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Autore: SusanButterfly    22/09/2014    3 recensioni
[Reyna/Piper] [accenni: Annabeth/Percy, Nico/Jason, Rachel/Octavian] [AU, High School]
Reyna e Piper: due ragazze molto diverse, con un passato molto simile in comune. Entrambe prese di mira da tutti, dovranno affrontare un mare di problemi prima di poter finalmente ottenere la felicità che meritano. Gli eventi spesso tragici che saranno costrette a vivere compiranno l'importante ruolo di avvicinarle, e sarà fondamentale il sostegno dei loro pochi ma fedeli amici. Tra amicizie, gelosie, amori e prese in giro, un' AU scolastica le cui coppie sono una ventata di freschezza nell'aria stantia dove si trovano sempre le stesse cose.
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Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Octavian, Piper McLean, Quasi tutti, Rachel Elizabeth Dare, Reyna
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 4

Pov Reyna

Reyna cercò di impiegare quanto più tempo possibile per tornare a casa ma, nonostante l'incredibile lentezza con cui percorse la strada che divideva la Jupiter High School da casa Arellano, dopo una ventina di minuti il palazzo si stagliò di fronte a lei.

Il solo pensiero di Jade, la compagna di suo padre, e della loro odiosa figlia Heater le faceva venire voglia di afferrare un oggetto pesante e scagliarlo contro la porta di casa.

Pedro Arellano e sua moglie avevano dato alla luce due splendide bambine: Hylla e Reyna. Passato qualche mese dalla nascita di Reyna, la donna era fuggita, lasciando il marito da solo.

Quando la figlia maggiore compì quindici anni, Pedro Arellano si era fidanzato con Jade: un'odiosa e acida vedova che, in comune con l'uomo, aveva solo una figlia della stessa età di Reyna -Heater- e una smisurata passione per gli alcolici.

 

Mentre solcava la porta, Reyna pensò a quanto fosse fortunata Hylla, che si era trasferita in un'appartamento in periferia.

Sua sorella aveva annunciato la decisione dicendo che in quel modo sarebbe riuscita ad andare al college comodamente e aveva aggiunto che, non essendo più un'adolescente, aveva bisogno del suo spazio.

Non appena entrò in casa Heater la salutò con una non molto amichevole botta sulla schiena. -Com'è andata la scuola sorellina?- domandò, con un tono irritante.

Dato che era più grande di lei di qualche mese, Heater la chiamava apposta “sorellina”;-anche se non condividevano una sola goccia di sangue- cosa che faceva imbestialire Reyna.

La ragazza le rispose in malo modo, quindi si avviò su per le scale in direzione della propria camera.

Reyna appoggiò lo zaino sul letto, si sdraiò e agguantò l'ipod.

Passò il pomeriggio a casa, dato che suo padre era fuori insieme a Jade, ma Heater la tormentò come non mai.

-Ehi stronzetta, vedo che ti sei procurata un altro livido a scuola. Non vedo l'ora di guardare tuo padre punirti!- le aveva detto, irrompendo nella stanza.

-Vattene Heater! Non puoi lasciarmi stare, cretina che non sei altro? Fuori di qui!

Reyna le aveva lanciato contro uno dei suoi numerosi trofei di pugilato- di cui non le importava nulla- e la sorellastra era scappata di sotto imprecando e ribadendo che Jade gliel'avrebbe fatta pagare.

Verso le 18:00 Jade rientrò, salutò amorevolmente la figlia e si avviò in cucina, facendo segno a Reyna di seguirla.

-Reyna! Vieni subito qui. Cos'hai fatto tutto il pomeriggio? Potevi preparare la cena anziché bighellonare in giro!- la sgridò la matrigna.

-E tu potresti fare qualcosa di utile anziché spendere i soldi di mio padre in scarpe e vestiti di marca.- sibilò Reyna, ma la donna fece finta di non sentirla.

-Ti avviso: azzardati a dire un'altra cosa del genere e passiamo alle maniere forti.

Reyna soffocò una serie di insulti, quindi cominciò a sbucciare le patate per la cena.

