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Autore: Voglioungufo    21/09/2014    2 recensioni
"E così non ricordi nulla dal 1973?" chiede Occhi di Gatto.
"Esatto".
"Fantastico! Posso riutilizzare tutte le mie vecchie battute!"
"Cecilia" la riprende Charles e finalmente Logan scopre il nome di quella ragazzina.
(...)
"Raven gettò la pistola e non sparò"
"Così decisero di lasciare in pace i mutanti, tu e Magneto faceste pace e costruiste la scuola?"
"No" dice il Professore con un leggero sorriso "Nulla di cos' semplice. La pace tra mutanti e umani era appena iniziata, ma fu altro a crearla. Quel giorno che Raven gettò la pistola fu solo l'inizio di un mondo migliore".
---
Per quanti come me alla fine di DOFP si sono sentiti spezzati e convinti che ci fosse il seguito (che ci sarà, altrimenti vado a protestare). Cos'è successo da quando Logan fu tirato fuori dall'acqua? Alla fine Mystica tornò da Charles? Cosa combinò Erik? Come riuscì Charles a mantenere la sua promessa? Ma, cosa più importante, CHARLES ED ERIK RIUSCIRONO A RISOLVERE I LORO PROBLEMI DI COPPIA?
(La Cherik è per lo più accennata, ognuno interpreta come vuole)
|Spoiler per chi non avesse visto l'ultimo film| Post DOFP| Slash| anzi, Pre-Slash| Nuovi personaggi|
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, James 'Logan' Howlett/Wolverine, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
Il blu è la chiave dell'evoluzione umana
**

