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Autore: Lux_daisy    22/09/2014    3 recensioni
Come si ritrovarono d’un tratto a rotolarsi sul pavimento, cercando di prevalere sull’altro a suon di pugni, blocchi e prese, non fu certo una sorpresa considerando le rispettive personalità animalesche.
Dopo diversi rotolamenti, la Tigre del Seirin riuscì a bloccare l’altro sotto il suo peso, le mani impegnate a tenergli fermi i polsi sopra la testa.
Si fisarono per lunghi secondi in silenzio, l’atmosfera fattasi improvvisamente elettrica.
Fu solo quando entrambi si accorsero che a dividere i loro bacini c’erano soltanto i millimetri della stoffa dei pantaloni che la situazione si fece decisamente imbarazzante.
Genere: Commedia, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Due è meglio di uno... e poi è più divertente!




 

Aomine sbuffò per l’ennesima volta nel giro di pochi minuti e dopo aver dato sfogo alla sua esasperazione, spingendo il libro sul tavolo, vi si accasciò con un sospiro e ci appoggiò la testa.

Kagami, accanto a lui, gli lanciò un’occhiataccia e usò il gomito per scuoterlo. << Ahomine, non dormire! >>.
<< Non sto dormendo >> replicò quello senza muoversi dalla sua posizione, gli occhi chiusi.
<< E allora vedi di concentrarti >> lo rimproverò il rosso.

Il moro scattò a sedere e alzò le braccia al cielo. << Ma non ci capisco niente di tutta questa roba! >>.
<< Questo perché sei solo un’idiota >>.
<< Come se tu ci capissi qualcosa, Bakagami! >>.
Taigà lasciò vagare il suo sguardo sulle pagine del libro piene di numeri e formule dall’aspetto geroglifico e non poté replicare in alcun modo.
 
Come cavolo erano finiti loro due a studiare insieme a casa della matricola del Seirin?
Semplice: erano stati costretti dai rispettivi coach a causa dei loro voti scadenti.
Pur andando in scuole diverse, i programmi di studio erano per lo più identici e vista la situazione in cui si erano trovati – Riko che aveva minacciato Kagami con l’aiuto di Kuroko e Nigou e Momoi che aveva tormentato Aomine con lacrime e suppliche – i due giocatori non avevano avuto scelta. Se non avessero migliorato i loro voti, potevano scordarsi il basket.
 
Del resto nessuno dei due spiccava per facoltà intellettive, ancor meno quando di trattava di studiare e così, data la ormai consolidata abitudine di vedersi per i loro one on one e dato che la matricola del Too passava più tempo a casa di Kagami che in qualsiasi altro posto, avevano ben deciso di provare a studiare insieme.

Avevano persino rinunciato alla loro solita partita, imponendosi di restare a casa sui libri; peccato che il detto “due teste sono meglio di una” con loro sembrasse non avere alcun valore.
 

E così dopo neanche mezz’ora entrambi erano praticamente vicini all’arrendersi.
Aomine sollevò lo sguardo e lo puntò su Kagami. << Ehi, Bakagami, che ne dici di andare al campetto per un 1on1? >> propose con tono volutamente ammaliante.
Il rosso lo guardò e inarcò un sopracciglio. << Falla finita, Ahomine >>.

Ma l’altro, come sempre, lo ignorò: si avvicinò e mise su un broncio degno del più capriccioso dei bambini. << Oh, andiamo, non farti pregare >>, insistette supplichevole.
Se Taiga avesse avuto del cibo in bocca si sarebbe come minimo affogato. Stava per replicare quando pensò bene che uno scappellotto in testa sarebbe stata una scelta migliore. << Piantala di fare l’idiota! >> aggiunse comunque, tanto per rimarcare il concetto.
 
Come si ritrovarono d’un tratto a rotolarsi sul pavimento, cercando di prevalere sull’altro a suon di pugni, blocchi e prese, non fu certo una sorpresa considerando le rispettive personalità animalesche.

Dopo diversi rotolamenti, la Tigre del Seirin riuscì a bloccare l’altro sotto il suo peso, le mani impegnate a tenergli fermi i polsi sopra la testa.

