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Autore: Veruska Marija    21/09/2014    3 recensioni
"La prima volta che la vidi pensai che fosse solo una pazza, una fan che si spingeva al limite pur di incontrarmi, ma mi sbagliavo."
A New York durante una pausa dalle riprese di The Originals una ragazza entra nella vita prima tranquilla di Joseph Morgan. Lei ha un passato problematico che fatica a raccontare e Joseph vuole aiutarla. Vuole conoscerla e pian piano riesce a farle svelare i propri demoni, quelli che l'avevano fatta finire in una casa di cure dalla quale la ragazza è scappata.
P.S. In questa storia la relazione tra Joseph e Persia White non esiste.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joseph Morgan, Joseph Morgan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5. Is this the truth?
 
-Jocelyn, ho sbagliato tutto in questi tre anni, puoi perdonarmi?-
Quella di Seth era stata una supplica e a questa lei rispose con filo di voce.
-Come puoi pretendere di tornare così e pensare che io faccia finta di nulla?-
-Io non volevo andarmene, i tuoi gen…-
Lo interruppe freddamente:
-Ma l’hai fatto.-
-Sono stati i tuoi genitori ad obbligarmi, sai che non l’avrei fatto altrimenti, sai che ti sarei stato accanto giorno e notte per tutta la vita.-
Era incredibilmente serio, sembrava dire la verità, ma ciò, come tutti e tre sapevamo, non cancellava le sue azioni.
-Eri l’unica persona che avevo e lo sapevi, come hai potuto abbandonarmi?-
-Se fossi rimasto sarei finito in prigione, i tuoi volevano accusarmi di stupro e tu eri ancora minorenne. Erano riusciti a montare una storia in cui tu tentavi il suicidio per colpa dei miei abusi e non perché…-
A quel punto non riuscì più a parlare, aveva le lacrime agli occhi e le parole non volevano saperne di uscire dalla sua bocca. Sembrava distrutto, sembrava che i ricordi stesserò uccidendo anche lui.
Jocelyn asciugò una lacrima dal volto di Seth, ma poi ritrasse subito la mano. Poi parlò piano, a bassa voce.
-Comunque ancora non capisco perché sei qui. Tu hai voltato pagina. Perché ricomparire e rischiare di peggiorare la situazione?-
Il ragazzo sospirò.
-Io non ho voltato pagina, convivo con il dolore ogni giorno proprio come fai tu.-
Jocelyn scoppiò a piangere dal nulla e Seth fece per abbracciarla, ma lei con un gesto lo scacciò via.
-Non toccarmi Seth. Non provare a toccarmi ancora.-
Lui ovviamente rimase pietrificato.
Per la prima volta da quando era arrivato il ragazzo, smisi di fare l’osservatore e intervenni. Beh, diciamo che provai ad intervenire perché proprio non sapevo cosa dire, misi una mano sulla spalla di Joce e aprii la bocca, ma non ne uscì nulla. Parlò lei.
-Joseph, andiamo via, torniamo all’hotel.-
-No, Jocelyn ti prego. Cosa ti fa pensare che io non ci soffra?-
-Una foto.-
Detto questo si alzò e si incamminò senza aspettarmi. Seth rimase spiazzato, mi guardò implorandomi di fare qualcosa. Strinsi le spalle per fargli capire che non c’era niente da fare e seguii Jocelyn. Ci seguì anche lui.
-Che foto?-
Lei camminava senza degnarlo di uno sguardo.
-Jocelyn, che foto?-
Ancora nulla.
-Vuoi dirmi che cazzo di foto hai visto?!-
Lui aveva urlato sempre più forte urtando, inevitabilmente, i nervi di Jocelyn che erano già stati messi a dura prova quel giorno. Lei si girò e gli sputò in faccia queste esatte parole in faccia:
-Quella in cui ti sbaciucchi una biondina.-
-Come…?-
Non terminò la domanda, rimase lì a fissarla con la bocca aperta per l’ennesima volta.
-Me l’ha mandata mia sorella, ora vuoi lasciarmi in pace?-
Tutta la finta sicurezza di Jocelyn se n’era andata in un secondo e non era riuscita a pronunciare quell’ultima frase senza singhiozzare.
Seth scosse la testa guardandosi i piedi, poi alzò lo sguardo verso Jocelyn e le prese il volto tra le mani.
-Adesso ti spiego tutto, ascoltami per favore.-
Non aspettò nessun assenso e continuò a parlare.
-Due anni fa sono uscito con una ragazza, l’unica in questi tre anni. Era una modella con cui avevo lavorato e con cui mi ero trovato bene. Siamo stati insieme cinque mesi più o meno. Le avevo raccontato la nostra storia e lei mi stava aiutando a dimenticarti perché era quello che volevo fare, ma non ci riuscivo da solo. Magari con qualcun altro ci sarei riuscito e lei sembrava la ragazza giusta. Con il tempo però ho capito che non potevo sostituirti e che quello che provavo per lei era solo affetto, non era niente di più che un’amica. Ho passato tutto questo tempo pensando a come riavvicinarmi a te, voglio essere sincero però, non ho trattenuto i miei istinti. Voglio dire, se mi capitava di dover fotografare delle modelle attraenti e poi loro ci stavano non esitavo ad andarci a letto, ma era solo sesso. Non provavo niente. Jocelyn sei l’unica per cui abbia mai provato qualcosa, stavo aspettando perché avevo paura di quello che avrebbero potuto ancora fare i tuoi genitori, ma quando ti ho visto in tv che cercavi di gettarti da quel palazzo non ce l’ho più fatta. Stavo solo sprecando tempo. Forse le cose tra noi due non torneranno mai come prima, ma vorrei che mi permettessi di fare di nuovo parte della tua vita. Perdonami, ti prego.-
Lei annaspava con il volto ancora tra le sue mani, sembrava stesse per soffocare. Faceva cenno di no con la testa, ma si gettò tra le sue braccia e pianse ancora. Seth la stringeva a sé e le accarezzava la schiena.
 
