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Autore: Erule    22/09/2014    3 recensioni
- Guardami bene, Stiles. Ti sembro uno che ha voglia di scherzare? - disse Scott facendo un movimento circolare con il dito di fronte al proprio viso, con gli occhi assottigliati.
Stiles deglutì.
- Non direi, amico. -
- Bene. - replicò Scott, flettendo il busto in avanti. - L’ultima fetta di pizza è mia! -
Scott si sporse per afferrarla, ma Stiles si buttò sul tavolo nello stesso momento, con il risultato di ritrovarsi entrambi con le teste che dolevano. Melissa scese le scale con un cesto di panni sporchi fra le mani e scosse la testa, senza nemmeno parlare. Ormai aveva capito che con quei due era completamente inutile. Stiles prese la fetta di pizza e la tagliò a metà, porgendone un pezzo a Scott.
- Offerta di pace. Prendere o lasciare. - disse.
Scott alzò un sopracciglio, poi scrollò le spalle ed accettò.
- Giuro che la prossima volta comprerò una pizza più grande. -
- Lo dici ogni volta. Il problema è che non ci ricordiamo mai se prendiamo quella extra large o quella extra extra large. -
- Questa era decisamente una medium, comunque. - fece Scott, sparecchiando la tavola.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7
The betrayer
 
<< Paige. >> chiamò Scott. Paige si voltò e lo guardò con curiosità. << Posso parlarti in privato, per favore? >> chiese.
Paige annuì.
<< Certo. >>
Scott aprì la porta dell’altra classe e vi s’infilò, seguito da Paige. Strinse la spallina dello zaino, indeciso su cosa dire. Paige abbracciò i libri al petto, mettendosi di fronte a lui. Scott la osservò a lungo. Non era sicuro che fosse giusto parlarle, ma aveva davvero bisogno di sapere. Si ricordava di come Stiles gliel’avesse descritta la sera prima, piccola ed indifesa. E così sembrava a lui. Certo, aveva mostrato di avere un gran coraggio, soprattutto contro i Berserker, ma appariva comunque come la “bambina” che avevano visto il secondo giorno di scuola.
<< Stiles mi ha raccontato quello che vi siete detti ieri sera. >> esordì. Paige sorrise. << Gli è stato molto d’aiuto. Credo che gli abbia ridato speranza. Volevo ringraziarti. Io non ero riuscito a fare altrettanto. >>
<< Figurati. >>
<< Non sono qui solo per questo, né tantomeno per chiederti dei consigli amorosi. Vorrei solo chiederti se possiamo fidarci davvero di te. >> disse serio, anche se gli tremavano le gambe. La conosceva così bene, che darle del “lei” gli risultava davvero arduo. Paige non avrebbe mai potuto rispondergli che era una dei cattivi, se lo fosse stata, ma se avesse anche solo vacillato, Scott era sicuro che non ce l’avrebbe fatta. Stavano perdendo troppe persone e questo gli faceva davvero ripensare a tutto quello che aveva fatto fino a quel giorno.
Paige si inumidì le labbra, guardando il pavimento. Era una domanda difficile e non sapeva come rispondere. Non poteva solo dirgli che potevano fidarsi di lei o Scott avrebbe pensato che quello che aveva da dire era tutto lì. Si guardò i piedi per un attimo, poi i suoi incrociarono quelli di Scott. E capì che, se l’avesse deluso, lui non si sarebbe più fidato di lei.
<< Potete farlo. >> rispose decisa. << Vi voglio bene come se foste la mia famiglia. Non farei mai niente che possa nuocervi. Lo giuro su ciò che mi è più caro al mondo. >>
Scott sospirò, sollevato.
<< Grazie. Era importante per me sentirtelo dire. >>
La campanella suonò. Scott uscì dalla classe e salutò Stiles. Paige li fissò da dietro il vetro, posando una mano sulla porta. I ragazzi stavano ridendo, allegri. Sorrise amaramente, poi spinse la porta e tornò nel corridoio.