Quando finì di lavorare, mise il tacchino in forno e si avviò di sopra con l'intenzione di rilassarsi per qualche minuto prima di cena.

Come sospettava, il relax non durò più di tre minuti. Si udì la porta di casa sbattere e qualcuno crollare a terra: Pedro Arellano era a casa.

Reyna andò a controllare, sbirciando dalla sua camera.

-Caro! Cos'hai fatto per ridurti in quello stato?- squittì Jade, sollevando il compagno e portandolo fino in cucina.

-Non rompere, Jade. È pronta la cena?!- esclamò burbero lui.

-Certo che sì. Ho cucinato un ottimo tacchino con le patate.- rispose la donna, adulante.

Reyna odiava Jade ancora più di suo padre; stava con lui solo per i soldi. In realtà non sopportava neppure stare nella sua stessa stanza.

La ragazza si costrinse a scendere le scale e camminò titubante verso la cucina; suo padre aveva il tablet in mano e stava controllando qualcosa, aveva un'aria piuttosto corrucciata, i vestiti imbrattati ed era ubriaco fradicio.

-Jade! Hai speso cinquecento dollari in vestiti italiani senza chiedermelo neppure!?- gridò all'improvviso; Reyna si fermò sulla soglia.

-Io … caro, pensavo di poter usare la carta di credito per questi sfizi!- rispose titubante la compagna, ma lui sembrava ricordarsi a malapena il proprio nome, ubriaco com'era, e la rabbia non scomparve dal suo volto.

-Sono stufo di farmi prosciugare i risparmi da te, lurida puttana!- sbraitò il padre di Reyna, quindi afferrò una bottiglia e la scaraventò in direzione di Jade, mancandola per un soffio. L'uomo si avvicinò alla fidanzata, brandendo una seconda bottiglia, ma proprio quando stava per colpirla Reyna si mosse troppo rumorosamente e il padre si accorse della sua presenza.

-Reyna! Sei tu? Esci di lì, immediatamente!

La ragazza era terrorizzata, ma non aveva scelta; uscì allo scoperto.

-Cosa diavolo stavi facendo? Origliavi, eh? Figlia di puttana che non sei altro! Vieni subito qui a farti dare una lezione!

Reyna si avvicinò, il volto una maschera di terrore, e sperò che la botta facesse meno male possibile, ma non arrivò.

-Reyna ha di nuovo fatto a botte a scuola!- dichiarò un'irritante vocina.

Heater entrò baldanzosa nella stanza, probabilmente aspettandosi un'accogliente tavola imbandita, e rimase pietrificata dall'orrore.

-Hai DI NUOVO fatto a botte? Quanto volte devo dirti che sei una femmina, e che non devi azzardarti a mettere le mani addosso a nessuno?- Pedro Arellano mollò un ceffone in pieno viso alla figlia, che soffocò un gemito.

-Ora basta! Sono stanca di essere trattata in questo modo!- sbottò finalmente Reyna, corse in camera sua e chiuse la porta a chiave.

La ragazza cominciò a raccogliere tutti i suoi averi da adolescente, - vestiti, libri, foto, qualche CD, il suo ipod e la tigre di peluche che sua madre le aveva regalato quando era nata- li infilò in un borsone sportivo, indossò il giubbotto e si corse giù per le scale in direzione della porta.

 

Purtroppo Jade era proprio lì a bloccare la sua unica via d'uscita.

-Dove pensi di andare, signorina?- domandò, acida.

-Non ne posso più, Jade! Non sono la vostra schiava! Mio padre peggiora di giorno in giorno, ma tu continui a sopportarlo solo per la sua carta di credito! Arriverà un giorno in cui ti farà male sul serio, ma tu continuerai a restare perché non hai minimamente capito quali sono le cose per cui vale la pena vivere!- Reyna era rossa di rabbia e frustrazione.

-Impertinente che non sei altro! Come osi dire certe cose di me e di tuo padre?! Dovresti ringraziarmi; ti faccio da madre tutti i giorni! E ora vai in cucina e chiedi perdono a tuo padre.

