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Autore: dimplesismystory    21/09/2014    2 recensioni
"Adesso era solo, con un cuore di nessuno e un respiro senza senso"
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Cuore Di Cristallo.~
 

"Allora Lou, dove hai detto che ci vediamo?"
Harry parlava al telefono, mordicchiandosi il labbro inferiore e stringendo la presa sul volante. Era sempre nervoso quando parlava con Louis, o meglio, quando stava con Louis in generale.
Gli bastava sapere di avere quei due pezzi di cielo puntati addosso, o sentire la sua voce, tanto diversa dalla sua quanto bellissima, per perdere la calma e trovarsi con lo stomaco popolato da milioni di farfalle in subbuglio e il cuore martellante nel petto. Solo Louis riusciva a farlo sentire bene, a farlo sentire vivo. Solo Louis, con i suoi baci, con le sue attenzioni, con le sue carezze, le sue coccole e il suo non riuscire a smettere di accarezzargli i ricci neanche quando facevano l'amore, faceva sentire Harry davvero importante. Non gli interessava della fama, dei riflettori e degli accrediti sul suo conto bancario, non più. Avrebbe potuto smettere di cantare anche subito, tutto quello che gli importava era stare con Louis, e quella vita non glielo permetteva, era stanco di mentire, di fingere di essere qualcun'altro, di sopportare le frecciatine dei giornalisti, le notizie false, le foto di Louis, del suo Louis, mano per la mano con qualcuno che non era lui, stanco di dover sorridere sempre. Perché Harry sorrideva sempre, anche quando dentro stava male. Non smetteva un attimo di essere gentile e cordiale, con chiunque gli rivolgesse la parola, dai giornalisti sgarbati alle fans isteriche. Non c'era persona a cui Harry non mostrasse dolcezza e cortesia, ma con Louis era diverso. Con Louis Harry era l'esatto riflesso di sé stesso. Non c'era sorriso che fingesse o improvvisasse con lui, non ne era capace. Louis conosceva la sua anima tanto quanto il suo corpo, ogni singolo angolo, ogni singolo centimetro. Conosceva tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti, dal suo essere adorabile al suo essere permaloso. Conosceva tutte le sue paure e tutte le sue debolezze. E sì, Louis sapeva che lui rappresentava la più grande debolezza di Harry, e sapeva, che ogni volta che era costretto a baciare Eleanor, Harry stava male, anche se sorrideva.
Ed è per questo che quel giorno, il tono di Louis era diverso, la sua voce spenta. Aveva preso una decisione, non aveva idea di come avrebbe fatto dopo, ma doveva, non gli importava di lui, doveva farlo per Harry.

"Ci vediamo al boschetto tra cinque minuti."

"Okay eh...Lou, t-tutto bene?"

"Si."

Louis riattaccò e Harry credette di perdere un battito. La sua mente iniziò a correre a destra e a manca, facendo collegamenti assurdi, senza senso. Aprì il finestrino, improvvisamente accaldato. Era preoccupato. Si era accorto chiaramente che c'era qualcosa che non andava nel tono di Louis, solo che non riusciva a capire cosa. Tentò di rilassarsi, pensando che forse era stata solo una sua impressione e continuò a guidare fino al boschetto.
Dopo cinque minuti accostò difronte alla pineta e sorrise spontaneo nel guardare il suo ragazzo, appoggiato alla macchina con una sigaretta tra le labbra. Harry odiava il fumo, ma quando era Louis a fumare era diverso. Gli piaceva, gli piaceva osservare le sue labbra stringersi attorno alla sigaretta e la sua gola rilassarsi subito dopo per buttare fuori il fumo. Gli piaceva osservare la sua espressione, che lentamente si rilassava, man mano che il fumo scendeva a sporcargli i polmoni.
Si riscosse e arrossì, rendendosi conto che stava fissando Louis da almeno due minuti di fila, completamente incantato. Lanciò un'occhiata allo specchietto per guardarsi, poi si decise a scendere, chiudendosi lo sportello alle spalle e facendo abbassare le sicure della macchina. Si avvicinò timidamente al suo ragazzo.

"Ciao Lou..."

"Ciao curly.."

Louis teneva lo sguardo basso, non accennava a sollevare il capo. Era come se non volesse guardarlo.

