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Autore: sheeranshobbit    22/09/2014    2 recensioni
"Quello era il giorno. Me l'ero ripetuto mentre salutavo mia madre che mi faceva le ultime raccomandazioni. Me l'ero ripetuto mentre mio padre mi ricordava di chiamare come minimo tre volte al giorno perché altrimenti si sarebbero preoccupati. Me l'ero ripetuto mentre aprivo la porta di casa per l'ultima volta, lasciando le mie chiavi sul comò dell'ingresso, perché tanto non mi sarebbero servite per un po'. Me l'ero ripetuto mentre afferravo il manico delle mie due valigie, zaino in spalla e Canon al collo, e mi dirigevo verso il taxi bianco che mi avrebbe accompagnata, perché i miei genitori dovevano lavorare."
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We’re not friends.
 
We're not, no we're not friends, nor have we ever been
We just try to keep those secrets in our lives
And if they find out, will it all go wrong?
I never know, no one wants it to.

-Friends, Ed Sheeran.
 
Rientro in casa e chiudo lentamente la porta. Alzo gli occhi e mi accorgo che tutti stanno guardando me. Stanno aspettando una reazione, qualcosa che gli faccia intuire il mio stato d'animo, ma l'unica cosa che ho voglia di fare è rimanere sola nel silenzio più completo. Così do la buonanotte e mi avvio su per le scale, raggiungendo il bagno e chiudendomi la porta alle spalle. Non ho voglia di piangere, non mi sento come se fossi stata abbandonata. Mi sento solo come se la mia vita stesse cercando risposte a domande che devo ancora farmi. Il nulla più assoluto vortica nella mia testa mentre sento dei passi pesanti alle mie spalle. Poco dopo dei colpi alla porta mi scuotono.
-Occupato- urlo, aprendo il rubinetto per far credere a chiunque abbia appena bussato che sto facendo qualcosa di utile.
-Muoviti, devo uscire!- sbotta la voce dall'altra parte. Edward.
Chiudo l'acqua e aspetto qualche secondo, poi giro la chiave e mi precipito fuori dalla porta, sbattendo violentemente contro la spalla del rosso. Butto lì un confuso "scusa" mentre continuo a camminare verso la mia camera, ma una mano mi blocca il polso.
-Non puoi evitarmi per sempre- sentenzia lui.
-Non avevi tanta fretta di uscire?
Ed ridacchia. -Sei brava a scappare dai tuoi problemi.
-Cosa ci posso fare? Ora che non c'è più Walt puoi prendertela con me. Vince sarebbe fiero del suo piccolo burattino rosso, non credi?- poi, con uno strattone, mi libero il polso e raggiungo la mia camera, sbattendo la porta alle mie spalle e lasciandomi scivolare contro di essa.
Sei brava a scappare dai tuoi problemi.
Mi costa ammetterlo, ma Edward ha irrimediabilmente ragione.
 
