Hinata e Temari entrarono
esitanti ( in realtà soltanto la prima era esitante…) e salutarono
con un timoroso – Buongiorno…-.
Era mattina presto e non si
vedeva neppure l’ombra di un cliente.
Poi, come funghi vennero
fuori tre ragazzi, che si disposero dietro il bancone, e due che misero
felicemente la testa fuori dalla cucina.
- Buongiorno, desiderate?- chiese professionalmente un ragazzo rosso di
capelli e con uno strano tatuaggio sulla fronte.
Subito una ragazza
intraprendente dai capelli biondi le prese sottobraccio ed esclamò,
portandole ad un tavolo: - Cosa posso servirvi?-
- N-no,
in realtà noi…- la ragazza dai capelli scuri si fermò
imbarazzata.
- Hinata vuole dire che non
siamo qui per mangiare.- spiegò pratica Temari.
I due ragazzi della cucina
rientrarono delusi.
- Allora che volete?- chiese impassibile il ragazzo rosso.
Temari si rimboccò le
maniche e gli tirò uno scappellotto.
Poi avvicinandosi a lui gli sibilò: - Fratellino intelligentino…
di cosa stavamo parlando ieri sera?-
- Fratellino?!- domandò sorpresa una ragazza dai ciuffi rosa
pallido, che non aveva ancora aperto bocca.
- Già, questo
deficiente è mio fratello.- spiegò la ragazza bionda.
- Allora si può sapere
che cosa volete?- domandò la cameriera intraprendente.
- Noi, ecco, insomma…
sì… ehm… non so come spiegarmi…- provò a dire
Hinata.
- Vorremmo lavorare qui!-
disse tutta contenta la ragazza coi capelli color dell’oro.
Il ragazzo rosso
sbuffò insofferente, e poi disse meccanicamente, come se si fosse
abituato a dirlo spesso negli ultimi tempi: - Certo, c’è
posto…-.
Le due ragazze si sorrisero
esultanti.
- Passiamo alle
presentazioni…- continuò – Io sono Gaara.- al che le due
ragazze alzarono gli occhi al cielo.
- Questa è Ino.- disse monotono indicando la ragazza bionda con i
capelli laccati raccolti in una coda a cavallo. Ino
rispose con un falso sorriso.
- Piacere, Temari.-
- P-piacere, Hinata…-
- Quest’altra è
Sakura, la più intelligente fra le due.- e indicò la cameriera
con i capelli rosa.
- In cucina abbiamo Tenten…-
La ragazza mise fuori la
testa e sorrise amichevole.
- … E Kankuro!-
finì in bellezza Gaara.
Temari si innervosì, e
tirandolo per l’orecchio gli urlò:- Idiota, lo conosco, dato che
è nostro fratello!- al che Hinata rise timidamente con tutti gli altri.
- E dai! Mollami,
strega! – esclamò quello sempre serio.
- A chi strega?! Razza di folletto troppo cresciuto!-
- Folletto?!
ANDIAMO SUL PESANTE, EH DONNA-UOMO?!-
- Come mi hai chiamata, pezzo di effeminato?!-
In quel momento, Hinata,
seppure fosse leggermente imbarazzata, prese sia Gaara che Temari per le
orecchie e sibilò minacciosa: - Come si dice ora ragazzi?!-
Subito i due fratelli si
guardarono impauriti, ricordando con orrore cosa succedeva se Hinata
sclerava…
- Scusa!- esclamarono
insieme, e la dolce amica tornò quella di sempre.
- Allora, che cosa possiamo
fare, fratellino?- chiese Temari, scampata alla morte.
- Beh, non saprei… qui
c’è sempre bisogno di qualcuno, i clienti sono tanti e vengono
spesso ad assaggiare le specialità di Kankuro e di Tenten…-
A Temari si illuminarono gli
occhi: - Vuoi dire che potrei diventare una famosa cuoca?!
Con una mia specialità?!-
- Già…-
confermò il fratello spaventato da quell’improvviso interesse.
- VOGLIO questo impiego!
DAMMI un posto in cucina!- gli urlò prendendolo per il bavero della
camicia da cameriere.
