Fanfic su attori > Orlando Bloom
Segui la storia  |       
Autore: NiNieL82    22/09/2014    4 recensioni
Edith ha lasciato Kendal per tornare a Londra. Lo ha fatto per Ella e Dave, suoi figli; lo ha fatto perché ha capito di non poter scappare per sempre dalla decisione più importante della sua vita: decidere se stare con Orlando Bloom, padre dei suoi figli e fresco di divorzio da Miranda Kerr, oppure tornare ad essere la moglie di Jude Law, che ha sposato un anno prima.
In un susseguirsi di vicende e di emozioni, la vita e la via che Edith deve seguire si spiana lentamente davanti ai suoi piedi, mettendola come sempre alla prova, alle volte confondendola.
Chi sceglierà Edith? A chi darà il suo cuore?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 7: La verità viene sempre a galla.


Edith tornò sul set il giorno dopo con il cuore infranto e la stesa piena: piena di tutto il dolore per la malattia della madre e di tutte le cose che avrebbe dovuto dire ai suoi fratelli per indorare loro la pillola e convincerli a tenere il segreto con il padre, anche se sapeva che era una battaglia persa in partenza; piena di tutte le cose che avrebbe voluto dire a Jude e che non era riuscita a dire e di quel senso di colpa che sentiva quando si rendeva conto di essere stata sollevata da una decisione troppo grande, da una scelta davvero spinosa; piena delle parole di Orlando che continuavano a frullare nella testa come se qualcuno avesse acceso un frullatore a tutta velocità.

Gli ultimi tre giorni, per lei, erano stati davvero snervanti al punto tale che quasi dubitava del fatto di voler tornare a casa qualche settimana dopo.

Cercò un modo per non pensare e lo trovò buttandosi nel lavoro e uscendo ogni sera con quelli della troupe, incluso Gerard, ubriacandosi quasi fino a svenire e svegliandosi la mattina con un mal di testa colossale che, però, non le permetteva di non lavorare. Anzi! Dopo tre caffè e una dose doppia di analgesico, tornava la stacanovista di sempre e la solita rompiscatole.

Per tutti era sempre la stessa, forse solo un po' più casinara, forse un po' più sciolta rispetto a MissCortinaDiFerroEdithNorton, ma solo una persona si rese davvero conto che qualcosa non andava: e questa persona era Gerard. E per quanto l'attore scozzese non la conoscesse da una vita, lui sapeva che se la giornalista stava male era perché a Londra era successo qualche cosa ed Edith non aveva la voglia, o meglio la forza, di raccontare a qualcuno.


C'è qualcosa di snervante nei rulli trasportatori degli aeroporti.

A dire il vero, Orlando pensava che ci fosse qualche cosa di snervante negli aeroporti e punto.

Doveva essersi ormai abituato a prendere l'aereo, a stare con il sedere per aria più di una volta al mese. Ed in effetti il callo lo aveva fatto, però...

Quando viaggiava solo si trovava alle volte per ore a dover affrontare se stesso. A dover affrontare i suoi fantasmi e i suoi tanti, troppi errori.

E quella volta, nel tragitto Londra-Wellington, ad ogni decollo, ad ogni atterraggio e ad ogni scalo aveva pregato Dio di resettare per un giorno la sua testa e lasciarlo in pace. Ma probabilmente l'Altissimo aveva ben altro da fare perché non lo aveva esaudito.

E dopo quasi ventiquattro ore di volo, diversi jet lag e la testa che sembrava centrifugata, Orlando aspettava il suo bagaglio con lo sguardo fisso sul macchinario che andava avanti e indietro, portando fuori valigie di sconosciuti che racchiudevano effetti personali e chissà che altro e aspettando la sua che sembrava non arrivare mai.

Rimase impalato come uno stoccafisso per qualche minuto, quando il cellulare squillò.

Era Miranda.

Sollevò gli occhi al cielo visto che non era per niente pronto ad affrontare anche quella chiamata, ma toccò con il pollice il tasto verde sullo schermo digitale del suo I-phone e rispose:

Dimmi!”

