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Autore: Heavensent    20/09/2014    1 recensioni
Fan fiction liberamente ispirata alla fiaba “La sirenetta” di Hans Christian Andersen, ma nella versione del film della Disney del 1989.
Destiel -AU: Castiel è un angelo ma Dean e Sam non sono dei cacciatori.
Dal testo:
Essere un angelo è un lavoro infinito, eterno, uguale, perenne. Una felicità statica e che non cambia mai. Agli umani invidiava anche il dolore e la loro capacità di superarlo. Avrebbe preferito soffrire per metà della propria vita piuttosto che avere una felicità eterna fatta di regole, fatta di niente.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Prima che il sole tramonti. 


La mattina successiva Castiel si svegliò, infastidito dal sole che gli colpiva il viso, ma non fu l’unica cosa a disturbarlo. Blathazar come la mattina precedente sbatacchiava le ali sulla sua guancia, e alzò la testa, sussurrando il suo nome per non farsi sentire da Dean o Sam. Aveva dormito sul divano e sentiva dolori in varie parti del corpo:-Balthazar! Ogni mattina mi fai prendere un colpo!
Il fratello lo ignorò, agitandosi nel volo:-Allora, te lo ha dato questo bacio o no?
-Non ancora..ma stava per farlo- gli rispose Castiel, sollevandosi a sedere  e facendo un lungo sbadiglio. Si passò una mano fra i capelli già disordinati, e sentì un gran fracasso provenire dall’entrata della casa. La porta aperta, Sam che sbraitava, e poi la voce di Dean calma e tranquilla in confronto a quella del fratello. Castiel socchiuse la porta del soggiorno che dava proprio sull’entrata, per capire cosa stesse succedendo: Dean era sulla porta, preso per mano con una ragazza. Sam era davanti a lui, il viso sconvolto di chi vuole una spiegazione ma non riesce a ottenerla:-Fammi capire bene, sparisci per tutta la notte senza preavviso, e poi arrivi qui con questa sconosciuta..senza offesa- aggiunse rivolgendosi alla ragazza in questione dai capelli lunghissimi e neri, con gli occhi di un azzurro tale che Castiel riconobbe come quello tipico degli angeli- e mi dici che vuoi addirittura sposarla?
Castiel per lo shock spalancò gli occhi, voltandosi poi per poggiare le spalle al muro accanto alla porta, sentendo il proprio respiro farsi pesante. Gli girava la testa, il cuore aveva cominciato a battergli in una maniera del tutto innaturale. Balthazar scosso quasi quanto lui volava avanti e indietro come un insetto impazzito, ma entrambi trattennero la calma per sentire il resto del discorso.
-Sì Sam, è lei, è la ragazza che mi ha salvato. E ho deciso che voglio sposarla immediatamente.
La sua voce aveva un tono piatto, e senza calore. Come se stesse recitando delle battute. Dean e la ragazza uscirono, senza che Sam potesse fare nulla per impedirgli quella pazzia.
Castiel sentì le forze mancargli, e si sedette  a terra, impotente, indeciso sul da farsi. Era tutto finito? Non avrebbe ricevuto il bacio da Dean? Sarebbe diventato un angelo caduto, e si sarebbe dovuto sottoporre alle torture eterne e infernali di Crowley? Aveva sentito tante storie sull’inferno, e gli faceva paura. Ma temeva ancora di più di perdere Dean per sempre. Si maledì per aver avuto quella malsana idea; avrebbe potuto continuare semplicemente a stargli accanto come un angelo custode invisibile, e magari accoglierlo con dolcezza quando sarebbe arrivato in paradiso. Invece aveva dovuto rovinare tutto, sapendo benissimo che i patti con i demoni quasi mai portano a qualcosa di buono.
-Risolveremo questa cosa, Castiel. Ci vediamo fuori fra qualche ora, preparati.-Balthazar sparì in un attimo, lasciando Castiel da solo, che sentiva Sam trafficare in cucina, sicuramente nervoso e agitato, a tal punto che forse si era dimenticato della presenza dell’ospite in casa.
