Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Elenwen    22/09/2014    1 recensioni
Accadde tutto nella prima era. La guerra portò la stirpe degli elfi alla distruzione, la morte del re Fëanor lasciò una grande vuoto ai suoi figli e a re Oropher, il suo migliore amico. Re Oropher, per paura di perdere Thranduil, il suo unico figlio, decise di nasconderlo a Doriath a nord-ovest della Terra di Mezzo, nel Beleriad.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Thranduil, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
   
Capitolo 10
 

Il sole splendeva sulle terre del Beleriand e Thranduil, in sella al suo cavallo Celeb, era ancora sconvolto: perchè la sua famiglia? Perchè Heliniel? Perchè suo padre? Il giovane elfo non riusciva a darsi pace. Il futuro re di Boscoverde aveva sempre creduto alle parole di suo zio Thingol, re di Doriath e a sua zia Melian ma nemmeno lei nominò mai suo padre in tutti quegl'anni...
Thranduil non aveva mai conosciuto suo padre e in lui molte cose sarebbero cambiate.
La strada per Imladris era tortuosa e alquanto pericolosa. I due elfi attraversarono le terre dell'Estolad dirigendosi verso est, sostando al Guado di Pietre, presso le rive del fiume Gelion. Quelle terre però brulicavano di orchi dopo l'attacco alla “strada dei nani”, l'unico sentiero per arrivare alla Terra di Mezzo. Giunsero alla riva del fiume a piedi, legarono i loro cavalli a un tronco mentre un vento freddo come il ghiaccio tagliava i loro volti.
Sire Elrond prese dalla sacca allacciata ai lati del cavallo un mantello nero ma il giovane Thranduil spaventato indietreggiò. Elrond si voltò stupito dalla reazione del ragazzo e disse: “Thranduil non voglio darti in pasto agli orchi!”
Di chi mi posso fidare allora?” rispose.
Il vento scompigliava la bionda chioma del ragazzo e una lacrima scendeva dai suoi occhi così Elrond gli si avvicinò:
So che tutto questo ti sembra strano, assurdo credo, ma ora non abbiamo tempo giovane principe. Indossa questo mantello così potremo proseguire al sicuro ed essere scambiati per dei servi di Melkor.”

Il giovane principe si asciugò le lacrime e indossò il mantello nero come ordinato da sire Elrond.
Attesero la notte, secondo la strategia del Re di Imladris la luce di Isil non avrebbe potuto illuminare i loro volti e sarebbero sicuramente passati inosservati per quella via attraversando Ered Luin, i Monti Azzurri.
Quando il sole tramontò e le stelle cominciarono a splendere come diamanti nel cielo, il principe restò ad ammirarle disteso su una roccia, immaginando di aver accanto la sua Heliniel, ma il viso di Thranduil diventò subito cupo.
Sire Elrond seduto accanto, vide l'espressione di Thranduil cambiare: “Cosa vi rende così sofferente? chiese mentre affilava uno dei suoi pugnali.

Thranduil: “Mia moglie... Il non aver accanto vostra nipote” – rispose il giovane elfo mettendosi a sedere.
Re Elrond sorrise davanti a quelle parole piene di sentimento “Quando Heliniel perse i suoi genitori, mio nipote, suo fratello maggiore Haldir, la portò da me a Gran Burrone... Aveva solo 50 anni quella piccola creatura, la presi con me e ogni notte voleva che la portassi ad ammirare le stelle nella terrazza. Restava sveglia tutta la notte, non chiudeva occhio... A quell'età i piccoli elfi sono piuttosto stanchi ed esausti, ma lei non ne voleva sapere di dormire... Di giorno s'intrufolava nel mio studio ad osservare ogni mappa della Terra di Mezzo. Ah... Era proprio una ragazza vivace! ” disse sire Elrond ricordando sua nipote.

Thranduil: “Mio signore, i miei occhi si sono persi nei suoi prima che io riuscissi a conoscerla veramente... E lo stesso vale per lei.  Non conosco il suo passato e nemmeno sapevo avesse un fratello... Dov”
Improvvisamente qualcosa si scosse dietro le rocce, un rumore di passi a non molti metri di distanza, entrambi gli elfi guardarono verso i cespugli e sguainarono le loro spade in attesa del nemico. La paura di essere catturati nelle terre del Thargelion era come vivere nel terrore di essere trucidati da quegli orribili orchi, torturati, uccisi e poi gettati nella terra dei sette fiumi dell'Ossiriand.
La luce della luna mostrò colui che vagava nell'ombra tra i cespugli, non era un nemico, nemmeno un orco... Era Thràin! Thranduil ripose la sua spada e corse ad abbracciare il nano che tanto desiderava rivedere. “Thràin! Amico mio! Non fraintendermi... sono contento di vederti ma cosa ci fai qui? Cosa ti è successo?!” chiese il giovane elfo.
Il figlio del re sotto la montagna affaticato rispose “Orchi... Un esercito di orchi e saranno qui molto presto!”
Sire Elrond non indugiò e salì in groppa al suo destriero.