Sto già dormendo quando qualcuno bussa alla porta di camera mia. Se è Edward giuro che gli tiro la lampada in testa, penso, mentre mi tiro su dal letto lamentandomi.
-Ah, ma allora sei viva.
Lynch è in piedi davanti a me con un’espressione divertita stampata in faccia.
-Si, dormivo, sai.. E' notte- dico, abbastanza seccata.
-Già, ho visto- ribatte, entrando prepotentemente nella mia camera. Lancio uno sguardo sorpreso al corridoio deserto, poi socchiudo la porta e mi concentro sul mio strano cugino. Lui si guarda intorno, analizzando ogni piccolo particolare come se fosse la prima volta che entra. Appoggia una mano sulla scrivania e tira su una foto di me e Leo, il mio gatto rosso ciccione.
-Carina- commenta. Lancio un'occhiata veloce alla sveglia sul comodino.
-Lynch?- mi guarda. -Sei venuto all'una di notte in camera mia per dirmi che quella foto è carina o..- lascio la frase in sospeso.
Lui continua a guardarmi, poi riappoggia la foto e sospira, sedendosi sul letto.
-Va tutto bene?- chiedo. Lui continua a fissare il pavimento, mentre si tortura le mani. Mi siedo vicino a lui, ma non cambia niente. Il silenzio persistente nel quale siamo appena calati mi preoccupa, e non poco. Passano alcuni minuti, durante i quali lotto con me stessa per rimanere sveglia. Potrei crollare in qualsiasi momento.
-Allora..- finalmente riprende a parlare. Spalanco gli occhi, devo assolutamente rimanere sveglia.
-Dobbiamo parlare di una cosa..- continua. Silenzio di nuovo. E' snervante.
-Mi stai preoccupando. Mi sono persa qualcosa?
Ridacchia. Non l'ho mai visto così nervoso. Sembra quasi quel momento orribile nella vita di ogni adolescente, durante il quale un genitore spiega molto vagamente come nascono i bambini. Come se non fossero cose che uno, di questi tempi, impara poco dopo i dieci anni..
-Io..- inizia.
-Tu?
-Io..
In quel momento la porta si spalanca di colpo e Morris fa il suo prepotente ingresso nella camera. Se vogliono chiamare anche il resto della band improvvisiamo un concerto.
-Cavolo, Lynch, dillo e basta!- sbotta il biondo. Non ho idea di cosa stia succedendo. Non ho idea di cosa ci facciano Lynch e Morris in camera mia all'una di notte. Non ho idea di cosa vogliano dirmi. Vorrei solo poter dormire.
-Io e Morris..- un respiro profondo. Morris si schiarisce la voce.
-IoeMorrisstiamoinsieme- Lynch ha chiuso gli occhi e ha pronunciato quelle parole ad una velocità inumana. I miei neuroni non sono ancora completamente svegli e non sono sicura di aver capito bene.
-Eh?
-Stiamo insieme..- dice Morris lentamente, guardando verso il basso. Ok, avevo capito bene.
-E me lo dite all'una di notte perché..?
-Perché ci ho messo un'ora e venti a convincerlo- interviene Morris. Lynch lo guarda male.
-Ok- in questa casa non si sta mai tranquilli o è una mia impressione?
-E chi lo sa oltre a me?- chiedo, curiosa. Non vorrei sembrare delusa o altro, ho solo molto, moltissimo sonno.
Silenzio. Mio cugino sembra aver perso la parola. Morris sbuffa.
-Nessuno.
-Mh..
Elaboro tutto quello che mi hanno appena detto e improvvisamente mi sento come se mi fossi svegliata. Prendo piena consapevolezza del loro gesto. Del fatto che si siano fidati. Si siano fidati solo di me.
-Siete seri?
-Si..
Un sorriso appare sulla mia faccia. Mi alzo di scatto e abbraccio mio cugino, coinvolgendo anche Morris in un super abbraccio famigliare. Non ho idea del perché avessero così paura a dirmelo, ma si sono spiegate un sacco di cose. Stanno insieme, ma certo! Come ho fatto a non rendermene conto prima? I segnali mi circondavano. Le fughe notturne di Morris, i vari imbarazzi, il legame che c’era tra di loro..
-Te l'avevo detto che l'avrebbe presa bene- dice Morris, chiaramente sollevato. Sento Lynch ridere e mi risiedo sul letto. Mi ci vorrà un po' per immagazzinare il tutto, ma sono felice che si siano fidati di me. Fidati così tanto.
-Allora, ora voglio i particolari.
-Oddio.
-Sh. Da quanto?
-Cinque mesi.
-Condoglianze- mi rivolgo a Morris che scoppia a ridere. Lynch mi tira un pugno sul braccio.
-E dove vi siete conosciuti?
-Dio, Cat.
Zittisco nuovamente mio cugino, minacciandolo che se non collabora potrei spedirlo fuori da camera mia. Lui sottolinea che siamo in casa sua. Io lo ignoro.
-Ci siamo conosciuti ad un suo concerto- Morris indica mio cugino.
-Niente male come concerto- aggiunge il biondo facendogli l’occhiolino. Mi rendo conto che per Lynch è tutto molto più difficile di quanto non sia per Morris e anche per questo gli sono grata. Ha detto proprio a me quello che non ha avuto il coraggio di rivelare a nessun’altro. Non so se sono la persona più giusta, so solo che lui pensa di si.
Sorrido, poi mi scappa uno sbadiglio.
-Dai Lì, lasciamola dormire.
Mio cugino annuisce. Aspetto che Morris esca dalla stanza e poi lo fermo.
-Lynch, da quanto lo sai? Insomma, da quanto l'hai scoperto?
-Non lo so esattamente.. E' successo e basta credo.
Annuisco.
-Sono felice che vi siate fidati di me. E' una cosa grande da dire.. Sono davvero felice.
Lynch mi abbraccia e quasi riesco a percepire la tensione che lo abbandona lentamente.
-Buonanotte.
-Notte.
Wow, che notte!
 
