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Autore: Vanisher    23/09/2014    7 recensioni
"- Ma tu sei mai stato innamorato, Ryuzaki? - la domanda mi esce spontanea, mentre mi appoggio con entrambe le mani allo schienale della sedia su cui è seduto.
L rimane impassibile mentre si volta a guardarmi - Le probabilità che io mi innamorassi, fino a poco fa, erano davvero scarse ... diciamo attorno al 25% o anche più basse, attorno al 19%. E poi innamorarmi non è mai rientrato nelle mie priorità ... e nei miei bisogni -
- Fino a poco fa? - sono così vicina al suo viso che sento il suo respiro sulle guance, le mie labbra per poco non sfiorano le sue - Vuoi dire che ...? -
- In questo periodo le probabilità sono aumentate in modo quasi surreale. Non mi era mai successo prima d'ora e premetto che la cosa è alquanto ... sorprendente. Diciamo ... diciamo che le probabilità sfiorano il 65%Ma se mi stai così vicina ... - le sue labbra toccano le mie - Le probabilità non faticano a sfiorare l'85% -"
Lui, il più grande detective del mondo incaricato di risolvere il caso Kira.
Lei, investigatrice in incognito incaricata di scoprire l'identità di L.
Lui, non conosce cosa sia l'amore.
Lei, ha archiviato quel sentimento da tanto tempo.
Lui, un passato misterioso.
Lei, lo scoprirà.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 37
" IL MIO L



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



- No -
Non voglio crederci. La mia mano si abbassa di colpo, cadendo rumorosamente sul materasso sotto di me. Il mio sguardo diventa vitreo e non riesco più a vedere le iridi color ghiaccio di Mello, sebbene lo stia guardando non riesco a vederlo veramente.
Soichiro Yagami è morto. Non esiste più, chissà da quanto tempo. Mentre ero in coma lui era ancora vivo? Forse si, forse no. Ma che importanza ha, adesso che lui non è più qui, adesso che ci ha lasciati?
- Quando? - la mia voce è un sussurro impercettibile.
- Quando lui e i suoi sbirri hanno fatto irruzione nella base, pensavano di aver ucciso tutti i miei gorilla. I suoi sbirri hanno cominciato a perquisire la base, lui è venuto a cercarci nella sala monitor e ... sai quello che è accaduto dopo. Dopo che Matt ti ha sparato, abbiamo cercato di svegliarti. Gli sbirri stavano per arrestarmi, e allora come ultima arma di fuga ... - bloccandosi di colpo, Mello si indica con un dito la cicatrice che deturpa il suo bel viso.
- Ma non è servito a niente - continua Matt - Gli sbirri ci hanno catturati lo stesso. Stavamo abbandonando la base ormai distrutta, quando un proiettile ha trapassato il petto di Yagami. Roy era ancora vivo. Era riuscito a scappare agli sbirri di Yagami, e nemmeno l'esplosione l'ha ucciso. Pensava di fare un favore a me e a Mello uccidendo Yagami, ma uno degli sbirri gli ha sparato e punto. Il proiettile ha trapassato il polmone, bucandolo. Non c'è stato nulla da fare -
Solo quando Matt ha finito il racconto, mi accorgo di stare piangendo. Mi tasto il viso con una mano, è bagnato. Le lacrime mi inumidiscono il viso, cominciando a scendere veloci e copiose, mentre sbatto ripetutamente le palpebre per bloccarle o per spingerle tutte giù. Soffoco un singhiozzo, portandomi le mani alla bocca e chiudendo gli occhi mentre comincio a singhiozzare senza sosta. Soichiro Yagami è morto. Mi sono presa una pallottola in testa per lui, per salvarlo, per farlo vivere, invece è morto lo stesso. Sono andata in coma per settimane intere. Pensavo di essere riuscita a salvarlo. Invece no.
Una mano mi accarezza ripetutamente una coscia - Dolcezza, ascolta ... - Matt cerca di confortarmi, di consolarmi mentre mi accarezza una coscia con lentezza.
