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Autore: Lady_Cassandra    22/09/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo:
"Punto il mio sguardo nel suo e noto i suoi occhi leggermente lucidi.
Capisco che le ho fatto più male di quello che credevo e mi sento mancare davanti a quella visione. Perché sono così idiota?
Scuoto la testa e la vedo afferrare la borsa, decisa ad uscire dalla camera, provo a bloccarla. “Caro, ti prego.. Come puoi pensare che io sia potuto arrivare a questo punto? Io non ti avrei presa in giro così..”
Lei mi guarda e si libera dalla mia presa. “Vai a morire” mi dice assumendo un’espressione gelida in viso.
Mi volta le spalle ed esce dalla mia camera senza aggiungere una parola di più.
Arrivata a metà corridoio, ritorna indietro e, piazzandosi di fronte a me, mi tira un sonoro schiaffo.
Rimango basito, incapace di reagire, e incasso il colpo senza replicare.
Si gira nuovamente e si avvia lungo il corridoio senza voltarsi. La sento soffocare un singhiozzo, intanto che abbassa la maniglia della porta d’ingresso, e stringo la mascella mormorando un tardivo ed insignificante “mi dispiace” "
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La mattina dopo, al mio risveglio, trovo l’altra parte del letto vuota. Dov’è finito?

Lo chiamo a gran voce e dopo un po’ spunta già vestito e profumato. Ma quanto ho dormito?

Lui si china su di me e mi sbaciucchia facendomi il solletico. «Buongiorno, coniglietta!» trilla.

«Coniglietta?» chiedo perplessa. Non mi aveva mai chiamata così..

Lui annuisce e mi stampa un bacio sulla guancia. «Sei la mia coniglietta!» aggiunge sorridendo, anche io sorrido.

«Che ore sono?» domando poi con la voce ancora impastata dal sonno mentre strizzo gli occhi.

«Sono le nove passate» risponde sedendosi sul bordo del letto. Non ho mica dormito così tanto!

«E tu perché sei già fresco e profumato?»

«Sono andato a correre e poi mi sono fatto la doccia» m’informa ed io faccio una smorfia. Correre prima delle nove di mattina di Domenica: solo lui può farlo!

«Ora mi sento in colpa..» farfuglio.

«Perché?»

«Perché sei andato a correre mentre io ronfavo!» esclamo sedendomi sul letto.

Dani ruota gli occhi e mi dà un bacio veloce sulle labbra. «Ti preparo la colazione? Ho comprato i cornetti anche..»

«No, aspetta! Vieni qui..» allargo le braccia e lui si tuffa togliendosi le scarpe.   

Rimaniamo abbracciati per diversi minuti. «Me lo dai un bacino sul nasino?» gli dico facendolo a mia volta.

«Anche due..»

«Ora possiamo andare» affermo soddisfatta dopo che ha portato a compimento la mia richiesta.

«Se vuoi ti porto la colazione qui..» io scuoto la testa e faccio per alzarmi.

«Dai, vieni..»

Torniamo in cucina ed io mi siedo sulla sedia intanto che lui traffica con la macchina del caffè e il pentolino del latte.

«Dentro quella busta ci sono i cornetti» mi dice voltandosi per indicarla ed io li tolgo mettendoli su un piatto.

«Ecco fatto» posa un tazzone da latte fumante davanti a me ed io lo ringrazio.

Dopo aver finito la nostra colazione, lasciamo le tazze sporche nel lavabo e trascorriamo il resto della mattinata al parco di fronte casa sua approfittando della giornata soleggiata.

Pranziamo sempre a casa sua ed infine, lo aiuto a sistemare la cucina.

«Dani, io vado a casa..» lo informo quando abbiamo finito.

«Devo finire una relazione per domani e poi Ambra sicuramente si starà chiedendo che fine ho fatto..» spiego notando che sono le quattro e mezza del pomeriggio, praticamente sono fuori casa da quasi ventiquattrore.

Lui annuisce e si propone di accompagnarmi. «E’ Domenica! I mezzi fanno più schifo del solito..» continua senza nascondere il suo disgusto ed io ridacchio. Non ha ancora superato l’odio nei confronti dei mezzi pubblici.

