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Autore: _what_    20/09/2014    0 recensioni
L'apparenza inganna. Non è solo un detto e questo Amy lo sa bene. Abituata alla gente che vede solo il suo lato esteriore e la giudica ogni volta che passa per strada. Le persone guardano, indicano e mormorano senza un minimo ritegno. Ha imparato a fregarsene lei, col tempo.
Così ha deciso di trasferirsi lontano da tutti e da tutto.
Ha scelto a caso, una cittadina dell'Inghilterra, Holmes Chapel.
Lei non lo sa, ma qui cambierà radicalmente la sua vita: dovrà mettere in discussione se stessa e i sentimenti che inizia a provare per un ragazzo che l'ha conquistata. Riuscirà ad affrontare tutto ciò?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 – FIRST DAY
 
Era da ormai dieci minuti che camminavo trascinandomi dietro le mie valigie e Muffin. Risultato? Avevo mal di gambe e stavo morendo di fame e freddo. Mi ero fermata più volte a chiedere in giro varie informazioni su alloggi disponibili in città, ma nessuno sapeva un piffero. Un signore però mi disse di provare a cercare in centro o dalle parti delle scuole perché sicuramente c’era qualche giovincello (aveva usato proprio questo termine) in cerca di coinquilini. Non che l’idea di una convivenza mi andasse molto, ma sicuramente con il mio budget non avrei potuto affittare nemmeno una piccola casetta.
Cosi mi venne un’illuminazione: avrei potuto iscrivermi a scuola direttamente oggi e controllare nelle bacheche se qualcuno cercava un coinquilino. A volte mi stupivo di me stessa. Ero proprio un genio.
Stranamente la gente qua non mi guardava di sbieco, anzi, alcuni erano cosi cortesi che ti salutavano appena ti incrociavano per strada, anche se per loro ero una completa sconosciuta con i piercing.
Dopo altri abbondanti dieci minuti di camminata arrivai in quella scuola. Mi piaceva andarci, in quella vecchia, tralasciando la vita sociale. Fortunatamente la segreteria era aperta, cosi legai il cane ad un palo li vicino perché sapevo che non avrebbe potuto entrare.
“Buongiorno, posso esserti utile?” chiese una simpatica vecchietta da dietro la scrivania. Aveva dei capelli grigi raccolti in uno chignon e degli occhiali color prugna.
“Salve. Vorrei iscrivermi” non ero una ragazza di troppe parole.
“Oh ma certo mia cara… scriva i suoi dati personali prego” mi porse un foglio e una penna sorridendomi.
Io compilai le carte, mi informai sugli orari e sui libri che dovevo prendere, e su quanto avrei pagato l’iscrizione. Mi venne un colpo quando scoprii che era quasi metà dei soldi che avevo con me.
La ringraziai e pagai subito. In cambio mi diede la lista dei libri e degli orari.
Prima di uscire guardai la bacheca degli annunci degli studenti. BINGO! C’era un certo Louis che cercava un coinquilino. Perfetto. Trascrissi l’indirizzo sulle note del cellulare, recuperai Muffin e uscii.
Siccome non avevo idea di dove andare e vicino al portone d’entrata della scuola c’era un ragazzo, feci uno sforzo e mi avvicinai per chiedergli indicazioni.
“Ciao bellezza” esordì lui squadrandomi, prima che io aprissi bocca.
Alzai il sopracciglio e proseguì senza far troppo caso al suo atteggiamento. “Senti ti sarei grata se mi dicessi da che parte è questa via, invece di provarci spudoratamente.”
Lui per un attimo rimase perplesso dalla mia risposta, poi si riprese, guardò il nome sul telefono e disse.
“vai dritta per di qua, poi giri a destra e ti ritrovi il condominio davanti”
“okay grazie.” Mi voltai e me ne andai. Odiavo i ragazzi egocentrici che erano convinti di avere tutte le ragazze hai loro piedi. Forse era anche così ma io ero l'ultima a cui si sarebbe potuto avvicinare quel riccio.
 
*toc toc* *toc toc* *toc toc*
Stavo per rinunciarci e tornare indietro quando qualcuno aprì la porta.
“Ehi ciao… tu sei?” chiese un morettino con degli occhi glaciali, veramente belli.
“ciao… ho visto un tuo annuncio sulla bacheca a scuola, stai ancora cercando un coinquilino?” dissi cercando di fare un mezzo sorriso, ma tutto quello che mi uscì fu una smorfia.
“oh, si certo! Finalmente! Non pensavo ci fosse ancora gente che cagasse gli annunci” disse facendomi accomodare. “allora qua come vedi c’è la cucina…”
“non serve che mi fai vedere tutto l’appartamento. Mi basta avere un tetto e se per te va bene avrei intenzione di trasferirmi subito. L’unica cosa che mi devi dire è quanti soldi devo darti”
“okay sono 100 al mese” disse sorridendomi a trentadue denti.
“perfetto! A proposito… io avrei un cane, ecco…” biascicai sperando che mi lasciasse tenerlo.
“è addestrato?” chiese con fare investigativo un po’ buffo.
“no ma è veramente tranquillo, giuro” come risposta mi fece un occhiolino e mi disse che adorava i cani.
Portai i bagagli nella mia stanza e mi buttai a peso morto sul letto seguita dal mio cucciolone.
Per tutto il resto della giornata stetti in camera mia a riposare e a sistemarmi, a volte Louis bussava per sapere se ero ancora viva dato che non sentiva movimenti.
In fin dei conti era simpatico dai.
Mi alzai e mi guardai allo specchio che era dietro la porta. Ero alta e magra. Avevo dei capelli lunghi e mossi che senza la tinta rossa sarebbero stati di un bel castano chiaro. Poi mi soffermai sul viso: occhi grandi e marroni, il piercing sul sopracciglio e uno sul naso. Feci la linguaccia alla mia figura riflessa in modo da far spuntare anche il piercing che avevo sulla lingua. Mi piacevo cosi com’ero.
Guardai l’orologio appeso sopra la scrivania: 19.00. Ora di cena. Pensai che fosse meglio andare a preparare qualcosa in modo da rendermi utile in qualche modo. Indossai un paio di leggins grigi scuro e una felpona nera con disegni astratti bianchi.
“Louis devo preparare qualcosa da mangiare?” lo trovai seduto sul divano intento a guardare i cartoni.
“tranquilla prendo ogni sera la pizza, anzi dovrebbe arrivare a momenti.” Disse facendomi segno di sedermi vicino a lui. “finalmente sei uscita dalla tua stanza”
“ma come non puoi mangiare ogni giorno pizza!”
“scusa ma non so cucinare!” si difese alzando le mani come per dire che lui non ci poteva far nulla.
“ok ok da domani si cambia, andiamo a fare la spesa e d’ora in avanti preparo io!” lui acconsentì senza darmi troppa corda, era concentrato sul suo programma.
 
Ci rifocillammo di pizza al salamino piccante e parlammo del più e del meno per una mezzoretta, poi io me ne tornai in camera per andare a dormire.
Misi il mio pigiamone a pois e mi strinsi nel piumone. Quanto era morbido.
Prima di addormentarmi ripensai al mio primo giorno a Holmes Chapel: sembrava che qua le persone avessero una cultura completamente differente da quella italiana, modi di pensare diversi.
Avevo fatto praticamente metà città a piedi e la maggior parte non mi aveva guardato dal’alto in basso.
Forse mi dovevo ricredere sul giudizio che avevo degli altri. Forse non tutti si facevano ingannare dall’apparenza.
  
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