Reyna credette di scoppiare; si guardò intorno, finchè notò il vaso antico di Jade- che era costato oltre mille dollari- sul comò. La ragazza lo agguantò, lo sbattè a terra e quello si ruppe in un milione di pezzi.

-Tu NON SEI MIA MADRE!- gridò Reyna, diede una spallata a Jade e corse fuori, nell'aria gelida della sera.

 

Reyna corse come un razzo finchè non intravide l'appartamento di Hylla.

Sua sorella venne ad aprirle in tenuta da casa, con una felpa rosa decorata con dei coniglietti.

-Reyna? Cosa ci fai qui?- chiese la ragazza, perplessa.

La sorella le spiegò cos'era accaduto con il padre, -aspettandosi di essere rimandata a casa a suon di calci visto che era una scena che si ripeteva quasi tutti i mesi- invece Hylla l'attirò a sé e la strinse in un abbraccio.

-Puoi restare con me, se vuoi. È lo stesso motivo per cui me ne sono andata io … non sai quanto sono stata in ansia per te in questi ultimi anni, ma eri troppo piccola per venire a vivere con me e io ero troppo inesperta per prendermi cura di te. Ora puoi restare e non dovrai più sopportare quel verme di nostro padre e qualla strega.

Reyna non riusciva ad esprimerle la sua gratitudine, quindi disse semplicemente “non sai quanto ti sia grata” e si fiondò nella stanza che usava quando andava a trovare la sorella.

Sistemò i libri e i CD sugli scaffali, appese i vestiti nell'armadio e appoggiò la tigre di peluche sul letto.

Hylla la chiamò per chiederle se voleva mangiare qualcosa, ma la ragazza non aveva il minimo appetito.

Tutto ciò che voleva in quel momento era stare da sola con le proprie mille emozioni, ma se fosse rimasta nell'appartamento Hylla sarebbe andata da lei a vedere cosa non andava.

-No, grazie. Ho solo bisogno di una boccata d'aria fresca- annunciò Reyna, prese l'orologio da polso e uscì.

 

Reyna controllò l'orologio: le 21:00. “L'appuntamento con Piper! Oh santi numi … me n'ero completamente scordata!” pensò la ragazza, dandosi una pacca sulla fronte.

Corse fino a rimanere senza fiato. Il parco era completamente deserto; il vento spazzava le foglie e i giochi avevano un'aria spettrale al buio, senza nessun bambino ad occuparli.

Non c'era traccia di Piper.

“Sono arrivata tardi” pensò Reyna, sconsolata, e alle sue mille emozioni si aggiunse il senso di colpa.

Non se la sentiva minimamente di tornare da Hylla; voleva stare sola.

Si avvicinò ad una casetta rossa e azzurra dall'aria malconcia accanto allo scivolo, si rannicchiò sul fondo abbracciandosi le ginocchia e vi nascose il viso.

La ragazza pensò a tutto quello che era successo quel giorno, alla scenata del padre, a Jade che aveva osato paragonarsi a sua madre, a Heater che la torturava ogni giorno, a Piper che probabilmente l'aveva aspettata da sola al freddo, e lei non era mai arrivata … non riuscì più a trattenersi e scoppiò a piangere.

 

Pov Piper

Alle 19:40 Piper cominciò a preoccuparsi.

Non riusciva a credere che Reyna le avesse dato buca e, anche se la conosceva solo da pochi mesi, nutriva una totale ed inspiegabile fiducia nei suoi confronti.

Quando l'orologio scoccò le 20:00 Piper non ne poteva più di stare ad aspettare al freddo su una panchina mezza distrutta, ma al contempo stava impazzendo di ansia per la sua amica; c'era qualcosa che non andava, se lo sentiva.

La ragazza prese un taxi e diede all'autista l'indirizzo di Reyna.

Piper sapeva dove abitava perché una volta a scuola gliel'aveva detto, raccomandandole di non venire mai a farle visita perché la compagna di suo padre non era una tipa molto gradevole e odiava i ragazzini.

