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Autore: Marte97    21/09/2014    1 recensioni
Avete mai pensato ad una schiappa matematica?
Ad un genio informatico?
A dei piccoli e simpatici robot?
Ora mescolate tutto e avrete una storia divertente, leggera, che scherza sulla scuola e la tecnologia che sempre più ci invade
Genere: Comico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non esiste una frase o, più semplicemente, un termine, adatto a descrivere l'odio che provo per la matematica. 
Ogni volta che osservo quei numeri, quelle espressioni o quelle potenze penso che dietro ogni singolo calcolo vi sia un ché di misterioso, di fantascientifico, linguaggi comprensibili solamente alla prof di matematica.
Non sono solo io a pensarlo; la mia intera classe osserva le equazioni sulla lavagna senza sapere dove iniziano e dove finiscono.
Ascolto spesso i discorsi di alcuni ragazzi e ragazze che asseriscono di non capire un accidente di matematica come me. Però, non si sa bene per quale mistero della natura, alla fine dell'anno loro hanno otto ed io ho il quattro perenne.
Così, due mesi fa, mi decisi a trovare una soluzione che raddoppiasse i miei quattro in otto; per metterla a punto mi serviva il secchione di terza C, l'unico, l'invincibile Paolo Milesto. 
Io e Paolo eravamo amici più o meno dai tempi delle medie, da quando lui mi aveva chiesto di aiutarlo in una verifica di analisi grammaticale e, da quel giorno, eravamo in buoni rapporti. 
A differenza del qui presente imbranato, Paolo è un genio in matematica e, soprattutto, in informatica. 
Da tempo il mio geniale compare stava lavorando ad un prototipo di robot, non uno di quegli aggeggi dalle sembianze umane che calciano piccole palline robotiche, ma una specie di scatoletta ovale, con due piccoli puntini luminosi sulla parte superiore che avrebbero dovuto fungere da occhi e orecchie. 
Paolo mi accennava già da un paio di settimane che il suo "piccolo bambino"(così lo chiamava) stava per essere ultimato.
L'idea geniale mi arrivò una sera, mentre ero intento a parlare al telefono con la più bella ragazza della terra, ovvero Annalisa. Lei stessa mi aveva fornito l'idea dicendomi « Ti ci vorrebbe un robot che ti facesse tutti i compiti per recuperare il tuo ultimo due ». 
Chiusi la chiamata quasi immediatamente per iniziarne un'altra lunga e complessa con Paolo; alla fine convinsi il mio caro amico a cercare di acquistare su internet un microchip che potesse svolgere qualunque quesito matematico. 
Le settimane passavano e Paolo non riusciva a racimolare tutti gli oggetti necessari per creare un programma che s'addicesse alle mie esigenze. 
Una sera il mio cellulare vibrò e arrivò la notizia tanto attesa: il robot era pronto per me.
L'inventore pazzo disse che era come un bambino e, per farmi ubbidire, gli dovevo trovare un nome, uno qualunque. E, quale nome era migliore di Salvatore, il robot calcolatore? Nessuno immagino!
Salvatore sapeva riprodurre perfettamente la mia grafia ed era in grado di correggermi le formule di matematica che gli ripetevo a voce. In pratica, io scrivevo l'espressione, la infilavo in un apposito spazio e il diligente Salvatore la svolgeva correttamente e pareva anche divertirsi. 
Sì, mi dissi, la matematica è proprio roba da robot!
Avevo anche un altro robot, più piccolo, che si legava al polso come un orologio e questo si chiamava Vito il piccolo mito. In pratica sapeva qualunque cosa e, durante le verifiche, me la suggeriva; se la prof si avvicinava Vito diventava un normale orologio. 
I nove e i dieci erano diventati un luogo comune ma, un giorno, sull'ultima verifica, vidi un bel quattro. 
Paolo diceva che entrambi i robot funzionavano benissimo ma poi ripresi un altro quattro. 
Annalisa, che sapeva dei miei due piccoli aiutanti, mi disse che aveva notato nella prof di matematica un comportamento strano negli ultimi giorni, troppo furbo per la vecchia megera che era. 
E poi la risposta arrivò chiara la mattina seguente.
« Buon giorno ragazzi » esclamò un po' troppo allegra la prof di matematica « voglio presentarvi il mio assistente...Eccolo! » asserì posando sulla cattedra una piramide d'acciaio con due piccole righette orizzontali verdi « Portento, il robot anti suggerimento! Per esempio...Michele, tu sai qualcosa di robotica? »
« Io?! Ah, no prof, mi dispiace... »
« Sapete ragazzi, il mio Portento ha già dato due note...una a Vito e una a Salvatore...Da quel giorno non hanno più suggerito! » 
Annalisa si voltò a guardarmi e rise di gusto. La vidi scrivere qualcosa a matita su un quaderno e poi chiese a Davide di passarmelo.
Aveva scritto solo poche parole, ma bastarono "Tutta roba da robot!"
   
 
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