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Autore: Female_Weezy    21/09/2014    1 recensioni
*Storia ripostata*
Cinque ragazze, una completamente diversa dall'altra ma hanno una cosa in comune: stanno lottando per
una vita migliore. Tutte e cinque si ritroveranno a vivere nello stesso appartamento e nonostante le incomprensioni
e le discussioni, alla fine riusciranno a volersi bene come sorelle.
Courtney, Anne Maria, Gwen, Dawn ed Heather presto scopriranno cos'è la felicità.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Maria, Courtney, Dawn, Gwen, Heather
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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Heather Wilson, 18 anni, ex studentessa di liceo ed ex drogata.

Alta, pelle chiara,capelli neri lunghi e lisci, occhi leggermente  a mandorla grigi, fisico magro, origini asiatiche.
Una mente diabolica, un cuore di pietra, senza pietà, la paura fatta persona del liceo. Solo la popolarità ed il successo contavano per lei, nient’altro.
Poi finì nel mondo della droga.

Come?
Così.

Heather Wilson, colei che comandava, colei che era imponente, se ti mettevi contro di lei eri finito. In titolo di ragazza più popolare della scuola, aveva chiunque ai suoi ordini. La sua popolarità era dovuta ad una bellezza orientale, un carattere di ferro, un cuore di pietra, un’intelligenza elevata e i soldi.
Era piena di amiche, che facevano tutto quello che lei voleva, quando era impreparata poteva sempre contare sull’aiuto di qualche secchione che le faceva i compiti o le verifiche, aveva i ragazzi più belli ai piedi, partecipava alle feste più esclusive e aveva i vestiti più belli di tutti.
Se ti prendeva di mira e ti scherniva, dovevi cambiare paese, o saresti stato una vittima per tutta la durata del liceo.
La ragazza aveva tutto e si sentiva perfetta. Non finchè iniziò quel periodo.
Come al solito a ricreazione Heather camminava per i corridoi circondata da ragazza, ovvero delle sue “amiche” che avevano la fortuna di non essere odiate, o almeno non troppo, da lei, e come camminava guardava male chiunque le capitasse a tiro. I poveracci si nascondevano, in preda al panico, pensando di essere stati presi di mira dalla Calcolatrice. In realtà ormai Heather lo faceva per divertimento, sogghignando alla vista di tutti quegli sfigati mangiarsi le unghie fino all’osso all’idea della loro vita finita.
Appena arrivata in mensa si sedette al suo tavolo esclusivo, ovvero il suo preferito, e nessuno osava avvicinarsi. Si accomodò a capotavola, tirando fuori l’Iphone 6, e ignorando i vari messaggi. “Tiffany, corri a prendermi un’insalata” disse Heather, rivolta ad un’amica dai lunghi capelli biondi. “Ma Heather… ho i soldi solo per la mia di insalata e..” “Vorrà dire che oggi salterai il pasto, tesoro!” esclamò Heather guardando la bionda dritta negli occhi, facendo in modo che si alzasse subito.
Questo era un classico episodio scolastico. Ma una sera, mentre era nella discoteca più IN di Toronto, Gold Luxury, Heather si avvicinò ad uno dei ragazzi più belli della sua scuola, Brian Brooks, un giocatore di football dai capelli biondi lucenti, l’abbronzatura perfetta, gli occhi verdi, un fisico muscoloso e un cervello equivalente ad una prugna secca.
“Ciao, Brian” si avvicinò sorniona la ragazza avvolta nel suo stretto minidress rosso fuoco.
“Ehy Heather” si voltò lui “Che bello vederti stasera. Posso offrirti da bere?”
“Certo, perché no” rispose la ragazza senza pensarci due volte. Dopo aver bevuto un Long Island e mezzo, aver ballato al centro della pista sotto gli occhi di tutti, il mascara colato per il sudore, Brian si avvicinò ad Heather “Che ne dici di appartarci in un posto più tranquillo?”
“Certo Brian” ridacchiò l’asiatica.
Dopo averla portata con il motorino in un grande campo, Brian salutò altre persone, sforzando la vista Heather si accorse che erano altri ragazzi della sua scuola, Justin Hoffman, Seth Williams, Mark Jhonson e altri, tutti belli, popolari ed idioti. Erano accampati con delle tende e un grande fuoco nel mezzo del campo, c’erano anche tavoli con sopra bottiglie di ogni genere di alcolico. Aveva notato altri ragazzi incappucciati, ma non ci badò subito.