- V-va
bene!- esclamò quello nascondendosi dietro a Hinata.
- Grazie fratellino!- e, dopo
avergli scoccato un bacio sulla guancia, si diresse trotterellando verso le
cucine.
- Merda, non riesco a credere
che quella sia MIA sorella! Come fa ad essere la tua migliore amica?!- domandò rivolgendosi a Hinata. Lei fece spallucce
e sorrise timidamente.
- Mi mette allegria e sto
bene in sua compagnia.-
- Ma tu sei fuori come un
balcone!- la prese in giro lui.
- Ridillo?!- esclamò lei rimboccandosi le maniche
minacciosamente.
- No, niente…-
sospirò lui. Possibile che fossero tutte così… isteriche?!
- Bravo Gaara! Ritornando a
discorsi seri.. io non so nemmeno accendere un
fornello, figuriamoci cucinare qualcosa di commestibile!- disse lei
torturandosi gli indici.
- Nema
problema!- e gli lanciò addosso la divisa da
cameriera.
- G-grazie…
ma non sarà un po’ troppo.. corta questa
gonna?- chiese titubante.
- Ma no! Ti donerà,
vedrai!- rispose quello con uno dei suoi rari sorrisi, avviandosi verso il
retro dell’edificio.
- Aspetta! Ma quando posso
iniziare?!- domandò Hinata.
- Ora! Vai a cambiarti, fra
poco arriveranno i primi clienti!- rispose solare Sakura. Ino semplicemente seduta sul
bancone, gli fece cenno di andare nella porta di fronte alla cucina.
-G-grazie.- Hinata
sospirò e si preparò alla giornata.
***
Hinata si era sorpresa di
quante persone entrassero in quella sottospecie di bar durante la mattinata:
donne con i loro bambini in cerca di morbidi krafen,
combriccole di vecchi che si mettevano a parlare di politica, e dolci nonnine
che le raccontavano dei loro nipotini. Era soltanto il pomeriggio, e anche se
avevano fatto una lunga sosta per mangiare (“VA BENE TUTTO, ma dobbiamo
comunque sfamarci!” aveva detto Gaara meravigliato.), era stanca morta.
Stava affrontando delle
ordinazioni senza un minimo di entusiasmo.
Temari le era invece sembrata
esaltata. Già, sospirò, Temari, quella
raggiante come il sole e che irradiava energia da tutti i pori. La invidiava.
Lei invece era quella pigra,
“ NO!”
esclamò dentro di sé “ Siamo venute qui
per lavorare insieme, e questo mi farà bene! Poi devo assolutamente
perdere qualche chilo, quindi di certo non mi farà male.”
Già, lei e Temari avevano
deciso insieme di lavorare nel bar gestito dai fratelli maggiori No Sabako.
Avevano preso questa
decisione perché non conoscevano nessuno.
Si erano trasferite insieme
da un anno ( i loro padri erano soci) ed erano state entrambe LIBERAMENTE
costrette a continuare gli studi a casa; così non avevano mai conosciuto
nessuno e poi loro non erano come Gaara o Kankuro. No, loro erano donne, e
nelle loro famiglie all’antica (Hinata le avrebbe definite di più
all’era preistorica) non godevano di abbastanza libertà per decidere il da farsi.
Per questo avevano trovato un
compromesso: avrebbero lavorato per tutta l’estate nel bar che avevano
allestito Gaara e i suoi amici, tenute d’occhio
da Kankuro.
Un grande patto, dato che i
due fratelli erano prima di tutto degli amici, e ovviamente non le avrebbero
private di un pizzico di libertà.
Sbuffò e portò
i piatti alle persone che aspettavano con impazienza, con un po’ di
convinzione in più.
- Tem,
cazzo! Vuoi stare attenta a quello che fai?!- chiese
Kankuro mentre vedeva sua sorella fissare un po’ sconcertata il vasetto
di ragù che aveva appena fatto cadere.
- Ehm… non pensavo
fosse così pesante…- Temari si grattò la testa imbarazzata,
mostrando la lingua.
Tenten, intenta a fare altre
cose, si girò e si accorse solo in quel momento cosa era successo.
