, tra le braccia di Edward.

Come poteva chiedermi se ne ero pentita?

 

 

 

Le altre mie Fanfiction Concluse:

 

 

-         La fine di Ogni Cosa...

-         La pace...

-         Ti dico Grazie...

-         Di cosa hai paura?

-         La Promessa...

 

 

E la mia Fanfiction a Capitoli in Corso:

 

-         Ti Amo, Edward...

 

 

 

 

 

 

Grazie a tutti.

 

 

 

Ary

   
 
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