"P-perché siamo qui?"

Harry si muoveva da un piede all'altro, nervoso. Non riusciva a trovare una spiegazione valida per il suo comportamento, ed era abbastanza sicuro di non aver fatto nulla di sbagliato.

"Ti devo parlare."

Louis buttò la sigaretta, poi iniziò a camminare verso la pieta.

"Vieni."

Harry ubbidì senza capire, e non si azzardò a replicare.
Camminarono per un po' tra gli alberi, abbassandosi per scansare qualche ramo, fino a quado il boschetto non finì e gli alberi non si aprirono su un prato enorme, pieno di margherite, le foglie verdi che luccicavano nel tappeto di fiori, i petali illuminati dal sole.
Harry si portò entrambe le mani al viso, gli occhi spalancati.

"L-Louis è....meraviglioso..."

Si girò di scatto per guardarlo emozionato, gli occhi che brillavano.

Louis annuì e sospirò. Gli prese le mani, mordendosi il labbro inferiore. Aveva di fronte l'amore della sua vita, l'unico che avrebbe mai amato, l'unico con cui avrebbe voluto invecchiare. L'unico.

"Harry....io.....volevo solo dirti che....mi dispiace....mi dispiace per tutto. Mi dispiace se ti sto facendo soffrire, mi dispiace se sono sempre così superficiale, poco attento, incasinato, mi dispiace se sono così diverso da te. Tu...sei perfetto..."

Louis alzò lo sguardo nel suo. Il verde incontrò l'azzurro come la prima volta, come tutte le volte che si guardavano. Eppure Harry, giurò di vedere qualcosa di diverso in quegli occhi, gli occhi dei quali avrebbe potuto disegnare ogni sfumatura, ogni imperfezione, gli occhi per i quali nessun colore terreno rendeva davvero giustizia...
Rimase zitto, in silenzio e trattenne il respiro, non sapeva cosa aspettarsi, quale reazione avere.

"So di non essere...una di quelle persone che ti danno sicurezza, la sicurezza di potermi avere accanto ogni giorno, ogni secondo. Vorrei, e tu lo sai, vorrei poterti baciare di fronte a tutti, ma non posso...non possiamo. Ti amo Harry, ti amo perché ho bisogno di amarti, perché ho bisogno di te. Ti amo come le foglie amano la riugiada e come il cielo ama le nuovole. Ti amo e mi manchi. Mi manca baciarti, scompigliarti i capelli, coccolarti, fare l'amore con te. Mi mancano i nostri giochi idioti, gli scherzi, le nottate, il ridere senza riuscire a smettere....mi manca il nostro noi Harry. Il problema è che questo mondo non è pronto per te e me, e io non voglio farti del male. Non mi pento di niente, non potrei mai pentirmi di noi. Solo che sono stanco di vederti soffrire per colpa mia, sono stanco di vederti stare male. Credo che sarebbe meglio se finisse qui Harry....forse è meglio...tornare a essere amici..."

Harry sobbalzò, di scatto.
Rimase senza parole. Lo guardò e trattenne il respiro, sentì una lacrima scendere a rigargli una guancia, poi un'altra e un'altra ancora. Cadde sulle ginocchia, non si rese conto che stava singhiozzando.
Chiuse gli occhi. Nella mente tutto. Tutta la loro storia. Tutto quello che avevano passato. Il loro primo bacio, la loro prima volta, le interviste, le smentite, le lacrime.
Alzò lo sguardo nel suo tremando.

"o-o-ok...."

era un sussurro appena udibile, così in contrasto con quello che stava urlando il suo cuore.

Louis si inginocchiò, gli prese il viso tra le mani. Non voleva lasciarlo, era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare, l'ultima in assoluto. Ma non potevano continuare così. Continuare sarebbe stato un gesto di puro egoismo. Harry aveva vent'anni. A vent'anni un ragazzo dovrebbe essere libero di amare. A vent'anni un ragazzo non dovrebbe nascondersi, fingere, sentirsi sbagliato, solo perché qualcun'altro pensa che non dovrebbe amare la persona che ama.
Louis lo strinse a sé, tentando di tranquillizzarlo, anche se forse in realtà, aveva un assurdo bisogno di tranquillizzare sé stesso.

