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Autore: nywilliams    22/09/2014    1 recensioni
Ciao a tutti, questa è la prima storia che pubblico... spero vi incuriosisca almeno un po' ( :
Camminavo tranquillamente sul marciapiede pensando a come dare la bella notizia ai miei genitori e ai miei amici, quando improvvisamente un rumore di clacson mi fece voltare, un’automobile si stava dirigendo velocemente verso la mia direzione, mi parve di sentire anche qualcuno gridare “attenta! Spostati!” ma non feci a tempo a realizzare, l’ultima cosa che vidi furono i fari dell’auto che si facevano più grandi man mano che si avvicinavano e poi il buio.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 15

 
 
Avevo già capito dove voleva andare a parare, feci per alzarmi ma lui fu più veloce di me. Non mi accorsi di come successe, so solo che mi ritrovai con le sue labbra sulle mie …
 
Fu questione di un secondo, e appena riuscii a realizzare cosa stava accadendo lo spinsi immediatamente via, in istintivamente gli diedi uno schiaffo in pieno viso. Evidentemente non si aspettava una simile reazione da parte mia, perché con espressione a dir poco scioccata si portò una mano sul viso, proprio dove l’avevo colpito, gli avevo lasciato un bel segno rosso.
“Sì può sapere che ti è preso?”
 
“Cosa?!? Cosa è preso a me? sei tu che mi hai baciata, cosa ti è saltato in mente?!? Io mi sono fidata di te, ho scelto di aiutarti e tu in cambio ti comporti così? Liam non ti riconosco più, ti ritenevo una persona intelligente ma a quanto pare mi sbagliavo!”
 
Mi alzai e cominciai a sistemare le mie cose nella borsa, volevo andarmene al più presto da quel posto, e soprattutto volevo andarmene da Liam.
 
“Scusa, non avrei dovuto. È stata una tentazione più forte di me, mi dispiace. Poi quando sono entrato qui, ti ho trovata seduta al pianoforte a suonare la stessa melodia di quando ci siamo conosciuti, ingenuamente ho pensato potesse essere un invito da parte tua a provarci e ecco io … Dio che casino !”
 
“Un invito a provarci? Ma dico, ti sei fumato il cervello per caso? Ti ho spiegato chiaramente come stanno le cose. Avrei dovuto ascoltare Ryan, non avrei dovuto fidarmi di te.”
 
“Ancora con questa storia del fidanzato geloso? Non credi sia un comportamento un po’ infantile? Dopo tutto quello che c’è stato fra noi …”
 
“È proprio lo stesso pensiero che ho fatto io, dopo tutto quello che c’è stato fra noi… ingenuamente ho deciso di aiutarti, di farti rientrare nella mia vita. Sai quanto sei stato importante per me, sai quanto è stato difficile andare avanti da quando sei andato a New York. Ho spiegato a Ryan quanto per me fosse difficile cancellarti definitivamente dalla mia vita, sei stato il mio primo amore, la prima persona di cui mi sia mai fidata veramente. E ora che finalmente sono riuscita ad andare avanti, ad essere felice, arrivi tu a rovinare tutto? Perché? Perché vuoi farmi del male di nuovo?”
 
“Ma non l’hai capito? Io non voglio farti del male di nuovo, quello è proprio ciò che vorrei evitare. Vorrei semplicemente che tornassi a far parte della mia vita, ma è difficile pensare che hai già qualcun altro al tuo fianco che ti ama, come un tempo facevo io.”
 
“Non posso sentire altro, devo andarmene! Sono una persona di parola, perciò continuerò con le lezioni. Sappi che non lo faccio per te, ma per tuo padre! Spero di non incontrarti più nemmeno per sbaglio! Hai perso completamente la mia fiducia. Addio Liam!”
 