Si fissarono per lunghi secondi in silenzio, l’atmosfera fattasi improvvisamente elettrica. Fu solo quando entrambi si accorsero che a dividere i loro bacini c’erano soltanto i millimetri della stoffa dei pantaloni che la situazione si fece decisamente imbarazzante.
 
L’improvviso suono acuto di un telefono che squillava distrusse l’inerzia del momento. Aomine voltò la testa verso la fonte e Kagami ne approfittò per rimettersi subito in piedi.

<< È il mio cellulare >> disse il moro; poi, sempre disteso per terra, fissò il rosso e piegò le sue labbra in un ghigno. << Taiga, perché non vai a prendermelo? È nella tasca esterna >>.

Il rosso lo guardò come se fosse stato insultato, ma alla fine, senza sapere perché, lo accontentò. Si diresse verso il divano dove avevano lasciato i borsoni e si mise a cercare il cellulare che continuava a squillare. Si spazientì subito quando non lo trovò dove Aomine gli aveva detto e riuscì a recuperarlo dal fondo solo quando quello smise di suonare.

<< Ahomine! Non era nella stupidissima tasca esterna! >> esclamò sventolando il telefono ormai silenzioso.
Il moro si mise in piedi con uno sbuffo e scrollò le spalle. << Chi era? >>s’informò con tono annoiato.
Il rosso diede un’occhiata al display. << Tua madre >>.
Daiki si stiracchiò e sbadigliò, dando all’altro l’impressione di osservare un’impigrita pantera nera. << Voleva sicuramente scocciarmi con qualcosa >>.
 
Prendendo quel commento come totale disinteresse, Taiga rimise il cellulare nel borsone. Fu allora che notò la custodia di un dvd nascosto tra alcuni quaderni; lo tirò fuori e per non poco non gli cadde di mano.

Aomine osservò la scena con un ghigno compiaciuto sul volto. << Ohi, Bakagami, come mai quella faccia sconvolta? Non dirmi che non hai mai visto un porno… >>.

L’altro sollevò lo sguardo dalla copertina a dir poco oscena e il suo volto si fece paonazzo. << Che cavolo ci fa un porno nella tua borsa? >> gli chiese, glissando la domanda di prima.

Il moro gli si avvicinò. << Sta mattina l’ho preso in prestito da Imayoshi. Avrei voluto portarlo a casa, ma dato che sono venuto da te subito dopo la scuola, non ho avuto tempo >>.
Kagami strabuzzò gli occhi per un attimo e fece un sospiro, ma non ebbe tempo di fare altro perché Aomine gli mise un braccio sulle spalle e gli prese il dvd dalle mani.

<< Che ne dici se gli diamo un’occhiata? >> propose allegro, agitandogli la custodia sotto il volto. Vide il volto dell’altro raggiungere la stessa tonalità dei capelli e il suo ghigno si allargò.
<< Che cazzo ti salta in mente?! >> sbottò Taiga, allontanandosi da lui.
<< Non ti facevo così innocente, Bakagami >> lo punzecchiò il moro e ancora una volta si divertì un mondo ad osservare le reazioni dell’altro, il cui viso si contrasse in un’espressione che racchiudeva shock, imbarazzo, rabbia e un leggero istinto omicida.
<< Fottiti >> grugnì in risposta con voce minacciosa.

Al che Aomine, da bastardo qual era, decise di spassarsela ancora un po’ a sue spese. << A proposito di fottere, penso proprio che dovremmo dare un’occhiata a questo film: Imayoshi mi ha assicurato che ne vale la pena >>.
<< Noi dovremmo studiare, Ahomine. È per questo che siamo qui >>.
 
Come se quello non avesse parlato, il moro si diresse verso il televisore del soggiorno e iniziò a trafficare con il lettore dvd. << Tanto non abbiamo concluso niente finora. Di sicuro una pausa costruttiva ci farà bene >> replicò con tono allegro, ma allo stesso tempo serio e convinto.
<< Pausa costruttiva? E da quando in qua guardare un porno è considerato costruttivo? >> lo riprese Kagami, ancora fermo accanto al divano.

Inginocchiato a terra, Aomine fece partire il film e si voltò verso il rosso con un ghigno da orecchio a orecchio. << Ci rilasserà e ci schiarirà le idee >>, poi si alzò e fece una pausa prima di continuare, << sto davvero cominciando a pensare che dietro quella tua espressione feroce si nasconda un gran timidone >>.