Xavier's School,  primo giorno del 1974.
Il sole filtrava attraverso le finestre che Charles la sera prima si era dimenticato di coprire con gli scuri. Ah, la mattina prima poiché aveva toccato il suo letto circa alle quattro dopo essersi preso una sbronza colossale.
Lui ed Hank aveva deciso di festeggiare l'inizio del nuovo anno e l'apertura della Scuola al Pub più famoso della città dove il telepate aveva scoperto di riuscirci ancora molto bene con le donne nonostante la sedia a rotelle. Doveva essere merito dei suoi occhi blu mare oltre della sua mutazione che gli permetteva di capire subito le donne.
In ogni caso svegliarsi alle nove di mattina, come si premurava di far sapere la sveglia vicino al letto, era una cosa indecente e sbuffando provò a riprendere sonno tirando su le coperte fin sopra la testa. Purtroppo l'emicranea aveva aumentato le sue doti da telepate e sentiva il pensiero di ogni persona presente nella villa, non che fossero molti per carità, ma abbastanza da sembrare di essere di nuovo al pub della notte prima. Così, sconfitto, chiamò Hank con il pensiero perché lo aiutasse ad alzarsi per potersi sedere sul suo fedele destriero, la carrozzina.
Il viso di Hank fece capolino dalla porta cinque minuti dopo, lui continuava a prendere il sieroanche se aveva assicurato di star diminuendo progressivamente le dosi. Nonostante tutto restava come una droga, anche lui aveva fatto molta fatica e spesso cadeva nella tentazione di riprenderlo. Poi pensava al sé stesso del futuro, dirignava i denti e si faceva forza.
Bestia si avvicinò con la sedia a rotelle, lo sollevò dal letto e lo mise lentamente sopra la sedia.
"Ouf", sbuffò dopo il lavoro, "Ha messo su qualche chilo, professore?"
"Molto gentile, Hank" grugnì lui in risposta, "Non è che hai qualcosa per il post-sbornia?"
"Dovremmo avere nel kit di pronto soccorso qualche pastiglia, sì", disse l'amico mentre lo guardava dirigersi in bagno.
"Io vado giù, i bambini sono già svegli e urlano a gran voce la colazione".
"Certo, certo, così dopo mi dirai il genere di sorpresa che hai trovato fuori dalla porta", borbottò Charles e non poté non trattenersi dal ridere quando vide riflessa sulla specchio la faccia piena di disappunto di Hank.
"I tuoi pensieri lo stanno letteralmente gridando, non posso farci niente", si scusò neanche tanto lui.
"Oh, sì. Be', allora vado" e uscì fuori dalla porta prima che il professore potesse captare altro riguardo la sorpresa.
Charles si chiese con un misto di ansia mentre si lavava i denti per scacciare il terribile alito se si trattasse di Raven, erano sette mesi che la aspettava inutilmente. Aveva detto che sarebbe tornata, non lo aveva ancora fatto.
Dopo essersi occupato alla propria igene personale si avventurò per il corridoio per uscire dalla zona notte  e andare alla cucina-salotto dove si riunivano sempre tutti intorno al grande tavolo per la colazione.
"Professore!" Charles si girò verso Jason, il bambino con gli occhi bicolori. Eterocromia. Suo padre, il signor Stryker lo aveva spedito alla villa subito dopo il colloquio e non si era ancora fatto sentire da allora se non pochi giorni prima di Natale dove chiedeva se potevano ospitare il bambino anche per le vacanze Natalizie.
"Impegni al fronte", spiegava nella lettera. Nonostante la Conferenza di Pace di Parigi prevedesse che gli Americani ritirassero  tutte le loro forze la zona era ancora piena di afgenti segreti e soldati mercenari, tra cui anche Logan come aveva eppurato grazie Cerbero.
"Ehi, Jason. Dormito bene?"  sorrise spettionandogli i corti capelli biondi. Il bimbo annuì mentre affondava il suo cucchiaiono nella scatola di cereali. Una ventata d'aria segnalò l'arrivo di Pietro che si sedette vicino alla sorella Wanda.
"Chi è il nuovo bambino?", chiese Jessica, una ragazzina con gli occhiali e la mutazione di diventare invisibile.
"Chi...?" chiese il professore senza troppa attenzione mentre prendeva una bottiglia di latte.
Jessica non rispose in tempo perché Hank fece la sua entrata con un bambino di appena quattro anni in braccio. Fin lì la cosa era anche normale, in fondo i piccoli lo adoravano, specialmente quando si trasformava in un enorme morbido e peloso pupazzo blu da coccolare. La cosa sconcentrante era che il bambino era blu e lui era ben sicuro di non avere in casa bambini così piccoli e blu. Soprattutto, blu. Non che fosse un problema, si era abituato a quel colore da quando aveva sorpreso Raven a frugare in camera sua e poi c'era stato Hank a ricordargli che pochi eletti potevano rinunciare al normale colorito rosa per uno più cool (come aveva detto Terry, il bambino dai capelli neri e le branchie vicino alle orecchie).
"Hank...cosa...chi...?"
"Non lo so", disse l'amico indovinando i balbettei confusi di Charles, "l'ho trovato questa mattina vicino al giornale e alla bottiglia di latte. Era avvolto in tantissime coperte con solo una lettera. Non c'era scritto molto: il nome e una richiesta di tenerlo al sicuro".
Charles ci mise qualche secondo a capire cosa stesse dicendo, colpa del mal di testa martellante ovviamente, ma non fece nemmeno in tempo a dire una cosa intelligente che Hank continuò:
"Si chiama Kurt, oltre la pelle blu non presenta nessuna mutazione. Evidentemente deve ancora svilupparla, è molto piccolo. Non so perché la pelle sia già di questo colore, però. Pensevo di prelevare un po' del suo sangue per scoprirne un po' di più".
"Hank" fece lui mentre si massaggiava le tempie tra gli urletti schifati del bambini iniziati alla parola sangue, "Mi sono perso a 'pelle blu', ma non importa. Starà da noi, come tutti".
Charles si permise qualche secondo per studiare il bambino che Hank stava facendo sedere vicino a Jessica. Anche gli occhi e i capelli erano blu, anche se quest'ultimi di una tonalità molto più scura; aveva i lineamenti rotondi e quasi femminili tipici dei bambini, anche se le lunghe orecchie a punta lo facevano assomigliare ad un elfo. Anche le mani erano strane, più lunghe di quelle di un qualsiasi essere umano provvista solo di due dita e il pollice opponibile. Per finire, dai pantaloni usciva una coda sempre blu da diavoletto.
"Se non fosse per il fatto che è blu, lo scambierei per la versione minuta di Azazal", disse Charles.
"Sì, lo avevo notato anche io. Probabilmente la mutazione deve essere la stessa. Mi chiedo solo per quale motivo non sia rosso come l'altro e perché presenti già questo colore se il gene x non si è ancora sviluppatop del tutto".
Il bambini aveva smesso di ascoltarli, odiavano quando i due adulti di casa partivano per la tangenziale scientifica e sparavano paroloni di cui non capivano il significato.
"Non tutti i mutanti sono uguali agli altri", spiegò Charles mentre spalmava il burro sul pane, "inoltre il blu e l'azzurro sembra il colore dominante della mutazione. Se noti la maggior parte dei mutanti ha gli occhi azzurri"
Hank fece volare il suo sguardo tra i presenti e notò che sì, tutti avevano occhi di sfumature celesti.
"Per quanto riguarda il gene, penso che sia leggermente diverso dagli altri".
"Intendi?"
"Io, te e la maggior parte dei presenti qui la nostra è stata una vera e propria mutazione genetica, per questo ci chiamano Mutanti. Per mutazione genetica si intende ogni modifica stabile ed ereditabile nel materiale genetico dovuto ad agenti esterni o al caso, ma non alla ricombinazione genetica. Noi siamo mutanti grazie alla variabilità genetica, ovvero la condizione per cui gli organismi differiscono tra loro per uno o più caratteri. Noi abbiamo il gene x, gli umani no". Charles non poteva non esaltarsi ogni volta che si parlava del suo argomento preferito, preso un sorso di latte e continuò "Su questa variabilità, tramite la ricombinazione genetica, opera la selezione naturale, la quale promuove le mutazione favorevoli a scapito di quelle sfavorevoli. A voler usare un'esempio, noi siamo l'Okapi con il collo abbastanza lungo da raggiungere le foglie degli alberi"
"Che bello, ho sempre sognato essere un animale estinto", ironizzò Hank.
"No, non siamo l'animale estinto. Siamo l'animale che porta avanti l'evoluzione. Le giraffe sono nate dall'unione di due Okapi con il collo lungo e altre mutazione genetiche, giusto?"
"Giusto", confermò Hank.
"Bene, il nostro Kurt è la giraffa".
"La giraffa... è figlio di due mutanti?" da come lo disse sembrò che un'ape gli avesse punto il sedere, ma il professore sorvolò sulla sua buffa faccia.
"Proprio così" annuì "Se seguiamo la sua evoluzione tutti i mutanti avranno la pelle blu".
"Quindi non presenta nessun potere?"
"No, ovvio che presenta un potere. Ma lo sta sviluppando più velocemente, non mi stuperei se il prossimo anno lo vedremo scomparire e ricomparire in un altro lato della casa".
"Quindi sei convinto che sia un Teleportus?"
"Al novanta per cento, vedremo"