L’angelo andò nella camera degli ospiti e aprì l’armadio, cercando fra i vecchi vestiti di Dean. Avrebbe cercato di ottenere quel bacio entro il tramonto, in un modo o nell’altro.
 
Quando Castiel uscì fuori dalla casa dei Winchester, ignorando Sam che non aveva idea di cosa fare, non vide subito Balthazar.
Aveva recepito però da Sam, che aveva fatto una telefonata, quale sarebbe stata la chiesa adibita al matrimonio. Castiel chiese informazioni e la raggiunse, a piedi. Balthazar  non si faceva vedere e pensava lo avesse abbandonato, il sole calava nel cielo. Era solo. La chiesa vista dall’esterno era bella e imponente. Lo stupiva sempre come gli uomini creassero quei magnifici edifici, grandi e spaventosi, come a voler toccare il cielo con essi. Se avessero saputo che Dio non si faceva mai vedere nemmeno a loro, agli angeli, forse non si sarebbero sforzati così tanto.
L’edificio era quasi fuori città, circondato da un bellissimo prato e poco più lontano un fitto parco pieno di alberi. Castiel si arrampicò in un albero davanti all’entrata della chiesa, si sedette su un ramo robusto, protetto e nascosto dalle fronde. Non sapeva esattamente cosa avrebbe fatto, in realtà. Piombare in chiesa durante la cerimonia e dire a Dean che lo amava? Esigere un bacio da lui? Ma forse si era illuso, forse la sera prima era stato l’alcol a far sembrare che quel bacio si stesse realmente realizzando e probabilmente sarebbe solo sembrato pazzo.
Un fruscio di foglie lo distolse dai suoi pensieri e spaventato notò un uomo biondo, vestito abbastanza elegantemente, che si arrampicava all’albero sedendosi accanto a lui. Aveva gli occhi azzurri, come i suoi:-Sono io Castiel!- gli disse, avvicinandosi, e lui sbatté gli occhi dalla sorpresa:-Balthazar? Ma..ma come..
-Oh, questo?-chiese indicando con un dito il proprio petto- è solo un tramite.
-Un…un tramite? Ma allora..
-Certo Castiel, gli angeli usano davvero i tramiti. Non è solo una leggenda. A quanto pare quest’uomo biondo è molto devoto e mi ha detto di sì! Ho solo cambiato un po’ il suo abbigliamento..-spiegò mostrando la maglia con un esagerato scollo a V.
-Ma quindi io avrei potuto utilizzare un tramite, invece di diventare umano e fare un patto con Crowley?-chiese Castiel con lo sguardo aggrottato e la voce alterata.
-Avresti potuto, ma non sarebbe stato lo stesso..saresti stato immortale, non saresti stato umano. Ma solo un angelo nel corpo di un uomo..e tu invece cos’è che vuoi?
Castiel sentì una sensazione strana, un dolore forte alla gola, un tremore al petto, e dell’acqua, dell’acqua, sì riempirgli gli occhi e scendere giù per le guance. Stava…piangendo?
-Io voglio Dean, voglio vivere con lui. Per tutta la vita. Invecchiare..e tutto il resto-spiegò, la voce incrinata dal pianto, mentre guardava la chiesa, con sullo sfondo il cielo arancione per il sole che stava per tramontare.
-E allora dobbiamo muoverci, perché la giornata sta per finire. Tu vai dal fratello spilungone, ci servirà anche il suo aiuto..io intanto cerco di vedere la situazione dentro la chiesa.
Balthazar scese dall’albero, mentre Castiel scendeva a sua volta, dirigendosi nuovamente a casa di Sam e Dean. Incontrò Sam a metà strada, a piedi:-Oh Castiel, sei sparito da casa e non sapevo dove fossi!-commentò Sam quando lo vide, senza lasciargli il tempo di parlare- dobbiamo assolutamente fermare questa pazzia di Dean!
-Sam..-cominciò a parlare Castiel, senza saper bene cosa dire mentre con passo accelerato ripercorrevano la strada per la chiesa. Da dove avrebbe dovuto cominciare? “sono un angelo e ho fatto un patto con un demone per conoscere tuo fratello?”
Ma ci pensò Balthazar per lui a iniziare quel discorso assurdo e per certi versi imbarazzante.
