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Autore: Uptrand    22/09/2014    8 recensioni
Ambientato dopo "L'ultimo dei phantom."
E' una raccolta di tre brevi storie.
La prima storia vede Dasha Weaver e Isabella vedersela con un alleanza tra industriali e militari desiderosi di smantellare la Noveria Corps, sfruttando la sete di giustizia di uno spettro e il desiderio di vendetta, per gli amici morti, di una vecchia conoscenza.
La seconda storia si svolge alla Grissom e vede Steve Williams Shepard lottare per mantenere la pace nell'accademia e impedire che Isabella e i suoi cloni uccidano qualcuno.
La Terza storia vede Olivia Williasm Shepard che malgrado le sue intenzione di godersi una vacanza su Palaven verrà coinvolta in un intrigo in cui Turian e Volus si affronteranno in nome del denaro e della politica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Jack, Miranda Lawson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Dasha sparava e si muoveva, non lo faceva a caso ma nonostante un'eccellente mira non riusciva a colpire Jumishu. L'assassino come lei sparava e si muoveva, ma i poteri biotici gli davano dei vantaggi potendo usare il trasferimento di fase per cambiare posizione senza essere visto o colpito, e potendo usare i propri fendenti biotici per colpire attraverso le coperture che Dasha usava per ripararsi.
– Dannazione! Stiamo combattendo come vogliono loro. – Pensò arrabbiata, mentre alzava lo sguardo. Due piani sopra lei, in un susseguirsi di esplosioni bluastre, Isabella si stava misurando con Mila, talmente furiosa per quello che aveva fatto a Diana da non ascoltare neanche Dasha.
La Weaver si lanciò in una capriola in avanti per poi sparare sulla posizione da lei un attimo prima occupata, giusto in tempo per vedere l'assassino sparire. Aveva cercato di sorprenderla con un salto biotico, se non fosse stata veloce a muoversi l'avrebbe trafitta con la lama da dietro.
                                                
Il pugno colpì in pieno il volto di Isabella, la barriera biotica fu come se non esistesse. Mila era estasiata, ci stava riuscendo, il phantom era in difficoltà. Non aveva mai toccato la sua arma, voleva sconfiggere Isabella alle sue regole, voleva una vittoria su tutta la linea.
Isabella si muoveva con difficoltà, la vicinanza a cosi tanto nium le rendeva difficile usare i propri poteri che spesso si attivavano con qualche istante di troppo, avvisando ogni volta delle fitte di dolore in testa. Ma la cosa peggiore era quando la mano destra dell'avversaria la toccava, anche se non sapeva il perché.
Era stufa, fece ricorso alla sua ultima risorsa, la sua stessa armatura. Costruita espressamente da Mores, il krogan esperto di armi, aveva la particolarità che poteva concentrare il potere biotico evitandone la dispersione di energia sotto forma di luce o altro, ma per un periodo limitato essendo il corpo del soggetto sottoposto a uno stress eccessivo.
Attivò la sua armatura. Isabella crollò a terra, era cosciente ma stava davvero male.
Da sotto il casco da furia, Mila rise « Stupida... ti sei dimenticata che più i poteri biotici sono forti, maggiori sono gli effetti del nium. »
Isabella, con uno sforzo immane, scattò in piedi, all'indietro cercando di andare in trasferimento di fase per allontanarsi, ma prima di riuscirci Mila la afferrò per un braccio con la sua maledetta mano destra. Lei sentì come se le mancasse il fiato.
Un calcio la raggiunse all'addome facendola crollare. Mila le afferrò saldamente il braccio sinistro e glielo sbatté con forza contro la balaustra in metallo della passerella, dove si stavano affrontando.
Isabella urlò di dolore, lasciando la spada che cadde nel vuoto. Con una scarica d'energia, datole dal dolore e dall'adrenalina, impiegò l'altra spada in un affondo davanti a se.
La furia scomparve, riapparendo qualche metro più indietro.
Isabella sfruttando l'attenuarsi del dolore, dato dalla maggior distanza, lanciò un fendente biotico.
Come per tutta la durata del loro scontro, la furia dovette solo alzare la sua mano destra e l'energia biotica del fendente si disperse nel nulla.
Mila rise nuovamente « Non capisci vero?...Vedi questa mano, quella che tu mi amputasti sulla Grissom...l'ho sostituita...mi hanno donato una protesi fatta interamente di nium...mi hanno rimodellata per essere il tuo predatore e dare giustizia. »
Il phantom si lanciò in un altro attacco, ma dovette fermarsi quando un proiettile infranse i suoi scudi.
Isabella guardò in direzione da dov'era giunto il proiettile, come se una magia fosse stata spezzata, tutta la concentrazione e attenzione che aveva riservato a Mila svanirono nel nulla. Si rese nuovamente conto di cosa accedeva intorno a lei.
« ISABELLA!» Le gridava Dasha nel comunicatore.
« Si. » Le rispose.
Dasha non sapeva dire quanto era sollevata nell’averla udita « Corri verso di me, viene verso di me! »
Mila rimase un attimo spiazzata, non aspettandosi la fuga della sua avversaria.