 
<< Mamma, ciao! Sono in ritardo! >> esclamò Lydia, scendendo le scale di fretta. Superò la cucina, attraverso il corridoio, aprì la porta… Poi la richiuse, tornò indietro a ritroso e si affacciò sull’uscio della stanza. << Cosa ci fai tu qui? >>
Jordan si alzò dalla sedia con lentezza. Lydia non poteva crederci. Pur di parlare con lei, si era spinto fino a casa sua. Da non credere.
<< Dobbiamo parlare. >>
<< Come sei entrato? >>
<< Gli ho aperto io! >> rispose la voce di sua madre dal piano di sopra. Lydia emise un gemito infastidito. Le sarebbe venuta una crisi di nervi a breve, poco ma sicuro.
<< Grazie mille, mamma. >>
<< Prego, tesoro! >>
<< Dammi la forza... >>
<< Lydia. >> disse Jordan, avanzando verso di lei di un passo. << Non vorrei che tu pensassi a me come quel genere di ragazzo. >>
<< Cioè? >>
<< Uno di quelli che si comporta da debole perché è debole. >> rispose. Lydia si accigliò, confusa.
<< Di che stai parlando? >>
<< Sto dicendo che fra di noi è andata in quel modo, perché ho voluto che andasse così. Non è stato solo un momento che poi sarebbe passato. >> rispose. Lydia sbatté le palpebre più volte. No, Parrish, no. << Sono innamorato di te, Lydia. E non c’è niente che tu possa fare per farmi cambiare idea. >>
 
Stiles si sedette il più lontano possibile dai primi posti, dove di solito si sedeva Lydia. Scott stava proprio davanti a lui, con Allison di fianco che non gli parlava. Si chiese se quella fosse la prima volta che accadeva, perché quei due in pratica si erano fidanzati fin da subito. No, probabilmente no. Però gli dispiaceva. Il periodo migliore di Scott era stato quello in cui era stato fidanzato con Allison. Ricordava ancora le loro mani intrecciate quel giorno in cui Scott stava per perdere la calma e lei l’aveva aiutato così tanto.
Sentì la sedia di fianco a lui muoversi e si voltò per vedere chi c’era. Sbiancò di colpo. Lydia non arrivava mai in ritardo, mai. E proprio quel giorno, si era seduta di fianco a lui. Perfetto! Mancava solo un cracken grosso quanto una montagna che li voleva tutti morti, per rovinargli la giornata. Lei lo guardò di sfuggita, alzando gli angoli della bocca in un sorriso timido e lui ricambiò. Non riusciva a rimanere arrabbiato con lei a lungo.
<< Buongiorno. >> esordì Paige, entrando in classe. << Oggi ancora Dickens. Scriverò qualche frase alla lavagna e voi le analizzerete, spiegandomi cosa significano secondo l’autore e secondo il vostro personale punto di vista. >>  
Paige cominciò a scrivere. Allison era affascinata dalla sua scrittura, così bella e pulita, anche se intermittente e non sempre decisa. Cominciò a prendere appunti, scrivendo quello che Paige stava dettando. Poi alzò il capo e le fissò la schiena. Guardò le parole che stava scrivendo e le tornarono in mente le parole di Lydia. La penna le cadde di mano.
<< Scott. >> bisbigliò Lydia. << Scott! >>
<< Che c’è? >> chiese Scott, continuando a scrivere.
<< Guarda il telefono. Guardalo subito. >>
Scott fece attenzione a non farsi scoprire e guardò lo schermo del telefono. Aprì il messaggio di Lydia. C’era la fotografia del biglietto che Deaton aveva trovato sul bancone al negozio. La osservò per un paio di minuti, poi rivolse lo sguardo verso Lydia.
<< No. >>
<< Scott, sai che è così. >> replicò Lydia, con il viso triste.
<< Ci dev’essere una spiegazione. Non può essere. Me l’ha giurato! >> mormorò, con voce sempre più crescente. Sentì gli occhi pizzicare.