**

Xavier's School, Settembre 1974
Le previsioni del professore erano azzeccate poiché all'inizio dell'autunno del 1974 Kurt fece la sua prima scomparsa e ricomparsa. Hank era stato con il piccolo ad aspettare che si addormentasse e una volta successo era andato nella propria camera. Dove aveva trovato il piccolo elfo blu. I due avevano legato moltissimo, forse perché entrambi venivano scambiati per pupazzi dal resto degli abitanti della Villa.
Hank all'inizio aveva paura che i bambini non accettassero Kurt per il suo particolare aspetto ma non aveva fatto i conti con l'innocenza dei bambini, alla loro età non conoscevano neancora l'odio razziale.
In ogni caso erano passati pochi giorni dalla prima manifestazione dei poteri di Kurt quando lui e Charles ricevettero la visita di un vecchio amico, Alex Summer. Nessuno dei due lo aveva riconosciuto subito, erano passati dieci anni e il suo volto non era più quello di un ragazzo ma di un giovane uomo calmo. Hank, infatti, si era aspettato subito una battuta sul suo aspetto blu e peloso (aveva smesso di prendere il siero da un pezzo), invece Alex gli aveva stretto la mano con un sorriso sincero.
"E' bello rivedervi tutti" aveva detto "E' bello essere di nuovo a casa".
Aveva studiato alla villa fino a quando una lettera lo aveva portato al fronte dove aveva rischiato di finire nelle mani di Trask. Fortunatamente Mystica era riuscita a salvare lui e gli altri mutanti di quel luogo. Dopo essere tornato in America aveva vagato in incognito cambiando cognome però era riuscito a seguire in diretta alla scelte di Raven grazie alla televisione di un bar. Così aveva iniziato a cercare giovani mutanti da aiutare e dopo un anno di reclutamento era tornato alla scuola con tutti quelli che era riuscito a trovare.
Questo fu quello che raccontò.
"E adesso cosa fara?" gli chiese Charles.
"Pensavo di poter restare come insegnante, non ho più l'età per essere un allievo".
Hank ne fu immensamente felice, le pesti stavano diventando troppe e lui e Charles erano  troppo pochi per contenerle tutte; in tre avrebbero lavorato di sicuro meglio.
Tra i bambini che Alex aveva portato ce ne era una di otto anni con buffi capelli bianchi e la pelle mulatta, si chiamava Ororo Monroe e aveva incenerito il tappeto dell'entrata con un fulmine de giorni dopo il suo arrivo, motivo per cui iniziarono a chiamarla Tempesta.