Senza lasciargli il tempo di rispondere, presi tutte le mie cose e senza nemmeno infilarmi la giacca uscì dall’aula lasciandolo li da solo. Presi un bel respiro, e trattenendo a fatica le lacrime percorsi il lungo corridoio e uscii dall’edificio. Aprii lo sportello posteriore dell’auto e gettai dentro in malo modo tutte le mie cose, presi posto, accesi il motore, e non appena fui fuori dal vialetto della scuola, le lacrime cominciarono a scendere da sole. Con lo sguardo appannato dal pianto, cercai di concentrarmi il più possibile sulla guida per quel breve tragitto che mi conduceva a casa. E una volta parcheggiata l’auto, non scesi, semplicemente mi lasciai andare ad un pianto liberatorio, le lacrime scendevano abbondanti e i singhiozzi mi travolsero completamente.
Fu così che mi ritrovò Claire, era a casa ad aspettare che tornassi per sapere tutti i dettagli del mio primo giorno di lavoro con Liam. Aveva sentito il rumore della mia auto entrare nel cortile di casa, perciò spinta dalla curiosità uscì subito a cercarmi. Ma rimase stupita nel vedermi ancora chiusa in auto, con la testa poggiata al volante, distrutta dal pianto. Non esitò a corrermi in contro e aprire lo sportello e abbracciarmi..
 
“Nicole! Oddio che è successo?”
Invece di ricompormi, scoppiai in un pianto ancora più forte.
“Vieni, scendi dall’auto e andiamo in casa, qui prenderai freddo…”
E così feci, scesi dall’auto, Claire prese la mia borsa, e chiuse lo sportello alle mie spalle, per poi prendermi per mano e accompagnarmi in casa, dove ci accomodammo entrambe sul divano…
“Calmati ora, sono qui io con te! Ti va una cioccolata calda per calmarti un po’?”
 
“No grazie, non mi va…”
 
“Ok parli ancora, questo è un buon segno, stavo iniziando a preoccuparmi sul serio”
 
Non riuscii a trattenere un sorriso, Claire cercava sempre di farmi ridere anche nei momenti peggiori, e questo era il lato che più mi piaceva di lei.
 
“Allora, ti va di dirmi cos’è successo?”
 
“Liam mi ha baciata…”
 
“Cosa ha fatto quel grandissimo stronzo?!? Per fortuna non hai voluto la cioccolata calda altrimenti avrei sputato tutto! Ma cosa gli è passato per la testa? E tu che hai fatto?”
 
“Niente, l’ho spinto via subito, e gli ho chiesto cosa gli fosse preso… lui ha detto che non è riuscito a resistere alla tentazione e che forse aveva interpretato male i segnali…”
 
“Quali segnali?”
 
“Alla fine delle lezioni mi ha trovata nella stessa aula dove ci siamo conosciuti, seduta al piano forte a suonare la stessa melodia di quel giorno. Ma l’ho fatto senza pensarci, quella scuola è piena di ricordi e quella è la melodia che suonavo sempre, non volevo dargli nessun segnale. E poi ero sola, non mi sarei mai immaginata che sarebbe arrivato da un momento all’altro…”
 
“Io te l’ho sempre detto che è un imbecille! A me non è mai piaciuto… ma tu come stai?”
 
“Male! Sto da schifo! Avrei dovuto fidarmi di Ryan, lui me l’aveva detto che non gli aveva fatto una buona impressione, ma io come una stupida ci sono cascata…”
 
“Da una parte ti capisco, è stato parte integrante della tua vita, è normale che istintivamente tu abbia voluto fidarti di lui. Ti sei licenziata allora?”
 
“No, io mantengo la mia parola, ho firmato un contratto, ma gli ho detto che continuerò solo per fare un favore a suo padre e non per lui e non voglio nemmeno più incrociarlo per caso nei corridoi. Gli ho detto che ha perso per sempre la mia fiducia.”
 
“L’hai già detto a Ryan?”
 
“Non ancora, appena sono uscita dalla scuola sono venuta qui…”
 
“Hai intenzione di dirglielo?”
 
“Ovvio che glielo dirò!”
 
“E come pensi che reagirà?”
 
