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Autore: Marte97    19/09/2014    0 recensioni
La mia breve storia si suddivide in tre brevi capitoli, in cui si parla di tre diverse persone che soffrono di depressione. Il finale è aperto, perciò il mio è un invito ad immaginarvi come finirà: andrà bene oppure male? A voi la scelta e buona lettura
Genere: Introspettivo, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Igraine si asciugò le lacrime con un fazzoletto giallo, di stoffa. 
Anche per questo mese era andata. Lei si conosceva bene, era così: una volta al mese buttava fuori tutto quello che si era tenuta dentro e poi era pronta a ricominciare. Di nuovo. 
A volte si chiedeva se sarebbe sempre stato così, o se la forza di ricominciare all'improvviso fosse un giorno venuta meno.
Ma questo solo a volte. Le altre, invece, era convinta di non farcela.
Igraine era la ragzza dolce, quella che aiutava tutti, quella a cui tutti confidavano i loro segreti.
Era.
Adesso si era trasformata in qualcosa di molto diverso dal prototipo originale di se stessa: odiava la maggior parte dele persone, faceva i suoi interessi e, soprattutto, si sentiva sempre triste e sola.
Le pareti della sua stanza le ricordavano le alte mura di un castello e dalla finestra osservava le persone ridere, domandandosi di che cosa fossero felici e perchè.
Questa non era la vita che si era prefissata, la sua le sembrava un'esistenza inconcludente, senza scopo, senza un obiettivo. Si sentiva vuota, un involucro, vedeva tutte le persone intorno a sé come geniali, realizzate, e poi vedeva se stessa, con il compleanno che avrebbe fatto scoccare i suoi diciassette anni ed una vita che le scivolava tra le dita.
A dispetto della sua età, non aveva grandi bravate da raccontare, baci da sogno o vittorie da mostrare. Non era la protagonista di qualcosa di eccezionale, era solo ... un essere umano, senza soddisfazioni, con tanti "ti amo" impigliati in gola, mai usciti, con miriadi di inviti a feste o in case di amiche declinati, con due occhi scuri e tristi che nessuno mai vedeva.
Si sentiva sempre come se gli altri decidessero per lei: le sue paure, i suoi genitori ... Per questo aveva iniziato a scrivere: voleva essere lei a decidere come sarebbe finita una storia.
I mondi da lei creati presero forma, all'inizio furono illusioni, poi diventarono sogni, poi compagni, poi necessità e infine vita.
Ma poi la tristezza di n on poter essere realmente parte di quel mondo la rese ancora più triste.
La vita reale era uno schifo.
Igraine non si sentiva bella, simpatica. Accanto a lei non c'era nessuno che fosse il suo "principe".
Posò il fazzoletto.
Aprì lòa finestra, uscì sul balcone. L'aria le sferzò il viso, le sollevò i capelli.
Guardò l'asfalto di sotto, senza nessuna auto che passava.
Si sporse un poco per vedere meglio.
Che alla fine aveva ragione quella frase: si vive come si sogna, perfettamente soli.
   
 
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