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Autore: SusanButterfly    21/09/2014    3 recensioni
[Reyna/Piper] [accenni: Annabeth/Percy, Nico/Jason, Rachel/Octavian] [AU, High School]
Reyna e Piper: due ragazze molto diverse, con un passato molto simile in comune. Entrambe prese di mira da tutti, dovranno affrontare un mare di problemi prima di poter finalmente ottenere la felicità che meritano. Gli eventi spesso tragici che saranno costrette a vivere compiranno l'importante ruolo di avvicinarle, e sarà fondamentale il sostegno dei loro pochi ma fedeli amici. Tra amicizie, gelosie, amori e prese in giro, un' AU scolastica le cui coppie sono una ventata di freschezza nell'aria stantia dove si trovano sempre le stesse cose.
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Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Octavian, Piper McLean, Quasi tutti, Rachel Elizabeth Dare, Reyna
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Nota: il nome “Axel Mortmain” non è una mia invenzione; bensì si tratta del nome dell'antagonista della saga “Shadowhunters- Le origini” di Cassandra Clare. La saga di Shadowhunters non è in alcun modo collegata con questa storia, ma ho voluto usare il nome perché mi è sembrato perfetto per un personaggio.

 

Capitolo 3

 

Pov Reyna

Finite le lezioni Reyna corse fuori dalla classe, ma non riuscì a trovare Axel da nessuna parte.

Dopo qualche minuto di ricerca lo avvistò in cortile, appoggiato ad un muretto, con una sigaretta tra le labbra.

Reyna aspettò che la maggior parte dei ragazzi se ne andasse, quindi si avvicinò di soppiatto alla sua preda.

Il ragazzo stava appoggiato contro il muretto, con un'espressione corrucciata in volto e fumava anche se, Reyna aveva sentito dire, odiava il fumo; probabilmente pensava che, fumando, le ragazze avrebbero pensato “lui sì che è un figo!” … ma al momento il suo piano non aveva funzionato.

La ragazza gli saltò addosso, sbattendolo contro il muretto, premette forte un ginocchio contro il suo petto e gli serrò la gola con un braccio.

-Non oso nemmeno immaginare che cosa possa esserti passato per la testa … colpire una ragazza innocente solo perché te l'ha ordinato quell'oca di Drew!- sbottò Reyna, avvicinando il viso a quello del ragazzo in modo che lui sentisse il suo fiato sul collo e vedesse bene il livido che le aveva procurato -Se non mi fossi messa in mezzo, probabilmente a quest'ora Piper sarebbe in infermeria, per colpa TUA!- premette più forte il ginocchio contro petto di lui, che a quel punto era piuttosto spaventato -Consideralo un avvertimento, Axel Mortmain. Questa volta ti lascio andare, ma la prossima non sarò altrettanto clemente! Chiaro?!-

Il ragazzo deglutì, fingendosi spaventato, e annuì fissando un punto alle spalle di Reyna.

-Che … che stai guardando?- domandò la ragazza, e Axel mosse la testa in direzione del punto imprecisato.

Reyna fece l'errore di voltare la testa. Il ragazzo le fece lo sgambetto e lei cadde a terra, con una macchina da guerra da 85 chili addosso.

Il ragazzo fece per tirarle un pugno, quando Rachel si materializzò davanti ai due litiganti in un turbinio di capelli rossi.

-Reyna Avila Ramìrez Arellano! Cosa diavolo stai facendo?- strillò la ragazza, e Reyna non poté fare a meno di pensare che era comico farsi sgridare da un'individua del genere: una massa di ricci rossi spettinati, dei jeans sporchi di pennarello e un grembiule tutto sporco di colore.

Rachel fulminò entrambi con lo sguardo, quindi ordinò a Reyna di seguirla, dopo aver lanciato un'ulteriore sguardo assassino in direzione di Axel.

-Arellano … questa me la pagherai cara! Tu e quella sfigatella della tua amica indigena!

Gridò Axel alla ragazza ispanica, che si trattenne dal saltargli addosso per ciò che aveva appena detto su Piper.

 

-Reyna, mi stupisce che tu riesca sempre a passare dalla parte del torto! - sbottò Rachel, quando trovarono un angolino appartato per parlare.

La ragazza le aveva raccontato cosa era accaduto in palestra, e Rachel si era dimostrata comprensiva, anche se si era arrabbiata parecchio quando Reyna aveva raccontato del suo “avvertimento” ad Axel, che le si era ritorto contro.

-Amica mia, è stato davvero nobile il tuo gesto in palestra … ma perché hai dovuto rovinare tutto? Credi che Axel o Drew possano cambiare se minacciati contro un muro?- Rachel era esasperata, e a Reyna un po' dispiaceva: i suoi problemi stavano davvero a cuore a Rachel …

-Il problema ultimamente è sempre McLean, la nuova arrivata. Oggi a mensa saresti potuta venire da me; abbiamo parlato anche della nuova.