Balthazar camminò loro incontro. Da lontano videro il portone della chiesa aperto, l’Impala parcheggiata fuori. Probabilmente il matrimonio stava per iniziare.
-Castiel, è peggio di quanto pensassimo. Stavo guardando dalla finestra per studiare la situazione, e la ragazza si è guardata allo specchio. E’ Crowley. Capisci, è Crowley! Ha al collo la tua Grazia e questo l’ha trasformato in una ragazza. Dean è sotto un incantesimo!
La prima reazione di Castiel fu di voltarsi verso Sam per vedere la sua espressione che, come immaginava, era sconvolta:-Incantesimo? E chi è Crowley..e soprattutto, chi sei tu?-chiese interdetto guardando Balthazar dalla testa ai piedi.
L’angelo roteò gli occhi.-Castiel, non gli hai detto nulla?
-Io..io non sapevo come dirglielo.
-Voi siete matti..-disse Sam alzando le mani e allontanandosi da loro, guardando poi Castiel- sapevo che non eri del tutto normale, infatti ero contrario ad ospitarti a casa…
-Sam, non è come credi! – lo implorò Castiel, avvicinandosi a lui- lo so che ora non capisci cosa stia succedendo, ma entrambi vogliamo il bene di Dean. Riesci a fidarti di me e a cercare di impedire questo matrimonio?
-Voi siete matti..- ripeté Sam, facendo per andarsene, quando Baalthazar sbuffò contrariato.
-E va bene. L’hai voluto tu…-un suono assordante riempì l’aria, simile a un fischio. Gli occhi azzurri di Balthzar si riempirono di luce emanando la loro Grazia, e l’ombra di due ali, che Sam con i suoi semplici sensi da umano non era capace di percepire, si sprigionò nel muro dietro di lui.
-Ma cosa..-Sam barcollò poggiandosi per la sorpresa a un muretto che si trovava dietro di lui, Castiel si avvicinò e lo sorresse.
-Sam, tuo fratello sta per sposarsi con un essere malvagio. Dopo ti spiegheremo tutto, ma ora devi aiutarci a impedirglielo!
Sam annuì, pallido in volto. Baltazhar ritornò alla forma normale da umano, ringraziando che nessuno fosse in quel momento presente in quella strada per vedere la manifestazione della sua Grazia.
-Io cerco di rallentare la cerimonia. Voi andate nel bosco qui di fronte e fate questo incantesimo. Diede un foglietto a Castiel, e poi sparì con un suono di sbatter d’ali.
Castiel obbedì e insieme a Sam che sembrava reggersi sulle gambe con fatica si diresse verso la distesa di alberi vicino alla chiesa.
-Quindi gli angeli esistono..-cominciò a chiedere Sam, titubante.
-Sì.
-E cos’altro esiste?
-Mh. L’aldilà. Dio. E i demoni, purtroppo.-rispose Castiel senza troppa enfasi mentre si infiltravano nel piccolo parco pieno d’alberi. Inquadrò un tronco abbastanza largo , poi si voltò verso Sam:-Per caso hai un coltello?
Sam estrasse dalla tasca un coltellino svizzero, glielo porse e Castiel con decisione fece un taglio sul palmo della propria mano.
-Ehi ehi ma che stai facendo!-chiese Sam in preda al panico mentre l’angelo senza ascoltarlo intingeva un dito nella ferita, per poi portarlo verso l’albero e tracciare degli strani simboli.
-Stai indietro..-gli disse poi posando sul suo braccio la mano, per farlo indietreggiare. Il ragazzo obbedì, osservando Castiel che pronunciava delle parole a lui sconosciute, che ovviamente non poteva sapere fosse enochiano.
Alla fine della formula le fronde degli alberi tremavano, si alzò un vento impetuoso che scosse i rami. Il cielo si oscurò leggermente, e una figura comparve in piedi davanti all’albero che Castiel aveva intinto con il suo sangue.
Un uomo leggermente più basso di loro, con i capelli castani e il sorriso sghembo, lo guardò in maniera sprezzante. Castiel si inginocchiò a terra con fare reverenziale e Sam senza sapere bene il perché, lo imitò:-Perché ci stiamo inchinando?-sussurrò poi verso Castiel, che non ebbe il tempo di rispondere perché l’uomo aveva cominciato a parlare, avvicinandosi a loro.