Harry si strinse forte a lui, respirando il suo profumo, una morsa gli attenagliava lo stomaco. Non avrebbe mai più sentito quell'odore tra i suoi capelli, sui suoi vestiti, poteva già sentirlo sparire dal suo cuscino, dalle lenzuola.
Il cuore batteva forte, minacciava di frantumarsi.

"t-ti p-prego......."

si strinse di più a lui.

"t-ti prego n-no....."

Singhiozzò forte, a tratti perdeva aria.
Pensò che era inutile. Prima ogni respiro era dedicato a Louis, ogni battito di cuore.
E adesso?

Adesso era solo, con un cuore di nessuno e un respiro senza senso.

"Sappi che....ti amerò sempre, s-sempre, Harry."

Sussurrò Louis, contro la sua spalla. Alcune lacrime scendevano a bagnargli le guance. Si affrettò ad asciugarle. Era sbagliato. Lui non doveva piangere, lui doveva essere forte, forte per lui.

Harry trattenne il respiro.
Louis lo aveva chiamato 'Harry' e improvvisamente quel nome non gli andava più bene.
Tutti i rumori si annullarono.
'Amore'.
Nella sua testa solo il ricordo della voce di Louis che lo chiamava in quel modo.
Si allontanò improvvisamente, terrorizzato. Terrorizzato da sé stesso, terrorizzato dall'idea di perderlo, eppure era esattamente quello che stava accadendo, lo stava perdendo. Perdendo per sempre.
Buttò fuori l'aria, e le lacrime ricominciarono a bagnarli il viso.
Non le sentiva però.
Perse ogni sensazione.
Sentì solo un rumore, un rumore assordante, simile al cristallo, al cristallo che si frantuma.
Era il suo cuore.
Guardò Louis, nessun rumore eccetto quello dei battiti, nessun colore eccetto l'azzurro dei suoi occhi. Inspirò. Battè le palpebre. Espirò. Un battito. Due battiti. Tre battiti. Il cristallo che si frantuma.

Scappò via.

---

Louis strizzò gli occhi.

~Harry. Le sue labbra. I suoi occhi. Il suo sorriso. Le fossette. I ricci. I suoi tocchi. La sua voce.~

Fece scorrere la lama, continuando a premere fino a quando un piccolo rivolo vermiglio non fece capolino dalla pelle candida del suo polso.
Rimase incantato nell'osservare le gocce di sangue ticchettare nel lavandino.

~"Louis, dai, cambia canale!" Harry lo guardò male, mise in broncio.

"non se ne parla Harry, aspetto questa puntata da venerdì!" Louis sbuffò e si nascose il telecomendo sotto la maglietta.

"eddaaaaaiii" Harry lo guardò, sporgendo il labbro inferiore.

"ho detto no! E non fare quella faccia!" Louis ridacchiò, pendendo ad accarezzargli i ricci.

"dammi il telecomando daiii!" Harry si sporse su di lui per prenderlo, Louis allungò il braccio per allontanarlo, ridendo.

"non se ne parla!" Louis si allungò maggiormente sul bracciolo del divano.

"eddai Lou..." Harry si sporse di più su di lui, un pizzico di malizia nella voce per tentare di farlo cedere.

"ho detto di no!" Louis scoppiò a ridere e cadde dal divano, sporgendosi troppo.

La stanza fu riempita dalla risata di Harry e dal broncio di Louis, che lo guardava, assottigliando lo sguardo.

"ti odio."

Harry lo raggiunse, schioccandogli un bacio sulle labbra.

"io ti amo invece."~


Si riscosse all'improvviso, il lavandino pieno di sangue. Si guardò il polso, impassibile. Non faceva male. Nessun dolore fisico si avvicinava lontanamente a quello che provava.
Il buio. il vuoto. Non c'erano parole per descrivire cosa significasse vivere, se così poteva chiamarsi, senza Harry. Era come se tutto fosse finito, come se tutto avesse smesso di esistere. Come se niente avesse più senso. Si guardò allo specchio. Due lacrime scesero a rigargli il viso. Aveva un aspetto orribile, era pallido, magro, svuotato. Addosso la felpa di Harry, che ormai aveva perso il suo profumo, come tutto il resto. Persino le sue foto non gli ricordavano più di lui. Pensava che gli occhi di Harry intrappolati in una foto in fin dei conti non erano i suoi occhi. Gli occhi di Harry brillavano, illuminavano tutto ciò che li circondava. I suoi occhi erano meravigliosi, pieni di vita.
Quello che Louis non sapeva però era che gli occhi di Harry, non esistevano più.