<< Scott, abbassa la voce. Ti stanno guardando tutti. >> disse Stiles. mentre metà classe stava attenta alla lezione di Paige. << Che succede? >>
Scott non rispose. Si sedette meglio sulla sedia, le mani che avvolgevano la testa. No, non era possibile. Non poteva essersi fatto ingannare per così tanto tempo. Non poteva essere! Si sentì osservato. Guardò alla sua destra e vide Allison, gli occhi consapevoli.
<< Scott, mi dispiace. >>
Perché le dispiaceva? Perché era quello che, più di tutto, si era fidato? Perché si era lasciato mettere nel sacco in quel modo? Perché era un idiota? Perché le dispiaceva? Le dispiaceva per lui o per lei, perché si era fatta ingannare in quel modo stupido?
<< Lydia, non posso. >> sussurrò, sicuro che lei lo stesse ascoltando. << Non ce la faccio. Non posso dirglielo. >>
Stiles gli sfiorò una spalla con la mano, afflitto. Anche lui aveva capito e sentiva il cuore pulsargli nel petto in modo doloroso.
<< Devi farlo, Scott. Tocca a te. >>
Scott chiuse gli occhi. Probabilmente, il suo destino era quello di essere tradito dalla persona di cui si fidava di più. La campanella suonò inaspettatamente. Era già passata un’ora. Gli studenti si alzarono quasi in simultanea ed uscirono dalla classe, mentre Paige dava ancora loro i compiti per l’indomani. Stiles e Lydia gli lanciarono un’ultima occhiata, poi uscirono con gli altri, aspettando fuori dalla porta.
<< Se vuoi, resto con te. >> disse Allison accarezzandogli un braccio, mentre Paige metteva via i libri.
<< No. È una cosa fra me e lei. >>
Allison annuì.
<< Ti aspetto fuori. >>
Dopo che Allison fu uscita, Scott rimase in piedi di fronte alla cattedra per un po’. Osservò Paige sistemare l’astuccio, l’agenda, i libri… Poi alzò lo sguardo e gli rivolse un sorriso curioso.
<< Ehi, che succede? C’è qualcosa che vorresti dirmi su Dickens? >>
Scott deglutì, la bocca asciutta. Prese il cellulare dalla tasca e ritrovò la foto. Era sicuro che non sarebbe riuscito a parlare, quindi si limitò a mostrargliela. Le porse il telefono. Paige lo osservò ed impallidì lievemente, ma non sembrava aver capito.
<< Avevi detto che potevo fidarmi di te. >> disse Scott, senza guardarla in faccia.
<< Scott, è così. >>
<< Me l’hai giurato solo un’ora fa. >>
<< Scott… >>
<< Mi hai mentito guardandomi negli occhi! >> urlò, stavolta guardandola. Paige sembrava sul punto di piangere da un momento all’altro.
<< Scott, ti prego… >>
<< Non è come sembra? Dillo, avanti. Di’ che non volevi farci del male, di’ che non sei stata al servizio di Kate per tutto questo tempo. Menti di nuovo. >>
<< Non sono la sua spia, Scott. >>
<< Questa è la tua scrittura! HAI MENTITO A TUTTI QUANTI! Hai mentito a me, a Stiles, a Lydia, ad Allison, a Derek… Sai cosa succederà, quando lo saprà? >> chiese, fuori di sé. Non tanto per la rabbia, quanto dalla delusione. Paige scosse la testa.
<< Scott, ti prego, non l’ho fatto per nuocervi. L’ho fatto per aiutarvi, perché era la cosa giusta da fare. Io vi voglio bene. >> disse, allungando una mano verso di lui, ma Scott la respinse. I suoi occhi lampeggiarono d’un rosso fuoco.
<< Se ci volessi davvero bene come dici, adesso dovresti confessarmi tutto. Adesso giuro io, Paige. Giuro che se non lo fai adesso, non avrai più niente da me. >> replicò. Paige aveva il cuore che le tamburellava nel petto. << Né la mia amicizia, né la mia lealtà e neanche il mio rispetto. >>
Paige si morse l’interno della guancia con violenza, tanto da avvertire il sapore metallico del sangue in bocca. Aveva promesso di non parlare o altrimenti sarebbero venuti a cercarla. Aveva promesso. Avrebbe perso Scott e Stiles e Derek, ma l’avrebbe fatto, pur di tenerli al sicuro. Doveva tradire le persone che amava di più, per salvarle.