- Io ho cercato di salvarlo - mormoro, tra i singhiozzi, ignorando Matt - Pensavo di averlo salvato prendendomi quello sparo al posto suo, pensavo di aver fatto un sacrificio vano, e invece ... -
- Non è colpa tua - Mello si siede su una sedia accanto al mio letto, la stessa in cui era seduto L al momento del mio primo risveglio qui - Hai fatto eccome un sacrificio, cazzo, sei persino andata in coma al posto suo -
- Light ... - mormoro, aprendo gli occhi quasi di scatto. Chissà come si sentirà adesso Light, chissà come si sentirà ad aver perso per sempre il padre. Chissà se avrà pianto, se avrà urlato. Mi dispiace di non essere stata con lui per aiutarlo, confortarlo, come stanno facendo Matt e Mello con me in questo momento.
Matt guarda Mello con aria interrogativa, e il biondo risponde senza nemmeno guardarlo - E' il figlio di Yagami - gli spiega, mentre il rosso annuisce semplicemente e si infila nuovamente gli occhialini arancioni sulla testa.
Lascio cadere le mani in grembo, lo sguardo perso nel vuoto. Mi asciugo velocemente le lacrime con una mano, quando Matt mi porge un fazzoletto bianco di stoffa, sorridendomi debolmente. Cerco di ricambiare il sorriso, ma mi esce solo una smorfia stanca e addolorata, mentre afferro debolmente il fazzoletto e mi tampono la faccia. 
- L dov'è? - chiedo.
- Nella sua solita postazione, credo - mormora Mello. Faccio per posare un piede a terra e scendere dal letto, pronta ad incontrare L dopo settimane e settimane, ma Mello mi blocca, fulminandomi come se stessi cercando di rubargli la cioccolata - Dove pensi di andare? -
- A farmi una doccia, prima di tutto - rispondo - E trovarmi un qualcosa di più comodo da mettermi. Poi vado da L e mi faccio raccontare cosa mi sono persa durante le settimane di sonno che mi sono fatta -
- Non pensarci nemmeno - mi blocca Mello - Adesso rimani qui e facciamo chiamare Watari in modo che possa guardarti e decidere se puoi alzarti o meno, capito? -
Sbuffo sonoramente, mentre il biondo mi costringe a sedermi sul letto - Sto bene - incrocio le gambe e poggio le mani sulle ginocchia - Ascolta, ho dormito per troppo tempo e adesso tutto ciò che voglio e muovermi un po' e tornare a lavorare - Mello sta per ribattere ancora, ma io alzo una mano per bloccare le sue parole - Ho davvero bisogno di una doccia, Mello, mi sento puzzolente come una puzzola che vive in una fogna newyorchese. Se vuoi, puoi aspettare in camera mia, tanto ho il bagno in camera. Così, nel caso ho bisogno, ti chiamo. Okay? -
Mello sembra rifletterci sopra. Alla fine si alza dalla sedia e mi apre la porta, indicandomi il corridoio con un gesto impaziente e facendomi sorridere, mentre balzo giù dal letto - Basta che fai in fretta -



* * *



Adesso mi sento finalmente pulita. Sono stata una buona mezz'ora sotto la doccia, mi sono lavata con cura il corpo e i capelli, adesso profumo interamente di menta piperita e cocco. Mi sono infilata un pantalone nero da ginnastica di cui non ricordavo l'esistenza e una maglietta dello stesso colore, a maniche lunghe e con lo scollo a V che mette leggermente a risalto il mio seno proporzionato. Mi passo una mano tra i capelli corti e ancora umidi, spostandoli e fissandoli all'indietro per non farli ricadere sulla fronte. Accenno un debole sorriso mentre osservo il mio riflesso nello specchio del bagno, sistemandomi la maglietta e i pantaloni morbidi che mi permettono di compiere molti più movimenti rispetto ai miei soliti jeans scoloriti. Sembro quasi in pigiama, ma sinceramente adesso l'ultima mia preoccupazione è quella di sembrare alla moda.
