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Autore: ChibiRoby    22/09/2014    6 recensioni
E se dopo la morte di Maria, German non fosse scappato dal passato?
Violetta vive in una gabbia dorata finché non le si presenta l'occasione di fuggire, grazie al suo amore per la musica e a un paio di occhi verdi troverà il suo posto nel mondo.
Pablo e Angie sono una coppia sposata alle prese con un arrivo speciale che rivoluzionerà la loro vita.
Diego e Camilla da sempre migliori amici si ritroveranno alle prese con un nuovo sentimento mai provato prima.
E German dopo anni di paure scoprirà che si può sempre tornare ad amare.
Tratto del capitolo 11
[...] -Non credevo che provassi quello che provo io. – ammise abbassando lo sguardo imbarazzata.
-Invece è così, mi piaci da impazzire Violetta, fin dalla prima volta che ti ho vista, mi sei entrata dentro e non riesco a smettere di pensare a te. – le rivelò alzandole il mento con due dita per guardarla negli occhi.
-Tu non mi piaci Leon, io ti amo! – rivelò con un’audacia che neanche lei sapeva di avere, annullò nuovamente la distanza tra i loro volti e lo baciò. [...]
Leonetta, Pangie, Fedemilla, Camiego accenni Naxi, Marcesca, Andresx?, Larax?, Brodwayx?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla, Diego, Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9 – Nuove amicizie

 
 
Violetta Castillo uscì dall’ufficio del direttore a cuor leggero, tra soli tre giorni si sarebbero tenuti gli esami di ammissione e si sentiva pronta ad affrontali soprattutto quello di canto, a dirla tutta si sentiva un po’ insicura per l’esame di danza ma era sicura che Leon, Federico e Ludmilla l’avrebbero aiutata.
Continuò a camminare tranquillamente immaginando come sarebbe stato frequentare le lezioni e fare nuove amicizie. Finalmente avrebbe vissuto come ogni ragazza delle sua età, una vita vera fatta di scuola, amici, uscite di gruppo e magari avrebbe avuto anche un ragazzo ma non uno qualunque, voleva Leon, sarebbe uscita solo con lui, non avrebbe mai permesso a nessun altro di corteggiarla o peggio baciarla.
Ad un tratto una musica forte e piena di ritmo la risvegliò dai suoi pensieri attirandola a se, sorridendo la seguì, curiosa di scoprire chi la stesse suonando, proveniva dall’aula di musica, si avvicinò silenziosamente e vedendo che la porta era aperta si affacciò per vedere con i propri occhi.
 
 

Yo se que tu eres para mi
me siento tan cerca de ti
abrázame y descubrirás
que con un beso no te iras jamas
 

 
Erano Leon e la band! Che stupida, come aveva fatto a non riconoscerli subito? Si appoggiò alla porta stando attenta a non farsi vedere.
Tutti e cinque erano bravissimi, pieni di talento e passione, si vedeva che nella loro musica ci mettevano anche l’anima, inevitabilmente il suo sguardo cadde su Leon che anche con la chitarra dietro la schiena riusciva a muovere con un’eleganza e un’agilità degne di un felino e come ogni volta che lo sentiva cantare non riusciva a non guardarlo estasiata.
 

Yo se que tu eres para mi
me siento tan cerca de ti
abrázame y descubrirás
que con un beso no te iras jamas.
 