Dopo quell’ultima crisi di pianto Jocelyn si staccò da Seth dicendogli che doveva pensarci e gli promise di scrivergli nei giorni successivi. L’incontrò finì lì, si salutarono e si incamminarono ognuno per la propria strada. Io, da bravo spettatore, non dissi nulla e camminai fino all’hotel seguendo la ragazza.
 
Quando entrammo in camera Joce si sedette per terra con la schiena contro il muro e si prese la testa tra le mani, credevo sarebbe scoppiata di nuovo in lacrime, invece, sospirò. Chiusi la porta e mi abbassai per essere alla sua stessa altezza, le chiesi come stava e intanto mi misi ad accarezzarle dolcemente i capelli. Alzò il volto sorridendo debolmente e mi disse che non stava bene, ma che sarebbe potuta stare molto peggio. Cercai di sorriderle per quanto la situazione me lo permettesse. Mi sentivo sempre più coinvolto emotivamente in quella storia. Capii che avevo bisogno di staccare un po’ da tutto quel vortice di emozioni che iniziano a risucchiare anche la mia anima e quindi le dissi che dovevo uscire ricordandole la promessa che mi aveva fatto.
-Starò qui buona e non farò sciocchezze. Magari mi faccio un bagno per scaricare la tensione…-
-Brava bimba. A dopo.-
Salutandola avevo smesso di accarezzarla, ma la mia mano era scesa ed era rimasta appoggiata sul suo braccio come a confortarla. Eravamo così vicini e prima di alzarmi non potei farne a meno. Le lasciai un bacio a stampo e uscii.
 
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Rieccomi con il quinto capitolo! Scusate se è corto, ma... mi è venuto così.
Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e in particolare D a k o t a che per mia fortuna è sempre qui a recensire e MrsSomerhalder che ha aggiunto la storia tra le seguite.
Un bacio a tutti
Veruska Marija
   
 
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