Un tempo avrebbe usato qualche vezzeggiativo, qualche parolina dolce. L'avrebbe fatta sentire importante solo con il tono della voce, ma in quel momento c'era solo rabbia. Aveva parlato con dei loro amici in comune e da quello che aveva scoperto Miranda, la dolce e cara mogliettina affranta che non sopportava l'idea di essere stata tradita da Orlando ripetutamente, non solo aveva incominciato una relazione con un altro uomo cagionando la fine del loro matrimonio, ma aveva mandato a monte anche quello di un'altra coppia, loro amica. A quanto pareva, infatti, aveva cominciato a frequentare un certo James Packer, multimiliardario proprietario di mega yacht e di moltissimi casinò in quel di Las Vegas. E a dirla tutta anche un po' bruttino. E per uno narcisista come Orlando quello era un colpo basso. Avrebbe accettato di essere lasciato per Robert Pattinson, per Brad Pitt, anche per il suo amico Leonardo Di Caprio, ma non per un grassone con la faccia da deficiente, quello non lo poteva proprio sopportare.

Miranda sospirò e disse:

So che stai tornando in Nuova Zelanda...”

Orlando annuì con un 'm-mh' sommesso e continuò a guardare il nastro trasportatore che faceva girare le valigie. La sua non era stata ancora scaricata.

Volevo dirti che io e James vorremmo fare un piccolo viaggio solo io e lui per una settimana ai Caraibi. Puoi tenermi Flynn?”

Il solo pensiero di vedere il figlio riempì di gioia il cuore dell'attore che sorridendo entusiasta rispose:

Non devi darmi spiegazioni se riguarda tenere nostro figlio. Lo sai che lo adoro e che l'unica cosa che voglio è passare un po' di tempo con lui!”

Miranda rise sarcastica e rispose:

Il problema non è il bambino ma la donna da cui lo hai avuto, vero?”

Orlando sollevò gli occhi al cielo. Negli ultimi tempi si era sentito fare quella domanda tante di quelle volte che ormai si sentiva stanco. Era stato cacciato dentro quella storia finita ancora prima che dicessero sì dalla sua manager e aveva anche fatto di tutto per tenerla in piedi perdendo Edith quasi per sempre. Ora che il matrimonio era finito e che lei si era mostrata per quello che era -una a caccia di soldi e di notorietà- non aveva intenzione di fargli nessuno sconto.

Almeno Edith non mi ha cercato per apparire su qualche copertina in più!”

Miranda accusò il colpo. Anni di silenzi e di litigi si sentivano gravare ogni volta che si vedevano, ogni volta che Orlando lasciava che tutta la sua rabbia e la sua frustrazione inesplosa prendesse il passo. E sibilando tra i denti rispose all'ex marito:

Sei uno stronzo se pensi questo della madre dei tuoi figli!”

Orlando rise divertito e guardandosi intorno, senza davvero vedere niente, disse:

Non sono io quello che si scopa un multimiliardario mentre mio marito lavora...”

Facile dare adesso tutte le colpe a me, Bloom, vero? Però quando te le portavi tu a letto le sgualdrinelle che ti giravano attorno andava tutto bene, vero?” esplose Miranda con la voce pericolosamente incrinata.

Orlando chiuse gli occhi, percorso da tante di quelle emozioni che le mani gli cominciarono a tremare. Aveva lasciato Kate, che era stato il suo primo grande amore; aveva lasciato Edith che era la madre di sua figlia e la donna che lo aveva messo in gioco. Ora, con questa ragazzina australiana, si trovava a dover combattere silenziosamente, a rinfacciarsi tutto quello che non si erano detti o urlati contro quando erano sposati. E a sentire Robin da quella storia si potevano cavare dei bei soldoni. Basta solo dire alla stampa che i rapporti tra lui e Miranda erano buoni per il bambino e che entrambi si stavano comportando da persone adulte, facendo passare lui per il cavaliere senza macchia e senza paura come Robin cercato di plasmare Orlando all'inizio della carriera.

Adulte un corno, visto che c'era molto più buonsenso in due adolescenti.

Non sono stato un gentiluomo, lo ammetto. Ma non puoi darmi le colpe di tutto ogni volta che ti metto davanti alle tue responsabilità!”

Responsabilità? Tu mi parli di responsabilità, Orlando? Che ipocrita! Proprio tu che non hai fatto che portarti a letto la tua ex alle mie spalle. Perché non ci hai pensato da allora? Perché non sei tornato da lei prima di mettermi incinta e di sposarmi? Ah! Vero? Lei ha preferito il tuo amico a te!” e senza aggiungere altro chiuse la chiamata lasciando Orlando appeso.