Dasha continuava a correre, dolorante in qualche punto e con gli scudi al minimo, sulla passerella mentre intorno a lei fischiavano i colpi dell'arma di Jumishu che la stava inseguendo.
Lei caricò nella sua arma la sua ultima risorsa, uno speciale tipo di proiettili rinvenuti tanto tempo fa nella vecchia base di Cerberus dove aveva trovato anche l'Atlantic Codex, li aveva voluti tenere per se, anche se sul mercato la Noveria Corps li avrebbe venduti a un buon prezzo.
Isabella le stava arrivando dritto incontro, a meno di dieci metri lei le sparò contro.
Il proiettile partì dritto contro Isabella. Il phantom svanì nel nulla, il proiettile continuò la sua corsa.
Mila si era precipitata all'inseguimento, senza controllare lo stato dei suoi scudi, quando il proiettile la colpì li attraversò senza problemi, poté sentirlo conficcarsi nel lato sinistro della pancia.
Si rese subito conto che la ferita non era mortale, fece per rialzarsi ma un dolore più forte di prima la fece crollare a terra.
Avvertiva come la sensazione che qualcuno scavasse nelle sue viscere, vomitò sangue e un violento fiotto di questo fuoriuscì dalla ferita. Lei crollò definitivamente a terra, sguardo rivolto verso l'alto.
« Cosa hai fatto? » Mormorò con un filo di voce a Dasha in piedi davanti a lei.
« Proiettile piranha worms, prima ti bucano, poi come una trivella scavano nelle tue viscere e infine esplodono. Un giocattolo che ho tenuto a mio uso privato. »
Chinandosi su di lei chiese « Dov'è Diana? »
 
Isabella si buttò giù dalla passerella, sorprendendo Mila, sparendo a meta della caduta e apparendo indenne su quella sottostante. La furia imprecò nel mettersi all'inseguimento.
Il phantom riuscì a raggiungere il ponticello, Dasha le stava correndo incontro e fece fuoco contro di lei.
Isabella svanì nel nulla, il proiettile attraversò lo spazio occupato da lei un solo istante prima . Il trasferimento di fase la fece apparire a mezz'aria, di spalle alla nemesi ma davanti all'assassino che colto di sorpresa riuscì lo stesso ad alzare la propria spada per proteggersi.
Lei calò la spada di potenza, convogliando in essa tutta l'energia biotica che possedeva, la barriera biotica dell'assassino cedete all'istante, la sua spada andò in frantumi mentre il rumore del metallo della corazza che veniva lacerato riempiva l'aria insieme a un urlo.
Per avere la mano valida libera Isabella gettò via la spada, afferrò Jumishu e sbattendolo contro una parete urlò « Diana! »
 
