The Warrior and the Rookie

Capitolo 1 – Caffè con sorpresa

Avrebbe dovuto capire da subito che c'era qualcosa che non andava. Avrebbe dovuto intuire che la faccenda aveva del sospetto, e non poco, peraltro. Dannazione, era o non era un Auror? Ma in fondo Tonks sapeva di essere la preferita di Malocchio, la sua protégée, e poi ultimamente si sentiva così di buonumore, quindi aveva ceduto all'offerta senza pensarci su troppo. O meglio, affatto. Insomma, Alastor Moody invitare qualcuno, dopo l'ennesimo turno di guardia per l'Ordine, a prendere un caffè da Starbucks?!? La cosa aveva seriamente del ridicolo. Senza contare il fatto che il vecchio rudere misantropo conosceva tale locale, e che si trattava per di più di un locale babbano. Un autentico mistero.

E la fine ebbe inizio quando la sventurata, del tutto ignara delle macchinazioni del mentore, sorseggiando il suo cappuccino (di cui una buona parte di schiuma ornava la punta del suo naso), pose la fatale domanda:

“Allora Malocchio, a cosa debbo questo gentile, seppure inaspettato, invito?”

La fine, appunto. L'ex Auror si guardò attorno, l'occhio magico che ruotava come impazzito, come per accertarsi che nei dintorni Voldemort non avesse posto spie pronte a captare ogni sua parola. Placato ogni dubbio,

“Ragazza, sai come sono fatto, quindi non mi perderò in inutili preamboli e verrò subito al dunque.”

Ignorando lo sguardo perplesso della giovane, proseguì:

“Tu... e Lupin...”

Panico.

“Come, scusa?”

“Non fare la finta tonta con me, Ninfadora!”

“Primo: NON chiamarmi Ninfadora! Secondo: di che diavolo stai parlando?”

D'accordo. La situazione si stava facendo parecchio surreale. Nella mente della giovane Auror dai capelli rosa cicca era partito un urlo disperato:

-NONONONONONO! Ti prego no! Morgana, questa conversazione non sta avendo luogo, è tutta un'allucinazione, sto davvero lavorando troppo, ultimamente. Non sto realmente parlando della mia vita sentimentale con Malocchio!-

Cercando di darsi un'aria pacata, almeno esteriormente, proseguì:

“E cosa ti farebbe pensare che...”

“Vi ho visti” fu la secca risposta di lui, quasi un grugnito.

“Come?” replicò Tonks in un sussurro, troppo sconvolta per poter dire altro.

Fu Moody ad abbassare lo sguardo, borbottando una spiegazione di cui tutto ciò che la ragazza riuscì a decifrare fu “Ieri...Grimmauld Place...Fine turno...Rapporto per Silente...Salotto...”

Tonks si sforzò di ripercorrere con la memoria gli eventi della sera prima, finché... Oh. Tutto il colore abbandonò di colpo il suo viso. Era l'Apocalisse.

“Come... Cosa? Ma che... Come hai potuto? Tu e il tuo dannato occhio!!!”

“Calmati, non vorrai attirare l'attenzione di tutti questi babbani?”

“Dovevi pensarci prima di sparare una cosa del genere! Insomma...”

“Non è stato affatto intenzionale, sai benissimo che da quando Barty Crouch Jr ha usato il mio occhio magico si incastra di continuo, e comunque si tratta di uno spettacolo a cui avrei sinceramente preferito non assistere. E sono anni che te lo ripeto, Ninfadora Tonks, VIGILANZA COSTANTE! Non abbassare mai la guardia! Ad ogni modo – proseguì ignorando l'espressione al contempo furiosa e imbarazzata della sua allieva – non è per parlare dell'accaduto che ti ho invitata qui oggi.”

“Oh. Beh... Ma allora...”

“Ecco... Volevo solo dirti che con una guerra alle porte... Questo non è esattamente il momento ideale per... qualunque cosa sia.” L'ex Auror era visibilmente a disagio.

“Malocchio, guarda che non sei obbligato a farmi questo discorso. Molto... paterno, ne sono lusingata ma...”