-Molto matura e controllata- pensò sarcastico Orlando guardando il cellulare con aria afflitta: -Angelo? Tu non sei un angelo Miranda. Non lo sei mai stata e mai lo sarai! A parte quando ti metti in mutande per quelle assurde sfilate da feticisti- e stringendo con forza il cellulare per metterlo in tasca si riavvicinò al nastro trasportatore. E con orrore si accorse che tra le ultime valigie rimaste la sua non c'era.


Voglio che stasera stessa, su Skipe, tu, io e Richard ci mettiamo in conferenza e parliamo della crisi mediorientale. E non mi importa se sei stanca e ti devi sposare tra meno di un mese Laura. Io quando mi sono sposata ho lavorato fino al giorno prima. Ed ero incinta!”

Il ricordo del giorno del matrimonio l'assalì come mai aveva fatto in quei giorni. E una fitta allo stomaco le fece piegare le gambe. Inaspettatamente il dolore per quello che era successo solo qualche giorno prima, quando Jude aveva deciso di lasciarla, sembrò piombarle addosso e le fece cedere i nervi. D'un tratto sentì l'aria mancarle e la terribile sensazione di avere le braccia pesanti, quasi le fosse impossibile muoverle.

Eccolo di nuovo, dopo qualche tempo, un attacco di panico.

Edith? Tutto ok?” chiese Laura con voce preoccupata dall'altro capo del telefono.

Edith socchiuse gli occhi e sospirando a fondo, rispose:

Laura scusa. Non posso stare ancora al telefono, mi stanno chiamando. Ci sentiamo più tardi e ti dico l'ora in cui ci possiamo connettere!” e senza aggiungere altro chiuse la comunicazione.

Spaventata e con il cuore che sembrava quasi volesse uscirle dal petto talmente batteva forte, Edith si mise a sedere su di una panchina e si guardò la punta dei piedi cercando di visualizzare un punto focale che la distraesse dal suo attacco di panico. Ma per quanto ci provasse la tachicardia aumentava e la testa, tra l'altro, aveva cominciato a girare pericolosamente.

Valutando se chiedere o no aiuto a qualcuno, Edith cominciò a respirare come le avevano consigliato al corso pre-parto: aveva speso duemila sterline per farsi insegnare da un guru come espirare ed inspirare, ma non le era servito poi al molto visto che di Ella le era stato praticato il taglio cesareo mentre di David, che aveva avuto naturalmente nonostante i dottori le avessero consigliato di stare attenta per via del primo cesareo, aveva pensato ad urlare e bestemmiare ma non a respirare. In compenso, però, dopo essere caduta in depressione, durante un attacco di panico, aveva scoperto che quello era un modo perfetto per far calmare le crisi d'ansia. Quindi le cose erano due: o quando si partorisce si è prese da continui attacchi di panico o il suo corpo funzionava in modo strano. E da sempre, Edith, propendeva per la seconda.

Ma in quel momento, per quanto si sforzasse ad espirare ed inspirare, il peso dell'ultima settimana le piombò addosso e la lasciò intontita e spaventata. Almeno fino a quando qualcuno, senza la minima discrezione, si mise davanti a lei oscurando il suo punto focale con un paio di Nike ultimissimo modello.

Solo una persona poteva portarle. E con voce infastidita senza nemmeno guardarlo Edith disse:

Gerard... Lasciami in pace!”

L'attore si mosse appena, ma non se ne andò e facendo schioccare la lingua contro il palato domandò:

Che hai?”

Gerard... Davvero... Non ho voglia di stare...” rispose Edith continuando a guardare la punta dei suoi piedi per non cedere all'attacco di panico, ma l'attore scozzese la bloccò e disse:

No! Non attacca. Torni da Londra in lacrime. Non ti ho chiesto niente allora perché pensavo che avessi bisogno di qualche giorno per mettere ordine nella tua testa. È passata quasi una settimana e ti vedo distrutta, a malapena mangi, parli con gli altri. Dimmi cosa ti è successo a Londra di così grave da farti stare così male!”

Non era una richiesta, era un'imposizione bella e buona, fatta tra l'altro con lo stesso tono severo che usava Patrick quando lei era una bambina e non voleva fare qualche cosa.

Sollevò gli occhi verso il viso di Gerard che la guardava risoluto. Voleva dirgliene quattro, ma per quanto ci provasse non ci riusciva: stava soccombendo all'attacco di panico.