<< Mi dispiace, Scott. Non posso dirti niente. >>
Scott riprese il telefono dalle sue mani, cercando di non fare caso ai brividi che gli percorrevano la schiena. Poi la guardò negli occhi, ghignando.
<< Non credere che il giudizio di Derek sarà più clemente del mio, perché ti sbagli di grosso. >>
Paige annuì, gli occhi ancora lucidi.
<< Lo so. >>
 
Allison smise di parlare, mentre Derek nell’altra stanza stava ancora urlando. Immaginò di stare nei panni di Paige, la testa bassa e le unghie spezzate, che chiudeva gli occhi ed ascoltava Derek urlarle contro. Rabbrividì.
<< Quindi, Lydia ne ha parlato ad entrambi. >> ricapitolò Stiles, guardando Allison e Scott. Il loft sembrava ancora più vuoto, adesso. << Qualcosa di bianco e di interrotto. Il gessetto. È così che abbiamo capito che quelle voci si riferivano alla scrittura di Paige, la stessa del biglietto. >> disse. Gli altri due annuirono. << Le Banshee prevedono la morte. Forse questa è la chiave per scoprire chi fra di noi sta per morire. Il traditore morirà. Quindi, Paige morirà. >>
Scott deglutì.
<< Ora come ora, non mi interessa del suo destino. >>
<< E poi, morirà comunque. >> aggiunse Allison. << Paige è malata. Non si può curare. >>
<< Lydia lo sa? >> chiese Stiles. Scott scosse la testa.
<< Dovremmo dirglielo? >> domandò Allison.
<< Non lo so. Credo che si sentirebbe impotente. Vorrebbe di sicuro aiutarla. >> rispose Stiles.
<< Credo che debba deciderlo tu, Stiles. >> replicò Scott. Stiles strabuzzò gli occhi. << Sì, tu. Sei la persona più vicina a lei da quando… da quando Allison è morta. >> disse. Allison lo fissò. << Decidi tu. Noi ti appoggeremo. >>
Stiles ci rifletté per qualche minuto. Le urla gli arrivarono forti e chiare, minacciando di rompergli i timpani. Derek continuava a parlare, sgolandosi, ma Paige non spiccicava neanche una parola. Si guardò intorno, spaesato. Perché doveva prendere una decisione così importante da solo? Lydia lo avrebbe odiato, se non gliel’avesse detto. Eppure, dirglielo avrebbe significato solo procurarle altro dolore e voleva proteggerla.
<< Stiles, cos’hai deciso? >> chiese Scott.
Stiles li guardò a lungo, poi deglutì.
<< No. >> rispose. << Lydia non dovrà saperlo. >>
 
Derek aveva gli occhi lampeggianti, azzurri come le sfumature del cielo sul metallo, dilatati. La guardò furioso, respirando come un toro che sta per attaccare. Paige continuava a rimanere in silenzio, gli occhi lucidi e lo sguardo basso, le scarpe slacciate. Si rigirò il foglietto tra le mani, rabbioso.
<< A chi va la tua fedeltà, Paige? Non riesco a capire. Perché vuoi proteggere Kate? Lei ti vuole morta! Vuole che tu perda tutto, ma non te ne frega niente. Perché stai dalla sua parte? Avrei dovuto capirlo fin dall’inizio. Ti aveva già istruita, non è vero? Sapevi già tutto su di noi. Mi hai mentito su tutto. >> disse Derek. Paige mormorò qualcosa. << Cosa? Alza la voce, fatti sentire da tutti. >>
Paige si inumidì le labbra.
<< Io non vi ho mai mentito. >> rispose, con la gola asciutta. Non aveva voce. << Ho omesso, ma non ho mai mentito su niente. >>
<< Perché non puoi parlarmene, Paige? >> chiese Derek.