Durante il viaggio in taxi Piper cercò di chiamare Reyna ma, come era già successo poco prima, rispose la segreteria telefonica. La ragazza sbuffò e si rimise il cellulare nella tasca del giubbotto.

 

Piper udì le urla non appena si avvicinò alla porta di casa.

Si chiese se non fosse meglio fare marcia indietro e tornasene a casa, ma doveva due favori a Reyna e poi non era solita scappare di fronte alle difficoltà, quindi prese coraggio e bussò.

Una ragazzina poco più grande di Piper venne ad aprire alla porta e, senza neppure salutarla o chiederle chi fosse, la schernì: -Ehi! Io so chi sei, devi essere Pollie … o Phyllis, non ricordo. Comunque non importa, vedo che sembri ancora più sfigata di quanto credessi!

-Come ti permetti? E tu chi saresti?-ribattè Piper, rossa di rabbia.

-Veramente questa è una domanda che avrei dovuto porti io … dato che ti sei presentata in casa mia senza invito. Io sono Heater, e so chi sei perché quella bulletta di Reyna negli ultimi mesi non ha fatto altro che parlare di te con la sua amica Rachel. Fra parentesi, lo so perché ho preso in prestito il suo cellulare per leggerle i messaggi.

-Sei una carogna! Invadere così la sua privacy!- Piper era scandalizzata, ma oltre ad essere disgustata era lusingata del fatto che Reyna avesse parlato di lei per tutti quei mesi e quell'informazione rafforzò la sua intuizione: non si era presentata all'appuntamento perché era successo qualche casino.

-Invadere la sua privacy? Bha … prima che scappasse di casa – cosa che ha fatto una mezz'oretta fa – era tipo una schiava in casa sua, quindi mammina mi permette di trattarla come mi pare e piace. E comunque, indigena sfigata che non sei altro, non faceva che parlare di te: Piper è così bella, bla bla, le sono molto affezionata e mi sento male ogni volta che la prendono in giro … bla bla bla. Insomma, un mare di cavolate, anche perché ti vesti come un calciatore caduto in miseria.

Piper era sbalordita. -Co … cosa?! Reyna è scappata di casa!? E ha … detto quelle cose su di ME? Dov'è andata ora?- tutte quelle domande le avrebbero fatto scoppiare la testa se non le avesse buttate fuori una dopo l'altra, anche se non era da Heater che desiderava delle risposte.

-Ehi ehi, sta' calma. Non abbiamo idea di dove sia andata e, a me, non importa un fico secco. Comunque ora chiamo mamma e ti faccio dare una bella lezione per essere venuta qui a importunarci.

-Non ho importunato nessuno. Sento delle grida provenienti dalla cucina, quindi penso che la tua mammina sia impegnata, ergo ora me ne vado.

Proprio mentre afferrava la maniglia, una donna dall'espressione crudele apparve accanto a Heater.

-Tu non vai proprio da nessuna parte, bambolina. - esordì la donna, con una voce che urtò profondamente il sistema nervoso di Piper. -Non ti saresti dovuta impicciare nella nostra vita privata, e non sono affari tuoi se il padre di Reyna ha qualche piccolo problema con l'alcool.

-Capisco signora. Ma, se non devo impicciarmi, per quale motivo mi sta dicendo i dettagli? Non mi pare di aver fatto alcuna domanda riguardo al padre della mia amica.- rispose calma Piper, facendo infuriare la donna.

-Ah, mammina, a proposito di Reyna, ho qualcosa da riferirti. Ho letto qualche giorno fa dei messaggini interessanti sul suo cellulare ma non ho voluto rivelare nulla in modo da poter usare le informazioni per ricattarla, ma visto che è fuggita …- la donna rivolse tutta l'attenzione a Heater, ignorando completamente Piper -Reyna è una schifosa lesbica. Ho letto dei messaggi che le ha mandato la sua amichetta Rachel a proposito di questa sfigata qua, e a quanto pare Reyna si è presa una cotta per lei.