Trovarono Diana ancora viva, era stata messa nell'immondezzaio dell'impianto. Quando uscirono all'esterno con Dasha che teneva la ragazza in braccio, videro che gli uomini della Noveria Corps. con Alexya e Trish avevano fatto il proprio dovere. Non sembrava avessero riportato altre perdite, Dasha assumeva solo professionisti.
La creatura era in piedi ma immobilizzata, il comandante aveva avuto la fantasia di usare delle catene e come moderni cowboy gli uomini sui mezzi avevano preso la creatura improvvisando dei lazzi. Le avevano bloccato gli arti superiori, mentre l'ultima catena era posta attorno al collo come un collare.
L'essere era davanti a loro, a braccia aperte sotto un costante fuoco degli uomini di Dasha e sul suo corpo si aprivano e si richiudevano velocemente nuove ferite.
Alexya e Trish, ricoperte di sangue e con qualche taglio ma per lo più integre, si precipitarono da loro, per una volta la possibilità di continuare a combattere e uccidere non fu in cima alle loro priorità.
Dasha consegnò la ragazza al personale medico, che aveva accompagnato la squadra da sbarco.
« Finiamola con questa storia! » Disse e si diresse a passo deciso verso la bestia incatenata. I suoi uomini si erano dati da fare, molte delle parti cibernetiche erano danneggiate, difficilmente avrebbe potuto compiere un altro dei suoi balzi.
Isabella la affiancava, camminava con lo stesso passo deciso. Non aveva ancora recuperato la spada perduta contro Mila e il braccio sinistro le doleva troppo per usarlo, ma poche volte era stata cosi arrabbiata per non parlare che il verso che la bestia emetteva di continuo le dava veramente fastidio, non contribuendo di certo a migliorarne l'umore visto il mal di testa che già aveva per la vicinanza a del nium.
Sette proiettili piranha worms si conficcarono in ciascuno degli occhi della creatura, dopo qualche istante esplosero tutti assieme.
La creatura, urlò ma non morì ancora, Isabella con un balzo apparve all'altezza della sua testa e calò con forza la spada. Il cranio della creatura era cosi duro che dovette aiutarsi anche con il braccio leso, per avere la forza per inciderlo.
Quando cedette si udì un suono come di una noce che viene rotta, in questo caso una bella grossa.
Solo col cervello tagliato a metà, smise finalmente di urlare.
Per evitare sorprese, gli uomini della Noveria Corps finirono l'opera sembrando il cadavere e trascinarono fuori dall'impianto i due nemici lasciandoli a Dasha, mentre obbedienti si sbarazzavano della macabra scultura di cadaveri.
Isabella e le ragazze si tenevano alla larga, Diana si era svegliata e al momento si erano messe comode, prive di armature, su un telo a godersi la bella giornata, sembravano sazie del sangue versato, mentre il resto degli uomini pattugliava il perimetro e completava i lavori.
Dasha era seduta davanti Mila e Okiyua, buttati a terra davanti a lei. La furia sembrava pronta a morire da un momento all'altro, l'assassino avrebbe anche potuto farcela con le giuste cure
« Cominciamo con una domanda semplice. Perché questo impianto? » Domandò la Weaver.
Nessuna risposta.
Si chinò in avanti « Potrei decidere di farvi curare e dopo consegnarvi a Isabella, poi curarvi e darvi di nuovo a lei, mi chiedo quanto potremmo andare avanti. »
« Dannata! » Rispose Okiyua.
Mila rise sputando altro sangue « Non farai niente Dasha, ti conosco. Non hai ucciso Olivia perché la temevi, avevi paura di come avrebbero reagito tutti quanti a una simile morte. Okiyua è figlio di un ammiraglio, non puoi permetterti di avere qualcuno di così in alto contro. La tua scelta migliore è di lasciarci andare. »
Lei sorrise, ma anche se lo sguardo era sereno si poteva vedere l'inferno in esso. « Non ho ucciso Olivia, perché le due volte che ci ho provato è stata abbastanza in gamba da sfuggirmi. Si, avrei dei problemi se lo facessi ma non dall'Alleanza o il Consiglio, quelli li compro, ma da coloro che le stanno vicino. Ha attorno gente in gamba che non posso comprare, se decidessero di vendicare lei o chiunque altro del loro gruppo facessi fuori. Ma voi...Mila Zoe, un soldato qualunque allontanato dalla sua squadra perché ha perso la fiducia del suo comandante e ora esperimento di laboratorio,  Okiyua Jumishu un N7 e  figlio di un ammiraglio con un'idea tutta sua dell'Alleanza...mi chiedo, chi morirebbe per voi?...Nessuno che possa causarmi problemi è la risposta. Adesso rispondete alla mia domanda o giuro che farò quanto ho annunciato! »
« Questo impianto è stato scelto per via degli enormi carichi di minerali diretti a Noveria, si pensava che se avesse smesso di funzionare saresti venuta di persona a controllare. Attaccarti su Noveria non era pensabile, la Grissom era stata presa in considerazione per provare a indurre Isabella a inseguirci, con te che la seguivi a tua volta. Ma pare ci siano state obbiezioni dall'alto, si temeva che essendo Steve Williams Shepard il capo della sicurezza, di non riuscire a gestire la cosa senza coinvolgere persone che si preferiva rimanessero estranee ai fatti. » Spiegò Okiyua.
« Perché eliminare anche i miei dipendenti? » Chiese Dasha.
Fu Mila a rispondere « Dobbiamo ripulire la galassia, renderla un luogo migliore. I criminali e chi collabora con loro, coscientemente o meno, sono colpevoli in ugual misura. Noi due eravamo gli strumenti che avrebbero portato a un'Alleanza migliore, a una galassia migliore.»
« Isabella sulla Grissom ti tagliò una mano, la sanità mentale l'hai persa solo per colpa tua. » Commentò acida la Weaver che domandò « Okiyua anche tu sei un biotico in che modo riesci a starle cosi vicino, senza avere problemi ?»
« Farmaci e droghe. »
« Il solito rimedio. » Dasha parve delusa e poi chiese « Di quella bestia cosa sapete dirmi ? »
« Gente che appoggia mio padre l'ha fornita, sostenevano che per abbattere un mostro ne serviva uno maggiore. » Aggiunse Okiyua guardando in direzione di Isabella.
Dasha seguì il suo sguardo. Il “mostro” con Alexya e Trish era seduta su un telo vicino a Diana che si era svegliata ma che i medici, per sicurezza, tenevano su una barella sotto osservazione anche se non aveva niente di rotto.
Aveva rimediato solo un bernoccolo e la necessità di un nuovo taglio di capelli. Per starle accanto, la barella era stata abbassata a livello del terreno e ora la ragazza stava giocando con le sorelle. Isabella, vicino a loro, vigilava con attenzione.
Dasha richiamò un paio di uomini, fissi a guardare le curve di Isabella ora che senza armatura indossava solo dei vestiti sportivi aderenti.
Tornando ai suoi prigionieri disse « Escludendo i laboratori della Noveria Corps, sono pochi quelli in grado di ideare e costruire una simile mostruosità. Non sarà un problema scoprire chi c'è dietro. »
Dasha si alzò e rivolgendosi ai propri uomini « Nell'impianto c'è una fonderia, buttateceli dentro. » Ordinò indicando i due prigionieri, non prima di avergli staccato le medaglie di riconoscimento.
Questi presero a scalciare e a urlare, maledicendo il suo nome al punto che una delle guardie colpì con il calcio del fucile Okiyua, finché non smise di creare problemi nel venire trascinato.
« Speriamo di rientrare in tempo per vedere la partita.» Disse una delle guardie all'altra.
 Dasha non riuscì a sentire la risposta, essendosi già allontanate di parecchio.
« Preparatevi per la partenza, appena pronti si va!» Gridò. Gli uomini si diedero subito da fare, mentre Isabella si rimetteva in piedi e Alexya e Trish ritiravano il telo.
Vedendo Dasha arrivare le sorrise, ma rimase sorpresa quando le punto un dito contro.
« Sai che abbiamo rischiato di farci ammazzare, perché tu non ascoltavi quello che ti dicevo? » Isabella si mosse a disagio, succedeva raramente che Dasha la sgridasse. Poi con sua sorpresa le prese il volto tra le mani e la baciò.