**

Settembre 1975.
Jason non era più a scuola. Era tornato come molti dei studenti a casa per le vacanze estive, ma pochi giorni all'inizio della scuola il signor Stryker aveva chiamato dicendo che per problemi legati alla famiglia aveva intenzione di ritirare il figlio. Charles ne era dispiaciuto, si era affezzionato al bimbo biondo dagli occhi bicolore e il suo potere era molto interessante e divertente da potenziare. Ma non poteva andare contro le decisioni del padre, così se ne era fatto una ragione.
In fondo la casa non era affatto vuota con tutti i ragazzi scappati di casa che correvano per le scale e giocavano a nascondino nelle tante stanze. Per Charles era tutto perfetto, il suo sogno proseguiva e si sentiva felice; aveva solo un fastidioso pensiero che ogni tanto lo faceva rabbuiare.
Erik.
Odiava quello che aveva fatto, ma purtroppo non aveva avuto molta scelta. Spesso si chiedeva dove fosse e cosa facesse, se fosse finalmente felice e se avesse trovato una donna con cui stare. Gli faceva strano pensare queste cose, gli faceva male l'idea di non poterle vedere.
"Professore?" ecco, come al solito era partito in uno di quei discorsi deprimenti ignorando il suo giovane allievo. Gli rivolse un sorriso facendogli capire di avere la sua attenzione.
"Dove sono Hank e Kurt?" piegò leggermente la testa di lato in un'espressione ansiosa "Sono spariti".
"Spariti, dici?" evidentemente l'elfo blu doveva avere avuto uno scatto di potere incontrollato ed era sparito chissà dove con l'adulto "Vediamo subito dove si sono nascosti".
Charles chiuse gli occhi ed ispezionò tutte le menti della proprietà alla ricerca di quella dei due mutanti blu. Li trovò in una zona del giardino vicino al confine e non erano soli, percepiva chiaramente altre due menti femminili. Se una la riconosceva molto bene l'altra era completamente sconosciuta.
Ripose la sua attenzione al bambino che gli stava davanti:
"Sono in giardino, che ne dici di raggiungerli?", Terry annuì velocemente mentre si affrettava a seguire il suo mentore il quale era troppo emozionato per permettere al bambino di stargli dietro, con la sedia a rotelle poteva andare veramente molto veloce.

Raven fu sorpresa di trovare Hank e Kurt a giocare in giardino, era stata qualche minuto a fissare i due incantata prima di ricordarsi per quale motivo fosse lì e rivelare la sua presenza. Hank ne era rimasto talmente sorpreso che aveva quasi fatto cadere Kurt, salvo poi afferrarlo per la coda da diavoletto.
Il cuore di Raven era stato stretto in una morsa di dolcezza davanti a quei due. Gli occhiali di Hank era poggiati storti sul naso.
"R-Raven, ciao!" aveva detto Bestia estasiato.
Lei si era limitata a un sorriso mentre Kurt la spiava con degli enormi occhi blu, Raven non trattenne il sorriso dolce che le spuntò sulle labbra davanti a quella meravigliosa bestiolina. Si sistemò meglio il sacco che portava sulle spalle nella speranza che il suo abitante non si svegliasse.
"Cosa ci fai qui?" chiese Hank.
"Devo parlarvi di una questione urgente".
Il volto del suo vecchio amico si fece serio ma non fece tempo a parlare che arrivò Charles sulla carrozzina seguito da un bambino con dei strani tagli laterali sotto le orecchie.
"Raven!" disse felice ma la sua espressione si fece perplessa mentre spostava i suoi occhione blu sul sacco che portava sulla spalla.
Ops.
"Perché hai messo una ragazza dentro la borsa?" indagò contrariato.
"E' una lunga storia", iniziò mentre appoggiava delicatamente il borsone a terra e tirava fuori un gattino magrissimo con un pelo blu elettrico.
"Un gatto?" chiese Hank sorpreso.
"No, è una mutante; può trasformarsi in un gatto e fare molto altro".
"Perché era dentro una sacca?" continuò ad indagare Hank.
"Non mi voleva dare ascolto e ho dovuto metterla a nanna. E'... una lunga storia".
"E di cosa parla questa storia?" chiese il Professore scrutandola con i suoi profondi occhi blu.
Mystica deglutì provando una strana sensazione di Déjà-vù.
"Si tratta di Erik".


NDA:
Ciaaao. Lo sapete tutti che Kurt in realtà è il figlio di Mystica e Azazal? Io l'ho scoperto guardando i cartoni perché come povera sfigata quale sono non ho ancora ottenuto i fumetti :c
Anyway, cosa c'entra Erik questa volta? E chi è la ragazza-gatto? Una caramella a chi indovina (e come prova che avete indovinato scrivetelo nella recenzione xD)
Ahhh, vado a finire i cartoni. Sto iniziano a shippare Rogue e Scott, non sono normale, aiuto.
Voglioungufo.

   
 
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