E non sai quanto bene ti ho dato, e non sai quanto amore sprecato.

Ciao, Louis.

Sto scrivendo questa lettera che non riceverai mai solo per liberarmi di te una volta per tutte.

Saltiamo i convenevoli, tanto non ti è mai realmente interessato sapere come stessi.

Se c’è una cosa di cui sono sicura è che non ti perdonerò.

Volevo giusto fartelo sapere, anche se ti è indifferente.

Anche se è tutto finito.

Che poi, questo tutto è solo la somma dei vuoti incolmabili e degli oceani insormontabili che ci dividevano.

Tutto e niente, per farla breve.

Avrei tante cose da dirti, e tra gli insulti ci scapperebbe qualche lacrima, perché lo so – e sono sicura che lo sappia anche tu- che sanguino ancora un po’.

Inevitabile constatazione dopo mesi di notti insonni in cui il ‘E se..’ era protagonista.

Ma ora fammi cacciar fuori le lacrime che ti dedicherò più di tutte le altre volte, perché sono le ultime.

È raro che pensi a te, ma quando lo faccio mi maledico.

Alla radio c’è Rihanna con Stay, e questa è stata la mia colonna sonora negli ultimi tempi.

Non sai quanto ho sofferto.

E se te lo dicessi, non mi crederesti.

Come non mi hai creduto tante altre volte, e continueresti con le tue convinzioni che non reggono nemmeno se fossero sdraiate su un pavimento.

Ma se solo sentissi dentro quello che ho sentito io per tanto tempo, ti piegheresti in due dal dolore e rimarresti senza fiato.

Spero ti succeda.

E non per cattiveria, ma per farti capire com’è che ci si sente dall’altra parte.

Ero distrutta, mi avevi distrutta tu con i tuoi comportamenti ed io non credevo che sarei mai riuscita a superarti.

Eri…mio Dio, se penso a quello che eri nella mia vita, vorrei urlare dalla rabbia.

Così tanta importanza, così tante attenzioni, così tanto amore, che alla fine non è rimasto nulla da conservare per me stessa.

E io credevo davvero che tu mi avessi dato qualcosa indietro, perché mi rendevi felice, mi rendevi quasi migliore.

È forse, fino ad un certo punto, l’hai fatto.

Poi …

Sempre qualcosa che era meglio rimandare, sempre qualcosa che avrei detto più tardi, sempre qualcosa che era meglio discutere con più calma.

Dopo, dopo, dopo.

E aspettavo.

Cazzo, quanto ho aspettato.

Ho aspettato che mi spiegassi come stavano le cose, ho aspettato che ritornasse la normalità, ho aspettato tutte cose che non si sono viste nemmeno lontanamente.

«Hai aspettato troppo per mandarlo a ‘fanculo, tesoro» mi ha detto Kris.

Ed è vero, certo che è vero.

A lei non sei mai piaciuto, e non so con quale forza sia riuscita a non dirmi ‘te l’avevo detto ’.

Avrei dovuto darci un taglio.

Io avrei dovuto chiudere la cosa, non tu.

È stato il colmo che ad andartene per primo fossi stato tu e non io.

Ma ero troppo debole per farlo, debole in una fortezza di illusioni fatta di cartapesta.

Forse avevi capito che io non lo avrei mai fatto e quindi ti sei preso tu l’onere.

Ti ho voluto bene, ti ho amato, ti ho odiato e infine è rimasto solo il dolore.

Ha fatto male la tua assenza, ma niente di equiparabile alla tua presenza.

 Tu eri cattivo.

Hai capito bene, eri cattivo.

Quando litigavamo mi sembrava di star parlando ad un’altra persona.

Non quella a cui dedicavo i miei gesti, i miei pensieri, il mio stesso essere, ma una persona che mi faceva davvero sentire uno schifo.

Sono arrivata a scusarmi di cose che non avevo fatto, ad incolparmi perché pensavi che fosse colpa mia ed era meglio non continuare a discutere.

E perché ti amavo.

Solo perché eri così perfetto ai miei occhi come niente e nessuno lo era stato mai.

Ma si sa, la perfezione non esiste e tu eri lontano persino dal concetto stesso di perfezione.

Hai sbagliato più di me  -e io ho davvero sbagliato alla grande, sia chiaro-.

Però sai cosa? Io da quelle macerie che tu hai lasciato mi sono ricostruita tutta, mattone per mattone e ora il mio muro non lo trapasserai più, te lo prometto.

Perciò ora ti do il mio addio.

Dopo così tanto tempo?

Sì, dopo così tanto tempo.

Tralasciando il fatto che sei stato crudele fino all’ultimo, non ti augurerò di trovare qualcun’altra, come fanno nei libri o nei film, non ti augurerò nemmeno di essere felice perché non mi sento abbastanza nobile dal potertelo dire, non ti augurerò proprio nulla.

È solo un addio.

Sai come si dice, no?

È stato bello finché è durato.

Addio, Louis.

 

Ebony rilesse per l’ultima volta quella lettera scritta con estrema cura, stringendosi nel maglione consumato.

Un fazzoletto giaceva accartocciato sul divano, custode di un dolore ormai finito.

La ragazza si diresse con passo deciso verso il caminetto che riscaldava l’intera stanza e vi si pose davanti.

Le fiamme tremolanti danzavano vive e ardenti davanti ai suoi occhi, e quei movimenti le diedero la forza necessaria per l’ultimo gesto.

Allungò la lettera alle fiamme la lasciò a loro.

La guardò contorcersi fra il fuoco, quasi a voler scampare a quella fine.

Ma quella fine era giusta.

La carta si scurì tutta pian piano, come caffè rovesciato su una superficie.

Poi si sgretolò del tutto fin quando Ebony non riconobbe nemmeno più i pezzettini.

E si sentì più leggera, mentre si voltava per andare avanti.





Saaaaalve a tutti :)
Non c'è molto da dire su questa os, è l'ennesima depressa, lol.
Ma vabbè, sempre meglio di niente.
Il titolo si ispira a 'Come tu mi vuoi' di Mina, canzone che ultimamente mi ossessiona *-*
Non sono riuscita a fare un banner per questa, ma mi piace di più così.
Se avete qualche critica costruttiva da fare, qualche suggerimento o qualsiasi altra cosa, lasciate una recensione :)
Un bacio,
Ele