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Autore: Maria Adeeva http://www.deviantart.com/art/Cerberus-kiss-325650140

– Avevi ragione Okiyua, lei non è la morte. Ma assieme non c'è nemico che non possiamo uccidere. --pensò Dasha mentre si staccava da lei.
« Non farmi più preoccupare cosi » Disse, Isabella annuì.
Prima di partire Trish volle fare una foto di loro cinque, lei ne avrebbe fatto a meno ma la ragazza sembrava tutta intenzionata a complicarle la vita se non avesse ottenuto quello che voleva.
Guardando la foto, ritraeva Diana al centro seduta sulla barella, lei e Isabella ai lati, Alexya e Trish davanti, ma chine sulle ginocchia mentre tenevano ciascuna metà della testa della creatura, non riuscì a pensare che sembravano proprio una famiglia.
*****
Otto individui di specie differenti erano seduti a un tavolo, a presiedere la riunione, come sempre, il volus.
Qualcuno bussò alla porta dello studio. Dal modo in cui aprì la porta e si diresse verso il tavolo con passo deciso, il volus ebbe la certezza che sentiva alle proprie spalle tutta la potenza della sua posizione. Sedette all’altro capo del tavolo, di fronte al volus.
« Tutti fuori, tranne il volus! » Ubbidirono « È stato difficile trovare il Comitato.» Commentò Dasha.
« hhhh...Ucciderci non ti servirà, siamo solo dei rappresentanti. Da un’altra parte, sarà già sorto un altro Comitato. »
« Eravate anche ben difesi, ho perso una decina di uomini. Isabella si è divertita. » Aggiunse la Weaver.
« Cosa vuoi fare? »
« Uccidervi naturalmente, come esempio per il nuovo Comitato di cosa succede a provocarmi. So per esperienza, che è un buon incentivo per costringere gli altri a più miti consigli. »
« Allora, perché perdi tempo a parlare? »
« So tante cose di voi, ma non i vostri nomi. Quella è un'informazione che non ho ottenuto. Perché? »
Il volus si limitò a scendere dalla sedia e a dirigersi verso l'uscita con la sua andatura goffa.
« Questo Dasha, è un segreto che non ti spiegherò. Quando ci ucciderai? »
« L'ho già fatto. Isabella deve aver terminato con i tuoi compagni, starà solo aspettando che tu esca per completare l'opera. »
« Capisco. » fu l'unico commento del volus e uscì dalla stanza.
Morì prima che Isabella lo colpisse. Il suo corpo giaceva a terra in mezzo a una stanza dell'edificio privo della maschera della tuta ambientale.
 