“Spero che mi capisca. Spero che mi creda e che non si arrabbi. Che non si arrabbi con me almeno…”
 
“Posso andare dai miei se vuoi stare un po’ da sola con lui…”
 
“No, non ti preoccupare, ora mi faccio una doccia e poi lo chiamo”
 
“Facciamo che io vi lascio soli almeno per cena, se poi hai bisogno più tempo da sola con lui me lo dici e io rimango dai miei ok?”
 
“No Claire questa è anche casa tua ed è giusto che tu ci resti. Magari vado io da lui, quando lo chiamo vediamo cosa fare…”
 
“Ok, ma se ci sono problemi non esitare a dirmelo ok?”
 
“Ok, grazie Claire! È bello riaverti qui.”
 
Lei non rispose ma mi abbracciò, un abbraccio che significava tanto per tutte e due. Mi alzai di malavoglia dal divano e mi diressi in bagno per una bella doccia che sicuramente mi avrebbe fatto bene. Avevo bisogno di essere un po’ più lucida per parlare con Ryan. Inutile dire che ero terrificata all’idea di parlargliene, non avevo la più pallida idea di quale sarebbe potuta essere la sua reazione. E avevo paura del peggio. Non potevo perderlo, non l’avrei sopportato. Presi i vestiti per cambiarmi e mi diressi verso il bagno. Il getto caldo dell’acqua era proprio ciò che ci voleva, riuscii a rilassarmi e liberare la mente anche se solo per pochi minuti, perché dal momento che spensi l’acqua, la paura tornò, e i muscoli che si erano rilassati con il calore dell’acqua, ricominciarono a tendersi. E sapevo che finché non avrei parlato con Ryan non avrei sentito un minimo di sollievo. Perciò mi asciugai e mi vestii velocemente, presi il cellulare e tornai nella mia camera da letto per telefonare a Ryan. Ero talmente nervosa che non riuscii nemmeno a stare seduta, continuavo a camminare avanti e in dietro.
... uno squillo…
… due squilli…
… tre squilli…
 
“Ehi Piccola!”
 
“Ehi, ciao! Spero di non disturbarti…”
 
“No, non disturbi affatto, aspettavo che mi chiamassi per raccontarmi com’è andata oggi…”
 
“Sì ho preferito farmi una doccia prima di chiamarti… ti va se ci vediamo? Magari facciamo due passi?”
 
“Qualcosa non va? Sembri preoccupata…”
 
“Vorrei parlartene di persona se non è un problema…”
 
“Sì, va bene, arrivo subito da te, dammi 10 minuti. Ti prego, dimmi almeno che stai bene…”
 
“Sto bene, tranquillo. Ti aspetto allora!”
 
“Faccio il prima possibile!”
 
“A dopo!”
 
Infilai una felpa pesante perché fuori era ancora abbastanza freddo, e scesi al piano di sotto ad aspettare che Ryan arrivasse.
 
“Tutto bene? l’hai chiamato?”
Raggiunsi Claire in cucina dove stava preparando la cena…
 
“Sì, l’ho chiamato, tra poco arriva e andiamo a fare due passi…”
 
“Due passi? Con questo freddo? Siamo ancora in inverno, non so se te lo ricordi…”
 
“Lo so, ma ho bisogno di un po’ d’aria…”
 
“Preparo la cena per tre?”
 
“Io al momento non ho fame… prepara pure per te, non so se Ryan resterà…”
 
“Non ti preoccupare dai, sono sicura che capirà!”
 
“Lo spero tanto!”
 
Furono i 10 minuti più veloci di sempre, purtroppo quando ti sembra di aver bisogno di un po’ di tempo in più vola sempre. Suonò il campanello e corsi ad aprire. Lo trovai li davanti, bello come al solito, anzi ancora più bello! Coperto dal giaccone pensante e una berretta. Con un’espressione indecifrabile, un misto tra preoccupato, felice, nervoso e arrabbiato?
Istintivamente gli corsi in contro e lo abbracciai forte.
Lui rispose immediatamente alla mia stretta.
 
“Va tutto bene vero?”
 