<< Perché ho promesso. E perché verrebbero a prendermi, se ve lo dicessi. >>
<< Posso proteggerti. >>
<< Non puoi. Nessuno può. >> replicò. Derek sembrava essere sull’orlo della disperazione. << Anche se, nelle mie condizioni, non è così importante. >>
E d’un tratto, Derek capì.
<< Sei venuta qui, perché se fossi morta non sarebbe importato. >> disse. Paige alzò lo sguardo. I suoi occhi rossi contrastavano il blu delle iridi. << Non vuoi essere curata, perché non vuoi diventare un lupo. O forse perché il morso potrebbe risvegliare la tua vera natura, nascosta fino ad ora dalla malattia. La natura dei tuoi genitori. >>
Paige si lasciò sfuggire un sospiro, uno di quelli tremolanti per il pianto.
<< Giusto. >>
Derek abbassò le spalle, sconfitto. Si era fidato di lei per tutto quel tempo… Che cieco! Era stato cieco! Si era lasciato abbindolare dalle sue belle parole, dal suo aspetto angelico, dai suoi difetti da persona normale… Aveva preferito essere felice. Ogni volta che l’aveva baciata, ogni volta che l’aveva toccata, ogni volta che l’aveva chiamata… era stata una bugia. Deglutì silenziosamente, mentre Paige ancora non lo guardava. Si sentì un idiota totale. Aveva creduto di poterle perdonare tutto, il suo passato, i suoi errori, tutto. Non era vero. Non poteva perdonarle quello.
<< Esci. >> disse secco. Paige alzò lo sguardo, ma lui lo rifuggì. << Vattene e non tornare. Non provare a tornare o giuro che ti butto fuori a calci. >> replicò duro, ma la voce gli tremava. << Non tornare. >> finì e la sua voce si spezzò.
Paige gli rivolse un’ultima occhiata, poi prese la borsa ed uscì. Derek scaraventò il tavolo contro il muro. Poi il silenzio lo avvolse di nuovo, rumoroso e vuoto.
 
***
 
Melissa si sedette accanto a Scott e lo abbracciò. In un’altra occasione l’avrebbe respinta imbarazzato, le avrebbe sorriso e le avrebbe detto che andava tutto (anche se no, non andava affatto tutto bene), ma non lo fece. Aveva bisogno di sicurezze e lei lo capiva. Paige era diventata troppo importante in così poco tempo e per i ragazzi era stato un colpo scoprire che in realtà li aveva ingannati tutti. L’ultima volta che l’aveva stretto così forte era stata alla morte di Allison ed anche quando loro si erano lasciati definitivamente. Però, lei aveva conosciuto Paige e non le era mai sembrata una ragazza cattiva, né che tantomeno non fosse dalla loro parte. E non aveva nemmeno spiegato loro perché l’avesse fatto, non aveva nemmeno tentato di difendersi dalle accuse. Forse nessuno di loro avrebbe voluto sentirlo, ma lei non riusciva a guardare suo figlio soffrire di nuovo così tanto.
Lo lasciò andare. Scott aveva gli occhi rossi e gonfi, anche se non stava piangendo. Melissa gli passò una mano sulla schiena dolcemente.
<< Scott, so che non vuoi ascoltare, ma devi farlo. So che le vuoi ancora bene. >>
<< Ci ha ingannati tutti, mamma. >>
<< Non la sto difendendo. Sto solo dicendo che forse non l’ha fatto con delle cattive intenzioni. >>
<< Ci ho parlato, mamma. Non lo rimpiange. E continua a dire che ci vuole bene. >> ribatté Scott, duro. << Non posso crederci. Mi ha mentito guardandomi negli occhi! Come se mentire ad una persona a cui vuoi bene sia la cosa più naturale del mondo. >>
<< Scott, non parlare come se non sapessi come ci si sente. >> lo redarguì Melissa. << Sei troppo duro con lei. Non lo merita. >>
<< Jennifer lo meritava. >>
<< Paige non è Jennifer, Scott. >> disse Melissa. Scott sospirò. << Paige ha fatto del bene a tutti voi, ha cercato di aiutarvi sempre e come poteva. Pensa quello che vuoi, ma io non credo che sia una persona cattiva. Credo solo che sia stata incastrata. >>
Scott si inumidì le labbra.
