Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Bloody_Panda    19/09/2014    3 recensioni
Petra non riusciva a dormire quella notte. Le capitava spesso di passare delle notti in bianco, tormentata da pensieri e incubi nefasti. Sapeva anche che se non avesse riposato come si deve il Capitano Levi l'avrebbe sgridata, perché un soldato insonne non aveva i riflessi necessari per affrontare un titano e ciò avrebbe potuto dire rischiare la vita di tutta la Legione.
Eppure anche se era un soldato, anche se sapeva di andare incontro alla morte ogni giorno aveva paura. Quel terrore la paralizzava a tal punto da non riuscire a chiudere occhio, e quelle notti in cui accadeva di sognare il volto dal ghigno sorridente di un gigante assetato di carne umana, di scheletri scricchiolanti e di sangue caldo, l'unico modo che aveva per calmarsi e tranquillizzarsi era quello di uscire dalla tenda e guardare le stelle.

{Levi/Petra}
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Petra, Ral
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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}Sparks that becomes stars 

Petra non riusciva a dormire quella notte. Le capitava spesso di passare delle notti in bianco, tormentata da pensieri e incubi nefasti. Sapeva anche che se non avesse riposato come si deve il Capitano Levi l'avrebbe sgridata, perché un soldato insonne non aveva i riflessi necessari per affrontare un titano e ciò avrebbe potuto dire rischiare la vita di tutta la Legione.

Eppure anche se era un soldato, anche se sapeva di andare incontro alla morte ogni giorno aveva paura. Quel terrore la paralizzava a tal punto da non riuscire a chiudere occhio, e quelle notti in cui accadeva di sognare il volto dal ghigno sorridente di un gigante assetato di carne umana, di scheletri scricchiolanti e di sangue caldo, l'unico modo che aveva per calmarsi e tranquillizzarsi era quello di uscire dalla tenda e guardare le stelle. La rincuorava vedere l'infinito del firmamento stellato, sentirla parte di qualcosa di più grande, e di vivere la vita giorno per giorno per far che tutta l'umanità potesse un giorno tornare a fissare l'orizzonte senza paura. Anche quella notte uscì dalla sua tenda, avendo premura di non svegliare nessuno né di mettere in allarme i cavalli. Un piccolo fuocherello schioppettava allegramente al centro del campo, le fiamme scintillanti si alzavano al cielo disperdendosi in tante piccole braci che si confondevano con la luce delle stelle, spegnendosi prima di poterle raggiungere.

Si sedette su un masso ricoperto di licheni avvolta nella sua coperta di lana, ormai sgualcita. Fissava la luce del fuoco che divampava bruciando dei rami di quercia che lei stessa aveva raccolto prima del tramonto. Guardava le lingue di fuoco e il cielo stellato, assorta nei suoi pensieri, cercando di dimenticare gli incubi appena vissuti, e di ignorare i lamenti e i grugniti lontani dei titani.

 

Spesso, come quella notte, pensava al suo futuro, pur sapendo che non avrebbe dovuto mettersi in testa strane idee, né tanto meno progetti a lungo termine. Sapeva che la sua vita, come quella degli altri soldati, era appesa ad un filo. Eppure lei era un'inguaribile sognatrice, una ragazzina che pensava innocentemente ad un futuro radioso.

Aveva ricevuto parecchie lettere dai suoi vecchi commilitoni e dalle sue amiche più care, che si erano sposate in giovane età. Aveva osservato con invidia i loro bellissimi abiti bianchi, i fiori di giglio e d'arancio che ricoprivano le loro vesti, i volti sorridenti e solari, pieni di amore e di speranza. Le avevano ripetuto molte volte che in un mondo crudele come quello non c'era molto tempo da perdere, dovevano passare il più tempo possibile con le persone che amavano, soprattutto loro, che erano soldati mandati a morire per la salvezza dell'umanità. E che anche lei non poteva aspettare di diventare vecchia e decrepita, doveva sposarsi con la persona che amava subito, prima che fosse troppo tardi. D'altronde Petra sapeva benissimo che c'erano ben poche possibilità che il suo viso venisse scolpito dalle crudeli rughe del tempo. E lei voleva realizzare almeno il suo sogno di sposarsi con la persona che amava. Ma come poteva, se non riusciva nemmeno a dichiarare il suo amore al Capitano?

 

Immaginarsi in abito da sposa, con una cerimonia sfarzosa e il Capitano Levi al suo fianco, non solo le faceva dimenticare le fatiche del giorno, i titani uccisi e che davano la caccia alla Legione, ma le facevano anche arrossare le guance e assumere un espressione trasognata.

 

«Petra, stai di nuovo sognando ad occhi aperti.» la rimbeccò una voce severa proveniente dall'altra parte del campo. Lei si destò dai suoi pensieri, che qualcun altro avrebbe potuto definire quasi infantili, con un gemito imbarazzato. Davanti a lei proprio il Capitano Levi la fissava con uno sguardo contrito di disappunto. «Dovresti riposare, sai benissimo che missione ci attende domani!» la rimproverò glaciale, facendo sentire Petra in colpa. Si strinse nella sua coperta guardando il Capitano che tanto ammirava con un espressione rammaricata.

