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Autore: ellynami    23/09/2014    3 recensioni
“Ero-sennin, cosa fai quando vuoi sedurre una donna?”
“Beh… Io palperei un po’ subito eh, se vedo che lei è disponibile… eheheh, magari prima faccio il tipo sensibile e profondo, alle donne piace, che altrimenti ti prendono a ceffoni… e poi…” Naruto fu sicuro di vedere un rivolo di sangue colare dal naso dell’ero-sennin “… E poi… Beh… dipende da lei e da quanto sei stato bravo nel sedurla!”
“E se io avessi solo 3 giorni di tempo perché LEI sia mia?”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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3 Giorni per sedurre

PROLOGO: La Dichiarazione

PRESENTAZIONE:

“Ero-sennin, cosa fai quando vuoi sedurre una donna?”
“Beh… Io palperei un po’ subito eh, se vedo che lei è disponibile… eheheh, magari prima faccio il tipo sensibile e profondo, alle donne piace, che altrimenti ti prendono a ceffoni… e poi…” Naruto fu sicuro di vedere un rivolo di sangue colare dal naso dell’ero-sennin “… E poi… Beh… dipende da lei e da quanto sei stato bravo nel sedurla!”
“E se io avessi solo 3 giorni di tempo perché LEI sia mia?”



Era impazzito. Quel dobe era impazzito. Sasuke alzò il passo, colto da un improvviso scatto d'ira misto a esasperazione. Quel dobe aveva dato definitivamente di matto, concluse con forza Sasuke tra sé e sé.

Per poco non sbattè contro un pover'uomo che riuscì a malapena a schivarlo, ma lo ignorò. Aveva cose ben più importanti a cui pensare. Si precipitò nel piccolo quartiere ove, un tempo, viveva il piccolo clan Uchiha.

Periferica, schiva come coloro che vi avevano abitato, quella zona ora appariva desolante e deserta. Percorse il vittolo centrale con noncuranza, superando la casa dei suoi incubi. La casa della sua miserevole infanzia, ricordo della sua innocenza calpestata. Sasuke si fermò nel parco giochi lì vicino, costituito da poche giostre ormai usurate e corrose dal tempo. Si sedette sulla piccola altalena, malconcia ma resistente, dondolando lievemente, lo sguardo basso a contemplare il suolo sotto di sè.

Solitamente tornava lì per ricordarsi quanto male suo fratello gli avesse causato, per ritrovare la forza d'essere sempre il migliore e rincorrere così la sua agognata vendetta. Solitamente tornava lì per commemorare il suo lutto a suo modo, nel silenzio e nel lento cigolare di quell’altalena. Stavolta era solo… Per riflettere.
Quel giorno, non lo avrebbe mai dimenticato.

Naruto lo aveva trascinato come suo solito dall’Ichiraku Ramen, nonostante lui odiasse il ramen. E anche perché Naruto, quell’esaltato-senza-cervello, non gli concedeva nemmeno la grazia di scegliere qualcosa che non fosse il ramen che lui amava. Ossia un intruglio pastoso con tutte le schifezze possibili e immaginabili, mischiate in un cunnubio disgustoso.
Ogni volta, chiedeva anche per lui.
Senza fargli aprire bocca.
Ma quanto odiava Naruto Uzumaki, il dobe nato per scombussolargli l’esistenza? Quale diletto, nel trascinarmi nel mio ristorante più odiato, farmi mangiare schifezze e farmi ascoltare cose del tutto prive di alcun senso compiuto!

"Sasuke… Devo dirti una cosa."

Sasuke strizzò gli occhi al ricordo. Si sentiva un bambino; strizzando gli occhi, tentava di scacciare quel ricordo molesto. Voleva solo rimuovere quanto accaduto, e ritornare ignaro come mezz'ora prima. Ma non poteva dimenticare quanto detto. Le parole non possono cancellarsi, come su un semplice foglio bianco. In quest'ultimo caso puoi sempre cancellare ciò che è scritto, e di esso rimane soltanto un vago ricordo.
Per le parole è tutto TROPPO diverso.