-Bene bene..chi mi ha evocato?
Avvicinò una mano alla testa di Sam:-Un umano e..oh.-si bloccò quando fu vicino a Castiel.
-Ma non mi dire. Un piccolo angelo traghettatore trasformato in umano…Castiel, se la memoria non mi inganna.
-Arcangelo Gabriele..-iniziò Castiel in modo solenne, ma Sam li aveva interrotti alzando la testa.
-Aspetta, quel Gabriele? Quello dell’annunciazione? Non ci credo…
I due angeli lo guardarono per un secondo, per poi ignorarlo. Castiel continuò:-Lo so che ho infranto le tue regole, e quindi..
-E quindi non dovresti chiedermi aiuto? Lo credo bene, dovrei lasciarti marcire all’inferno a causa di quel demone. Ma mio Padre me lo rinfaccerebbe per sempre. Non si abbandonano i fratelli, nemmeno quelli più piccoli. Allora, dimmi cosa hai fatto.
Castiel iniziò a spiegargli la situazione mentre si dirigevano verso la chiesa. Sam li seguiva, frastornato e confuso.
 
Nel frattempo Balthazar, all’interno della chiesa, faceva di tutto per impedire il matrimonio. Fortunatamente anche lui era un angelo traghettatore e conosceva gli usi degli umani, anche quelli non esattamente consoni a un angelo. Per fortuna era riuscito a rallentare la messa del prete ma come altro risultato aveva ottenuto quello di traumatizzare le donne anziane che assistevano alla messa, dato che per il matrimonio iniziato di fretta non c’era nemmeno un invitato, ma le solite donne che ascoltavano una messa come un’altra, per niente disturbate dalla celebrazione di un matrimonio.
Aveva interrotto il prete quando aveva chiesto se qualcuno fosse contrario a quel matrimonio, dicendo che Dean era visibilmente omosessuale:-Ve lo giuro, stava con me prima! E abbiamo partecipato a un menage a…come si dice “dodici”, in francese?[1]
Dal canto suo Dean era completamente ipnotizzato dall’incantesimo, i suoi occhi erano vuoti e vitrei e guardavano il nulla. Crowley nascosto nel corpo di una ragazza invece, seppur infastidito, cercava di non reagire per non dare nell’occhio.
In quel momento la porta della Chiesa si spalancò, e comparve Castiel.
-Oh, ce ne hai messo di tempo!-commentò il fratello, vedendolo.
La ragazza sghignazzò, i suoi occhi azzurri diventarono gelidi:-Ormai è tardi, Castiel..-ma una forte presa non le fece finire la frase. Due braccia forti, quelle di Sam che era comparso dietro di lei, le avevano stretto la gola, e il ciondolo che conteneva la Grazia di Castiel cadde, frantumandosi. La luce di sprigionò, percorrendo la navata e arrivando fino a Castiel, che si illuminò di quella luce immensa, e i suoi occhi tornarono di quell’azzurro che gli spettava di diritto.
Dean respirò profondamente, tornando in sé. Gli occhi erano nuovamente vivi e vagarono per la chiesa, individuando quelli di Castiel.
-Cas!- gli corse incontro, percorrendo la navata, sotto lo sguardo sbigottito delle poche persone della chiesa.
-Dean!- Castiel sorrise lasciando che Dean si avvicinasse, prendendolo fra le braccia.
-I tuoi occhi..sei sempre stato tu!-sorrise, chinandosi per baciarlo. Ma nel momento in cui la luce del sole non entrò più dalle vetrate, perché tramontato, Castiel avvertì una forte fitta di dolore alla schiena, che lo portò ad accasciarsi a terra. La pelle si lacerò, facendo fuoriuscire le ali che gli umani presenti non potevano vedere. Ma il sangue sulla camicia fece spaventare Dean, che si chinò su di lui cercando di farlo sollevare.
-Cas, che succede??