***
 
L'aria è pesante.
Non riesco a vedere niente.
Anzi, una luce si è accesa davanti a me. No, aspetta, sono due.
Tonde, una di fianco all'altra.
Si avvicinano.
Mi sto muovendo?
Perché ho paura?
Le luci continuano ad avvicinarsi. E' una macchina?
No. Oddio, non riesco a fermarmi.
Aiuto.
Ci scontreremo.
Fermatevi!
Rumore di vetri.
Di nuovo il buio.
 
Mi sveglio di soprassalto col cuore che batte a mille e la fronte perlata di sudore. Era un po' che non avevo incubi, di sicuro non mi mancavano. Guardo la sveglia: sono già le otto. Menomale, tanto di dormire non se ne sarebbe più parlato. Mi alzo svogliatamente mentre maledico me stessa per essermi addormentata così tardi. Il silenzio in casa è inquietante, ma decido comunque di non dare ancora segno di vita ai ragazzi. Mi dirigo lentamente verso il bagno come una vittima dei postumi di una gran sbronza e mi butto direttamente sotto il getto d'acqua della doccia. Quando esco, circondata dal vapore caldo e da un asciugamano morbido, la giornata sembra migliore. Scendo in cucina senza fare rumore perché sono più che sicura che Edward stia ancora dormendo. Un biglietto appiccicato al frigo attira la mia attenzione: "Io e Momo siamo andati a sentire un paio di pub per questo Sabato. A dopo, L"
Non posso fare a meno di pensare che quella L mi ricorda la –A di Pretty Little Liars. Dovrei uscire più spesso.
Estraggo dal frigo il cartone del latte e ci annego dentro due o tre cucchiai di cioccolato in polvere, giusto per migliorare ancora un po' la mia giornata. Improvvisamente un rumore di vetri rotti esplode nelle vicinanze. Un flash mi fa tornare in mente il mio sogno e sento le gambe diventare disgustosamente molli. No, concentrati. Un altro colpo e sono già in corridoio. Da dove viene? Ancora uno, un po' più vicino. Giardino. Non so con quale coraggio mi spingo verso la porta d'ingresso e la apro di colpo. La scena che mi si presenta davanti è inimmaginabile. Un ragazzo sta distruggendo una macchina parcheggiata nel vialetto. La sua mazza da baseball lavora veloce mentre io mi rendo conto di aver già visto quella macchina. E' di Edward. Non so quale altra ventata di coraggio mi spinge fuori dalla porta. Fatto sta che, armata solo di una tazza di latte, mi ritrovo ad urlare "Ehi tu!" al ragazzo incappucciato. Lui si ferma e lentamente di gira verso di me abbassando il cappuccio. Una risata si fa strada nel silenzio mattutino del quartiere allo stesso modo in cui la paura si impossessa del mio corpo: lentamente e inesorabilmente.
-Non ci credo! Guarda qui chi ho incontrato.
Quegli occhi vuoti mi scrutano da lontano mentre il ragazzo butta la mazza sul prato. Vince.
Sono immobile, le parole bloccate in gola. Cosa dovrei dire?
-Passavo di qui e ho pensato di fare un salutino ad un mio vecchio amico. A proposito, Walt come sta?
Si sta avvicinando pericolosamente, mentre io indietreggio. Non dovrei fargli capire che ho paura, ma come faccio se ogni fibra del mio corpo è inevitabilmente terrorizzata?
-Lascia stare Walt- sputo, cercando di nascondere il tremolio nella mia voce.
-Calma tesoro, sono venuto in pace- dice, scoprendo i denti in un largo sorriso mentre alza le mani aperte davanti a se.
-Vedo- esclamo, dirigendo un veloce cenno della testa alla macchina di Edward.
-Non dirmi che ho sbagliato macchina..- si finge pentito. Qual è il confine tra odio e omicidio? Perché credo di esserci molto vicina.
-E' la tua?
Scuoto la testa.
-Oh, be' allora di cosa ti preoccupi?