«Ci vediamo domani dopo il lavoro?» gli domando quando siamo sotto casa mia, lui annuisce e si sporge verso di me dandomi un bacio a fior di labbra.

«Ci sentiamo comunque più tardi» aggiunge.

«Perfetto! A dopo!» trillo, anche io gli do un bacio ed esco dall’autovettura.

 

*

 

Quando entro in casa trovo Ambra e Ludovica sedute a guardare uno dei film della saga Rosamunde Pilcher con poco entusiasmo.

«Buonasera!» le saluto tutta contenta e mi lancio sulla poltrona, loro due spengono immediatamente la tv ed iniziano il terzo grado.

«Sei andata a letto con lui? Ha iniziato lui? Com’è stato? Ora quando vi rivedete?»

«Sì, no, bellissimo, domani» rispondo in fretta e loro ruotano gli occhi. Vogliono dettagli da brave pettegole.

«Siamo stati tutto il pomeriggio insieme, come già sai –esordisco rivolta ad Ambra–, mi ha portato prima in una scuola di musica dove lui tiene delle lezioni di pianoforte»

«Quell’essere sa suonare il pianoforte?» m’interrompe Ambra con il suo solito tono acido.

Io sospiro profondamente e annuisco. «Sì e anche bene aggiungerei»

Ambra mugugna un “bah” ed io riprendo il mio racconto. «Quando ha finito la lezione.. a proposito lo fa completamente gratis e insegna ai bambini piccoli. Non è una cosa carinissima?» domando sorridendo.

Ludovica annuisce mentre Ambra sbuffa roteando gli occhi. «Uno stronzo che fa beneficienza! Sì, è decisamente una cosa carinissima!»

Anche io la imito. «Ambra, per favore..»

«Te l’ho detto già in precedenza! Io di lui non mi fido..» riprende con la solita storia ed iniziamo l’ennesimo dibattito che Ludovica ferma immediatamente.

«Ambra, non sei tu quella che deve stare con lui quindi non sei tu che ti devi fidare, va bene?» dice con tono serio e l’altra fa un cenno con il capo incrociando le braccia contrariata.

«Qual era la sorpresa?» mi chiede poi cambiando discorso.

«Saremo soci in affari. Ha anticipato la caparra per la presa in locazione del locale! Adesso è mio ufficialmente, anzi nostro..» racconto e loro due sgranano gli occhi per la sorpresa.

«Davvero?» chiedono all’unisono.

«Sì, ne abbiamo parlato anche stamattina. È deciso a darmi una mano, da settimana prossima iniziamo anche a sistemare il locale..»

«Ha così tanti soldi?» domanda Ludo perplessa ed io rido.

«Sì, la sua famiglia è molto benestante. Il padre è un imprenditore edile che ha ereditato l’azienda di famiglia mentre sua madre è laureata in Architettura e lavorano insieme» spiego loro.

«Hai capito! Ti sei sistemata per bene» afferma lei ridacchiando ed io faccio una smorfia. Non mi sono sistemata per nulla!

«Comunque dopo la “sorpresa” siamo tornati a casa sua, abbiamo mangiato una pizza e dopo è successo!» taglio corto.

Ludo agita un dito in aria e inarca un sopracciglio. «Bella! Non pensare che te la cavi così! Voglio saperne di più..»

Anche Ambra, nonostante il suo odio nei confronti di Daniele, annuisce. «Voglio sapere se perlomeno in qualcosa è bravo..»

Io scoppio a ridere diventando rossa in viso. «È stato dolcissimo. È iniziato tutto in soggiorno mentre eravamo seduti allo sgabello del pianoforte, poi mi ha presa in braccio e siamo andati in camera da letto e.. insomma, non c’è bisogno che ve lo dico..» concludo imbarazzatissima, nonostante abbia trent’anni suonati, non riesco ancora a raccontare i dettagli.

Ludovica sbuffa e Ambra sghignazza. «Sei peggio di una tredicenne!» mi riprende bonariamente Ludo ed io boccheggio.

«Sì, sì! Sono cose private, giusto?» anticipa Ambra.

