-Prologo
Lo
sapeva, lo sapeva dal primo giorno che ci siamo visti.
È per questo, me ne accorgo ora, che mi ha cercato, e ciò mi fa arrabbiare;
Sono stato il suo strumento,
era alla caccia di un Predatore adatto, ed ha trovato me.
E mi ha cambiato.
Adesso, sono più debole, e non
posso, dannazione, non posso portare a termine ciò che noi abbiamo iniziato,
non da solo.
È un compito gravoso, troppo per un solo paio di spalle, siano
anch’esse le mie… e tu, ci sei ancora; per poco, lo so, ma ci sei.
TI sento, lo sai… e Nonostante tutto, a questa che può parer la fine (ma è solo
l’inizio, il primo giro della ruota), siamo entrambi ancora vivi, ed
imprigionati.
E tutto questo deve finire,
anche se farà male (anche
se mi farà male..), anche se, per noi, non finirà
mai.
(“…Coloro che girano la ruota non possono andarsene, i giocatori sono
sempre gli stessi…”)
Oh, lo so… sarà un infinito balletto, interminabile, di esistenze, si snoderà
tra le nostre varie vite(future e, talvolta, passate), e porterà
soltanto dolore.
Per migliaia di volte, sorella mia, per anni, centinaia di anni,
secoli.
Ci rincontreremo mai, per cambiare il nostro destino?
Toccò alla base della sua gola, dove fioco poteva percepire un lieve
battito cardiaco, soffocato ed esitante, ma era ancora, nonostante tutto, viva…
e, tra di se, si chiese quanto avrebbe resistito.
Sentì un tocco, Qualcosa di familiare.
Aprì gli occhi, lentamente, la vista era appannata e
dovette sbattere le palpebre più volte, prima di riuscire a distinguere il
volto che pareva aleggiare nel nulla, davanti a lei.
Aveva un
espressione Triste, ed in qualche modo le sapeva di Fatale.
”Sorella mia..”
Non riesco a sentire, quasi, quello che sta dicendo… anche se capisco
benissimo quello che sta succedendo.
Sono stata ferita,
mortalmente, ed il mio spirito, o quel che ne rimane, non è più in grado di
sorreggermi.
Gli sorrido, eppure non mi risponde, con quel bellissimo e malinconico sorriso,
si limita a fissarmi, e sembra che stia meditando su qualcosa.
”Fratello mio.. cosa..?” Con una smorfia mi rendo conto di non
riuscire nemmeno più a parlare, mi è rimasto troppo poco di me stessa per
parlare, o per fare qualsiasi altra cosa che non sia respirare.
Scuote la testa, forse si rende conto di in quali
condizioni sono, o forse sta meditando di lasciarmi agonizzare in questo
vicoletto.
”Adesso, sorella mia.. non preoccuparti. Ci rivedremo… lo sai.”
Capisco quel che vuol fare.. liberarmi, e liberarsi,
dell’essenza che ci tiene ancorati… solo in pochi possono farlo, e solo al
massimo delle forze, ma io scorgo il sangue gocciolare dalle numerose ferite,
il segno delle lacerazioni nelle sue vesti inzuppate, e lo sfregio,
fresco, che gli ha tagliato di netto
l’occhio destro.
Raccolgo le mie energie, e provo a parlare di nuovo
Nonostante io sia messa meglio di lui,
sono quella che probabilmente lascerà il mondo per prima.
Lui ha ancora la maggiorparte della mia essenza a tenerlo in vita.
”Fratello.. non puoi.. tu..” Mi zittisce, con un gesto della mano.
E comunque,
adesso che ho smesso di parlare, so che non riuscirei più a farlo.
Se vuole liberarmi, ebbene, che lo faccia.
Solo, la morte sopraggiungerà anche per lui, molto più in
fretta; e temo anche molto più dolorosa.
Da questa cosa, poi, ne usciremo Maledetti entrambi per l’eternità, ma questo
non è importante.
Io ho la mia vendetta, e poi, ci riuniremo di nuovo.
Ancora quel tocco alla base della gola.
”Chiudi gli occhi, e non preoccuparti. Arrivederci”
Faccio come mi dice, chiudo gli occhi e permetto all’oblio di inghiottire la
mia coscienza, anche se sarà soltanto un sonno di poco, rispetto all’eterno
ciclo che ci aspetta.
Fuggevole, un ultimo pensiero si sofferma davanti ai miei occhi, quasi
materiale, scolpito nella carne mia stessa.
Io sapevo, che sarebbe finita
così, e anche se, dopotutto, è stata una mia scelta, adesso mi dispiace…
Attendo che le pulsazioni cardiache si fermino
quasi del tutto, è un agonia per entrambi, l’attesa.
mi chiedo, dopo, quanto riuscirò a resistere in vita.
Alla fine, quando ciò che l’ancora qui è quasi del tutto svanito, fluito via,
attiro verso di me quell’energia… non ha colore, non ha nemmeno un corpo,
eppure, io riesco a vederla, è scintillante, e se non l’imbrigliassi con la mia
volontà, so che s’espanderebbe, come in un abbraccio. Eppure,
a me serve, adesso.
Mi serve per toglierci le catene, a tutti e due.. ed a
mettercene altre, il famoso Filo Rosso del destino, non è altro che questo,
dopotutto.
Dispongo come va disposto lo schema, ne percepisco la presenza, e se mi
distraggo, potrei perfino rivedere mia sorella, in quest’energia incorporea, comunque, distolgo la mia mente da questi pensieri e
comincio a svuotarmi dell’energia rubatale in questo tempo, da quando siamo
insieme, ed è difficile vincere la resistenza del mio corpo, che vorrebbe
mantenere le energie sufficienti… come se, con queste ferite, potessi
continuare a vivere.. dopotutto, in quest’ultima battaglia ho consumato quasi
tutta l’energia dispostami per la mia vita.
Improvvisamente, distratto da questi pensieri non me n’ero
nemmeno accorto, cado in ginocchio, e so che devo fare un ultimo sforso.
So anche che questo mi ucciderà, ma dopotutto, ha qualche importanza?
Uno Spirito Smarrito, quale io
sono sempre stato, non importa a nessuno, e nemmeno a me stesso, importa
qualcosa: Il mio compito l’ho svolto, e adesso non ho più nessun legame con il
mondo, l’ultimo che avevo sta aleggiando intorno a me, in forma d’energia.
Un rumore.
Qualcosa di non esterno, un rumore, un urlo percepibile soltanto da Noi (o
Loro, a scelta. Io non appartengo a nessuno e appartengo a tutto…).
Adesso lo so, anche loro, sono stati Incatenati a noi due, e adesso, ce ne
stiamo per andare tutti.
A Voi, responsabili di questa distruzione, ed a te, sorella
mia, Arrivederci.