Sentivo di nuovo le lacrime pungermi gli occhi ..
 
“Facciamo due passi?”
 
“Sì, prendi la giacca però.”
 
Non riuscii a trattenere un sorriso, la sua premura nei miei confronti mi scaldava il cuore ogni volta. Gli diedi un leggero bacio sulle labbra, mi staccai da lui ed entrai a prendere la giacca.
Cominciammo a camminare in silenzio, io non sapevo da che parte cominciare a raccontare quello che era successo, e Ryan probabilmente aspettava che dicessi qualcosa io. Feci un respiro profondo e quando stavo per iniziare a dire qualcosa, Ryan mi anticipò.
 
“Allora, com’è andata oggi?”
 
“Beh, bene direi, è stato bello insegnare, è stato come fare un salto in dietro nel tempo, io ci sono praticamente cresciuta in quella scuola…”
 
“Sono contento, si vede dai tuoi occhi che hai passato una bella giornata. Ma si vede anche che c’è qualcosa che non va giusto?”
 
“Sì, beh è successa una cosa che purtroppo ha rovinato la bella giornata che avevo trascorso…”
 
“Per favore non tenermi sulle spine, dimmi che è successo.”
 
“Sto cercando il modo migliore per dirtelo, ma credo che non ci sia un modo migliore o peggiore perciò te lo dico. Liam mi ha baciata!”
 
Ryan si fermò di colpo. Avevo lo sguardo basso, avevo paura di guardarlo negli occhi per sapere quale fosse la sua reazione. Portò un dito sotto il mio mento e mi fece alzare lo sguardo verso di lui. Nei suo occhi lessi tristezza, rabbia e delusione.
 
“Ti prego, dimmi che ho capito male…”
 
Il tono era tranquillo, ma la voce gli tremava… non l’avevo mai visto così…
 
“Credo che tu abbia capito bene. Io però l’ho spinto subito via, è successo tutto in un secondo. Gli ho detto che non lo voglio vedere mai più e che ha perso tutta la mia fiducia. Gli ho dato anche uno schiaffo, gli ho lasciato il segno rosso…”
 
Quando ero nervosa parlavo a raffica, e più guardavo Ryan negli occhi, più il nervosismo aumentava…
 
“… avrei dovuto ascoltarti, ti chiedo scusa, per favore non ti arrabbiare…”
 
“Non ti arrabbiare? Mi spieghi come faccio a non arrabbiarmi? Cazzo quell’imbecille ti ha baciata e io non mi devo arrabbiare?”
 
Le lacrime avevano cominciato a scendere senza che me ne rendessi conto…
 
“Lo so, tu me l’avevi detto, ma non sono riuscita a dirgli di no. È stato una parte importante della mia vita, di lui ho sempre potuto fidarmi, come potevo sapere che era cambiato così?”
 
“Lui te l’aveva detto che era ancora attratto da te!”
 
“Ma io gli avevo spiegato che stavo con te e che ero innamorata quindi che tra di noi ci sarebbe stato solo un rapporto professionale…”
 
“È un uomo! Se un uomo ti dice che è attratto da te non gliene frega un cazzo del rapporto professionale, poi hai visto come si è comportato con me, lo sapevi che io non gli piacevo. Potevi immaginare che sarebbe andata così!”
 
“Lo so, sono una stupida ingenua. Spero sempre nel lieto fine, ma io ero sola nell’aula non potevo immaginare che sarebbe entrato lui da un momento all’altro…”
 
“Io lo ammazzo! Se mi capita a tiro gli faccio fare una brutta fine! Io mi fidavo di te!”
 
Quell’affermazione mi colpì come un secchio d’acqua gelida…
 
“Vorresti dire che non ti fidi più?”
 