Io annuisco e mi alzo per andare in cucina. «Comunque sì, è davvero bravo e ho raggiunto l’orgasmo per ben due volte, ok?» dico prima di andarmene e loro esclamano all’unisono un “wow”.

«Hai capito! Peccato che non lo potremmo mai constatare, vero Amb?» scherza Ludo ridacchiando.

«Insomma, io non ne sarei così sicura! Magari ci prova anche con te..» risponde l’altra e Ludo la fulmina con lo sguardo.

«Ambra, smettila!» la rimprovera notando la mia espressione rabbuiarsi. Io mi allontano chiudendomi in camera e sento le voci di entrambe discutere senza riuscire a capire cosa si dicono.

Dopo qualche minuto, la porta di camera si apre ed entra Ambra. «Se sei venuta a ribadire il concetto di poco fa, non disturbarti! L’ho ben capito..»

Lei sospira e si siede sul bordo del letto. «Scusami, Caro. Ha ragione Ludo, io non mi devo intromettere nelle tue decisioni.. però non voglio che tu ci resti male di nuovo, tutto qui..»

«Lo so, ma sembra davvero cambiato! Ma a prescindere da questo, per ora sono felice e va bene così..»

Ambra assume un’espressione pensierosa per qualche minuto. «Spero per lui che non rovini tutto di nuovo..»

Poi ridacchia e abbozza un sorriso malizioso. «Quindi è stato bravo?»

Anche io ridacchio. «Era da tempo che facevo dell’ottimo sesso..» confesso.

«Era da tempo che facevi sesso, tesoro» ribadisce Amb ed io faccio una smorfia.

«Mi sono rifatta alla grande!» sottolineo sorridendo sornione.

Dopodiché dico ad Ambra che devo finire una relazione e mi lascia da sola in camera borbottando qualcosa sul fatto che non faccio altro che lavorare.

«Rilassati ogni tanto!» urla fuori nel corridoio ed io ridacchio ripensando alla pausa rilassante di ieri.

 

*

 

Dopo cena, come promesso, Daniele mi telefona. «Ambra ti ha messa in castigo?» esordisce dopo il mio “pronto” ed io rido.

«No, mi ha soltanto minacciata! Non deve più accadere..» rispondo stando allo scherzo.

«Mmm.. la vedo difficile!» esclama con tono un po’ malizioso ed io arrossisco lievemente senza capirne il motivo.  «Hai finito la relazione?» domanda poi.

«Sì, prima di cena.. Tu che hai fatto?»

«Bah, nulla di che. Ho visto la partita.. Comunque domani, se mi dai l’ok, chiamo il progettista e chiedo un appuntamento»

«Ne conosci uno?» chiedo seria.

«Sì, è un collaboratore della ditta dei miei genitori» spiega ed io annuisco. Dovrebbe essere una persona abbastanza competente.

«Sì, ok! Fammi sapere allora..»

Continuiamo il resto della conversazione parlando di altro e ci mettiamo d’accordo per l’appuntamento del giorno dopo.

 

*

Il giorno dopo, all’uscita dall’edificio di Edizioni Piemme, sento qualcuno cingermi la vita da dietro e darmi un bacio sul collo.

Mi volto sorridente e trovo Daniele con le labbra incurvate all’insù. «Ciao..» mi saluta e anche io ricambio.

«Che ci fai qui?» domando circondando il suo collo con le mie braccia.

«Volevo farti una sorpresa» risponde ammiccando.

«Hai fatto benissimo» ci scambiamo un breve bacio e ci avviamo mano nella mano verso la sua auto.

«La mia macchina è ancora fuori uso» mi lamento.

«Meno male! Quella macchina dovrebbe chiamarsi Ford peligro mica fiesta» commenta facendo spallucce.

«Dai, non è ridotta così male..» ribatto mettendo un finto broncio.

Daniele mi getta un’occhiata un po’ divertita ed annuisce abbandonando il discorso. «Che vuoi fare?» mi domanda mentre accende il motore dell’auto.

«Mmm.. una mia collega mi ha parlato di una mostra di Kandinsky! Mi piacerebbe andare, sempre se anche a te va» propongo entusiasta e lui tossicchia titubante.

