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Autore: Kafeth    05/10/2008    1 recensioni
Una vita che sapeva di eternità è dura da lasciare. La paura di morire, di cosa ci sta dopo la morte, è grande. Ma quando la paura diventa terrore, spesso si fanno cose che non si vorrebbero. (la mia prima fanfic, spero gradiate :) )
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era buio. Molto buio. Non vedeva un bel niente. La frangia viola gli oscurava ancora di + la vista.
Era disteso su della roccia gelida.
Non sapeva cosa ci faceva li, eppure aveva le idee chiare.




Luce si ritrovò distesa sul letto di Lantis, in camera di questi. Era senza stivali, sotto le coperte, e Lantis stava sedendo vicino a lei sul bordo del letto
La aveva portata in camera sua in spalla.
"Era ora..."
"Lantis... cosa è successo? Ahi..."
Una scossa le percorse il braccio.
"L'Ac1 ti ha colpito con un colpo / shock, che ti ha fatto svenire. La scossa è un residuo dell'effetto del razzo."
Quando realizzò di trovarsi appena vicino a Lantis, arrossì di colpo.
"Luce che c'è?"
"No niente... non ti preoccupare."
Le pose una mano sulla guancia, e la accarezzò.
"Luce... se ti metto a disagio vicino a te posso anche sedermi su una sedia."
Al sentire queste parole, divenne ancora + rossa.
Era li con Lantis e lui era vicinissimo a lei, e poi comunque lui era divenuto uomo da molto prima di quanto lei non fosse divenuta donna. Si, effettivamente si sentiva abbastanza a disagio.
"Ecco Lantis, se ti sedessi un poco più giù, non mi sringeresti le coperte attorno al torace".
"Ah scusa".
Si spostò un pò più in basso.
"Lantis... chi era quel tipo? per caso lo conosci?"
"No."
"Eppure lui sembra che ci conosca... che conosca la leggenda dei Cavalieri Magici, quindi l'unico modo che lui ha per averla conosciuta è che tu gliela abbia raccontata, o che gliela abbia raccontata Aquila"
"Io quel tipo non lo ho mai visto. Per quanto riguarda Aquila, è possibile."
Era pomeriggio, e il sole faceva un bellissimo gioco di luce rossa sul cortile.
Luce cercò di muovere le gambe, e quando le tirò fuori dalle coperte, si dovette coprire gli occhi: erano completamente viola, con dei lividi enormi.
Lantis si riempì di pietà per la sua amata.
"Ti fanno molto male?"
"Si..."
"Allora per qualsiasi cosa chiedi a me..."
"Ma..."
"Rimarrò qui tutto il tempo. Dimmi cosa ti serve, e basta."
E rimasero per lungo tempo a guardarsi, come a chiedersi qualcosa l'un l'altro. Solo più tardi si resero conto che ciò che veramente si chiedevano era
l'amore. Ma non quello semplice, che si risolve con un bacio o con una carezza, ma quello che si differenzia dal sesso per il sentimento che si prova,
per la ragione che spinge a compiere questo gesto d'affetto.
E quella stessa sera, dopo quella chiaccherata, fu non più la testa ma il cuore a muovere i loro corpi verso la dimostrazione finale del loro profondo amore.




Era anche bagnaticcio, come se non bastasse... mio dio che freddo. Delle gocce lontane picchiavano per terra.
-Bene... e così siamo a questo livello...-


Ascot era rimasto li fino a che Marina non si svegliò. Era sera e il mago oramai si era addormentato.
La ragazza cercò di fare mente locale  su quello che era successo, ma non appena cercò di alzarsi una forte
fitta di dolore le percorse il braccio ricordandole la brutta ferita. Ma aveva un pezzo della mantellina di Ascot attorno al braccio, legata stretta in un gomitolo informe. Oramai attorno al collo non aveva più che il gioiello giallo con le gemme verdi, e si intravedevano ancora i lembi della stoffa strappata.
Purtroppo il letto candido era sporco di sangue, e la fascia verde e bianca era intinta di sangue.
Aveva smesso di sanguinare, ma non riusciva a usare il braccio. Era davvero dolorosissimo.
Si intenerì nel vedere Ascot lì che dormiva. Anche se lei non lo amava, lui conviveva con questa situazione, nonostante ciò che era successo quella stessa mattina.
La sera era bellissima, e le stelle erano numerossisime, ma la luna non c'era. Vide passare Windom, che si abbassò fino ad avere il volto verso la finestra.
"Ciao Marina"
"Ciao Anemone"
"Vedo che ti sei ripresa... appena torno dentro ti curo la ferita"
"Non prendere troppo freddo ti prego..."
"Tranquilla... ci vediamo dopo, ciao"
E si allontanò
Ripensando alla ferita, a Marina venne un piccolo dubbio.
Namok aveva fatto breccia nella sua difesa, ma perchè allora non mi ha, tipo, mozzato il braccio? o colpito al volto?


Anemone era rimasta in Windom tutto il tempo fuori il palazzo , a guardia di una possibile controffensiva di Namok.
Ma adesso era certa che forse un fondo di verità c'era nelle parole del guerriero albino.
Perchè ha colpito proprio me? Perchè non ha ucciso Marina quando ne aveva la possibilità?
Boh... comunque continuò il suo giro attorno il castello, e fece una capatina  alla finestra di Marina giusto per salutarla.
Continuando a camminare, vide Ferio affacciato alla terrazza da dove era partita Marina la mattina per combattere l'Ac1.
"Ciao Anemone!!"
Agitò entrambe le mani per farsi notare.
" Ciao Ferio..."
Decise di scendere dal Genio Managuerriero, e di stare con Ferio per il resto della serata.
Però era comunque imbarazzatissima per la situazione: erano loro soli , con la luce dei cristalli esterni, e con un cielo da capogiro.
Scese dal Genio, che scomparve, e si dimenticò perfino di far sparire il completo da Cavaliere Magico.
Ferio la andò a prendere appena scesa dal Genio, e con un abbraccio la baciò.
Anemone nonostante tutto continuava a sentirsi in imbarazzo, e il suo cuore batteva così forte che Ferio ne poteva sentire i piccoli sussulti da sotto la camicia.
Appena se ne accorse, scostò le labbra e le rivolse la parola.
"Ehi dai, non mi dirai che acora sei così imbarazzata a stare con me."
"Ferio io..."
"Non c'è bisogno che ti spieghi, capisco perfettamente...."
E si sedettero su una panchina la vicino, guardando il bellissimo cielo stellato.

Clef quella sera riusciva a stento a prendere sonno...
Probabilmente quel bastardo voleva affabulare i Cavalieri Magici per rivolgerglieli  contro...
si non c'era altra spiegazione...
Così le avrebbe rispronate a combattere.



Aveva un freddo cane, nudo com'era, scalzo,e in una caverna umida.
Si sedette per terra, e aspettò...


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x Isa: aspetta di leggere i capitoli e vedrai... :P
Adesso... sperando che il rating sia giusto, ho lasciato conoscere in senso biblico Lantis e Luce, e questo nuovo misterioso personaggio è apparso.
Nel prox capitolo, cercheremo di dare una svolta alla storia.
  
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