 
Appena finito di cantare i ragazzi sobbalzarono sentendo degli applausi, si voltarono immaginando di trovarsi davanti Camilla, Nata o Francesca e rimasero piacevolmente sorpresi nel trovarsi davanti una raggiante Violetta.
-Allora com’è andata? – domandò Leon curioso di scoprire se era riuscita a convincere i suoi zii.
-Farò gli esami di ammissione! – sorrise mostrandogli il segno della vittoria.
-È fantastico! – esultò Leon abbracciandola.
- Sarà fantastico avere come compagna una ragazza talentuosa come te. – ammise Brodway che come gli altri era rimasto colpito dall’interpretazione della ragazza.
-Grazie ma non sono poi così talentuosa. – arrossì imbarazzata da quel commento ma felice che la considerassero già parte del gruppo.
-Stai scherzando? – rise Diego –Ieri sera hai brillato su quel palco! Persino una mezza calzetta come Leon sembrava pieno di talento al tuo fianco. – scherzò divertendosi a provocare il suo migliore amico con l’ultima frase.
-Che simpatico. – borbottò Vargas sorridendo. Era abituato alle frecciatine di Casal, facevano parte del loro rapporto.
-Diego ha ragione! – intervenne Andres – Brillavi come una stella, tu e Leon siete stati fantastici! Siete nati per cantare insieme! – esclamò eccitandosi solo ricordando l’esibizione della sera prima.  
Violetta arrossì iniziando a mordersi il labbro imbarazzata così come Leon che però riusciva a nasconderlo abbastanza bene. Lanciò un’occhiata ai suoi amici che esibivano tutti dei sorrisetti maliziosi, tutti tranne Andres che a stento si accorse di averli messi in imbarazzo con quella frase detta con tutta l’innocenza di questo mondo, sposto lo sguardo sull’amica, era tutta rossa e incredibilmente tenera, forse era meglio portarla via prima che uno di quei quattro aprisse nuovamente bocca facendola morire d’imbarazzo – Ti va se ti porto in un posto? – le sussurrò in un orecchio, provocandole mille piccoli brividi lungo tutta la colonna vertebrale.
-Certo. – rispose guardandolo di sottecchi, si sentiva talmente in imbarazzo che temeva di non riuscire a sostenere il suo sguardo.
-Allora andiamo! – affermò entusiasta prendendole dolcemente la mano. –A dopo ragazzi. – li salutò trascinando via la ragazza, dandole appena il tempo di salutare tutti con un cenno della mano.
 

***
 

-Dove stanno correndo Leon e Violetta? – domandò Camilla entrando nell’aula di musica – Li ho appena incrociati e sembrava che il diavolo in persona li stesse inseguendo!
-Il Diavolo? – urlò Andres, rischiando di rompere i timpani di tutti i presenti – Presto, dobbiamo correre ad aiutarli! – esclamò mettendosi a correre verso la porta, fortunatamente Diego fu più veloce e l’afferrò velocemente per il colletto della camicia. –Non urlare! È solo un modo di dire. – borbottò bruscamente. 
-Un modo di dire? - ripeté Andres confuso. -Si, solo un modo di dire, non ce nessuno che li insegue, tanto meno un diavolo. - spiegò Maxi cercando di farsi capire dall'ingenuo amico, ci mancava solo che li inseguisse mettendoli ancora di più in imbarazzo.
-Fatemi indovinare, avete messo in imbarazzo Violetta? – chiese Camilla anche se più che una domanda sembrava un’accusa. – Anzi no, non rispondete sono certa che siete stati voi due! – li accusò indicando Diego e Brodway – Maxi non lo farebbe mai e Andres è troppo ingenuo, perciò la colpa è sicuramente vostra!
-Mi dispiace deluderti ma io e Diego non centriamo nulla. – intervenne il brasiliano alzando le mani davanti al volto. –È stato Andres a metterla involontariamente in imbarazzo.
-Cosa? È la seconda volta in meno di tre ore! – lo rimproverò fulminandolo con lo sguardo.
-Non l’ho fatto apposta, lo giuro! – urlò prima di correre via spaventato dalla furia della rossa che non era di certo famosa per il suo carattere tranquillo.
-Ti insegno io a tenere la bocca chiusa! – urlò a sua volta lanciandosi all’inseguimento.
-Non dovremo aiutarlo? – chiese Brodway osservandoli correre per tutto lo studio attraverso la finestra a vetri dell’aula.
-E riversare la furia di Camilla Torres su di noi? No grazie! – obbiettò Maxi, ricordava le rare volte in cui aveva assaggiato la furia della Torres, esperienze che non avrebbe ripetuto nemmeno per tutto l’oro del mondo.
-Godiamoci la scena e fermiamola solo in caso di estrema necessità. – sentenziò Diego raccogliendo un consenso generale – Non vorrete mica rimanere senza batterista? 
 