“Sai Nicole, una sera ero fuori con Logan, e nello stesso locale c’era anche Rachel, non me ne sono accorto subito purtroppo, altrimenti non ci sarei nemmeno entrato. Ero al bancone del bar a ordinare qualcosa da bere, quando Logan mi dice di girarmi. Mi giro e la vedo che viene verso di me. Ho fatto finta di niente e ho continuato a parlare con Logan, poi lei mi picchia sulla spalla per farmi girare. Mi volto e lei mi saluta con un sorriso a 32 denti. Io per educazione la saluto, bevo il mio drink, lascio i soldi sul bancone e me ne vado. Anche per me lei è stata una parte importante della mia vita, e dentro di me avrei quasi voluto provare a fare quattro chiacchiere con lei, poi però ho pensato a te, ho pensato a quando mi hai confessato le tue preoccupazioni e mi sono reso conto che alla fine non mi importava di sapere come stesse Rachel o di chiacchierare con lei. Per rispetto nei tuoi confronti me ne sono andato. Non ho mai preteso che tu facessi lo stesso con Liam, anche perché le nostre sono storie diverse, ma ingenuamente ho pensato che non sarebbe accaduto niente, perché tu sei intelligente e non ti saresti fatta abbindolare facilmente. Invece è stato così, lui ti avrà fatto un paio di complimenti e tu ci sei ricascata come una sciocca. Avresti potuto mandarlo via, invece l’hai lasciato fare, e a quanto pare se ti ha baciata eravate anche parecchio vicini.”
 
“Ero seduta al piano forte a suonare qualcosa quando lui è entrato in aula, e mi ha detto che stavo suonando la stessa melodia di quando ci siamo incontrati la prima volta e che gli sembrava di essere tornato in dietro nel tempo, poi si è seduto accanto a me. Te l’ho detto non ho avuto il tempo di rendermi conto di ciò che stava accadendo, ero stordita dalla giornata, immersa nella musica perché era tanto che non suonavo più appena me ne sono accorta l’ho spinto via e gli ho dato uno schiaffo! Io non ho mai preteso che tu ti allontanassi completamente da Rachel, di te mi fido quindi avresti potuto parlarle tranquillamente, anche perché spero che me l’avresti detto dopo no? Io non posso credere che tu…”
 
“Non mi interessa, non ho voglia di sentire scuse…”
 
“Scuse? Ti sto dicendo la verità, non ci sono scuse! Hai detto che non ti fidi più di me, ti prego, dimmi che non è vero. Dimmi che non mi stai lasciando!”
 
“Ho bisogno di stare un po’ da solo.”
 
E d’improvviso si girò e cominciò a camminare verso casa mia, lasciandomi li sola, al buio a piangere. Era forse finita? Avevo pensato a diverse reazioni che avrebbe potuto avere, ma questa non me la sarei mai aspettata. Non avrei mai pensato che se ne sarebbe andato lasciandomi da sola in quel modo. Non tornai a casa, continuai a camminare senza meta, non mi importava del freddo e del buio, avevo bisogno di stare sola e soprattutto avevo bisogno di aria, mi sembrava che mi mancasse l’ossigeno.


RYAN POV
 
Avevo reagito nel modo sbagliato, me ne rendevo conto, la tentazione di tornare in dietro da Nicole era tanta. Non avrei mai pensato che l’avrei lasciata sola in quel modo, ma la rabbia ha avuto la meglio.
Il solo pensiero che aveva baciato me quella sera, e poco prima le sue labbra avevano toccato quelle di Liam mi mandava in bestia. Salii in macchina, accesi il motore e senza pensarci mi diressi verso la scuola di musica nella speranza di trovare quel verme schifoso.
Quando arrivai vidi che all’interno c’erano delle luci accese, non avevo idea di chi potesse esserci all’interno, ma senza pensarci due volte scesi dalla macchina ed entrai nell’edificio. Seguii la luce ed arrivai di fronte ad una porta con la targhetta con scritto “DIREZIONE”. Doveva essere l’ufficio di quell’imbecille. Bussai, attesi che mi invitassero ad entrare ed aprii la porta. Lo trovai seduto alla scrivania, con la cravatta allentata, intento a leggere chissà cosa. Quando alzò lo sguardo e vide chi era entrato nel suo ufficio cambiò subito espressione.
 
“Liam.”
 