Taiga strinse i pugni  e lo fulminò col più crudele dei suoi sguardi. Cazzo, quanto detestava quella sua faccia da schiaffi e quelle sue frecciatine continue! Certi momenti sembrava che quell’Ahomine facesse di tutto per spingere Kagami a picchiarlo.
 
Sicuramente adesso si stava godendo l’imbarazzo sulla faccia del rosso. Imbarazzo che, a differenza di quello che credeva l’altro, non derivava dal fatto di non aver mai visto un porno: Kagami era cresciuto negli U.S.A., praticamente la patria dell’industria pornografica e con dei costumi molto più libertini rispetto al Giappone. Per lui era stato impossibile non imbattersi in certi tipi di materiale; per di più tra i suoi coetanei era considerato da sfigati non guardare i porno o non pensare al sesso o non voler parlare di sesso e per quanto a Kagami non fosse mai fregato molto di quello che pensavano gli altri, non si era potuto tirare indietro quando, a casa di amici, capitava e non di rado che qualcuno tirasse fuori un film a luci rosse.
 
La verità era che il rosso non era mai stato un fissato del sesso come il 99% degli adolescenti: forse perché il basket gli aveva sempre occupato la mente, il corpo e anche il tempo o forse per semplice personalità.

Non che fosse asessuato ma, soprattutto dal suo ritorno in Giappone, il basket occupava tutta la sua vita. Era la sua vita e le altre cose, come le ragazze e il sesso, erano finite in un angolino della sua mente.

Perciò il vero motivo del suo imbarazzo era dover guardare un porno con Aomine Daiki. Sì che ormai era arrivato a considerarlo un amico, seppur particolare, ma da qua a quello… gli sembrava troppo imbarazzante.
E poi non è che ci tenesse a vederlo mentre si faceva una sega nel soggiorno di casa sua.
 
Perso in questi pensieri non si accorse subito che l’altro si era accomodato davanti alla tv e che il film era già iniziato.
<< Andiamo, Bakagami, siediti! Non vorrai restare là in piedi come un’idiota >> lo invitò il moro dal pavimento sul quale si era sistemato, la schiena poggiata sul divano.
“Almeno ha avuto la decenza di sedersi per terra” pensò Kagami mentre lo fissava con un sopracciglio inarcato.
 
Con un sospiro pesante fece il giro e si sedette sul divano, senza sapere neanche lui perché. Avrebbe benissimo potuto spegnere la tv e sequestrare il dvd fino a che non avesse costretto l’altro a riprendere a studiare.

Ma la verità era che anche lui s’era stufato di stare sui libri senza concludere niente: avrebbe dovuto chiedere aiuto a Kuroko invece di provare a studiare con quella testa vuota di Aomine.
Che cavolo gli era passato per la testa? E dire che l’asso del Too aveva pure accettato…
“Siamo proprio due casi persi…” si disse con un senso di rassegnazione e delusione.
 
Mentre sullo schermo si susseguivano le immagini dei due attori che avevano iniziato a darci dentro, Taiga lanciò un’occhiata verso destra: Aomine aveva gli occhi fissi sul televisore e sembrava abbastanza preso da ciò che stava guardando.

Stava quasi per alzarsi e andare a farsi un giro nel quartiere, quando i gemiti decisamente esagerati presero ad aumentare e i suoi occhi si posarono sullo schermo.

Ora, sì che la Tigre del Seirin non era interessato al sesso, sì che la presenza di Aomine rendeva la situazione imbarazzante, ma quello che vide quando prestò davvero attenzione al film avrebbe eccitato qualunque adolescente, lui compreso.
 
Sgranò gli occhi per un attimo e sentì il suo viso andare a fuoco, insieme alla sensazione di una grossa quantità di sangue che defluiva verso le parti basse.
<< Le tette grosse sono proprio il meglio, eh? >> commentò il moro con tono compiaciuto, senza staccare gli occhi dalla tv.
Taiga trovò la forza di voltarsi e gli lanciò un’occhiata a dir poco torva. Per colpa sua ora aveva un’erezione in mezzo alle gambe!