Una risata diabolica si diffuse nella stanza, e la ragazza cominciò a trasformarsi, assumendo tratti spaventosi. Le corna attorcigliate, i denti affilati, le unghie lunghe. Schioccò le dita e le donne e il prete svennero tutti in un sol colpo, incapaci così di seguire ciò che succedeva. Poi con un lieve cenno del dito scaraventò Sam contro una colonna, che cadde a terra svenuto.
-Sam!!-urlò Dean in preda al panico, incapace e inutile davanti a tutta quella situazione.
-Oh il tuo piccolino non te l’ha detto? Avresti dovuto baciarlo prima, scoiattolo..- Crowley si avvicinò minaccioso, afferrando Castiel che lentamente stava perdendo la sua forma umana.
-Ora sei mio..-sussurrò in modo viscido all’orecchio di Castiel che quasi privo di sensi non riuscì a rispondere.
Il demone uscì dalla chiesa, sorridendo malvagio quando si ritrovò davanti chi si aspettava.
-Ma guarda, ciao Gabriele.
Balthazar si affiancò all’arcangelo, mentre Dean dentro la chiesa cercava di far risvegliare Sam che per fortuna sembrava non essersi fatto niente di male. Sostenendolo uscirono insieme dalla chiesa, trovandosi davanti a una scena che mai avrebbero creduto di vedere. Era buio e fortunatamente nessuno passava per quella strada. Impauriti si guardarono senza sapere cosa fare. Dean fece sedere Sam vicino al portone della chiesa, e fece per spostarsi ma Sam lo trattenne afferrandogli la giacca:-Dean no..è pericoloso.
-L’ho perso una volta Sam, non voglio perderlo di nuovo.
Lasciò il fratello da solo, avvicinandosi a quello che sembrava l’inizio di un sovrannaturale duello western.
Castiel era quasi completamente accasciato a terra, in preda ai dolori. Il suo corpo emanava una luce bluastra, il sangue continuava a uscire dalla sua schiena. Dean osservò quello strano essere che lo teneva vicino a sé, mentre lui per osservare si nascondeva dietro un albero. Cercò di ascoltare la conversazione. Il tutto era veramente assurdo.
-Per essere un arcangelo ultramillenario pensavo fossi più intelligente..-ghignò il demone, inclinando leggermente la testa.
-E io ti avevo sottovalutato perché sei solo il figlio di una strega da quattro soldi che ha venduto la sua anima solo per avere un pene più lungo[2]-commentò strafottente l’altro, facendo spegnere quell’inquietante sorriso dal viso di Crowley.
-Bè, in ogni caso sei caduto nella mia trappola. –Il demone posò una mano sulla testa di Castiel, assorbendo un po’ della sua Grazia lungo il bracco, per poi lanciarla contro l’arcangelo che, impreparato, sembrò indebolirsi. Balthazar provò a intervenire ma con uno schiocco di dita di Crowley anche lui cominciò a piegarsi su se stesso in preda alle sofferenze.
-Per ogni angelo che prendo l’inferno si rinforza, Gabriele- disse Crowley- dammi ciò che voglio, e sai cos’è, e straccerò via questo- il demone mostrò il contratto vincolante che aveva fatto firmare a Castiel. L’arcangelo si avvicinò, estraendo la sua spada angelica, che a giudicare dallo sguardo di Crowley era proprio ciò che voleva ottenere. Che la spada di un arcangelo fosse una sorta di strano e potente scettro magico? Dean non poteva saperlo per certo, ma lo immaginò.
Gabriele provò a piantarla nella carta della pergamena che si rivelò essere indistruttibile.
Il demone rise gelido per poi attaccare nuovamente l’arcangelo con altra Grazia di Castiel che sembrava accasciarsi sempre più per le sofferenze subite. La notte era illuminata da quella forte luce bianca e dalla fiamme che coprivano metà del corpo di Crowley. Uniche luci in una strada in cui tutti i lampadari erano esplosi poco prima, come in una intermittenza di massa. Dean si chiese se il tutto non fosse collegato.
Castiel aveva smesso di contorcesi. Giaceva immobile sull’erba mentre anche Gabriele subiva un cambiamento. Diventava sempre più piccolo, e meno visibile, Crowley stava assorbendo anche la sua di Grazia. La spada angelica era gettata a terra ai piedi del demone, inutile e impotente.