Piper credette di svenire. Nel suo cuore si mescolavano due emozioni particolarmente distinte: il disgusto puro nei confronti di Heater e … “oh miei dei! Reyna ha una cotta per me?”; non riusciva neppure a capire ciò che provava.

La matrigna di Reyna la riscosse dai suoi pensieri, rivolgendosi a Heater -Oh, Gesù! Ma piccina mia, avresti dovuto avvisarmi prima di un'eresia del genere! Come hai potuto tenerti dentro un così orribile segreto? Se me l'avessi riferito prima, l'avrei cacciata di casa a suon di bastonate … intanto al padre non importa nulla.- poi spostò lo sguardo su Piper, un'espressione di puro disprezzo sul viso -Quindi tu devi essere della sua stessa razza. Fuori di qui, immediatamente! Razza di feccia umana che non sei altro!

La ragazza non si trattenne più. -Non si permetta di parlarmi in questo modo! La feccia umana qui è lei, e Reyna è una ragazza fantastica! Non riesco neppure a concepire com'è riuscita a sopravvivere con della gentaglia come voi! Mi disgustate e ...

Piper avrebbe anche continuato, se due sonori schiaffi sulla bocca non l'avessero zittita.

-Vattene da questa casa! E se oserai tornare, chiamerò la polizia!

La ragazza aprì la porta e corse via, decisa a non tornare mai più in quell'inferno che, per sedici anni, Reyna era stata costretta a chiamare casa.

 

Dopo aver cercato l'amica in vari bar e locali, Piper decise di tornare al parco per stare un po' da sola; aveva bisogno di riflettere.

Camminò verso la sua meta, non riusciva a togliersi dalla mente gli insulti che la matrigna di Reyna le aveva gridato, e il modo in cui l'aveva guardata con disprezzo. Come poteva esserci gente così malvagia, al mondo? E, soprattutto, come poteva Reyna essere così buona e gentile, essendo cresciuta in quella crudeltà?

Alle 21:30 Piper avvistò il parco deserto, e cominciò a piovere. Pensò che forse poteva anche tornare a casa, dato che era abbastanza pericoloso stare in giro da sola a quell'ora di notte e non voleva bagnarsi; finché non sentì i singhiozzi.

La ragazza si chiese chi mai stesse piangendo: non era il pianto di un neonato, bensì sembrava più un pianto adulto … un vero concentrato di disperazione.

Si accorse che i lamenti provenivano dalla piccola costruzione rossa accanto allo scivolo, quindi si avvicinò il più silenziosamente possibile.

Proprio in fondo alla casetta, rannicchiata contro il muro, stava una ragazza che singhiozzava a più non posso, il volto nascosto tra le braccia.

-Perchè stai piangendo?- domandò Piper, entrando nella casa. La ragazza rannicchiata alzò la testa, e per poco Piper non scoppiò a piangere a sua volta: gli occhi neri arrossati dal pianto, il viso zuppo di lacrime e la treccia disfatta … i lamenti che aveva udito appartenevano a Reyna.

 

Pov Reyna

L'ultima persona da cui Reyna avrebbe voluto farsi vedere in lacrime, seduta in una casetta malconcia sotto la pioggia era proprio Piper.

-Piper? Cosa ci fai qui? - domandò, anche se le risultava difficile parlare con il groppo che aveva in gola.

-Ti ho aspettata per un po', ma tu non arrivavi. Mi sono rifiutata di credere che mi avessi dato buca, così sono andata a casa tua a chiedere dove fossi e mi ha aperto la tua sorellastra. Quell'odiosa mi ha riferito che eri scappata di casa, facendomi impazzire di preoccupazione, ma proprio quando stavo per andarmene è arrivata la tua matrigna che mi ha insultata pesantemente. Non è stato quello a farmi perdere le staffe … ma quando si è messa ad insultare te non ho resistito e le ho risposto per le rime, così lei mi ha mollato due ceffoni sulla bocca.