Sospirò a fondo e tornando a guardare la punta dei piedi, quasi che vedendoli lì fermi, piantati per terra e saldi nonostante tutto fosse il suo unico appiglio al mondo, con un filo di voce disse:

Mio marito mi ha lasciata!”

Gerard si mosse appena sul posto e schiarendosi la voce domandò:

Il padre dei bambini?”

Edith sorrise e sollevando la testa, nonostante il capogiro, rispose:

Mi conosci un mese, Butler, e ancora non hai capito che il mio ormai ex marito non è lo stesso uomo da cui ho avuto due figli?”

Senti, Norton! Mi spiace, ma non sono uno che si appassiona di soap, non riesco a tenere il conto delle puntate precedenti!” replicò punto Gerard, incrociando le braccia al petto.

Edith chinò di nuovo la testa, stavolta per nascondere un sorriso. Poi con la punta del piede giocherellò con un sassolino che stava di fronte a lei e sottovoce disse:

Ricordi che è venuto un ragazzo, il giorno prima che io partissi per Londra?”

Gerard non rispose, ma si mise a sedere accanto alla giornalista che senza alzare lo sguardo da terra continuò:

Quello è Orlando, il padre dei miei figli. È venuto fino in Scozia per dirmi che ormai il suo matrimonio è finito e che vuole riallacciare una relazione con me. Per quello che hai capito -almeno spero- la mia vita sentimentale è stata un po' travagliata in questi ultimi anni e io non ho sposato Orlando, bensì Jude. Comunque... La sera prima che partissi, Orlando ed io eravamo in camera a parlare quando è squillato il mio cellulare. Ricordi che proprio il giorno prima avevo ricevuto una telefonata da mio padre?”

Certo che me la ricordo. Mi hai gridato contro tutto il tempo dopo!” s'intromise divertito Gerard.

Edith non sorrise stavolta ma continuò a parlare. Per lei fu come se solo quello bastasse a togliere un po' del veleno che aveva dentro. E come un fiume in piena raccontò ancora:

La sera che stavo cercando di chiarire con il padre dei miei figli ho ricevuto una chiamata di nuovo da mio padre. Era sconvolto. Mi ha raccontato che lui e la mamma avevano litigato quella mattina e subito dopo lei era uscita e da allora nessuno sapeva dov'era. Il giorno dopo, come hai visto, sono partita per cercarla. Avevo il cuore in gola. Sono arrivata a Londra senza nemmeno sapere da dove cominciare a cercare mia madre. È stato Orlando ad aiutarmi. Io e lui ci conosciamo dal 2005, all'incirca, e siamo stati assieme per un po'. È diventato parte della mia vita in maniera prepotente e mi conosce: conosce la mia storia, conosce i miei difetti, le mie paure. E sapeva che, quando i rapporti con mio padre non era poi così idilliaci, mia madre ed io andavamo in un pub al centro dove bevevamo il nostro tè sedute al tavolino davanti alla vetrata. È stato lui a consigliarmi di andare a cercarla lì. E l'ho trovata. L'ho riportata a casa e una volta che ci siamo tutti riuniti ci ha detto che aveva intenzione di lasciare mio padre...”

E questo cosa c'entra con il tuo matrimonio?” chiese giustamente Gerard.

Beh!” rispose Edith con un sospiro. “ Dopo la scoperta Orlando mi ha accompagnato a casa e per ringraziarlo l'ho abbracciato. C'era un paparazzo appostato e ci ha fotografato. Il giorno dopo la notizia era su tutti i giornali. In copertina tra l'altro. Hanno messo su un articolo dicendo che io ed Orlando ci stavamo baciando e che tra di noi era sbocciato di nuovo l'amore. E hanno condito il tutto aggiungendo tutto il resoconto della nostra storia, di quando ci siamo lasciati e di quando nelle nostre vite sono entrati i nostri rispettivi compagni! Il mio ex marito, arrivato allo stremo, ha creduto a quello che dicevano e me lo sono trovata davanti a casa, arrabbiatissimo. L'ho fatto entrare e gli ho spiegato tutto, ma a quanto pare non è servito. Giunto allo sfinimento ha detto che mi lasciava libera e mi concedeva il divorzio. E se n'è andato senza dire una parola. Ma non è finita qui!”