Se l’idea di vedere Aomine che si faceva una sega non gli andava a genio, non gli piaceva neanche quella di farsi lui una sega davanti al moro.
Stava per alzarsi e andare in bagno – e al diavolo se Ahomine l’avrebbe preso in giro – quando con la coda dell’occhio lo notò mentre si sbottonava i pantaloni e s’infilava una mano dentro i boxer.
“No! No! E che cazzo!” imprecò il rosso dentro di sé, alzando gli occhi al cielo.
 
Non voleva guardarlo, ma le sue gambe non sembravano intenzionate a muoversi e le scene del film stavano decisamente peggiorando la sua erezione.

Non voleva guardare Aomine e le sue palpebre abbassate e la sua bocca schiusa e la lingua che ogni anto guizzava fuori, andando ad accarezzare le labbra o a lasciarsi stringere tra i denti.

“Un momento! Che cazzo sto facendo?!”. Quando Kagami si accorse che stava fissando Aomine inconsciamente, fu troppo tardi: quello si voltò verso di lui, sentendosi forse osservato e un sorrisetto si allargò sul volto.
<< Ohi, Bakagami, dovresti guardare il film, non me. O forse io ti eccito di più? >> lo provocò con voce suadente, passandosi poi la lingua sulle labbra.
 
Il rosso sbarrò gli occhi e ancora una volta il suo viso raggiunse la stessa tonalità dei capelli, divertendo il moro. Divertimento che aumentò quando notò che l’altro aveva accavallato le gambe, di sicuro per nascondere la sua erezione, e che il suo corpo era rigido, ma attraversato da piccoli tremori.

Daiki seppe che il suo ghigno si era esteso e una risata derisoria proruppe dalla sua bocca. << Guarda che non hai niente di cui vergognarti se ti è diventato duro. È normale >>; si sollevò sulle braccia e si sedette sul divano, mentre la sua erezione era ancora ben visibile e in attesa di essere soddisfatta.
Taiga non poté evitare che il suo sguardo scivolasse proprio là e si maledisse con forza.

Come diavolo erano finiti in quella situazione? Ora aveva un bisogno urgente da soddisfare e gli occhi di Aomine che lo fissavano divertiti.
Quel pezzo di merda ci stava davvero trovando così tanto gusto a tormentarlo?
Indurì lo sguardo più che poté. << E tu, Ahomine? Perché guardi me invece del film? >>.

<< È quello che stavo facendo infatti, ma poi mi sono accoro che mi stavi fissando… >> rispose il moro senza togliersi il ghigno dalla faccia.
<< Non ti stavo fissando! >> sbottò l’altro inferocito, << mi è solo… caduto lo sguardo… >>.
 
“Non ci credo che l’ho detto!”.
“Non ci credo che l’ha detto!”.
 
In quell’istante Kagami desiderò sprofondare in una buca profonda e magari restarci per i prossimi mille anni.
Desiderio che si fece ancora più provocante quando Aomine scoppiò a ridere, gli occhi chiusi e una mano al petto.
Nonostante la sua condizione, sembrava aver tutto il tempo e le intenzioni del mondo per divertirsi a spese dell’altro.
 
Quando riaprì gli occhi però e vide il volto arrossato e imbarazzato dell’altro, gli occhi bassi e le labbra tormentate dai denti, qualcosa scattò dentro di lui.

Qualcosa di primitivo e animalesco che minò il suo già precario autocontrollo: non avrebbe saputo dargli un nome né gli interessava farlo. Era una voglia che stava spegnendo tutto il resto e lui voleva solo soddisfarla perché se non l’avesse fatto, se ne sarebbe pentito.

Si allungò verso Kagami, gli occhi intensi e luminosi e mentre con un braccio lo spingeva giù sul divano, con l’altro gli afferrò le gambe e le sollevò sistemandole subito sotto di sé.
<< E-ehi! Che cavolo stai facendo? >> farfugliò il rosso, la voce insicura e gli occhi che si muovevano rapidi, seguendo i movimenti di Aomine.