***

 
Lara se ne stava seduta nel box della pista di motocross ripensando a quello che aveva visto la sera prima.
Leon era davvero innamorato di quella ragazza, glielo leggeva negli occhi. Era da qualche tempo che si era accorta che qualcosa nel suo pilota stava cambiando, spesso era distratto e aveva perso il conto di tutte lo aveva beccato a guardare il telefono con aria sognante. E finalmente ieri sera aveva capito: Leon Vargas era innamorato. Sospirò, aveva perso l’occasione, non le restava che accettarlo e sperare che la sua cotta sparisse presto, era pur sempre un suo caro amico e non aveva intenzione di perderlo.
-Lara! – si sentì chiamare da una voce fin troppo conosciuta. Si alzò in piedi cercando di capire da dove provenisse e lo vide arrivare insieme alla ragazza di ieri.
-Persino vedendoli camminare vicini viene automaticamente da pensare che sono una bella coppia. – pensò guardandoli mentre le venivano incontro, solo in quel momento si accorse che Leon indossava già la sua tuta da motocross, che volesse fare qualche giro di pista? Strano, in genere la chiamava per avvertirla.
-Eccoti, spero che non ti dispiaccia se sono piombato qui all’improvviso, ma volevo mostrare a Vilù la mia seconda passione.
-Tranquillo tanto la tua moto è già pronta. – minimizzò facendo un cenno della mano. – Sono Lara. – sorrise porgendo amichevolmente la mano all’accompagnatrice di Leon, era curiosa di conoscere caratterialmente la ragazza che in poco tempo era riuscita a fare quello che lei non era riuscita in mesi di tentativi.
-Piacere Violetta. – sorrise timidamente stringendogliela. La meccanica dovette ammettere che era bella con quel visetto da bambolina e l’aria innocente, dal modo in cui si guardava intorno sembrava che vedesse il mondo per la prima volta.
Solo guardandola ti veniva voglia di proteggerla, forse era proprio tutta questa innocenza quasi fiabesca ad attirare Vargas che a volte con i suoi modi galanti e quasi cavallereschi ricordava il classico principe azzurro delle favole.
-Allora vado in pista. Mi raccomando Lara, te l’affido. – sorrise a entrambe prima di allontanarsi.
-Tranquillo è in ottime mani! – gli urlò dietro per rassicurarlo.
Si guardarono per qualche istante senza sapere cosa dire, la meccanica non sapeva come comportarsi, avrebbe dovuto odiarla ma non ci riusciva. Non era colpa di Violetta se Leon aveva perso la testa per lei. Al cuor non si comanda e come aveva deciso prima del loro arrivo, doveva solo farsene una ragione, forse ci avrebbe messo un po’ ma era certa di riuscirci.
Violetta non si sentiva molto a proprio agiò. Quando Leon le aveva proposto di portarla in un posto aveva subito pensato ad un luogo romantico rimanendo delusa quando aveva nominato la pista di motocross, almeno finché non gli aveva spiegato perché quel posto per lui era importante quasi quanto lo Studio On Beat: quando correva dimenticava tutti i cattivi pensieri e quando scendeva dalla moto riusciva a pensare di nuovo con lucidità.
Silenziosamente si avvicinò al recinto, poggiò le mani sul legno e rimase a fissarlo.
-Ti piace molto. – la voce di Lara la fece sobbalzare –No! È solo un amico. – mentì arrossendo.
-Non mentirmi, ho visto come lo guardi. – le sorrise appoggiandosi al recinto –Esattamente come lo guardo io e lui guarda te. – concluse mentalmente.
-Si nota molto? – domandò guardandola di sottecchi.
-Giusto un pochino. – ridacchiò – Ma tranquilla lui non l’ha capito. – aggiunse guardandola sorridere come una che era appena stata sgamata, infondo non bisognava essere veggenti per prevedere la sua domanda. Per un attimo fu tentata di rivelarle che i suoi sentimenti erano ricambiati ma non lo fece, non erano affari ed era certa che sarebbe stata molto più felice sentendolo uscire dalle labbra di lui.