«Mmm.. se facessimo qualcosa di più divertente?» fa la sua controproposta ed io ruoto gli occhi.

«Cinema magari» suggerisce.

Io faccio spallucce dicendo che va bene, lo vedo prendere l’i-Phone per consultare la programmazione in corso e dopo svariate discussioni, optiamo per la solita commedia americana.

«Era meglio Kandinsky comunque» ribadisco mentre guida verso il cinema e lui si volta sorridente.

«Devi avere sempre l’ultima parola, eh?» mi domanda.     

Io muovo sottilmente il mento e mentre mi giro verso il finestrino lo vedo scuotere la testa divertito con la coda dell’occhio.

«Mi farai impazzire» afferma sorridente e anche io sorrido senza farmi notare, pensando che lui con me ci è già riuscito.

 

*

 

Come volevasi dimostrare, il film è una somma di noiosi cliché e dialoghi insipidi che si susseguono senza alcun filo logico e dall’indubbia comicità.

Io sbuffo accavallando le gambe e con il braccio appoggiato al bracciolo della poltrona, poso la mia testa sul palmo della mia mano.

Daniele si gira verso di me e scuote la testa tornando a fingere di essere interessato al film; mi guardo intorno alla ricerca di qualche diversivo –sono sicura che in questo momento dentro la sala starà accadendo qualcosa di più interessante–quando il mio volto viene sfiorato da una manciata di popcorn.

Mi giro nuovamente con faccia sorpresa e noto Daniele gongolare per lo scherzo riuscito. «Sei un cretino!» lo apostrofò leggermente arrabbiata. Si comporta come un bimbetto alle elementari.

«Era tanto per ridere, dai! Sei sempre così seria!» si lamenta facendomi infuriare ancor di più.

«E tu invece resti sempre un cretino» lo addito levandomi i popcorn dai capelli, lui fa una smorfia e butta giù un pugno di popcorn.

Non so dire cosa mi prenda ma decido di mettere da parte la serietà e, appena si volta verso lo schermo, lancio anche io una manciata di popcorn.

Il mio presunto fidanzato si volta verso di me, senza nascondere la sua sorpresa per l’audacia del gesto compiuto, e senza pensarci un attimo iniziamo una vera battaglia all’ultimo popcorn, ridendo come matti, che si conclude con un addetto del personale del cinema che ci invita a lasciare la sala di malo modo.

«Mi sa che non potremo più mettere piede in questo cinema» afferma senza smettere di ridere, io scoppio a ridere ancora più fragorosamente e annuisco.

«Andiamo a casa?» domando mentre avvolgo il mio collo con la sciarpa.

«Sì.. mangiamo lì?»

«Certo..» rispondo e ripartiamo subito alla volta di casa mia dove troviamo una furente Ambra litigare al telefono.

 

«Mamma, basta con questa storia. Non era la cosa giusta da fare. Punto» ribatte gesticolando vistosamente di spalla e senza accorgersi minimamente della nostra presenza in salotto.

«Ah! Non ti sopporto più! Sì, rimarrò zitella e quindi? Problemi? Tanto mi mantengo da sola!» urla ancora più forte dopo aver sbuffato diverse.

Io faccio segno a Daniele di spostarci in camera mia, ma lui con la faccia divertita si siede sul divano mimando di volersi godere lo spettacolo.

«Mamma, sono stufa! Non mi devi presentare nessuno, io sono in grado di conoscere ancora un uomo. Non ti è venuto in mente che forse preferisco stare da sola? Che forse sono soddisfatta così?»

«Sì, mamma, nella vita si può essere soddisfatti anche se non si tromba, credimi. E ogni caso, io qualche volta lo faccio»

Proprio ora Ambra si volta e ci intravide diventando bianca in viso. «Sì, devo andare. Ciao!» riattacca e deglutisce.

«Quanta parte della conversazione avete sentito?» ci domanda imbarazzata, io scuoto la testa dicendo “poco”, ma Daniele scoppia a ridere.

«Abbastanza da sapere che sei una donna soddisfatta anche se non trombi, o meglio anche se lo fai qualche volta» la prende in giro.

«Beh, preferisco me ad uno che fino a poco fa si trombava ogni essere vivente» lo rimbecca incrociando le braccia.