- Temari…-
- Sì?-
- Ti rendi conto che quello
era uno dei vasetti di ragù più pregiati che avessimo in questo
locale…?- Tenten aveva parlato con calma e questo spaventò ancora
di più la ragazza.
- D-davvero??- domandò.
- TEMARI PORCA PUTTANA, VIENI
QUA CHE TI UCCIDO!-
Tenten si mise a rincorrere
la ragazza bionda con un coltello in mano e fare omicida, mentre l’altra
scappava di gran carriera.
Kankuro scoppiò in una
delle sue fragorose risate che ovviamente fece tremare i muri.
Temari, mentre scappava,
scivolò sul ragù e cadde a faccia in giù, riuscendo solo a
dire: - Merda, mer… ma MERDA!-
Tenten, che l’aveva
quasi raggiunta, non fece in tempo a schivarla e ci cadde sopra.
Kankuro invece, che non aveva
mai visto nulla di più esilarante, si teneva la pancia con un braccio,
mentre con l’altro puntava su loro un indice accusatorio (sempre ridendo
come un deficiente!).
- AHIA, che male!-
esclamò Tenten, toccandosi il sedere.
Allora il ragazzo, tornato
mezzo-serio, diede una mano alla castana, e l’alzò di peso.
- E tu smettila di ridere!-
esclamò quella con una finta espressione offesa e tirandogli una pacca
sullo stomaco.
- Eddai!
Non dirmi che se fosse successo a me, non ti saresti sbregata
dal ridere!- esclamò lui.
- Uhm… sì, dai!-
rispose lei sorridendo.
- Fate come se non ci fossi,
eh!- sbottò Temari, ancora distesa a terra, aspettando una mano da
qualcuno.
Kankuro, tornato alla
realtà, tirò su la sorella che era sporca dalla punta dei piedi
fino ai capelli.
Il ragazzo si trattenne dal
ridere, ma si dovette girare per resistere alla tentazione di sfotterla.
- Bleah,
che schifo!- esclamò quella, cercando di pulirsi alla meglio.
- Dai,
capita! Non abbatterti!- esclamò felice Tenten.
- Va bene…-
In quel momento entrò
trafelata Hinata che subito arrossì quando vide tutti gli occhi puntati
su di sé.
Poi, strabuzzando gli occhi,
vide la condizione di Temari e scoppiò a ridere, portandosi una mano
davanti alla bocca.
- Basta sfottere!-
sbottò quella innervosita.
Quando si calmò,
Hinata le disse: - Beh, ero venuta a ricordare a te e a Kankuro che dobbiamo
andare! Abbiamo gli allenamenti… ma non so se tu abbia ancora tanta
voglia di venire conciata così!-
- Oh, caspita! È vero!
Dai, andiamo!- esclamò Kankuro.
- Sì, andiamo…-
disse a sua volta Temari con falso entusiasmo.
- Tieni, mi ero portata un
cambio; puoi usarlo tu se vuoi!- propose Hinata passandogli degli indumenti
larghi.
- Grazie! Sei la mia
salvezza!- Temari si attaccò all’amica commossa.
- Sì, va bene, ma ora
scollati! Dobbiamo andare!-
- Hei! Aspettate! Io devo
rimanere qui da sola?- domandò Tenten.
- N-no,
Sakura mi ha detto che fra poco ti raggiunge. – rispose Hinata
impacciata.
- Grazie!- la ragazza si
girò e riprese a lavorare.
- Bene, andiamo!-
Usciti, i tre ragazzi videro
Sakura venir loro incontro.
- Hei, Hinata! Aspetta un
attimo!-
- C-che
cosa c’è?-
- Non è che per caso
hai visto un ragazzo biondo oggi? Magari mi è sfuggito…-
- Uhm… non mi
sembra…- rispose lei, pensierosa.
Sakura sospirò.
– Ah, chissà dov’è andato a cacciarsi quel Baka..-
- Chi?-
- Nessuno, tranquilla! A
domani! Ah, e bel lavoro oggi!- disse lei avviandosi verso le cucine.
- G-grazie…-
mormorò Hinata.