Questi avvicinò il volto al suo. << Taci, Bakagami >> gli sussurrò sulle labbra; poi portò la bocca all’orecchio dell’altro e prese a stuzzicarlo con la lingua e i denti, provocando nel rosso piacevoli brividi lungo la schiena. Scese poi sul collo, lasciando una scia umida di baci, mentre una mano s’intrufolava sotto la maglietta dell’altro. Si sorprese nel rendersi conto di quanto fosse morbida la sua pelle, nonostante i muscoli definiti.
 
Kagami si irrigidì e piazzò le mani sul petto del moro, tentando di spingerlo via, ma quello oppose resistenza e continuò il suo lavoro.
<< Ahomine, cazzo! F-fermati… >> tentò Taiga, ma la voce gli uscì molto meno convinta e autoritaria di quanto avrebbe voluto.

L’erezione aveva iniziato a diventare fastidiosamente dolorosa: le labbra e la lingua sul collo e le mani ruvide e callose che gli accarezzavano i fianchi e l’addome stavano distruggendo ogni traccia di razionalità e istinto di conservazione che avesse mai posseduto.
 
Dopo avergli lasciato un succhiotto vicino la clavicola, Daiki si sollevò e si leccò le labbra curvate in un ghigno. << Mi sembra che questo >> disse dando una leggera palpata alla sua erezione, << sia di tutt’altro parere: sicuro che vuoi che mi fermi? >>.

Il rosso affilò lo sguardo, nonostante la scossa che l’aveva attraversato a contatto con la mano dell’altro. << Questo scherzo del cazzo è durato fin troppo! >> sibilò a denti stretti, convinto che l’altro volesse solo prenderlo in giro e sfotterlo poi a vita.
 
Aomine aggrottò le sopracciglia e storse la bocca. << Non sto scherzando >> replicò serio, poi lasciò che il ghigno tornasse a curvargli le labbra, << non sai che in due è meglio che da soli? E poi è più divertente >>.

L’altro sgranò gli occhi, incredulo e represse con fatica l’impulso di mollargli un cazzotto. << Di che diavolo stai parlando? >>.
<< Di questo >>, il moro si chinò di nuovo su di lui  e prese ad abbassargli pantaloni e boxer quanto bastava per liberare la sua erezione.
<< Ohi, Bakagami, sai che non sei niente male qua sotto? >> lo punzecchiò divertito, ignorando il lampo di paura e shock che aveva attraversato il viso del rosso al ritrovarsi improvvisamente denudato a quel modo.
 
Poi si risollevò giusto per liberare anche la sua di erezione e si abbassò su Kagami, il quale a quella vista sgranò ancora di più gli occhi. << N-non ti azzardare…>> gli disse, avendo già intuito le intenzione, ma qualsiasi tentativo di resistere si spense del tutto non appena Aomine usò le mani per avvicinare i loro membri eretti e iniziare a strofinarli e massaggiarli con studiata lentezza.

Taiga irrigidì i muscoli all’istante e trattenne il fiato per alcuni secondi prima di rilasciarlo con un lungo sospiro.
Cosa cavolo stava succedendo? Com’erano finiti in quella situazione?
“Tutto questo è assurdo… non può essere vero” gli disse una vocina in angolo recondito della sua testa.
 
Vocina che venne però zittita dal movimento delle mani di Aomine e da quella sensazione di piacere e dolore che iniziava ad irradiarsi con forza dal basso ventre, salendo poi verso lo stomaco, lo sterno e la gola, togliendogli il respiro.

Sentì il volto del moro avvicinarsi al suo. << Ohi, hai intenzione di farmi fare tutto il lavoro? >> gli chiese con malizia, la voce arrochita dal piacere.
Kagami puntò gli occhi su di lui e deglutì a vuoto: l’espressione del moro era un tale concentrato di sensuale e intensa lascivia che per un momento se ne sentì travolto.
 
Chi era quel ragazzo che aveva di fronte? Che fine avevano fatto l’idiozia e la strafottenza di Aomine Daiki? Come aveva potuto trasformarsi in quello?

Colse vagamente un mano del moro che afferrava la sua e la portava sulle loro erezioni e l’istinto gli disse cosa fare: lasciò scivolare le dita attorno al membro di Daiki e lo circondò, muovendolo prima su e giù e poi attorno alla punta. Lo fece come lo avrebbe fatto a se stesso, sapendo cosa gli sarebbe piaciuto.
L’altro prese a fare lo stesso e ognuno finì per dedicarsi a soddisfare l’altro.
 