Il suo tono era mutato. Dov’era finita l’idiozia e quell’allegria estrosa e immotivata che trasudava da ogni suo poro? Quasi fui spaventato da quel cambio d’atteggiamento, da quei suoi occhi colmi di decisione e, cosa più sconcertante, terribilmente SERIOSI.
"Non posso più ignorare ciò che provo."
"Ma di cosa stai parlando?"

Ripensò a come aveva reagito. Digrignò i denti, affondando la testa tra le mani. Neppure la sua reazione poteva essere dimenticata…

"Ti amo. Non posso più far finta di stare bene. Non posso fare più finta che tu per me sia soltanto il mio fratello mancato, il mio migliore amico… Io ti amo."

Calò freddo e tetro il silenzio.
Ero orripilato, costernato, una miscela di emozioni tali da togliermi il fiato. Naruto Uzumaki, il mio migliore amico, il mio peggior nemico, la mia anti-tesi… mi amava? Doveva essere uno scherzo. Uno stupido scherzo di quel baka. Non poteva essere null’altro. Fremetti d’apprima impercettibilmente, in un mix di paura e sgomento. E nel frattempo, i secondi sembravano passare e scorrere in una pesantezza raggelante. Feci la cosa più stupida e denigrante che potessi fare. Finsi di scoppiare a ridere. Mi indussi a forza quella risata, mentre osservavo il corpo di Naruto irrigidirsi e diventare come di pietra.

"Piantala stupido! Non casco a questi scherzi, non sono un bambino" sibilai con un moto d’ira a tal pensiero. L’avrei riempito di botte appena avesse ammesso fosse uno scherzo. Lo avrei ridotto uno straccio.

Cadde pietosamente il gelo. Non dimenticherò mai lo sguardo perso che Naruto mi rivolse. La paura mi serrò le viscere.
"Ok… Ho capito."
Era una vera dichiarazione. Rimasi immobile, mentre Naruto scappava via dall’Ichiraku. Ero ammutolito e rabbrividevo dall’orrore. Il freddo sembrava perforarmi le ossa, dovetti ammettere e interpretare quella profonda paura che mi attanagliava: avevo perso l’unica persona per la quale credevo valesse la pena salvare il Villaggio.

Era stato ignobile… Orribile. Più di quanto potesse credere. Ti sei superato, pensò tristemente. Il rapporto con Naruto non sarebbe più stato recuperabile, ora che lui aveva confessato e dopo che… Aveva reagito a quella maniera. Ma per un interminabile minuto di speranza, aveva creduto davvero fosse uno scherzo. Eppure, lui sapeva perfettamente che Naruto non era abile nel mentire. Scoppiava a ridere una volta si e l'altra pure.
Non aveva potuto fare a meno che crederci. O meglio, desiderarlo con tutto sé stesso…
Sasuke stette lì, in silenzio, a dondolare su quell'altalena, pensando che Naruto fosse sempre stato l'unico a poterlo salvare dal suo destino di morte. Forse ci aveva anche creduto.
Ora rimanevano solo lui e la sua vendetta. Soli.



Sasuke si svegliò di malumore, quel mattino. La luce che filtrava dallo spiraglio della finestra colpiva deciso il suo sguardo assonnato, bruciandogli fastidiosamente gli occhi e decretando così il suo risveglio. Cercò di ignorare i suoi stessi pensieri sul giorno prima. Essi lo colpivano e lo tormentavano dal giorno precedente, e avevano anche scombussolato il suo sonno.
Immagini di Naruto che piangeva o che si andava a buttare da qualche ponte lo avevano perseguitato tutta la notte. Al risvegliò, gli parve tutto piuttosto buffo.

Cominciò a svestirsi sospirando, sfilandosi la maglia del suo pigiama bianco. Così fece anche col pantalone, rimanendo in boxer. Si diresse nel bagno e aprì l'acqua della vasca, facendola scorrere. Aveva solo bisogno di affondare in quell'acqua bollente e magari affogarci dentro i suoi dispiaceri…
Sentì la finestra di scatto aprirsi, sbattendo rumorosamente contro il muro. Si girò e corse a chiuderla prima che si rompesse. Trovava fosse in precarie condizione.