“Ryan, posso aiutarti?”
 
“Lurido schifoso, hai anche il coraggio di chiedermi se puoi aiutarmi? Sai, ho appena saputo una cosa che non mi ha fatto molto piacere…”
 
“Spero anche che ti abbia spiegato che le ho chiesto scusa, e poi si è difesa abbastanza bene anche da sola!”
 
Dalla voce risultava essere abbastanza tranquillo, si girò di lato e mi fece vedere la bella manata rossa che aveva sul viso, trattenni a fatica un sorriso. La mia piccola e dolce Nicole gli aveva tirato un bello schiaffo, l’indomani l’avrei sicuramente chiamata e mi sarei scusato, ma al momento avevo altro a cui pensare.
 
“Sai, io non sono un tipo violento, ma credo che quel po’ di rossore non si nota abbastanza… che ne dici se gli diamo una bella ripassata in modo che tutti sappiano che razza di stronzo sei?”
 
“Non dirai sul serio spero…”
 
“Serissimo!”
 
Senza pensarci gli tirai un pugno in pieno viso, talmente forte che fece male anche a me. Il suo naso sanguinava, e pensai potesse bastare…
 
“Azzardati di nuovo a toccarla che non mi limiterò a spaccarti il naso, stanne certo.”
 
Lui non disse niente, ed io me ne andai con la mano dolorante e con una leggera sensazione di sollievo. Tornai immediatamente a casa e chiamai Logan, avevo bisogno di sfogarmi con il mio migliore amico. E lo aspettai mettendo un po’ di ghiaccio sulla mano dolorante.
Quando arrivò gli raccontai tutto, dalla telefonata di Nicole, al pugno sul naso di Liam.
 
“Hai intenzione di scusarti con lei vero?”
 
“Sì, pensavo di chiamarla domani, so che ho detto cose che non pensavo veramente ma sono ancora un po’ arrabbiato. Probabilmente dopo tutto quello che le ho detto non sarà felice di sentirmi e avrà anche lei qualcosa da dirmi. E la capisco perfettamente, ma ho paura che questa sera le potrei dire ancora qualcosa di sbagliato. Preferisco dormici su e calmarmi un po’ prima di parlarle.”
 
“Potevi limitarti al pugno sul naso a Liam, perché dovevi trattare cosi anche lei?”
 
“Ero accecato dalla rabbia te l’ho detto. Mi farò perdonare, non posso perdere anche lei, ci tengo troppo.”
 
Il mio cellulare squillò, era Claire che mi chiamava e risposi subito.
 
“Pronto?”
 
“Ryan sono Claire, dove sei?”
 
“Ciao Claire, sono a casa mia perché? È successo qualcosa?”
 
“Dimmi che Nicole è con te, ti prego!”
 
“No, non è con me io sono già a casa da un bel po’ ormai. Non è ancora tornata?”
 
“Sono le due del mattino e non è ancora a casa, di solito mi avvisa anche solo se si ferma con te mi scrive un messaggio. Ma questa volta niente. Non può nemmeno essere a casa dei suoi perché loro sono via per qualche giorno. Oddio dove potrà mai essere? Avete litigato?”
 
“Oh merda! Ehm più o meno, diciamo che me ne sono andato prima che finissimo la passeggiata… vado subito a cercarla potrebbe essere ovunque!”
 
“L’hai lasciata sola? Ma sei cretino?”
 
“Senti Claire non cominciare, ho mi bastano gli insulti di Logan! Ho detto che vado a cercarla, ti faccio sapere qualcosa quando la trovo, tu intanto resta a casa e informami se arriva…”
 
Chiusi la telefonata, informai Logan che si propose di darmi una mano a cercarla. Dio mio Nicole, dove sei?









Ciao a tutte :)
rieccomi con un nuovo capitolo, un pochino più corto del solito lo so, ma è comunque abbastanza intenso.
Spero veramente che vi piaccia, fatemelo sapere con una recensione se vi va:)
buona lettura.
a presto.
Nywilliams

 
  
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