Perché? C'è dell'altro?” chiese ironico Gerard.

La sera, mia zia Maggie, che sta ospitando mia madre, mi ha chiamata dicendomi di andare il prima possibile a casa sua. Ho fatto come mi ha detto e mi sono trovata davanti a mia madre, che mi ha spiegato il motivo per cui ha deciso di lasciare mio padre...”

In un attimo tutte le emozioni piombarono addosso ad Edith che prima sentì gli occhi diventare lucidi e poi calde lacrime cominciarono a scendere copiose. E come irrefrenabili le parole uscirono dalla bocca di Edith, come se si fosse rotta una diga invisibile e non ci fosse nulla che potesse bloccarle, nemmeno il buon senso.

Mia madre mi ha detto di avere un cancro incurabile e mi sono trovata a dover affrontare anche questo oltre il fatto che la separazione con Jude mi sta lasciando così svuotata che non riesco nemmeno a provare emozioni...”

Se non ti fa effetto, cara, non hai pensato che forse non ti interessava più?”

Edith scosse la testa e continuando a piangere disse:

No. Mi interessa e sono sicura che dentro di me, anche se oscurato dal dolore per quello che sta succedendo a mia madre, c'è una parte di me completamente distrutta da quello che è successo con Jude. Solo che ho paura che le emozioni degli ultimi tempi mi stiano piombando addosso e che mi stia arrendendo alla depressione, una volta per tutte, di nuovo!”

Gerard annuì e rispose:

So cosa vuol dire sentire che uno dei tuoi genitori sta male. Mio padre è morto che avevo appena sedici anni. Credimi, so che cosa significa e non ti giudicherò! Ma per quello che riguarda il tuo ex marito... Non voglio essere petulante e ripetitivo, ma se sei arrivata al punto che ti ha svuotato così tanto, non pensi che sia meglio che tutto sia finito? Volevi arrivare al punto che ti saresti puntata una pistola in testa perché non sapevi più come uscirne?”

Edith lo guardò con gli occhi sbarrati e Gerard aggiunse:

Mettiamola così: tu hai sposato un uomo per pura ripicca, per quello che mi hai raccontato...”

Non è vero!” intervenne indignata Edith.

Non è vero?” domandò scettico e ironico allo stesso tempo Gerard. “Allora diciamo che tu non eri ancora innamorata del padre dei tuoi figli quando lo hai sposato e che il matrimonio è finito per abitudine dopo un anno, ok?”

Edith sbuffò infastidita e Gerard scuotendo la testa continuò:

Edith! Quando diamine toglierai la testa da sotto la sabbia? Quando deciderai di crescere? Hai trentaquattro anni. L'anno prossimo sarai una trentacinquenne che ancora non ha deciso se vuole essere felice oppure no. Pensa che quello che ti ha fatto il tuo ex, che ho il sentore anche di conoscere, sia l'ultimo regalo. Libera. Libera di scegliere senza nessuna imposizione, senza nessun vincolo. E se lo ami... Beh! Se è davvero amore, allora, nonostante lui ti abbia mandato via, tornerai e lo troverai. Ma adesso non è il vostro momento. Devi solo fare un po' di ordine nella tua vita e capire che è non propriamente terapeutico per una nel tuo stato attuale avere uomini che ti vengono a fare scenate di gelosia all'altro capo del mondo e mariti che ti chiedono di tornare assieme a loro quando non sai nemmeno tu dove vuoi stare... E lascia che ti dia un ultimo consiglio... Poi fai come vuoi. Vivi quello che ti è concesso con tua madre. Non fare nulla perché lei ti allontani. Stalle vicino. Anche se farà male! E quando sarà l'ora di dirle addio, ricordala per le belle cose e non per quelle brutte. Non ricordarla sofferente. Ricordala quando eri una bambina. So che è sarà difficile, ma ti aiuterà ad andare avanti quando il dolore sarà troppo forte. Lasciatelo dire da uno che c'è passato quando aveva appena sedici anni!”

Edith lo guardò per un attimo, poi senza nemmeno spiegarsi come, rifece lo stesso gesto che aveva fatto quando era tornata da Londra: abbracciò Gerard e pianse, liberando quel veleno che le ostruiva la gola e il cervello e che le impediva di respirare. Respingendo l'attacco di panico.

Guardando il mare in tempesta sopra quello scoglio spigoloso di nome Gerard.