-Che cos'ha fatto?! Piper, non saresti dovuta andarci, Jade è pazza e ti è andata bene che mio padre era in cucina ubriaco fradicio o … o non voglio nemmeno pensarci. Come ha osato alzare le mani contro di te!? Quella stronza, se la rivedo le mani gliele rompo! - Reyna voleva tornare a casa, prendere Jade e riempirla di botte per aver fatto del male a Piper, ma non aveva nemmeno la forza per parlare senza che il nodo di rabbia e disperazione che si portava dentro da più di due ore le spezzasse la voce.

-Reyna … ero preoccupata per te. Sapevo che era scucesso qualcosa e dovevo aiutarti.

La ragazza ispanica cercò lo sguardo di Piper, che quella sera aveva fatto di tutto per cercare di attenuare la sua bellezza senza riuscire nell'intento: indossava dei jeans larghi e strappati, le solite scarpe da ginnastica distrutte, una felpa rossa e un vecchio giubbotto probabilmente appartenente a suo padre; i capelli erano asimmetrici come sempre e alcune ciocche raccolte in disordinate treccine, gli occhi arcobaleno erano luminosi e colmi di preoccupazione.

Reyna pensò di non aver mai visto una ragazza, truccata e in vestito da sera, che riuscisse ad eguagliare la bellezza di quella ragazza tutta scarmigliata, appoggiata contro la parete di una casetta mezza distrutta.

-Non mi aveva mai difesa nessuno ...- mormorò Reyna -Perdonami Piper … sono un disastro totale. Oggi ho detto un mare di cavolate, e non sono neppure venuta all'appuntamento.

La ragazza si accigliò, una domanda che prendeva forma sulle sue labbra. -So che sei scappata di casa, conosco i problemi della tua famiglia e tutto quanto e so che quello che sto per chiederti è una stupidaggine rispetto a tutto questo, ma … perché hai detto quelle cose, quando ci siamo incontrate in cortile prima di tornare a casa?

Reyna si stupì: doveva esserci rimasta parecchio male per tirare fuori l'argomento in un momento del genere. Si prese il volto tra le mani e, involontariamente, le lacrime ricominciarono a rigarle il volto. -Dico sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato … non intendevo niente di tutto ciò che ho detto. Sono una stupida e una nullità assoluta; anche se sembro una dura che non viene neppure scalfita dagli insulti e dalle prese in giro sono fin troppo umana anch'io. Piper ...se non vorrai perdonarmi ti capirò, sono una persona orribile e non ti merito minimamente. Non sarai mai una scocciatura per me, sei semplicemente la cosa migliore che mi sia mai capitata.

Piper si avvicinò a lei, anche il suo viso era rigato da qualche lacrima. -Sei uscita dagli schemi.

Per un momento Reyna smise di piangere e la guardò perplessa. -Ovvero?- domandò.

-Hai detto la cosa giusta … proprio al momento giusto.- si sporse verso Reyna e premette le labbra sulle sue.

Reyna si sentì come se stesse fluttuando, e il mondo non esisteva più. Chiuse gli occhi e si accorse che le labbra di Piper sapevano di cannella, fece scivolare le mani sui suoi fianchi e l'attirò a sé ancora di più.

Si staccarono quel tanto che bastava per guardarsi negli occhi e scoppiarono entrambe a ridere; Piper aveva trasformato la peggior serata che Reyna avesse mai vissuto nella migliore della sua vita.

La baciò ancora, e Piper le affondò le mani nei capelli neri. Questa volta dischiusero le labbra all'unisono e quando le loro lingue si incontrarono furono entrambe scosse da un brivido.

Il tempo e lo spazio erano due concetti totalmente privi di significato; Reyna era consapevole solo della ragazza stretta a sé e della pioggia in sottofondo.

 

 

 

Spazio autrice:

Ehi! Non ho mai fatto uno spazio autrice, questo è il primo. Comincio col dire che la fanfiction non è assolutamente finita, perché ho ancora un sacco di avvenimenti in serbo! Ho notato che sono passata dalle 7 recensioni del primo capitolo a 2 nel secondo e nel terzo. Spero davvero di non risultare noiosa … sono peggiorata?

Chiusa questa piccola parentesi, spero che la storia vi piaccia!

   
 
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