Non gli pareva si fosse alzato troppo vento, ma non gli sembrò importante. Gettò un'occhiata distratta alla stanza.
Piccola, spoglia e con lo stretto necessario. La sua casa ideale, insomma. Chiuse l'acqua e la vasca era completamente piena, con le piccole bollicine galleggianti sulla superficie. Si sfilò infine i boxer, gettandoli al suolo, sentendo la porta dietro di sé cigolare.
Entrò nella vasca, affondandovi dentro con piacere, mentre l'acqua calda lo circondava. Un senso di immediato benessere lo pervase, e la tranquillità e la freddezza calò nella sua mente, facendolo risentire finalmente sé stesso. Chiuse gli occhi, lasciandosi andare. Sentì l'acqua sciaguattare ed aprì di scatto gli occhi.

"Sasuke… Ti vedo un tantino nervoso."

Naruto lo fissava gelido. Nella vasca, con lui, a giocare con delle bollicine. Come… Cosa sta succedendo?, si chiese scioccato. Sono io quello scaltro… Come ha fatto ad entrare senza che me ne accorgessi?

"Sono entrato dalla finestra, ma tu eri troppo sovrappensiero per vedermi." Naruto parve leggergli nella mente. Da quando era tanto perspicace? Con noncuranza, Naruto mosse i piedi in vicinanza di un luogo ben definito tra le sue gambe.

"Cos… Cosa fai?!" grugnì Sasuke, mentre un senso di panico e imbarazzo lo coglieva impreparato. Quell'acqua forse era un po' troppo calda... "Nulla, sei tu che sei un pervertito." Esclamò freddo.

Calò il silenzio.

"Perché mi parli così?..." Per quanto assurdo fosse, Sasuke non pensò di chiedergli il perché e il per come egli fosse giunto nella sua vasca e si stesse allegramente trastullando tra le sue bollicine, completamente nudo. Ma pensò al loro rapporto, quell’amicizia-inimicizia che li aveva sempre caratterizzati.

"Mi hai rifiutato palesemente. Come credi che reagisca?"

"Ma…" Sasuke deglutì. Era quasi… imbarazzante da dire. Si sentiva come quelle ragazzine che tentavano alla bell’e meglio di salvaguardare un rapporto di amicizia ormai irrevocabilmente distrutto. A Konoha sembrava andare di moda… "Resteremo sempre buoni amici…"

"Buoni amici…" bisbigliò lentamente Naruto, giochicchiando con una bolla nel suo palmo, con apparente calma. Ma i suoi occhi mandavano lampi rossi che non promettevano bene. Addirittura la volpe, dentro di lui, si stava dibattendo.

"Stai parlando sul serio, bastardo?" sbottò furibondo Naruto
"Non parlarmi così stupido bamboccio." Mai. Insultare. Sasuke. Uchiha.
"Io sono quello stupido? Sei tu quello che ha rifiutato un ragazzo bello come me. E sexy."
Sasuke lo fissò per qualche istante, poi scoppiò a ridere.

"Ahahah, se tu sei sexy, io sono un pornodivo!" sghignazzò lui.
"Io ero serio… Posso sedurre tutti con il mio sex-appeal… perfino un algido idiota come te!"
"Ma sta’ zitto…" sghignazzò Sasuke. Fino ad allora, l’unico che era stato sedotto, era proprio quel sexy ragazzino biondo dinanzi a lui.

Vide un biondo furioso saltargli addosso, con in mano un nascente Rasengan, ma lo bloccò appena prima, trattenendogli il braccio. Ma che cosa credeva di fare, quell’usuratonkachi?!

"Io… Ti farò cadere ai miei piedi in 3 giorni!"
Sasuke rise, non potendo farne a meno, mentre Naruto di scatto s'alzava, completamente ricoperto di schiuma. Era ridicolo.

"3 giorni, e ti pentirai di non avermi detto sì!"

Arrabbiato, prese con forza dal pavimento la sua amata tuta arancione e fuggì via. Sasuke per un attimo si chiese se Naruto potesse essere davvero un pericolo per la sua sanità mentale, ma infine si convinse con un sorrisetto che non sarebbe stato per nulla un problema.

  
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