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Autore: brittanaslove    20/09/2014    0 recensioni
Rachel e Quinn stanno insieme, hanno programmato il loro futuro insieme ma all'ultimo tutto sembra andare storto. Quinn rivela alla sua ragazza che non andrà a New York con lei, ma studierà a Los Angeles. Come saranno le loro vite cinque anni dopo?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: sono tornata finalmente. Mi scuso per il ritardo. La scuola sta già iniziando a occuparmi un bel po', ma spero di trovare ancora il tempo per scrivere qualcosa, ho dei bei progetti (?) in mente (eheheh). Questo potrebbe essere uno degli ultimi capitoli, infatti non avevo programmato che questa storia fosse una long, ma una mini-long diciamo. Molto mini. Mi dispiace se non vi andrà bene questa cosa (?). Buona lettura e recensite! :)


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Quinn ormai se ne era andata. Cosa aveva fatto di male Rachel per meritarsi ciò? La ragazza non riusciva a rispondere. Le aveva promesso che sarebbe stata alla sua festa, e un'ora dopo era partita. Le sembrava un po' irreale, non era da Quinn quel comportamento.

«Ciao Quinn, sono Rachel, chiamami quando puoi, ho bisogno di spiegazioni» Quinn era appena arrivata a Los Angeles, con Melissa, e le era arrivato un messaggio vocale. Durante il volo le due ragazze si erano conosciute meglio, Quinn trovava la ragazza davvero affascinante. Non voleva chiamare Rachel, si sentiva troppo in colpa e preferiva lasciar perdere per qualche giorno.

«Chi era? La tua ragazza?»
«Ex ragazza, in realtà. E' complicato, non voglio annoiarti spiegandoti la storia» Quinn si chiedeva come Melissa avesse potuto sapere della sua sessualità, aveva un gay radar davvero eccellente.
«Allora...che fai di bello stasera?»
«Nulla, credo. Di solito dopo un volo mi riposo, guardando un po' di tv nel mio appartamento magari»
«Che noia, senza offesa. Che ne dici se ci andiamo a divertire? Andiamo in discoteca, in un bar, non so»

Quinn era decisamente una tipa casalinga, ma non le avrebbe fatto male uscire, no?

«Dopotutto non ho altre cose in programma, quindi sì, mi farebbe piacere» si allontanarono dall'aeroporto sorridendo.

Melissa non aveva detto che avrebbe portato Quinn in un bar per lesbiche; e non che la cosa la mettesse a disagio, ma la bionda non era mai stata in uno prima.

Quel bar piaceva alla bionda, tanto. Si chiedeva come poteva esserselo perso in tutti quelli anni. Nel frattempo era anche preoccupata per Rachel.

«Che hai? sembri assente» la ragazza mora stava ballando sensualmente cercando di coinvolgere Quinn.
«Niente, scusa» la bionda aveva lo sguardo perso.
«Rilassati, e smetti di pensare alla tua ex»

Quinn avrebbe voluto rispondere che lei non era semplicemente una ex. Non era una storia che ormai apparteneva al passato e che era finita per sempre. Rachel era la sua anima gemella, non poteva esprimere a parole i suoi sentimenti verso la ragazza.

«Secondo me hai bisogno di distrarti» Melissa si avvicinò alla bionda e la baciò con passione. Quinn si sentì strana, le piaceva baciare le ragazze e lei non era la prima dopo Rachel, ma sentiva come se quello fosse sbagliato.
«No, no, fermati ti prego. Io... non posso»
«Stronzate»
«Tu non mi conosci, non sai cosa sto passando, e non bacio ragazze che conosco da appena due ore, neanche» la ragazza iniziava a sembrare leggermente irritata.
«Bene, allora puoi anche andartene se tutto questo ti dà fastidio. Non ho tempo da perdere»
«Infatti me ne sto andando!» ci mancava solo quello in una giornata così.

Quinn uscì sbuffando dal bar e si diresse verso il suo appartamento con un taxi.
 
***
 
La sveglia stava suonando insistentemente da dieci minuti, ma Rachel non aveva neanche la forza di alzare il braccio per spegnerla.
La festa della sera prima l'aveva stancata parecchio, e doveva aver bevuto tanto: non si ricordava molto.
La moretta controllò che tutto fosse pronto e si diresse dal parrucchiere.

La sua acconciatura era meravigliosa, i boccoli castani risplendevano alla luce del sole; per non parlare dell'abito: formato da un corpetto con dei ricami e una gonna lunghissima, tutto del colore del tramonto, rosa chiaro.

Attendeva quel giorno da più di tre anni, e Quinn, il suo primo vero amore, non era lì con lei.
«Rachel, la limousine ti sta aspettando» Santana era una delle damigelle, e anche lei era incantevole.
«Sto arrivando»

Sentiva qualcosa dentro di sé che le impediva di andare avanti, di compiere quel grande passo che l'avrebbe legata a Finn.
Voleva davvero cominciare una vera vita con Finn e formare una famiglia?

Durante il tragitto verso il comune, dove si sarebbe svolto il matrimonio, Santana notò che c'era qualcosa che non andava in Rachel ma preferì restare zitta.
La moretta non voleva mostrarsi debole, erano tutti lì. I suoi genitori, tutti gli amici, perfino i parenti più lontani provenienti da altri stati se non altri continenti.
La cerimonia stava per iniziare, la ragazza era preda di emozioni contrastanti che la tormentavano.
Gli applausi, le urla di incoraggiamento, sembravano tutti approvare così tanto la loro unione.

Quel sorriso raggiante di Finn, stupito dalla bellezza della sua futura sposa.
«Rachel sei... meravigliosa» le sussurrò il ragazzo.
«Grazie» fu quello il momento in cui si accorse dell'enorme errore che stava commettendo.

Si girò verso le sue damigelle, nonché migliori amiche. Brittany le rivolse uno sguardo interrogativo.

La moretta non smetteva di giocare nervosamente con i suoi capelli.

Si trattenne per tutta la durata della cerimonia.

«Vuoi tu, Finn Hudson, prendere come moglie Rachel Berry?»
«Sì, sì, lo voglio assolutamente»

Era sul punto di scoppiare.

«Vuoi tu, Rachel Berry...» la ragazza lasciò cadere il suo bouquet per terra e scappò, con le lacrime che le rigavano il viso, sentendo i sussurri interrogativi degli invitati.

Finn rimase scioccato, si chiedeva cosa avesse mai fatto di male.

Uscita dall'edificio, chiamò il primo taxi che vide, si diresse verso il suo appartamento e si cambiò più veloce che poteva, poi uscì: sapeva la sua destinazione.
 
  
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