Thranduil: “Mio signore Elrond... Non possiamo lasciarlo qui...
Elrond: “Thranduil ho giurato a tuo padre di proteggerti e di riportarti da lui sano e salvo, non posso
infrangere questo giuramento! Presto!”
Thranduil: “Bene... Lui verrà con noi a Gran Burrone... La decisione è presa!”
Elrond: “Questo ci rallenterà notevolmente...”
Thranduil: “Io non me ne vado senza di lui! Voi pensate alla mia incolumità ed io penserò alla sua, non sarà compito vostro ma mio.”

Sire Elrond innervosito dall'irremovibilità del giovane elfo non potè far altro che accettare.
Come desiderate... Ma non possiamo attendere ancora, forza dobbiamo andarcene da qui!”
Il giovane elfo salì in groppa al suo cavallo nascondendolo sotto al nero mantello, donatogli dal Sire di Imladris, Thràin, il nano che tanto desiderava rivedere dopo la loro discussione nella foresta di Brethil.
Gli orchi quella notte vigilavano le montagne.
Si respirava malvagità lungo quei sentieri tracciati dai nani, una volta sicuri.
I due elfi passarono inosservati tra le montagne: Thranduil preoccupato, strinse a sé Thràin per proteggerlo, il figlio del re sotto la montagna a sua volta, con la guancia destra appoggiata sull'addome dell'elfo, ricordò la prima volta che i due s'incontrarono e anche se il giovane principe non poteva vedere il viso del nano, piano piano accennò a un sorriso.
Varcarono i Monti Azzurri entrando nelle terre dell'Eriador, Re Elrond tirò un grande sospiro e disse:
Non credevo che questa impresa sarebbe stata così tortuosa”
Il peggio dovrebbe essere passato mio signore” rispose Thranduil.
Già...” replicò sire Elrond.
Sostiamo vicino al lago Vesproscuro, il tuo amico nano mi sembra stanco” aggiunse.
Proseguirono verso nord e attraversarono il decumano ovest.
L'alba al lago Vesproscuro portava serenità e i fiori bianchi come il latte sbocciavano ed emanavano i loro profumi.
Thranduil scosse il nano addormentato tra le sue braccia, Thràin poco dopo si svegliò guardando uno dei visi più belli sulla Terra di Mezzo.
Gli orchi ci stanno seguendo? Tramano qualcosa?”disse Thràin sussurrandoglielo all'orecchio.

“No mio caro amico, ora queste terre sono immuni dal male di Melkor” disse Thranduil sorridendo al nano ancora tra le sue braccia.

Sire Elrond scese da cavallo per cercare delle provviste per il viaggio ma subito il nano si voltò guardando il signore di Imladris e disse: “Aspettate, ho ancora del lembas con me...”
Elrond si insospettì, si avvicinò a Thràin molto lentamente e cominciò ad indagare.
Come puoi tu avere del lembas? La Regina Melian per quanto gentile sia, non può aver... Thranduil! Perché mai avresti dovuto dare del lembas a un nano? Tu... Tu sapevi che si nascondeva nelle vostre foreste forse? E se si nascondeva...Oh no!!! Questo Thràin è un prigioniero di Doriath? Dimmi che non è vero! E tu di certo non sei stato così ottuso da liberarlo, giusto?”

Thranduil: “Si invece, l'ho liberato. Anche se mio zio Thingol e mia zia Melian ne sono all'oscuro e continueranno ad esserlo... E si, l'ho nascosto nella foresta di Brethil.”
Non comprendo le ragioni della tua scelta ma sono certo che il tuo cuore le conosce. Ti sei mostrato molto coraggioso giovane principe nonostante tutto...Vado nel bosco in cerca di erbe curative, tornerò tra poco, intanto voi riposatevi. Tra non molto scenderanno i troll da queste montagne.
Thràin e Thranduil si guardarono e sorrisero: “Thràin c'è qualcosa che non va?” chiese Thranduil.

Thràin: “Affatto... Volevo ringraziarti per tutto quello che stai facendo per me... Non ho nulla con cui ricambiare tale gentilezza.”
Thranduil si accucciò guardando il nano negli occhi, sfiorò con la mano sinistra i suoi capelli ricci e crespi e gli occhi di Thràin sprofondarono in quelli del futuro re di Boscoverde lasciandosi andare in uno bacio appassionato. Il loro primo bacio.
Fu una sensazione magica, strana per entrambi ma allo stesso tempo dolce e delicata come un fiore appena sbocciato.
Per la prima volta Thranduil toccò le possenti labbra di Thràin, il cuore dell'elfo cominciava a battere forte e qualcosa nella sua mente lo tormentava insistendo nel farlo tirare indietro.
Thràin in quel momento non riuscì a staccarsi dal giovane principe che tanto amava, incrociò le sue braccia dietro la nuca dell'elfo stringendolo forte a sé. Thranduil accarezzò il viso di Thràin con entrambe le mani continuando a baciarlo ma qualcosa lo fece indietreggiare.
No. Non è possibile... I miei occhi erano sperduti nei tuoi, io lo ero! Che diranno i miei zii di quanto accaduto?” disse l'elfo spaventato.
Thràin: “I miei si erano persi molto tempo prima...”
Thranduil sorrise guardando il nano prendendolo per mano.
Thranduil: “Ne riparleremo più tardi prometto. Sento re Elrond tornare dalla foresta.”

