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Autore: Mirai No    03/10/2008    4 recensioni
"Sbadigliò. Bulma, nonostante fosse presa dal racconto del figlio, se ne accorse, e le chiese se per caso voleva andare a letto.
Mirai scosse la testa, sentendo di colpo una fitta di paura. Non voleva allontanarsi da Trunks. Ora più che mai. Temeva, in modo del tutto irrazionale, che il ragazzo, se solo l’avesse lasciato per un attimo, avrebbe potuto scomparire in un’altra epoca, o semplicemente andarsene. "
La mia prima fan fiction, alla quale tengo davvero tanto.
E' stato inserito il 14° Capitolo
ATTENZIONE: Ho modificato un po' il secondo capitolo che presentava alcune incoerenze. Grazie moltissimo a Son Kla
Questa storia è "Riporta la pace... Rendile la voce" col titolo modificato.
Questa storia è scritta da me e da Pepesale
Genere: Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 – MIRAI

La ragazzina gli si strinse contro. Trunks le carezzò appena i capelli, tentando di tranquillizzarla.
Notò che lei impiegò poco ad abituarsi all’idea di star volando. Però sembrava non gradire l’altezza, e si strinse ancora maggiormente al giovane.
«Tranquilla» provò a rassicurarla lui. «Va tutto bene».
Lei alzò la testa a guardarlo negli occhi, e che sguardo!
Era un po’ di tristezza e un po’ di rammarico.
Trunks ne fu colpito. Era la medesima espressione che sarebbe potuta stare sul viso di una madre mentre il figlio piccolo non vuole capire che sott’acqua non si respira.
Poi la ragazzina abbassò nuovamente lo sguardo, di colpo.
E finalmente Trunks giunse in vista della propria casa. Atterrò nel cortile, e subito posò a terra la ragazzina, la quale parve alquanto lieta.
Guardandola, il saiyan notò che aveva un taglio sul dorso della mano.
«Ti fa male?» chiese, prendendole delicatamente il polso. Lei si strinse nelle spalle, chinando la testa in avanti.
Trunks la osservò.
Era magra. Aveva capelli castani che le arrivavano all’altezza del mento.
Notando di essere scrutata, alzò gli occhi ad incrociare quelli di Trunks, il quale si ritrovò a guardare in iridi dal colore strano.
Grigioverdi, o grigioazzurre, forse.
La prese per mano. «Vieni» la invitò.
Entrò in casa con la ragazzina di fianco.
«A proposito» esordì mentre iniziavano a scendere le scale, «io sono Trunks». Lei non replicò e i gradini finirono.
Il ragazzo si guardò attorno un attimo. «Mamma!» chiamò.
Una donna con lunghi capelli azzurri raccolti in una coda di cavallo comparve in corridoio.
«Ciao, Trunks, sei tor…». Si interruppe vedendo una bambina sconosciuta accanto al figlio.
«Ciao» la salutò. Lei non rispose, stringendo maggiormente la mano di Trunks.
Bulma fu intenerita da quel gesto che tradiva un gran smarrimento.
«Come ti chiami?» le chiese, più gentilmente che poté.

Mi morsi un labbro. Non riuscivo a rispondere e mi dispiaceva davvero.
«Credo sia muta, mamma» intervenne il ragazzo di nome Trunks. «Non che sia nata così» specificò, «ma che la sia diventata».
Si voltò verso di me, abbassandosi in modo da avere gli occhi alla stessa altezza dei miei.
«Ti va bene se ti chiamiamo Mirai?» mi chiese piano.
Scrollai le spalle, poi annuii.
«Lei è Mirai» dichiarò Trunks, rivolto a sua madre, rialzandosi.
Lei mi sorrise. «Piacere di conoscerti, Mirai, io sono Bulma» disse.
Le rivolsi un timido cenno.
«Perché Mirai?» domandò poi la donna, rivolta a Trunks.
«Perché è l’unica cosa che le ho sentito dire» rispose il ragazzo.
Lo fissai confusa. Io avevo detto “Futu” in realtà, ma non obbiettai. Primo, perché non ero in grado di farlo, secondo non avevo affatto voglia di venir chiamata Futu.
Poi, improvvisamente, capii. Il ragazzo doveva aver capito che avevo voluto dire “Futuro”, e perciò mi aveva chiamata di conseguenza “Mirai”.
Geniale. Mi piaceva.
Poi mi strinsi nelle spalle con un brivido, perché, nonostante tutto, avevo ancora paura.