Ma la visione di Castiel senza forze portò Dean ad agire. Prese coraggio e si avvicinò , il demone troppo concentrato nel fare del male all’arcangelo. Afferrò quella lunga spada argentata e con tutta la forza che aveva la piantò nella schiena di Crowley. Un urlo disumano si sprigionò nell’aria, una luce accecante gli fece chiudere gli occhi, come Sam dietro di lui che ancora seduto, si coprì il viso con il braccio. Poi solo buio.
Quando Dean riaprì gli occhi, era rimasta solo la lama fra le sue mani, sporca di uno strano sangue, diverso da quello umano. Lasciò cadere a terra la spada, si inginocchiò sull’erba, dove prima c’era Castiel. Era sparito, erano spariti tutti. Sentì le forze abbandonarlo e svenne.
 
Castiel non era più un angelo traghettatore.
Non era più un angelo felice.
Avevano cambiato il suo compito all’interno del paradiso, il più lontano possibile dagli umani. Era una guardia al cancello dell’arcangelo Raffaele. L’idea di passare l’eternità immobile davanti a un cancello, insieme a un’altra guarda per niente loquace, lo rattristò come mai prima. Almeno un tempo aveva un contatto con gli umani, poteva girare per i loro paradisi. Ora più niente. Era tutto finito.
Aveva chiesto il favore a Gabriele di farlo diventare un angelo custode per raggiungere Dean, ma non era stato possibile.
-Ho fatto troppo per te, Castiel. Lo sai vero che avrei dovuto uccidere quegli umani perché ci hanno visto? Non l’ho fatto solo perché Dean ha ucciso Crowley. L’ho graziato. Ritorna al tuo lavoro: hai molto più di ciò che meriti.
Non passava un istante senza che Castiel pensasse a Dean. I momenti passati con lui, i pasti, l’uscita in discoteca, le loro chiacchierate. Le sue lentiggini, gli occhi verdi e le ciglia lunghe, quel sorriso.
Innamorarsi di un umano. Mai scelta fu più sbagliata.
Nel paradiso non c’è il tempo. Fatto sta che nonostante questo gli sembrava fossero passati anni dall’ultima volta in cui aveva visto Dean, e non ce la fece più. Pensò alle punizioni che avrebbero potuto dargli se fosse tornato da Dean. Ucciderlo? Non gli importava. Non ne valeva più la pena di vivere così.
Un battito d’ali e si catapultò giù, uscì dal paradiso, arrivò sulla terra, puntò al Kansas.
Quello che non sapeva è che Balthazar, come punizione, aveva il compito di controllarlo.
-C..Castiel è sceso di nuovo sulla terra- disse balbettante al cospetto di Gabriele.
 
Castiel svolazzò adagio sulla casa di Sam e Dean. Entrò attraverso la finestra socchiusa, attraversò il soggiorno. I due fratelli erano in cucina. Sam mangiava tranquillamente, in silenzio. Dean girava la forchetta nel cibo, guardando un punto indefinito davanti a sé. Era così..triste. Castiel per un momento pensò di avvicinarsi per infondergli un po’ di sollievo. Ma sapeva anche che se l’avesse fatto non se ne sarebbe andato più e proprio non poteva farlo stavolta. O forse sì? Per un momento l’idea di vegliare su di lui, seppur inconsistente dal punto di vista della materia, gli balenò in mente. Ma sapeva che l’avrebbero trovato, che sarebbero venuti a prenderlo, forse avrebbero anche fatto del male a Dean. E non voleva rischiare. Si poggiò sul davanzale della finestra, lasciando che le ali si agitassero al vento fresco della sera, e stava lì, lo sguardo puntato su Dean.
Dietro di lui, senza che li avesse notati, Balthazar e un po’ più imponente Gabriele osservavano la scena. Castiel stava lì a guardare Dean, la Grazia spenta e le ali leggermente inclinate verso il basso.
-Pensi che quest’umano abbia davvero qualcosa di speciale, Balthazar?-chiese Gabriele voltandosi verso il traghettatore.