C’erano anche delle ragazze, alcune le conosceva, erano della sua scuola, non popolari come lei ovviamente, ma avevano la fama di essere delle grandi puttane. Infatti erano in shorts cortissimi e canottierina o minidress troppo corti e stretti perfino per Heather. Le altre non le conosceva, ma anche loro erano vestite poco, per non dire svestite.
“Heather vuoi?” le chiese Brian improvvisamente facendo prendere un colpo alla ragazza.
“Cos’è?” chiese, guardando della polvere bianca in un sacchetto.
“Zucchero” rispose sogghignando una ragazza vicino a loro, con dei lunghi capelli rosso fuoco, trucco eccessivo, un neo vicino al labbro, numerosi tatuaggi sulle braccia, vestita con hot pants di jeans e una t shirt di Bob Marley.
“Credi di essere divertente?!” la attaccò Heather, ma Brian la fermò.
“Calmati Heather, Naomi scherzava solamente, so che sai cos’è”.
“Cocaina? E allora?” chiese Heather, cercando di nascondere un nuovo sentimento per lei.
Disagio. Di solito era lei a mettere a disagio la gente. E scoprì che non era per nulla piacevole.
“C-certo che voglio” rispose la ragazza incerta, non poteva passare per debole.
“Perfetto!Naomi preparaci delle strisce, offro io” rise il ragazzo, ma Heather voleva solo tirargli un pugno e scappare, ma non poteva.
La ragazza liberò un tavolo dalla bottiglie vuote sollevandolo e vennero fuori sei strisce perfette bianche.
Il ragazzo le infilò dei soldi negli hot pants, dopodiché la ragazza se ne andò,lanciando uno sguardo di scherno ad Heather.
Il resto della serata Heather lo passò a drogarsi contro la sua volontà, della serie “Se non lo faccio, penseranno che sono una sfigata,e io non posso permetterlo”.
La mattina dopo Heather si trovò sdraiata in mezzo all’erba insieme ad altra gente.
La voce non perse tempo, in poco meno di una settimana  in tutta la scuola si vociferava “Heather Wilson è una drogata” “La Wilson si droga, hai sentito?!” “Cosa non si fa per attirare l’attenzione… e non è semplice erba, ma proprio cocaina,crack, cose del genere…”
Ma dopo un po’ Heather non badava più alle voci, non rispondeva alle odiosi ed insistenti domande su Ask, Heather usufruiva dei soldi dei suoi per comprare la droga, ne stava diventando lentamente dipendente.
A scuola non ci andava più, era sparita dalla circolazione. La Wilson andava in quel campo a drogarsi.
Ma una cosa una sera le fece cambiare idea.
Una sera, mentre raccoglieva da delle casse sacchetti di plastica con cristalli di crack, sentì delle urla.
Corse e vide una sua amica, Karen, che le uscivano flotti di sangue dal naso, le si erano rotti vari capillari, al naso aveva una specie di schiuma, un misto tra coca e sangue. Il top a fascia fucsia era macchiato di sangue e lei strillava. Iniziò a correre come un’indemoniata senza motivo, mentre altre ragazze la rincorrevano per fermarla. Vicino a quel campo c’era un fiume e lei, drogata ed impazzita, corse fin lì. Ma mentre urlava e correva, inciampò in uno dei massi sulla riva del fiume, e, cadendo fin troppo velocemente, sbattè la faccia contro un sasso enorme e appuntito. Non si alzava più, e il sasso era completamente rosso. Tutti iniziarono a gridare, ma Heather rimase proprio scioccata, perché lei aveva visto bene, non era drogata.
Scappò via, entrò in casa, e si chiuse in camera. Rimase sotto shock quattro mesi, incapace di scacciare quel ricordo dalla mente. Aveva paura che potesse succedere anche a lei. In quei quattro mesi andò di usa volontà in un centro per tossici. Ne uscì sana, almeno credeva. Ancora, anche se poco, sentiva quella voglia immensa di polvere bianca.

Un mattino di settembre, l’asiatica stava camminando per le strade di Toronto. Si stava  dirigendo verso quell’appartamento, che aveva letto in un certo giornale.
Doveva cambiare aria, doveva dimenticare, doveva smettere.
 
 
  
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