Aomine poggiò la fronte sulla spalla di Kagami e si lasciò andare a un gemito più rumoroso: il suo fiato solleticò la pelle del rosso, mentre il calore emanato dai loro corpi a contatto diede ad entrambi l’impressione di andare a fuoco, come se fossero stati gettati nelle fiamme.

Il piacere prese ad invaderli, mandando scariche elettriche in punti che non pensavano neanche di avere e causando tremori e contrazioni dei muscoli.

Sentivano il cuore ringhiare nei loro petti e la mente perdere lucidità man mano che il piacere si faceva più intenso. Le orecchie di Daiki si riempirono dei gemiti strozzati di Taiga, dei suoi sospiri e delle sue imprecazioni strascicate.

“Oh merda! Sto per impazzire…” pensò appena il rosso aumentò la velocità delle sue mani. Rispose allo stesso modo e così fecero i loro bacini che si mossero più rapidi, assecondando le mani bramose.

Entrambi avevano ormai smesso di prestare attenzione al film già da un pezzo, ma quello andava avanti e i gemiti degli attori si unirono ai loro, creando una sensuale cacofonia di piacere che non fece altro che eccitarli di più.

Non avevano mai provato niente di così travolgente e non riuscivano a credere che lo stessero provando l’uno con l’altro, ma in quel momento non c’era posto per i pensieri, i dubbi e le domande.
C’era posto solo per il piacere e l’orgasmo ormai imminente.
 
Aomine spinse il bacino verso quello di Kagami: i loro membri sempre più caldi e umidi si strusciarono e accarezzarono, mentre le mani si spostarono verso i testicoli.
<< Aomi…ne… sto per veni… >>, Taiga s’interruppe e inarcò la schiena, mordendosi le labbra.
<< A-anch’io…>> rispose il moro tra i gemiti.
I loro movimenti si fecero più discontinui e meno fluidi: i  muscoli si mossero a scatti violenti contraendosi in spasmi.
 
Quando Daiki capì che stava per raggiungere l’orgasmo, si sollevò di poco e si beò del viso dell’altro stravolto dal piacere, gli occhi liquidi e vogliosi, le guance rosse e la pelle imperlata di sudore.
Vennero insieme, soffocando un grido e sporcando mani e vestiti del loro seme.
 
L’istante dopo Aomine sentì il bisogno di far combaciare le labbra in un bacio appassionato.
Kagami, ancora stravolto dall’orgasmo, riuscì soltanto a sgranare di poco gli occhi, ma non a resistere.

Sentì la lingua dell’altro stuzzicargli le labbra, chiedendo un accesso più profondo che lui gli concesse. Le dischiuse e lasciò che le loro lingue si accarezzassero a vicenda, giocando a rincorrersi, assaporandosi come se non avessero gustato niente di più buono.

Continuarono quel piacevole gioco per un po’ e si separarono solo quando furono entrambi a corto di fiato.
Si guardarono negli occhi, occhi lucidi, grandi ed eccitati e nessuno dei due seppe cosa fare o dire.
 
All’improvviso Aomine si sollevò e lanciò un’occhiata verso il basso, dove il loro sperma aveva reso pelle e vestiti appiccicosi.
<< Forse sarebbe meglio darci una pulita >> suggerì con tono piatto, rimettendosi poi in piedi.

Kagami si mise seduto e si sistemò i vestiti alla bell’e meglio. << Va’ prima tu >> disse, indicando in direzione del bagno con la testa.
L’altro annuì e si allontanò, mentre il rosso ne approfittò per spegnere quel dannato dvd che aveva dato inizio a tutto.
 
Dopo essersi ripuliti entrambi, si ritrovarono a scambiarsi brevi occhiate senza però aprire bocca. Inutile dire che, finita l’eccitazione e recuperata la razionalità, l’imbarazzo non aveva tardato ad arrivare.
<< Argh! Che palle! >> esclamò d’un tratto Aomine, la voce più somigliante a un ringhio, << è ridicolo che non ci guardiamo neanche negli occhi! >>.