Era sfinito. Non pensava che quel dannatissimo viaggio lo mettesse ko.

In più le riprese, visto che erano indietro con la tabella di marcia, erano diventate ancora più pesantie frenetiche. Doveva essere abituato, visto che anche per la trilogia de Il Signore degli Anelli era stato lo stesso, ma a quanto pareva del ragazzino entusiasta dei primi periodi era rimasto davvero poco. Orlando Bloom, diventato abbastanza famoso, si ritrovava ad essere un uomo stanco, che aveva già avuto una parabola discendente nella sua carriera, che aveva perso la donna che amava e che era stato tradito dalla moglie tante di quelle volte che quasi pensava di avere più corna che capelli in testa. Certo! Lui non era stato un santo, ma il tradimento di Miranda bruciava troppo, specialmente perché sembravano spuntare amanti da ogni parte, come funghi.

Stava uscendo dalla sua roulotte, quando sentì il cellulare squillare.

Frugò nelle tasche cercando il telefono e quando lo vide sorrise leggendo il nome che appariva sul display.

David! Ciao!”

Era da un po' che si concedeva quella libertà di salutare come se fossero vecchi amici anche persone appena conosciute più o meno importanti e nel caso di David Leveaux era lo stesso. Lo conosceva, sì, ma non così tanto da comportarsi come se stesse parlando di un vecchio amico.

Orlando. Sono felice di sentirti. Robin la tua manager mi ha dato il tuo numero. E appena l'ho avuto ho deciso di contattarti!”

Orlando non rispose ma ascoltò attentamente quello che il suo interlocutore aveva da dire.

So che sei in Nuova Zelanda. E so che tornerai a casa tra un paio di settimane. Ma volevo sapere se eri interessato per una serie di spettacoli a Broadway...”

Il teatro. Quando era nata Ella si era dedicato al teatro a Londra e gli era piaciuto da matti, perché era un po' come tornare ai tempi della scuola di recitazione. Era come riscoprirsi dopo anni e anni in cui non aveva fatto altro che recitare battute davanti ad una telecamera, dove se sbagliava poteva ripetere come e quando voleva la battuta. In teatro, invece, era differente. Era una sfida continua.

E di cosa si tratta?” domandò sentendo l'adrenalina scorrere.

Leveaux sorrise e disse:

Mi hanno detto che è un copione in cui sei molto ferrato. Si tratta di Romeo e Giulietta. E vorrei che tu fossi Romeo!”

Non si diede il tempo nemmeno per pensare. La bocca si aprì da sola e pronuncio quella sillaba senza che il cervello avesse mandato nessun impulso:

Sì!”

Leveaux sembrò spiazzato dal subitaneo assenso e domandò cauto:

Sei sicuro Orlando...?” ma l'attore lo interruppe e rispose:

Non sono mai stato più sicuro. Voglio farlo! Appena finisco a Wellington parto per New York e ne parliamo per bene! Ci stai?”

Leveaux non ci poteva credere. Aveva chiamato Orlando perché, dopo Lo Hobbit, migliaia di ragazzine avevano ricominciato a sbavargli dietro e questo avrebbe attirato un pubblico non solo vario, ma anche numeroso al teatro se lui avesse accettato. E non solo aveva detto sì, ma sembrava anche entusiasta, al punto che il regista quasi non credeva a tanta fortuna:

Per me va bene Orlando. Ci vediamo allora appena torni...” e dopo essersi salutati chiusero la comunicazione.

Orlando, euforico per la piega che stava prendendo quel periodo che dal lato emotivo sembrava andare a rotoli, mise il cellulare in tasca con un sorriso ebete stampato sulla faccia.

Non aveva percorso nemmeno dieci metri che il cellulare squillò di nuovo. Stavolta era Samantha, sua sorella.

Sollevando gli occhi al cielo e cominciando a chiedersi quando avrebbe avuto la possibilità di tornare a casa rispose al cellulare:

Pronto Sammy. Che succede?”

Samantha rimase qualche minuto in silenzio e rispose:

Edith e Jude si sono lasciati!”

Orlando sollevò entrambe le sopracciglia e sorridendo, con velato sarcasmo replicò:

All'incirca da un anno per quello che mi ricordo. Non mi stai dicendo niente di nuovo!”

No!” insistette Samantha. “Ho letto su di un giornale che Jude ha chiesto il divorzio ad Edith. Ormai non sono più marito e moglie...”