<< Cosa dovrei fare? >> chiese, guardandola negli occhi. Melissa gli sorrise.
<< Credo che dovreste scoprire che cosa vi sta nascondendo davvero, prima che sia troppo tardi. >>
 
Paige lasciò le chiavi del loft sul tavolo. Fuori, il cielo era grigio e minacciava pioggia. Si guardò intorno, cercando di imprimersi nella memoria quel luogo che probabilmente non avrebbe più rivisto. Era stata tagliata fuori. Non aveva voluto spiegare niente e così era tutto finito. Non era esattamente quello che avrebbe voluto, quando aveva deciso di trasferirsi a Beacon Hills. E di certo non lo voleva adesso.
Alzò lo sguardo. Quel passo felpato l’avrebbe riconosciuto ovunque. Strinse il coltello nella borsa.
<< Hai perso tutto, Paige. >> disse Peter, le mani dietro la schiena, sulla soglia dell’abitazione. << Perché non gliel’hai detto? >>
<< Derek sa tutti di te e Kate. Gli ho detto dei messaggi che ho trovato. >>
Peter era una maschera di rabbia, ma sembrava che stesse cercando di controllarsi.
<< Hai messo mio nipote contro di me. >>
<< Malia ti odierà per quello che hai fatto. >>
<< Oh, se è per questo mi odierà anche per quello che sto per fare. >>
Paige mantenne il sangue freddo e la determinazione nella voce.
<< Sanno tutto, Peter. Non si fidano più di te già da tempo. E non puoi usarmi per ricattarli. >>
<< E chi ti dice che voglia farlo? >> chiese, alzando un sopracciglio. Rise. << Credete tutti che possiate farmi rinsavire solo usando il nome di mia figlia. Non avete ancora capito che questi giochetti funzionano solo con le brave persone. Ed io no, oh no mia dolce Paige, non sono per niente una brava persona. >>
Paige deglutì.
<< Kate butterà via anche te. >>
<< Non credo proprio. >>
<< Ti fidi di lei? >>
<< Non è questo il punto. >> rispose Peter, avanzando lentamente verso di lei. Paige tirò fuori il coltello. << Sono io che getterò via lei come uno straccio usato. E poi, Derek ritroverà il tuo corpo smembrato per strada. >> disse. Paige impallidì. << Ormai non sei più sotto la sua protezione. Alla fine di tutta questa storia, non sarai che polvere. Anche se, devo ammetterlo, hai avuto coraggio ad uccidere Homb. >>
Paige abbassò lo sguardo.
<< È stato un incidente. Vorrei non averlo fatto. >>
Peter ormai era ad un paio di passi da lei.
<< Te la farò pagare, Paige. >> disse. Paige lo fissò. I suoi occhi azzurri erano famelici e rabbiosi. Il coltello le cadde di mano. << E non ci sarà niente, niente, che Derek o Scott potranno fare per salvarti dal tuo destino. >>








Angolo autrice:
Ciao :3
Che dire? Siete rimasti senza parole? Ve lo aspettavate? Okay, magari un po' sì, ma Paige era abbastanza insospettabile per certi versi. Non è dalla parte di Peter e si capisce, vuole bene agli altri e lo dice... C'è qualcosa che non va. lo scoprirete nel prossimo capitolo xD.
So che potrebbe sembrare che non accada niente, ma serviva un capitolo di passaggio (in cui c'è una grossa rivelazione) e dove si capisse quanto questo faccia male a tutti, perché si fidavano di Paige e le vogliono bene. 
Il finale emblematico è praticamente l'inizio del caos che seguirà, quindi tenetevi forte, perché ne vedrete davvero di tutti i colori.
Grazie a tutti quelli che recensiscono o mettono il capitolo fra le storie seguite/preferite/ricordate, anche ai lettori silenziosi!
Al prossimo aggiornamento!
Erule 
  
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