Questa volta è il turno di Daniele di veder morire il sorriso sulle sue labbra mentre io la fulmino con lo sguardo. «Io non mi trombavo ogni essere vivente» ribadisce con forza.

A questo punto, decido di prendere in mano la situazione prima che degeneri clamorosamente.

«Io vado a cucinare. Dani, vieni con me?» lo trascino in cucina senza preoccuparmi di avere il suo consenso e provo a farlo calmare.

«Lasciala perdere. Ogni volta che affronta questo discorso, s’infuria come non so che» dico mentre taglio i pomodori per l’insalata.

Lui fa spallucce senza dire una parola e condisce la carne accendendo subito dopo i fornelli; in questo momento entra Ambra.

«Stiamo cucinando anche per te o hai già mangiato?» domando e lei scuote la testa sedendosi sulla sedia.

«Scusatemi comunque..» farfuglia e Daniele solleva un sopracciglio guardandola con la coda dell’occhio,

Io le sorrido mormorando che non deve preoccuparsi e la invito ad apparecchiare.

Quindici minuti più tardi, siamo seduti a mangiare accompagnati unicamente dal rumore delle posate. Sono in questi momenti che vorrei avessimo una TV in cucina.

«Quando avete l’appuntamento dal progettista?» domanda Ambra interrompendo il silenzio.

«Mercoledì pomeriggio» rispondo entusiasta. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare al locale; quasi non mi sembra vero! Tutti questi anni ad immaginare come sarebbe stato, cosa avrei fatto.. Sembrava che non ci sarei mai riuscita; eppure, eccomi qui: pronta a lanciarmi. Certo, non posso negare di non aver avuto un “piccolo” aiuto.

Daniele sorride in automatico guardandomi di sottecchi; non so quante volte l’ho tenuto sveglio la notte per raccontargli i dettagli di quella pasticceria immaginaria! Qualche volta l’avevo anche svegliato la mattina presto per dirgli della mia ultima idea.

«Magari fra un annetto assaggerò i tuoi pasticcini?» chiede Amb speranzosa.

Io alzo le spalle e abbozzo un sorriso. «Chi lo sa, magari sì!»

«Dai, dai! Che ce la faii!» risponde carica di entusiasmo; anche a lei ho sempre riempito di parole riguardo la mia pasticceria, al punto da farle persino sognare questi fantomatici pasticcini.

Finiamo di mangiare e sparecchiamo insieme costringendo ad Ambra a lavare i piatti; ogni tanto lancio uno sguardo ai due per assicurarmi che non siano sul punto di saltarsi addosso e rido sotto i baffi, notando le occhiate assassine che si lanciano.

Mi domando se riusciranno mai a trovare un punto d’incontro.

«Caro, io vado in camera. Buonanotte» mi saluta la mia coinquilina dandomi un bacio sulla guancia.

«Buonanotte» ringhia in direzione di Daniele che la saluta un’altrettanto fredda “buonanotte” biasciata fra i denti.

«Ehm.. Ambra?» la chiama Daniele d’un tratto prima che esca dalla cucina, io sgrano gli occhi e deglutisco. Che vuole dirle?

Anche Ambra s’irrigidisce leggermente muovendo lievemente il capo per invitarlo a parlare.

«Mettiti le cuffie stanotte» suggerisce serafico continuando, con quell’innata naturalezza sfacciata, di cui solo lui è capace, ad asciugare i piatti.

L’espressione di Ambra si dissolve in una smorfia disgustata ed esce dalla cucina borbottando qualcosa che non riesco a capire.

Beh, come prima cena, direi che è andata piuttosto bene. Poteva essere peggio.

Molto peggio.

 

 

Daniele’s PoV

 

Dopo aver visto la faccia sconvolta di Ambra –per non dire altro, come “strega insopportabile” o “zitella inacidita”-, a seguito della mia affermazione, sorrido trionfante: è sempre bello prendersi delle rivincite.

Mi avvicino a Caro e circondo i suoi fianchi con le braccia avvicinandola a me. «Finalmente soli..» sussurro baciando l’incavo del collo, sento le sue labbra sfiorare il mio a piccoli movimenti.