Kagami sollevò lo sguardo e lo puntò sull’altro, passandosi poi una mano sulla nuca. << Non credo che guardarci o meno negli occhi cambierà quello che è successo >>.
L’altro sbuffò, infastidito.  << Così però sembra che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato >>.
Lo sguardo del rosso divenne l’emblema della sorpresa. << Quindi secondo te è stato… giusto? >>.

Il moro storse la bocca e si passò una mano tra i capelli. Cavolo, quanto odiava essere confuso! << Non lo so… però ci è piaciuto: è inutile negarlo >>.
Taiga annuì. << Quindi ora che facciamo? >>.
 
Daiki sorrise in quel modo che faceva venire voglia a Kagami di riempirlo di schiaffi. << Non dirmelo… ne vuoi ancora, Bakagami? >>.

Il rosso lo fulminò con lo sguardo. << Non riesci ad essere serio neanche per cinque minuti, vero? >>.
Quello fece qualche passo in avanti, senza smettere di ghignare. << Mi sembra di essere stato molto serio prima. Non sei rimasto incantato dalla mia intensità? >>.
Sarebbe dovuta essere una delle sue solite frecciatine, ma Kagami arrossì come una ragazzina e distolse lo sguardo.
 
“Oh cavolo…” si disse il moro e non per la reazione dell’altro – o almeno non solo – ma perché in lui divampò di nuovo il desiderio di affogare in quelle labbra e divorarle. Lo raggiunse, gli mise un braccio sulle spalle e gli scompigliò i capelli con l’altro mano.

<< Sei davvero così innocente come sembri! >> lo prese in giro ridacchiando.
<< Falla finita, Ahomine! >> sbottò Kagami, cacciandolo via con un braccio.
Quello si spostò di un passo, ma poi afferrò rapido il volto del rosso e gli chiuse la bocca con la sua, dando subito via a un bacio umido e intenso.
<< Nn…nh…>> mugugnò Taiga, cercando di tirarsi indietro senza successo.
 
Quando Daiki si separò, il ghigno non aveva ancora abbandonato il suo volto. << Dato che prima ci siamo divertiti, potremmo continuare >>.

Kagami si staccò e lo fissò con disappunto. << Non pensarci nemmeno. Dobbiamo studiare >>. Detto questo, si allontanò e si diresse verso il tavolo dove giacevano abbandonati i libri.
Il moro sbuffò, deluso e lo raggiunse.
<< Avremmo dovuto chiamare Kuroko >> disse d’un tratto il rosso, lasciando l’altro di stucco.

<< Ku-kuroko?! Perché cavolo volevi Kuroko? >> esclamò offeso, << io non ti basto? >>.
Kagami lo fissò ad occhi sgranati subito prima di scoppiare a ridergli in faccia. << Intendevo per lo studio >> spiegò tra le risate, << per aiutarci con i compiti >>.
 
Capito di avere appena fatto la figura dell’idiota, Aomine si rabbuiò e si lasciò cadere sulla sedia, nascondendo il rossore della guance tra le pagine di un libro.
Con un sorriso stampato in faccia, l’altro si sedette a sua volta. << Tranquillo, Ahomine: non ho intenzione di chiamare nessun’altro >>.

Il moro sollevò lo sguardo e recuperata la sua solita aria arrogante, ghignò di nuovo. << Ovviamente, Bakagami: io sono più che sufficiente per farti gemere >>.
Taiga arrossì vistosamente, ma non rimase zitto. << Preparati, Ahomine: la prossima volta ti farò gemere come una ragazza >>.
<< Vedremo, Bakagami. Vedremo >>.

Si sorrisero in un misto di sfida e imbarazzo.
Sì, ci sarebbero state tante “prossime volte” e in una di queste Kagami sarebbe riuscito davvero a mantenere la parola.
Ma questa è un’altra storia.





Salve a tutti, gente! ^^ non ho molto di personale da dire su questa storia se non che mi andava davvero di scrivere qualcosa di erotico e leggero sulla mia OTP e che spero che vi sia piaciuta <3
perciò se vi andasse di lasciarmi un commentino, anche solo 2 righe per dirmi che ne pensate, mi fareste felice :D detto questo, ringrazio tutti voi che avete letto fin qua ;) <3
  
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