-Non ho mai provato una grande simpatia per gli umani…so che è una blasfemia dirlo, ma è la verità. Però io ho visto come si sono comportati con Castiel. L’hanno accolto, gli hanno dato da mangiare…c’è del buono in loro, e Castiel se n’è accorto, ha capito ciò che nostro Padre ha trovato di bello in loro. E si è innamorato di uno di quelli più esemplari. Un fratello maggiore che combatte per le persone che ama. Mi sono ricreduto, già.
-E Castiel sarà infelice per l’eternità se non facciamo qualcosa, vero?
Si voltò guardando Balthazar con uno guardo eloquente, che in tutta risposta spalancò gli occhi:-Ma..ma se Dio..
-Oh, per favore Balthazar. Raffaele può trovare un’altra guardia da mettere davanti al suo sgangherato cancello e per quanto riguarda nostro Padre è troppo occupato per accorgersi che un angelo è andato a vivere fra gli umani. Se dovesse accorgersene me la prendo io la responsabilità.
Sam nel frattempo si era alzato dal tavolo per andare a dormire. Nella stanza, senza che Dean potesse saperlo, restavano solo lui e Castiel.
L’arcangelo sprigionò una luce dirompente da una delle sue ali, colpendo Castiel come un fulmine benevolo. L’angelo si vide investito da tutta quella luce e come dopo il patto fatto con Crowley, le braccia, le gambe, tutto si stava formando. Stava diventando umano. Si voltò vedendo Balthazar e Gabriele, sillabando un “grazie” con le labbra socchiuse.
 
Dean, che stava per uscire dalla cucina, sentì uno strano rumore. Si voltò.
Non si chiese come mai Castiel fosse comparso dal nulla davanti alla finestra. Non si chiese dove fosse finito per tutti quei mesi, dopo quella strana notte. L’unica cosa che pensò fu “sei qui”. E lo disse anche a voce alta mentre lentamente si avvicinava a lui.
Castiel annuì, sorrise. E si ritrovarono l’uno tra le braccia dell’altro come sarebbe dovuto essere fin dall’inizio.
Dean gli accarezzò il viso con una mano, e sollevandogli il mento sfiorò le sue labbra con le proprie. Un bacio lento e dolce, mentre con l’altro braccio gli avvolgeva i fianchi. Lo strinse forte a sé: non l’avrebbe lasciato volare via, mai più.
 
E vissero per sempre felici e contenti.


Fine.
 
[1] Battuta di Balthazar nella prima puntata di Supernatural in cui appare. Ho provato a cercarla ma non ho trovato il numero esatto. In ogni caso era la sesta stagione!
[2] Anche in questo caso, la cosa viene spiegata in una puntata. Ora non ricordo esattamente quale ma sì, Crowley ha venduto l’anima al diavolo per questo motivo! 




Ed eccoci arrivati alla fine di questa strana e breve fan fiction. E' stata più che altro un esperimento,la messa in pratica di un'idea che mi frullava per la testa e dovevo mettere su carta per forza! Che dire, la fine non mi ha soddisfatto particolarmente. L'unica parte che ritengo valida è il capitolo centrale, un po' perchè credo somigli veramente alla fiaba e un po' perchè c'è un po' di quel destiel che mi piace, quello delle puntate "vere" di supernatural che ci fa sognare un po'. Ma come tutti i miei "lavori", non sono particolarmente contenta.
Però spero che a voi sia piaciuta: a tratti vi sarà sembrata surreale e poco plausibile, ma insomma è ispirata a una fiaba e le fiabe non sono mai totalmete piene di logica! 
Non è uno dei miei lavori più impegnativi, nè uno di quelli per cui mi sono prodigata di più (insomma, non è come "Come il sole che sorge".Quella fan fiction mi farà impazzire!) 
E dopo questo inutile blaterare vi lascio in pace :D
Se la storia vi è piaciuta (ma anche se avete qualche critica) lasciate una recensione. Se avete qualche dubbio sulla trama, perchè magari non avete visto il film e non capite alcuni passaggi, potete dirmelo e vi spiegherò come sono arrivata a questa "trasposizione".


Grazie a tutti e alla prossima :)
  
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