“Sì che sono obbligato. Sei un ottimo Auror, uno dei migliori allievi che abbia mai avuto, sei in gamba, Tonks, ma sei ancora giovane e distrazioni come questa possono essere fatali. Ma - proseguì bloccando la giovane, che aveva aperto la bocca per replicare - non è ancora questo il punto. Lupin è davvero un bravo ragazzo.”

A questo punto Tonks non poté fare a meno di sorridere, pensando alla faccia che avrebbe certamente fatto Remus sentendosi definire ragazzo, quando nel mese passato non aveva mai perso l'occasione di rammentarle la loro differenza d'età.

“Lo conosco ormai da 17 anni, e non mi ha mai deluso una volta. Ha esperienza, è un genio nella Difesa contro le Arti Oscure, sarebbe potuto essere un Auror eccezionale, se... Beh, lo sai. Ed è responsabile, e Merlino solo sa quanto bisogno ci sia di un po' di responsabilità quando si ha a che fare con te.”

“Ehi! Questo non è molto carino da parte tua!”

“Vuoi la verità o no, ragazza? Il mondo non è carino, nel caso in cui non te ne fossi accorta. Comunque, quello che volevo dire è che se non altro hai scelto bene. Tutto qui. Ora, non voglio dettagli, quello che ho accidentalmente visto ieri mi basterà per una vita, ma...”

“Lui mi piace” Tonks fu la prima a stupirsi nel sentirsi ammettere la cosa così candidamente. “Moltissimo” aggiunse, abbassando lievemente il capo e mordicchiandosi nervosamente il labbro, come il mentore l'aveva vista fare ogni volta che era imbarazzata.

“Bene. Allora io qui ho finito” concluse Moody, il colorito stranamente rossastro, l'occhio magico a scandagliare ogni angolo del locale fuorché il viso della sua protetta.

Tonks fu colta da un improvviso moto di tenerezza nei confronti del vecchio maestro. Negli anni i due avevano inconsapevolmente sviluppato una sorta di relazione padre-figlia, in cui lei faceva di tutto per farlo indispettire e lui coglieva al volo ogni occasione per rimbrottarla, ma la giovane non si era pienamente resa conto del forte legame che li univa, e di quanto si fosse affezionata a quel vecchio scorbutico. Fino ad ora.

Con un sorriso malizioso, si alzò dal tavolo, salutò Moody scarmigliandogli la chioma e accostandosi a lui gli sussurrò all'orecchio:

“Significa quindi che ho il tuo permesso per frequentare Remus? Mi pareva fossimo già un bel po' oltre quella fase, Malocchio. Oh, beh, pazienza. In ogni caso non devi preoccuparti, noi Auror lo facciamo... beh, forse devo lavorare un po' sulla vigilanza, ma quanto alla costanza... Diciamo solo che puoi stare tranquillo. Ci vediamo!”

E con ghigno malefico si avviò verso l'uscita del locale, non senza rovesciare due sedie (e per poco un tavolo) al suo passaggio. Una volta in strada, si fermò all'improvviso.

Che strano, avrebbe giurato che sul coriaceo viso del mentore, deturpato da anni di battaglie e perennemente serio, fosse spuntato il primo autentico sorriso.

Spazio dell'autrice:

Beh, dopo quasi un anno torno a dedicarmi alle fanfic... In realtà avevo da tempo alcune storie e traduzioni in cantiere, ma dopo aver letto I Doni della Morte sono entrata in crisi e non riuscivo più a concludere nulla. Ora il trauma è... pressoché superato, e riprovo a pubblicare nuovamente qualcosina.

Intanto ne approfitto per ringraziare di cuore Rainsoul, PolarLight, Nonna Minerva e CUCCIOLA_83 per le gentilissime recensioni della mia precedente storia (New Year Resolutions) e FraRe, pep22 e sba che l'hanno addirittura inserita tra le storie preferite sorprendendomi e lusingandomi oltremodo.

Per quanto riguarda questa fic, si tratta sostanzialmente di una visione in 3 vignette del rapporto tra Ninfadora Tonks e Alastor Moody (ma ovviamente non potevo lasciare Remus da parte, XD), e l'inizio si colloca da qualche parte nell'Ordine della Fenice. Spero che vi piaccia! Mi raccomando, positiva o negativa che sia, non esitate a lasciare la vostra impressione! Grazie e al prossimo capitolo!