---

I ragazzi erano preoccupati. Non sapevano cosa fare per risolvere quella situazione. Harry e Louis erano sempre stati forti, avevano sempre combattuto, insieme, uno per l'altro. Non c'era niente che potesse farli vacillare, niente che potesse fargli dubitare l'uno dell'altro, tantomeno del loro amore.
Eppure era successo, era finita, si erano lasciati. Niall, Zayn e Liam avevano pensato che forse in fondo sarebbe stato meglio, che avrebbero sofferto meno entrambi, proprio come si era illuso di credere Louis.
Il punto è che non era così.

Quando non erano insieme Harry e Louis erano come un cubetto di ghiaccio nel deserto.
All'inizio sembra solido, forte, inscalfibile, poi però comincia a sciogloersi, a consumarsi, a disintegrarsi. Perde la sua indistruttibilità, perché è vero, due cubetti di ghiaccio se si scontrano possono frantumarsi, ma se rimangono insieme non si sciolgono, o per lo meno, lo fanno più lentamente.

Tra Harry e Louis era esattamente così. Quando erano insieme non facevano altro che farsi del male, anche se non per loro scelta. Insieme però, non si sarebbero mai consumati, non sarebbero mai finiti.

---

Harry suonò al campanello con una scusa banale tra le labbra.
Aveva solo bisogno di vederlo.
Ci aveva pensato tanto, nessuno meglio di Harry sapeva quanto facesse male vedere la persona che si ama felice con qualcun'altro, ed era sicuro che Louis, almeno Louis, fosse felice. L'aveva lasciato lui, e quella per Harry era stata una decisione legata a un bisogno del tutto personale e privato : il bisogno di trovare la felicità.
Harry quindi, era convinto che Louis si fosse reso conto che lui non rappresentava la sua felicità, ed era per questo che aveva deciso di lasciarlo. Louis lo aveva lasciato perché meritava di meglio.

La serratura scattò, interrompendo i suoi pensieri.
Davanti a lui Louis.
Un Louis così diverso da quello che immaginava, e ancor più diverso da quello che ricordava.
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

"L-Lou..."

Louis alzò lo sguardo nel suo, gli occhi spenti, quasi indifferenti. Era convinto che fosse un sogno, in fin dei conti, faceva sempre lo stesso sogno. Harry che suonava al campanello, che lo baciava, che faceva l'amore con lui. Tutto ciò che provava, tutte le sensazioni erano così vere, così reali.. Si svegliava puntualmemte con gli occhi pieni di lacrime e stringeva di più il cuscino di Harry, soffocando i singhiozzi tra le lenzuola.
Tutto ciò che c'era di diverso in quei sogni erano i suoi occhi : intrappolati in un sogno come in una foto.

E furono proprio quegli occhi verdi che lo guardavano preoccupato quel giorno, che gli fecero capire che forse non stava sognando.

"P-perché sei qui?"

Riuscì semplicemente a balbettare. Avrebbe voluto abbracciarlo, baciarlo, accarezzargli i capelli, respirare il suo profumo. Ma non era la cosa giusta da fare.

Cuore contro mente, amore contro intelletto.

Era una guerra persa in partenza.

"I-io....n-non....niente Louis, m-mi dispiace di averti disturbato, i-io...me ne vado..."

Harry sentì gli occhi riempirsi di lacrime, trattenne a stento un singhiozzo. Forse si aspettava una reazione diversa. Probabilmente sperava di poter rimettere a posto le cose, si diede dello stupido, dell'egoista. Si girò, prendendo a camminare verso le scale, strinse i pugni. Le lacrime che cadevano a bagnargli le guance.
Scese il primo gradino.
'fermami Lou. Ti prego fermami, dimmi che non devo andare via. Ti prego.'
non riusciva a smettere di pensarci.

Chiuse gli occhi, e rimase immobile.

Ci sperò fino alla fine.

"Harry."
  
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