Orlando sentì come se un pugno di ferro gli stesse stritolando le budella.

Se un giornale aveva ottenuto quella notizia le cose erano due: o Jude o Edith si erano decisi di parlare; o qualcuno aveva fatto la spia. E per l'ultima opzione significava che la notizia non era poi così fresca, ma cominciava a puzzare come il pesce.

Sono stati loro a parlarne, Sam?” domandò Orlando che quasi aveva paura di sentire la risposta.

Samantha sospirò e dopo quella che sembrò un'eternità rispose:

Una talpa vicina alla coppia!”

Orlando rimase qualche secondo in silenzio. Era tornato a Wellington quattro giorni prima. E una settimana prima era con Edith. Questo significava che la sua ex aveva parlato con Jude nello stesso periodo in cui aveva visto anche lui.

In breve si trovò come oppresso dalle sue emozioni: sapeva che doveva essere felice perché, se Edith aveva davvero chiesto il divorzio, significava che forse si cominciava ad aprire uno spiraglio per la loro storia, ma c'era qualche cosa che guastava la sua felicità ed era il fatto che Edith non gli aveva detto nulla. Eppure lo aveva baciato. Eppure l'aveva sentita più vicina di quanto non l'avesse sentita negli ultimi mesi dentro quella dannata auto a Londra.

Lo posso trovare anche on-line?” chiese Orlando ormai troppo curioso e abbastanza arrabbiato da volerne sapere di più.

Samantha annuì con un verso e rispose:

Controlla su Hallo!”

Ok!” disse Orlando e prima di chiudere aggiunse con una certa urgenza nella voce: “Sam?”

Dimmi!” ribatté la sorella.

Orlando rimase zitto per qualche secondo. Non sapeva nemmeno come fare quella domanda. Gli faceva troppa paura.

OB?” domandò preoccupata Samantha.

Orlando si riscosse e con voce tremante chiese:

Devo prepararmi al peggio?”

Samantha sorrise e rispose:

Orlando. Non c'è niente di peggio della morte. Quello che c'è scritto su quel giornale può anche ferirti, ma tu devi essere forte. Per Ella, David e Flynn”

Orlando annuì e senza dire altro, salutò la sorella e chiuse la chiamata.

Salì in macchina, schivando chi gli chiedeva di andare a bere qualche cosa al bar lì vicino, guidò come un folle verso la casa dove stava nei mesi in cui doveva girare il film in Nuova Zelanda e dopo aver parcheggiato, aprì la porta e si piombò nella camera da letto dove pieno di polvere stava un notebook ultimo modello.

Per quanto fosse ancora un tecnofobo e fosse terrorizzato dall'idea di avere un pc, aveva dovuto soccombere e comperarne uno. Nonostante non riuscisse ad usarlo -e non per paura, ma perché le sue mani si rifiutavano di correre veloci sui tasto come quelle di tutte le persone sulla terra all'alba del Ventunesimo secolo (oltre al fatto che sembrava che il computer prendesse vita propria quando c'era lui davanti)- Orlando aveva imparato a gestirlo il tempo necessario per gli usi che doveva fare, tipo navigare o semplicemente chiamare su Skype Miranda e vedere il piccolo Flynn quando lei lo portava in giro per il mondo.

Attese qualche secondo che la schermata della Windows mostrasse tutti programmi del omonimo sistema operativo, scelse la visualizzazione classica cliccando dove gli aveva detto mille volte Samantha e cominciò a navigare.

In breve trovò l'articolo.

A caratteri cubitali diceva:

EDITH NORTON È STATA LASCIATA DA JUDE LAW.

Il titolo capeggiava a lettere cubitali sopra le foto di Jude ed Edith che camminavano in quella che sembrava a prima vista la stessa strada, ma che non lo era, dandosi rispettivamente le spalle. Il tutto condito con il segno di uno strappo aggiunto graficamente proprio al centro della foto.

Sotto l'articolo diceva:

Londra.

A quanto pare Jude ha deciso di lasciare Edith. Nonostante c'è chi dica che lei si sia buttata sul lavoro a capofitto, una fonte sicura dice che Jude è invece distrutto e non trova consolazione per la fine di questa storia. Anche se, la stessa gola profonda ammette che è stato Jude stesso a lasciare Edith, troppo scosso dal nuovo riavvicinamento della giornalista con l'attore Orlando Bloom, che dopo la separazione con la moglie e modella Miranda Kerr, è volato subito sino nel Regno Unito per parlare con Edith.