-Rachel, guarda che la “nuova” ha un nome. Si chiama Piper, okay?

-Okay, okay! Non scaldarti tanto. Reyna, capisco che lei ti stia … simpatica; ma non puoi picchiare chiunque la prenda in giro!

Reyna corrugò la fronte; con quel livido sulla guancia aveva un aspetto davvero minaccioso.

-È una mia amica e io … oh Rachel ma tu non puoi capire!- gridò Reyna contro la rossa- Non capisci cosa vuol dire essere continuamente esiliati e presi di mira! Non capisci cosa voglia dire essere sempre soli!

Reyna si pentì quasi subito di quelle parole; in fondo l'amica stava solo cercando di aiutarla.

-Ti chiedo scusa Reyna … non credere che io abbia dimenticato i tuoi primi giorni e la tua difficile situazione. Ricordo la mia prima settimana alla Jupiter. Eri la mia eroina: esiliata da tutti, presa continuamente in giro … ma trovavi sempre la forza di reagire e alla fine ti sei fatta rispettare da tutti. Rammento anche il giorno in cui mi rivelasti il tuo segreto …

Qualcuno interruppe la loro chiacchierata.

-Quale segreto?- chiese una voce femminile alle loro spalle -Ehi ragazze, che state facendo? Ho visto quello scimmione di Mortmain vicino alla palestra che imprecava come uno scaricatore di porto contro una certa McLean.

Reyna si girò e si ritrovò di fronte Annabeth, la ragazza bionda, che sorrideva allegra.

-Ciao Annabeth- la salutò Rachel, e le spiegò cos'era successo tra Reyna e Axel.

-Oh! Povera McLean … ma perché se la prendono così tanto con una ragazza innocente? Ehi Reyna … sei stata grande!- si esibì in un sorrisetto furbo.

-Annabeth! Non incoraggiarla! Riesce ad attaccare briga da sola anche senza i tuoi consigli.

Annabeth rise; era davvero allegra.

-Ehm … vedo che sei molto contenta. Possiamo sapere il motivo di questa tua ilarità?

Domandò Reyna rivolta ad Annabeth.

-Bhe … Percy mi ha invitata a cena fuori. Domani sera andremo nel ristorante più bello della città: sarà una serata indimenticabile!- raccontò Annabeth, il viso decorato da un enorme sorriso.

Reyna sorrise; anche se avrebbe voluto avere anche lei qualcuno con cui andare a cena fuori.

 

Quel pomeriggio Reyna aveva l'allenamento di pugilato: proprio quello che ci voleva dopo una mattinata stressante.

Si era presa una pallonata fortissima in pieno viso, aveva rischiato di farsi prendere a botte da un colosso e aveva fatto impazzire di preoccupazione la sua migoliore amica.

Insomma, non c'era proprio motivo di stare allegre. Eppure Reyna non riusciva a smettere di pensare a Piper.

Nella sua mente continuava a rivivere il momento in cui lei si era dimostrata preoccupata per lei, le aveva detto che non si sarebbe dovuta prendere una botta per difenderla … e non si era ritratta al suo tocco.

Reyna scacciò quei pensieri: non poteva permettersi di lasciarsi travolgere dalle emozioni, o Drew e gli altri compagni di classe avrebbero scoperto il suo segreto e l'avrebbero presa in giro fino alla morte.

 

La ragazza arrivò in palestra, indossò i pantaloncini e la canottiera e si avviò verso il sacco da boxe.

-Ancora, Arellano! Forza!- la spronava l'allenatore -Mettici l'anima in quei pugni! Pensa a qualcosa che ti fa arrabbiare.

Quella era la parte più facile. A Reyna bastava pensare al faccino truccato di Drew al posto del sacco, e i suoi pugni si facevano immediatamente più decisi.

Pensò anche ai suoi primi giorni alla Jupiter, a quelle cretine che la prendevano in giro … e capì perché si sentiva così protettiva nei confronti di Piper.

 

 

Il giorno dopo, a scuola, successe un fatto che sorprese parecchio Reyna.

Non appena squillò la campanella che indicava l'inizio dell'intervallo, Reyna fece per uscire dall'aula, ma fu trattenuta da un ragazzo.

Lei lo conosceva: un certo Dylan, che era arrivato alla Jupiter all'inizio dell'anno.

Reyna non provava una grande simpatia per quel tipo; era il classico belloccio a cui vanno dietro tutte le ragazze.

-Ehi Reyna … - cominciò lui, sorridendole maliziosamente.

-Come posso aiutarti?- rispose lei, brusca.

-Stai calma! Volevo chiederti una cosa … è una domanda un po' personale.