Non rispondo. E' sempre più vicino. Ogni passo che fa verso di me io ne faccio uno indietro, e questo sembra divertirlo molto. Scoppia a ridere e mi soffia un bacio dalla mano. Mi farei volentieri un'altra doccia ora. Improvvisamente si ferma e lancia un'occhiata alle mie spalle. Sembra rendersi conto solo ora che la macchina è parcheggiata nel vialetto di casa mia.
-No- dice, allegro. -No, questa giornata sta diventando fantastica. Tu conosci Sheeran? Ma come? Abitate insieme? Tu, lui e Walt?- ride. Ride come se dovesse svegliare un intero quartiere. Probabilmente ci è appena riuscito.
Non ho intenzione di rispondere, ma il mio silenzio sembra esasperarlo. Contrae la mascella e con due grandi passi me lo ritrovo a pochi centimetri dal naso. Che qualcuno mi aiuti.
-Ok. Ascoltami bene tesoro, devi dire al caro Edward che se continua, la prossima cosa che ridurrò così- indica la macchina- sarà la sua faccia. Lui capirà, non ti preoccupare.
Mi appoggia una mano alla guancia. Vorrei davvero sputargli su quella sua faccia di merda che si ritrova. Mi sposto velocemente dal suo tocco mentre lui ridacchia e si allontana allegramente.
-Oh, non ti conviene raccontare niente a nessuno. Non vorrei rovinare il bel faccino che ti ritrovi- conclude, poi svolta l'angolo.
Sono ancora bloccata lì, incapace di fare qualsiasi cosa. Che cosa potrà mai aver fatto Edward per far reagire così male Vince? Cosa sta succedendo? Perché io non posso mai stare tranquilla? Distolgo un attimo l'attenzione dalle mie domande mentre i miei pensieri si fiondano su un unica persona. Inaspettatamente: Edward.
Corro in casa, appoggiando la tazza in cucina e sfrecciando su per le scale. Incontro in fretta la porta della sua camera e la spingo. E' chiuso. Merda.
-Edward! Edward!- comincio a chiamarlo, mentre tiro dei colpi alla porta.
-Edward aprimi! EEEEEEDWARD! Edward Christopher Shee-
-Che c'è?- sbotta lui, chiaramente contrariato dal risveglio brusco, mentre apre la porta.
I capelli arancioni disordinati che fanno venire voglia di spettinarli ancora di più. Quei dannati pantaloni del pigiama. La maglietta buttata in un angolo della stanza. Tutti particolari che mi stanno distraendo dal mio obbiettivo principale. Sveglia ragazza!
-La tua macchina.
-Cos'è successo alla mia macchina?- chiede, allarmato.
-E' arrivat-
-Chi?
-E' arrivato V-
-Chi?
-Fammi finire per carità!- sbotto. -E' arrivato Vince e l'ha sfasciata con una mazza da baseball.
-Stai scherzando!- urla, precipitandosi giù dalle scale. Lo seguo. Sono solo le nove e io sono già stanca di questa giornata.
Trovo il rosso nel bel mezzo del giardino con le mani fra i capelli, mentre impreca ad alta voce contro il 90% della popolazione mondiale. Credo che la miglior cosa da fare sia aspettare che si calmi. Una volta esaurita la scorta di offese rimane immobile in ginocchio davanti all'auto, fissando un punto nell'aria. Non so se è più preoccupato per la macchina o per se stesso. Credo che conosca abbastanza Vince da sapere meglio di tutti che questo è solo un avvertimento. Mi avvicino lentamente.
-Quando è successo?- chiede.
-Poco fa.. Facevo colazione, quando ho sentito dei rumori. Sono uscita e lui era qui che la massacrava- racconto, indicando la macchina. Lui si alza in piedi di scatto e mi guarda con gli occhi spalancati.
-Ci hai parlato?
-Si.
-Oddio, stai bene? Ti ha fatto qualcosa?
Si sta davvero preoccupando per me? O è solo sotto shock?
-Sto bene.
-Non avresti dovuto uscire. Santo cielo, guarda dalla finestra o..- si scompiglia il ciuffo arancione e serra la mascella. -Sa dove sei, sa chi sei..- sembra parlare più con se stesso che con me. -Gli hai detto che mi conosci?
-L'ha capito da solo.
-No. No, no, no, no..- continua a ripeterlo come un mantra mentre cammina nervosamente per il vialetto.