Edith che tra l'altro sta trovando la giusta consolazione tra le braccia di un suo nuovo amico. A quanto pare, infatti, la giornalista sta stringendo una tenera amicizia con l'attore scozzese, protagonista del film in uscita a breve nelle sale e ispirato da uno dei libri della Norton e che, quindi, da più di un mese sta a stretto contatto con la giornalista. C'è chi giura che già siano inseparabili. Ma anche se i due smentiscono il tutto ci sono prove fotografiche che dimostrano che Gerard ed Edith, in Scozia, fanno coppia fissa...

Orlando spostò lo sguardo sotto dove in due piccoli riquadri si vedevano le foto piuttosto sfuocate di Edith abbracciata a Gerard.

Socchiudendo gli occhi e cercando di controllare la rabbia, Orlando si maledì per non sapere come e cosa doveva toccare per far vedere un po' più grande quella foto. Smanettò talmente tanto che alla fine il computer quasi impazzì e fu costretto a spegnerlo forzatamente per non creare ulteriori danni.

Pensando che il giorno dopo lo avrebbe fatto vedere a qualcuno un po' più esperto, scorato si mise a letto e guardò il soffitto. Una parte di lui voleva prendere la macchina ed uscire, bere fino a stare male e dimenticare almeno per quella notte quello che aveva letto. Un'altra voleva solo stare al buio, a smaltire la rabbia che provava.

Perché sì! In quel momento era davvero arrabbiatissimo. Come aveva potuto Edith tenerle nascosto il fatto che avesse lasciato -o meglio l'avesse lasciata- Jude? A cosa era servito volare per due giorni di fila se poi finiva sempre per essere lui quello che andava con le pacche nell'acqua?

Contò sulle dita i giorni che mancavano per finire le riprese. Ne aveva parlato con Peter e per quello che sapeva non sarebbero stati più di quindici giorni. Ancora due settimane e poi sarebbe andato a casa. Avrebbe visto anche Ella e David, che aveva potuto godersi per poco tempo quando era in Inghilterra visto che dopo era partito quasi subito. E magari, se Miranda voleva e se la prendeva nel verso giusto, avrebbe portato anche Flynn per farlo stare un po' con i fratelli. Ma soprattutto avrebbe chiesto spiegazioni. Spiegazioni ad Edith. Una volta per tutte voleva capire che cosa frullasse nella testa di quella donna. E voleva sapere che cosa voleva fare della loro storia.

Stava guardando il soffitto serio quando si ricordò di una cosa che dopo la rabbia di quel momento aveva come cancellato. E portando una mano sul viso tra i denti imprecò:

Merda! Leveaux!”

In mezzo a bagagli persi, articoli bomba ed ex mogli acide, Orlando si era dimenticato della proposta di lavoro più importante che avesse ricevuto negli ultimi tempi. E che faceva slittare tutto quello che aveva in testa di almeno qualche giorno.

Ma la domanda era: allora avrebbe ancora trovato Edith? E provando a dormire nonostante fosse ancora vestito di tutto punto, cercò di non pensare che l'ultima volta che Edith aveva stretto amicizia con un uomo c'era finita a letto e poi se l'aveva sposato.



Hola! Come va? Sono mancata qualche giorno proprio perché non sapevo come uscire da questo capitolo. Spero di aver spiegato un po' le emozioni di Edith.

Comunque... Ringrazio prima di tutto

scarlett,

chiaretta,

jodie

e blackrose


per le loro recensioni. Mi fa davvero piacere sapere il vostro punto di vista ragazze e vedo che ognuna dice la sua avvicinandosi un po' di più o un po' di meno alla realtà.

Ringrazio anche i lettori silenti che hanno messo la storia nelle liste dei preferiti, scelti e ricordati. E quelli che leggono e basta.

E ringrazio Margherita, la mia amica, che si è bevuta ALMOST FAMOUS e ora mi sta praticamente obbligando a scrivere questa fanfiction. Ti volgio bene anche io Marghe...

Scherzi a parte, grazie ancora. Spero di rileggervi.

Baci. Niniel.













   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Orlando Bloom / Vai alla pagina dell'autore: NiNieL82