Sorrise alla meccanica, non era poi così male come se l’era immaginata. Tornò con gli occhi sulla pista dove Leon si stava cimentando in alcune acrobazie. –Wow! E fantastico! -  pensava con gli occhi che le brillavano.
-Che spaccone! – pensò Lara scuotendo divertita guardandolo cimentarsi in alcune mosse semplice ma di grande effetto specie con chi non conosceva bene il motocross come Violetta.
All’improvviso Leon cadde dalla moto sollevando un polverone intoro a se.
–Leon! – urlarono entrambe iniziando a correre verso di lui. Fortunatamente non fu una brutta caduta, si sollevo da terra mettendosi seduto dopo qualche secondo di confusione e si tolse il casco lasciandolo cadere a terra mentre respirava a pieni polmoni, non era rimasto ferito però anche non lo avrebbe mai ammesso durante la caduta si era spaventato molto e per attimo aveva temuto di farsi male seriamente.
Violetta fu la prima a raggiungerlo. –Leon, stai bene? – domandò preoccupata inginocchiandosi al suo fianco.
-Si tranquilla, sto bene. – la rassicurò voltandosi completamente verso di lei e notando che aveva gli occhi lucidi ma non ebbe il tempo di dirle nulla di rassicurante che se la ritrovo tra le braccia mentre singhiozzava, non poté far altro che stringerla forte a se, sentendosi un verme per averla fatta spaventare in quel modo, e dire che aveva fatto il cretino sulla moto solo per attirare la sua attenzione.
-Come hai fatto a cadere? – chiese dopo qualche minuto interrompendo il loro abbraccio, aveva smesso di singhiozzare capendo che Leon stava bene.
-Te lo spiego io. – rispose Lara freddamente facendoli sobbalzare, si erano dimenticati di non essere soli, si voltarono verso la meccanica che a sua volta fissava il messicano con uno sguardo assassino.
-La prossima volta che vuoi fare il cretino sulla moto per far colpo su Violetta avvertimi così te ne proccuro una adatta e non rischi di rovinare una delle mie bambine! – gli urlò indicando la moto buttata a terra non lontano da dove si trovavano loro. Non sembrava in pessime condizioni ma dopo essersi accertata che Vargas fosse tutto intero la ragazza era corsa a controllare la moto e probabilmente aveva notato qualcosa di rotto.
-E non contento hai pure terrorizzato la povera Violetta, ora corri a darti una ripulita e poi le offri un enorme gelato per farti perdonare e già che ci sei preghi che il danno alla moto non sia grave, altrimenti la prossima volta te la ripari da solo. – concluse dandogli uno scappellotto dietro la nuca.
-Ehi! È così che tratti un amico ferito! – cercò di sdrammatizzare Leon intuendo di averla fatta davvero arrabbiare.
-Leon Vargas corri immediatamente a fare quello che ti ho detto! – gli ordino fissandolo severamente.
-Agli ordini! – esclamò alzandosi in piedi, fece un segno del capo alla Castillo come a dirle che sarebbe tornato subito e corse verso gli spogliatoi.
Appena fu abbastanza lontano Violetta si avvicino a Lara –Mi dispiace è…- iniziò venendo subito interrotta.
-Non è colpa tua! – scosse il capo sorridendole, improvvisamente non sembrava più così arrabbiata. –Mi dispiace di avergli urlato contro ma oltre ad aver quasi rovinato la moto ha rischiato di farsi male seriamente e forse così capirà di non aver bisogno di fare lo spaccone con te, ti ha già conquistata o sbaglio? – ammiccò facendola arrossire.
Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere, era appena nata una nuova amicizia.  
 
 
Note autrice:
Salve a tutti, per prima cosa mi scuso per il ritardo, avrei dovuto aggiornare sabato ma tra una cosa e l’altra non sono riuscita a finire il capitolo.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che ve ne pare della svolta di Lara? Non ve l’aspettavate?
Ringrazio chi ha recensito, cercherò di rispondervi in serata, un bacione.
 
   
 
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