L'ammiraglio Toraru Jumishu uscì dal centro di comando dell'Alleanza nelle Filippine, visibilmente contrariato e entrò nella astro-auto diretto a casa.
Non aveva notizie da nessuno, il Comitato non rispondeva e neanche suo figlio. Temeva il peggio, ma si riteneva un guerriero, figlio di una stirpe di guerrieri, se qualcosa fosse andato male avrebbe affrontato le conseguenze a viso aperto, salvando almeno il proprio onore.
Aveva usato Mila Zoe per cercare di catturare quella Isabella e i suoi cloni. Trovava inaccettabile che criminali e prodotti da laboratorio circolassero liberi sulla Grissom, quando erano anche un importante fonte di informazioni sull'energia bianca, la forma di energia sviluppata dal raro isotopo 19 dell'eezo. Vive o morte lo sarebbero rimaste lo stesso, oltre a essere il punto da cui partire per ripulire l'Alleanza da tutti quei deboli elementi che la ammorbavano.
« Ammiraglio Toraru Jumishu! »
Lui sussultò a sentirsi chiamare dal momento che era solo nel veicolo
« Ammiraglio Toraru Jumishu! » Ripeté la voce.
Stavolta l'ammiraglio capì la provenienza, arrivava dagli altoparlanti del veicolo.
« Chi sei? » Chiese
« Dasha Weaver » Rispose la voce.
Lui sentì la gola seccarsi, ma si controllò « Cosa vuole? »
« Lo sapete, come intuite cosa significhi il fatto che sono qui e vostro figlio no. Aprite il vano porta oggetti della macchina. »
Quando lo fece, trovò al suo interno la medaglia di riconoscimento N7 di suo figlio assieme a quella della Zoe. Le strinse in pugno, scacciando le lacrime che sentiva bagnarli gli occhi. Queste mal si addicevano a un guerriero.
« Bastarda! Non pensare di sfuggirmi. » La minacciò lui.
« Sfuggirle? Ammiraglio pare non abbia capito. »
Il veicolo fece un'ampia manovra cambiando rotta.
« Che succede? » Gridò Toraru.
« Ho alle mie dipendenze un hacker volus molto abile, che quando era un libero professionista uccideva i suoi obiettivi facendo sembrare le loro morti dei normali guasti dovuti a un mal funzionamento. Domani i notiziari parleranno della sua tragica morte dovuta a un incidente e nessuno indagherà. Si goda il resto del viaggio ammiraglio. Addio. »
La comunicazione si interruppe. Davanti a se Toraru fissava il grattacielo in costruzione farsi sempre più vicino. L'ultima cosa che notò prima che la sua auto si schiantasse contro i piloni in acciaio fu il logo della compagnia di costruzione. Quello della Noveria Corps.
*****
Quando i quattro phantom rientrarono all'accademia Grissom, Steve fu sicuro che fosse successo qualcosa. Isabella era straordinariamente di buon umore e sapeva che genere di cose la rendevano tale.
Tutte le persone a cui teneva stavano bene, decise quindi di lasciar perdere. Ai morti, chiunque fossero, non sarebbe in ogni caso stato d'aiuto.

 
   
 
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