-Credo di essere costretta ad ascoltarla, no? - continuò lei, leggermente scocciata.

-Vorresti essere la mia ragazza?- domandò Dylan, alzando le sopracciglia per darsi un'aria da figo.

Reyna fu presa talmente alla sprovvista che per poco non inciampò.

-Ehm … io … veramente …- balbettò, quando scorse un movimento dietro alla porta:

solo per un secondo un ciuffo di capelli castani fece capolino da dietro l'uscio, e Reyna capì che Piper li stava ascoltando. La ragazza scorse poi un movimento fulmineo e la presenza si dileguò: Piper era corsa via.

-No. Cioè, mi dispiace molto ma … non sono interessata. - replicò, decisa.

Dylan sembrò restarci malissimo, come se nessuna ragazza al mondo lo avesse mai rifiutato.

-Un'occasione del genere non ti capiterà mai più, Arellano, credo che tu ne sia consapevole.- sussurrò lui, sollevandole il mento con due dita.

-Levami le mani di dosso!- Reyna gli mollò un ceffone sulla mano, allontanandolo, quindi si precipitò fuori dalla classe e corse in direzione del cortile.

Mentre correva le sembrò di udire Dylan sussurrare qualcosa come “non avresti dovuto farlo”.

 

Piper era appostata dietro un albero, intenta ad osservare un ragazzo e una ragazza che si parlavano dietro all'altalena, credendosi inosservati.

I due erano troppo lontani perché Reyna potesse distinguerli, ma avvicinandosi si accorse che si trattava di Rachel e … Octavian!

-Rachel io … non sono come sembro.- stava dicendo lui -So che posso sembrare odioso ma... c'è un motivo. Da piccolo sono stato abbandonato dai miei genitori, vivo con mia zia a cui di me non importa nulla … non ho una famiglia!

Reyna non capiva perché Octavian si stesse aprendo a quel modo con la sua amica, ma sembrava sincero.

-Oh Octavian … mi dispiace così tanto. So che non sei così e io … vorrei tanto che ti apprezzassero per come sei realmente ...- non riuscì a finire la frase perché lui la baciò.

Reyna si sentì in colpa per aver invaso la loro privacy, quindi si diresse verso Piper e le mise una mano sulla spalla.

La ragazza si girò di scatto; non l'aveva sentita arrivare.

Reyna sorrise. -Ehi, vedo che ami spiare la gente

-Non stavo spiando nessuno. E, comunque, se sai che c'è qualcosa da spiare significa che li stavi guardando anche tu.

La ragazza ispanica non riuscì a trovare le parole per obiettare.

-Bhe, dunque cosa ci fai qui?- chiese allora all'amica.

Piper non rispose, abbassò lo sguardo e mormorò: -Cosa gli hai risposto?

Reyna inizialmente non afferrò il concetto, quindi si ricordò che lei l'aveva vista poco prima e capì che alludeva a Dylan.

-Io … gli ho risposto che non mi interessa, allora lui si è offeso; probabilmente non l'ha mai rifiutato nessuno. Ha cercato di alzare le mani ma gli ho dato un ceffone. Perché me lo chiedi?

Piper arrossì e balbettò una risposta. -Siamo … amiche, no? Bhe, le amiche si dicono … questo genere di cose. Ma, Reyna, come mai l'hai rifiutato? Insomma, ho sentito dire che è un tipo alquanto popolare qui a scuola.

Reyna appoggiò la schiena contro l'albero e fissò le nuvole. -Non voglio alcun genere di scocciature. La mia unica amica è Rachel e penso che basti e avanzi.

Si rese conto delle parole che aveva appena pronunciato troppo tardi; un lampo di dolore attraverò lo sguardo multicolore di Piper, che fece per andarsene.

Reyna le afferrò la mano poco prima che fuggisse in direzione del cancello. -Aspetta Pip!Perdonami, non intendevo questo.

La ragazza la squadrò diffidente. -E allora perché l'hai detto? Il concetto l'hai espresso piuttosto bene.

-Sono mortificata ma … non riesco a spiegartelo. Potremmo vederci questa sera?

Piper sembrò sorpresa del suo invito, ma incrociò il suo sguardo e annuì. -Va bene. Ci vediamo alle 19 al parco accanto all'ufficio postale, poco lontano da qua. 

Reyna conosceva quel vecchio parco; durante il giorno era poco frequentato -vi sostavano solo dei gruppetti di anziani e qualche madre con i figlioletti – e la ragazza ci andava spesso proprio per quel motivo.

-Perfetto, ci vediamo là. - concordò Reyna.

Piper si sporse verso di lei e le baciò una guancia, quindi si avviò verso il cancello senza voltarsi indietro, lasciandola sola con le guance in fiamme, un albero e due adolescenti che si baciavano.

   
 
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