Re Elron uscì dalla foresta portando con sé duna buona scorta di Athelas, detta foglie di re, una pianta curativa molto utile contro gli avvelenamenti. Si avvicinò al suo destriero riponendo il tutto nella sacca allacciata ai lati del cavallo.
“Credo che possano bastare in caso di frecce morgul..” disse sussurrando l'elfo.
“Rimettiamoci in cammino, siamo vicini alla meta”. Il giovane principe annuì agli ordini di Sire Elrond e afferrò Thràin aiutandolo a salire a cavallo.
Si diressero verso sud percorrendo la grande via est, attraversando le terre di Rhudau e il fiume Bruinen. Silenziosi varcarono i cancelli di Imladris mentre il suono del corno del re annunciava il loro ritorno.
Lindir, il servitore di Elrond, li udì attraversare il Bruinen e li attese nella piazza principale del palazzo, con lui la regina e moglie del re, Celebrian.

Mio signore Elrond!” esclamò Lindir inchinandosi davanti al suo re.
“Lindir, quali notizie di Oropher?”chiese Elrond preoccupato senza pensare ai saluti.
“Re Oropher ha resistito al dolore e le sue condizioni stanno migliorando”
“Molto bene, portate suo figlio Thranduil in infermeria...Avranno molto cose da dirsi, per quanto riguarda il nano portatelo nelle cucine e lasciate che si rifocilli.
” ordinò al suo servitore più caro.
Il re di Imladris si voltò verso sua moglie, gli si avvicinò e lo guardò sorridendo sfiorando le sue piccole mani calde:
“Non ho mai smesso di pensare alla luce più splendente e più bella di tutta la Terra di Mezzo” disse sussurrando il re.
Celebrian sorrise davanti alle parole dolci del re, lo strinse forte a sé, intrecciando le braccia dietro la nuca
“Temevo per il vostro viaggio mio signore.” disse l'elfa dai lunghi capelli biondi.
Il dolce viso della sua amata rendeva Elrond così felice che non esitò a baciarla.

Nel frattempo Thranduil, futuro re di Boscoverde era agitato come non mai per l'imminente incontro con suo padre.
Tanti anni passarono dall'assalto ai Boschi dell'Est, il suo cuore batteva all'impazzata mentre percorreva il corridoio insieme a Lindir.
“Non vi preoccupate mio signore, anche vostro padre è ansioso di conoscervi...” rispose il giovane elfo di Gran Burrone sorridendo.
Thranduil davanti a quelle parole non seppe rispondere ed chinò il capo accennando un piccolo sorriso. Fu li che vide per la prima volta suo padre, Oropher re di Boscoverde. Disteso nel suo letto, fasciato da una benda che gli copriva tutto l'addome. I suoi capelli biondi eran come quelli di suo figlio e lo sguardo era come quello della madre. Il giovane principe si avvicinò a suo padre sedendosi sul bordo del letto e accarezzandogli la mano.

“Padre, sono Thranduil... Tuo figlio” disse lasciando cadere una lacrima sulla mano del re.
Orepher: “Thranduil, figlio mio...”
Thranduil: “Finalmente vi conosco.” replicò sorridendo.
Oropher: “Figlio mio, non c'è tempo... C'è una cosa molto importante che devo dirti...”
Thranduil: “Parlate, vi prego!”
Oropher: “Cinquant'anni fa combattevo insieme all'esercito dei cavalieri di Rohan e abbiamo trovato tra i bottini degli orchi il diadema di tua madre... Temevo che la tenessero prigioniera e avevo ragione. Con il mio esercito ho varcato il castello in rovina di Dol Guldur, ma di tua madre non ve n'era traccia. Il signore del male Melkor l'ha presa! Sento nella testa le sue parole, lei... Lei sta cerando aiuto ma io non posso, devi andare tu. Le mie condizioni non mi permettono di muovermi, la ferita è ancora profonda. E' una ferita di troll, dopo che feci ritorno dalle terre di Rohan venni assalito presso le cascate di Rauros.”
Thranduil: “Padre ma... Lei non mi riconoscerà...Non sono un guerriero, tanto meno un vero re...”
Oropher: “No ma sei suo figlio! Ti riconoscerà ne sono certo... Hai i suoi stessi occhi” replicò accarezzando il viso del figlio.


 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Elenwen