Shattered 

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Troppo spesso aveva osservato la sua immagine riflessa, cercandovi qualche miglioramento. 

Troppo spesso lo specchio avevo risaltato le cicatrici di quel volto solcato dal dolore.

Gli occhi nocciola non erano più vispi come un anno fa.

Sulla scrivania, in bella mostra, appariva sorridente e spensierata tra le braccia dell'unico uomo, oltre suo padre, che aveva mai amato realmente.

Attimi di felicità che non meritava di vivere.

Continuava a chiedersi perché non le fosse concesso di essere felice, si domandava cosa avesse potuto fare per meritarsi di patire un dolore tanto forte.

Si toccò il petto, stringendo il pungo come se volesse strappassi il cuore.

Dolore.

Affanno.

Lame di ghiaccio che lo trafiggevano con violenza, senza pietà.

Voleva piangere, urlare, disperarsi, ma ormai l' aveva fatto talmente tante volte da non averne più la forza.

Simone l'aveva abbandonata a se stessa.

Il suo migliore amico se ne era andato alla tenera età di ventotto anni, a causa di un incidente stradale, per colpa di un pezzo di merda ubriaco marcio.

Ubriachi al volante che si divertono a giocare con la vita innocente di altre persone, senza pensare alle conseguenze.

Martina si accucciò davanti alla specchio e senza batter ciglio, sfoderò un pugno su di esso, frantumandolo in mille schegge.

Vari pezzi si sparsero sul pavimento, macchiati del suo sangue. 

Quel sangue di cui la strada si era ricoperta quella notte di un anno fa.

Quel dolore, in confronto a ciò che sentiva dentro, era un piacevole formicolio.

Da quando metà della sua vita si era spenta, Martina non si sentì più viva. 

In continuazione le avevano ripetuto d'incontrare uno psicologo, qualcuno che l'aiutasse ad affrontare il dolore, a dominarlo, ma ogni volta rispondeva con un forte e sonoro VAFFANCULO.

Aveva bisogno di una cosa soltanto, riavere il migliore amico al suo fianco e giustizia per colui che lo aveva travolto senza un briciolo di rimorso.

La mano continuava a sanguinargli e per un istante le sembrò di vedere la sua mano, calda e amorevole, che accarezzò la ferita, alzò gli occhi di scattò trovando avanti a sé solo una stanza buia e vuota.

Sola, sperduta e senza una guida.

Questa volta si era persa e se avesse voluto ritrovare la via di casa, avrebbe dovuto far leva solo sulle sue forze.