«Non riesco a dormire.» si confessò in cerca di perdono. «A volte mi capita che faccio degli incubi, e ci metto un po' a tranquillizzarmi...»

«Che genere di incubi?» domandò l'altro, bevendo un sorso di tè da una tazza di latta da campo, che impugnava col suo solito strano modo, non dal manico ma dal bordo.

«I titani, per la maggior parte. A volte sogno i momenti in cui i nostri compagni sono stati uccisi. C'è sempre sangue ovunque. Altre notti invece sogno di morire divorata...»

«È normale, sono le tue prime esplorazioni. Se sopravviverai, col tempo farai l'abitudine anche a questo... non saresti umana se non provassi niente, Petra.»

Il fuoco crepitò appena, liberando alcune delle piccole fiammelle che alla ragazza solato sembravano somigliare a tante piccole lucciole, o a delle stelle.

Osservava il suo capitano ammirata. Tutto di lui l'attirava, anche quelli che il resto del mondo definiva difetti: la sua freddezza con le persone, che sul campo di battaglia per lui era vitale, la sua ossessione per il pulito con la quale tormentava i suoi sottoposti, la sua scontrosità-;lei aveva capito da tempo che sotto quella persona fredda si nascondeva un uomo forte e ligio al dovere, tutte le qualità che un soldato eccelso come lui doveva avere. E dopo solo pochi giorni dal suo ingresso nella Legione Esplorativa, dopo aver compiuto con lui qualche missione ed aver imparato dal Capitano le abilità per sopravvivere il più a lungo possibile, aveva capito che quello che provava per Levi non era più semplice ammirazione.

Levi riempì una seconda tazza e, senza dire nulla, la porse a Petra, che l'accettò di buon grado. Subito il calore della bevanda appena messa a bollire sul fuoco le scaldò le mani dapprima quasi gelide, per poi infondersi in tutto il corpo non appena la bevette. Notò che anche il Capitano osservava le stelle e il loro chiarore, con un espressione seria.

«E lei, Capitano? Anche lei è sveglio per via degli incubi o dei ricordi?»

«Ral, è il mio turno di guardia.» sbottò, facendola arrossire e ammutolire dall'imbarazzo. L'uomo si accorse di aver messo in una situazione di disagio la sottoposta. Lo capiva da come fissava il suo riflesso nella tazza di tè, dagli occhi ambrati tenuti bassi e dalle dita che tamburellavano contro la latta. Il fuoco si stava lentamente spegnendo, e vi buttò un altro pezzo di legna per tenerlo vivo.

«Petra, anche io ho il mio passato e i miei fantasmi. Ma quando sono in missione me li lascio alle spalle... Un minimo errore può significare lo sterminio dell'intera squadra e non possiamo permettercelo. Tu sei un eccellente soldato, hai già ucciso tre giganti da sola e il tuo lavoro di squadra è ineccepibile. Non posso permettermi di perdere un elemento come te. Ora torna a dormire, domani ti voglio in forma, se non terrai il passo verrai lasciata indietro. »

Petra si alzò di scatto improvvisando un reverenziale inchino verso il proprio capitano, annuendo con un sorriso e togliendosi la coperta dalle spalle per posarla in grembo. Lui sbottò e continuò a bere il suo tè a piccoli sorsi, fingendo di ignorarla. In realtà l'osservava studiando minuziosamente la sua nuova arrivata mentre si dirigeva verso la sua tenda: le fiamme a cui era stata donata nuova vita le illuminavano la schiena, mostrando le ali della libertà ricamate sulla giacca della ragazza. Quando si accorse che il suo sguardo si era soffermato fin troppo su quel disegno -o forse su quella schiena minuta sulla quale ricadevano dei lunghi e fini capelli castani?- si destò, dando la colpa alla stanchezza.

Petra dal canto suo era rientrata nella tenda con un rinnovato sorriso, a discapito del monito che aveva appena ricevuto.

Più il Capitano le parlava e la spronava a diventare un soldato migliore, anche se con i suoi soliti metodi bruschi e schietti, più lei dentro di sé capiva che era l'uomo a cui avrebbe voluto dedicare la sua stessa vita.

 

Le sue speranze e i suoi sogni, in un mondo crudele come quello, erano come quelle scintille che si alzavano verso il cielo diventando stelle.

 

 

Angolo autore.

Ehilà, eccomi qua con la mia prima fanfiction sul fandom de l'Attacco dei Giganti. Ho voluto cominciare con una delle prime coppie di questo manga di cui mi sono innamorata -anche se la maggior parte del fandom non la pensa come me su Petra e Levi xD-. Ho voluto cominciare con una fluff dai modi un po' agrodolci, ispirata da uno dei prompt della settimana sul gruppo Facebook Gli scrittori Maledetti – sezione Anime e Manga. Il prompt in questione era l'immagine di un fuoco di un falò e di un bellissimo cielo notturno. So che la fanfiction in sé non è un granché e che la coppia non piace a molti, ma a me piacciono tanto!

In questa fanfiction Petra è da poco entrata nella Legione Esplorativa e sta imparando a conoscere e ad innamorarsi del Capitano.

Spero che vi sia piaciuta!

 

A presto!

Panda

   
 
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