Bulma notò il ritorno dello smarrimento sul viso della bambina, e decise di fare qualcosa per tentare di mitigarlo.
«Hai fame?» le domandò. Sapeva che il cibo avrebbe sicuramente rincuorato un saiyan, e voleva vedere se sarebbe valso anche per tranquillizzare una bambina.
La ragazzina annuì timidamente, al che la donna le porse la mano.
«Coraggio, vieni» la invitò.
Mirai esitò, poi prese la mano di Bulma, la quale, seguita da Trunks, la condusse in cucina. Lì la fece accomodare.
La ragazzina si sedette, a disagio.
Bulma le servì formaggi, pane e un po’ di prosciutto, e non si stupì quando la piccola divorò ogni cosa.
Le servì inoltre del latte e qualche biscotto.
Quando Mirai ebbe trangugiato pure quello, parve rilassarsi leggermente. Sorrise, grata e impacciata, a Bulma, la quale ricambiò di buon grado il sorriso.
«Quanti anni hai?» le chiese.
La ragazzina mostrò le dieci dita delle mani tese, poi, dopo aver richiuso per un momento i pugni, alzò tre dita.
«Tredici?» fece Bulma.
Mirai annuì.
«Trunks ne ha diciassette» aggiunse Bulma. Poi si accorse del taglio della ragazzina.
Mentre lo curava, le raccontò un po’ di avvenimenti, tanto per parlarle, e sul viso di Mirai restò un’espressione educata ma distaccata.
Quando Bulma ebbe finito si rivolse a Trunks: «Io vado a cercale degli abiti confortevoli» dichiarò, accennando ai vestiti piuttosto logori della ragazzina. «Tu intanto falle vedere la casa».
«Ti lascio con Trunks. Se hai bisogno di qualcosa faglielo notare» disse a Mirai.
Quest’ultima si limitò a stringere le spalle.

Dopo che la signora se ne fu andata presi a fare alcuni ghirigori sul tavolo, usando un dito. Continuai sinché Trunks non mi chiamò. «Mirai?»
Alzai la testa.
«Vuoi vedere un po’ la casa?» mi domandò il ragazzo.
Contemporaneamente mi pose davanti un foglio e una matita.
«Allora?»
Ci pensai un attimo, poi scrissi: se per te va bene…
Lui sorrise. Lo guardai, notando che aveva un bel sorriso.
Poi mi domandò piano, quasi non fosse sicuro della mia eventuale risposta: «Puoi scrivermi come ti chiami?»
A quella richiesta mi irrigidii. Mi morsi un labbro, guardando il foglio bianco, poi lo spinsi lontano.
Il ragazzo osservò quel gesto di rifiuto, ma non disse nulla.
Mi condusse per i corridoi, mostrandomi molte stanze. Per ultima lasciò la propria.
Me la fece vedere di buon grado. Il mio sguardo, però, fu subito attratto dai numerosi libri che vi si trovavano.


Trunks guardò in silenzio Mirai avvicinarsi ai libri.
La ragazzina sfiorò col dito il dorso di un volume, con un’espressione di nostalgia sul viso. Ritraendo la mano urtò lievemente un portamatite, ed esso cadde.
Mirai arrossì e si chinò verso di esso. Contemporaneamente Trunks si era avvicinato in fretta. Entrambi tesero le mani verso l’oggetto, e quelle si sfiorarono.
Mirai si fece scarlatta in volto e ritirò di colpo la propria, stando poi a guardare Trunks che sistemava il portamatite.
Il ragazzo infine si girò verso di lei, e le vide un’espressione mortificata sul viso.
«Non preoccuparti» tentò di rassicurarla, «ho messo tutto a posto».
Gli occhi strani della ragazzina incontrarono desolati quelli del saiyan.
Non tentare di fare l’impossibile. È inutile, puoi provare e riprovare quanto vuoi. Gli esseri umani sott’acqua non respirano.

Rieccomi!
Ringrazio moltissimo vivvina e bellissima90. Spero continuerete a seguirmi e a recensire! Poi un ringraziamento speciale va a Pepesale, la mia “cucciola”, che mi ha aiutata tantissimo.
Per ora non è molto interessante, dal momento che anche questo capitolo è per introdurre i personaggi. Però prometto che poi si farà più bello.
Un abbraccio,
Mirai No
ATTENZIONE: fra poco il titolo sarà cambiato in “PARLAMI DI PACE”. Penso sia meglio... datemi anche il vostro parere...
N.B. : Son Kla mi ha fatto notare alcuni errori, che ho corretto, la ringrazio tantissimo.
  
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