«Adesso sei tutta mia» affermo con sicurezza bloccandola con delicatezza, lei alza la testa e solleva un sopracciglio con aria birichina.

«Cosa ti fa credere che io sia tutta tua?» mi domanda sfiorando le mie labbra con le sue.

«Questo» rispondo prendendola in braccio e portandola in camera da letto. Ho intenzione di replicare i numeri dell’altra sera, magari con qualche interessante variazione.

«Sei consapevole che so camminare, vero?» mi rimbecca mentre richiudo la porta alle mie spalle con un piede.

«Così sono sicuro che non scappi»

Finiamo sdraiati sul letto e lei mi prende per il colletto della camicia avvicinandomi al suo viso. «Non preoccuparti. Non c’è alcun rischio» ribatte lei e ci abbandoniamo ad un lungo bacio mentre le sue mani sbottano prima la mia camicia e poi slacciano i pantaloni.

Anche io la spoglio e bacio ogni lembo di pelle che man mano scopro, sentendo presto l’eccitazione impossessarsi del mio basso ventre.

Ricominciamo il solito scambio di flussi, effusioni, carezze per finire abbracciati nudi sotto il suo piumone.

Accarezzo le sue spalle sottili e le guancie colorate da un lieve rossore con un dito. Si sta per addormentare, ha gli occhi socchiusi e il respiro sta diventando più regolare; poso un bacio sui suoi capelli, prima che cada addormentata, augurandole buonanotte e la stringo a me, avvolgendola fra le mie braccia.

Ho sempre avvertito un forte bisogno di proteggerla, sin dal primo giorno in cui l’ho incontrata; quando è scivolata lungo le scalinate mentre correva per prendere posto nell’aula piena a lezione già iniziata. Ricordo che allungai la mano per aiutarla a mettersi in piedi e lei, imbarazzatissima, scappò via farfugliando un “grazie”.

Non so cosa mi prese, ma da quel momento ho sempre guardato le sue spalle, assicurandomi che nessuno la disturbasse più del dovuto o esagerasse con le prese in giro. Sarà stato per quella sua aria un po’ ingenua o per quel suo sorriso, che tutt’ora potrebbe convincermi a compiere i gesti più impensabili.

«Mi è decisamente mancato questo» mormoro senza ricevere alcuna risposta.

Mi concentro sul rumore del suo respiro perfettamente regolare mentre le luci delle automobili, che sfrecciano nel traffico notturno di Milano, illuminano il soffitto, scadendo così il passare dei minuti, finché anch’io non mi addormento.

 

 

Angolo autrice:

ci sarebbe da iniziare con un bel “chiedo scusaaa” e soprattutto sperare che voi abbiate il buon cuore di perdonarmi!

So che sono sparita ancora una volta per mesi u.u il lavoro si è rivelato più difficile del previsto e poi è partito subito il countdown per l’esame che ho sostenuto questo giovedì. Per fortuna, è andato tutto bene c:

Come potete vedere, la neo coppietta si sta godendo i primi tempi. Avete presente? Insomma quelli in cui tutto sembra andare bene e che ci auguriamo non finiscano mai. Sarà così anche per loro? o presto una nuvola nera oscurerà il tutto?

La pasticceria inizia a prendere forma, come vedrete nei prossimi capitoli. Carolina è più vicina di quel che pensa alla realizzazione del suo sogno!

Intanto però sarà alle prese con i conflitti di quei due esauriti che si odiano all’inverosimile; riusciranno mai ad andare d’accordo Daniele ed Ambra per più di cinque minuti?

In fin dei conti, tutti e due hanno un comune interesse, ovvero la felicità di Carolina. Che sia sufficientemente forte tale interesse da renderli amici? Lo scopriremo!

Bene, non vi annoio più e speriamo risentirci presto!

Un bacino e con molto affetto,

Anto!

 

PS: ringrazio tutte le persone che mi seguono e che continueranno a farlo nonostante il mio pessimo rapporto con le scadenze. Un ringraziamento speciale va a Serpentina e a Noemi che hanno commentato l’ultimo capitolo pubblicato!

                                               

 

 

  
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