-Mi ha detto che la prossima a finire così sarà la tua faccia se-
-Se cosa?
Capisce da solo.
-Scusa, vai avanti.
-Se non la smetti di comportarti come stai facendo.. Nient'altro..
-Lo sapevo..
Continua a comportarsi come se stesse per avere una crisi di nervi, così gli propongo di tornare dentro. Si sistema su una sedia e rimane nella stessa posizione per tutto il tempo che io impiego a scaldare due fette di pane e metterci sopra abbondante nutella. Gliene porgo una, poi decido di rompere il silenzio. Tanto, ormai, mi sembra di esserci dentro fino al collo.
-Cos'hai fatto? Per farlo reagire così, intendo..
Mi studia, come se volesse capire se c'è da fidarsi o meno, poi se ne rende conto anche lui: ci sono dentro eccome. Addenta la fetta di pane.
-Ho rifiutato..- fa una pausa. -Ho rifiutato di fare del male a Walt.
Ok, questo decisamente non me lo sarei aspettato.
-Lui si è arrabbiato, parecchio. E mi ha fatto questo- sospira, poi scosta un po' la gamba dei pantaloni. Un taglio rosso di qualche centimetro si presenta ai miei occhi mentre mi copro la bocca con una mano.
-Tre punti..- ride amaramente.
-Con cosa?
-Bottiglia di birra rotta.. Efficace eh? E' stato ieri l'altro.
-Mi dispiace..- sembra non accorgersi delle mie parole.
-Pensavo gli fosse passata, invece.. Tu devi stargli lontana. Dio solo sa cosa ti potrebbe fare, ho sentito delle cose.. Non si era dimenticato di te, lui ha solo voglia di vendicarsi con la band di tuo cugino e userà ogni mezzo.
C'è una pausa di silenzio, poi alzo gli occhi e mi accorgo che mi sta guardando.
-Sei sicura che non ti abbia fatto niente?
-Mi ha detto di non dire niente a nessuno e che se lo faccessi gli dispiacerebbe rovinare il mio bel faccino.
-Un classico.. Senti, mi dispiace di averti trascinato in tutto questo.
Si sta davvero scusando? Poi mi rendo conto di una cosa: lui non ha fatto niente. Non so cosa mi prende, so solo che sento di potermi fidare. In fin dei conti,quelli nei guai siamo io e lui. Lynch e Morris devono rimanere fuori da tutta questa faccenda, servirebbe solo a mettere nei casini anche loro.
-Perché hai rifiutato?
Sa benissimo di cosa parlo. Accenna un sorriso.
-Vi ho visti al parco l'altro giorno..- confessa. -E Walt non mi ha fatto niente in generale, lo rispetto. E' un bravo ragazzo e ogni tanto a Vince qualche pugno farebbe solo bene- sorride amaramente.
-Grazie, Ed..- sorrido anche io e per la prima volta gli sono davvero riconoscente.
Ride e finisce la sua fetta di pane. Potrei lentamente decidere di riconsiderare Edward Christopher Sheeran.
 

Buongiorno gente! Buon pomeriggio in teoria ma.. ok lasciamo perdere..
Eccomi qui con un nuovo capitolo e vi devo confessare che è il mio preferito in assoluto. Iniziamo a capire che Ed non è proprio il delinquente che Cat pensava e magari riuscirà anche a farselo stare simpatico. E poi c'è la rivelazione di Lynch *parapappapaaa* ve lo aspettavate? Immagino di si ahaha comunque sia, ditemi cosa ne pensate di questa fantastica coppietta (che io adoro aw) e in generale se vi è piaciuto il capitolo, i vostri pareri sono sempre super importanti. Ringrazio le persone che seguono la storia, recensiscono e la mettono tra i seguiti/preferiti/ricordati ecc. Grazie davvero!
Ci tenevo a dirvi anche che sto pensando di cancellare
Oblivion (che è l'altra storia che sto scrivendo) perchè non ce la faccio a tenere dietro a tutte e due e rischierei di andare in esaurimento nervoso. Per chi la conoscesse, quindi, vi avviso che potreste non trovarla più anche se mi dispiace molto :(
Detto questo vi saluto, un bacio, Annie :3

 
  
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