Mi ero portata un paio di calzini da mettermi, ma non credo li metterò. Voglio camminare a piedi nudi, sentire il contatto col freddo pavimento lucido, sentire il piede aderire alla superficie dura. E' come se il coma mi avesse dato una sensazione di insensibilità fisica, come se il mio corpo non fosse più in grado di sentire il caldo o il freddo, il pungente, il morbido. Anche solo sentire i miei piedi strusciare sul pavimento pulito, sentire che il mio piede percepisce il fresco, per me è una grande conquista.
Esco dal bagno e Matt e Mello mi aspettano nella mia camera. Il biondo è stravaccato sul mio letto, mangiucchiandosi una tavoletta di cioccolata fondente che prima nascondeva nella tasca del pantaloni di pelle, lo sguardo perso sul soffitto e la mente altrove. Matt è seduto per terra a gambe incrociate, ed ha estratto la sua amata PSP che emette una musica di sottofondo snervante ma incalzante. Chissà a cosa sta giocando, sembra davvero concentrato mentre il suo corpo oscilla frequentemente a destra e a sinistra, avanti e indietro.
Appena metto piede nella stanza, smettono di fare quello che stavano facendo. Entrambi alzano gli occhi su di me, mentre io mi richiudo la porta del bagno alle spalle. Mello rimane con un quadrato di cioccolata in bocca in equilibrio tra i denti, Matt alza di scatto gli occhi dalla PSP e dopo qualche secondo la musica di sottofondo cessa, segno che è morto e quindi dovrà ricominciare il livello daccapo. Io sorrido rassicurante, allargando le braccia come per mostrarmi mentre faccio una giravolta in modo che possano vedermi.
- Come vedete non sono mai stata meglio! - sorrido.
Matt scuote la testa, mentre un sorriso esasperato si forma sulle sue labbra e riavvia il livello del suo videogioco, riprendendo ad oscillare in tutte le direzioni possibili e immaginabili. Mello alza gli occhi al cielo, mentre ingoia il quadretto di cioccolata che aveva staccato. 
- Bene, adesso mettiti a riposare - dice Mello, alzandosi dal mio letto.
- Non ci penso proprio, ho riposato abbastanza -
- E allora cosa vuoi fare? -
Mi mordo il labbro inferiore, abbassando gli occhi e pensando alla proposta che vorrei fare a Mello. Voglio L. Voglio abbracciarlo, baciarlo, parlargli, accarezzarlo. E' passato troppo tempo dall'ultima volta che l'ho visto. Comincio a strofinare il piede destro nudo su quello sinistro, quel gesto mi ricorda terribilmente L e solo pensarci mi fa sorridere. Alzo coraggiosamente gli occhi, mentre Mello attende che io dica qualcosa - Voglio andare da L -
- Da L? - ripete, alzando un sopracciglio con fare scettico.
- Non dovresti rimetterti a lavorare così presto, ti sei svegliata da solo due ore - mormora Matt, concentrato sul gioco e scattando in piedi con un balzo, mentre il suo busto si china in avanti. Riesco a scorgere qualche immagine del videogioco a cui sta giocando con la PSP. Un gioco di macchine da corsa, la sua è una bellissima macchina stretta e rosso fuoco. 
- Sto bene - ripeto, forse per la millesima volta nella giornata - Voglio solo vederlo, non cominciare a lavorare -
- Gli chiederai novità sul caso Kira - indovina Matt.
- Perché non dovrei? -
- Perché accumuleresti soltanto stress, ed è l'ultima cosa che ti serve - Mello indietreggia fino a posarsi con la schiena sulla superficie dura della porta della stanza, infilandosi le mani nelle tasche troppo strette dei pantaloni di pelle.
Sbuffo sonoramente, guardandolo - Statemi bene a sentire. Apprezzo il fatto che vogliate che io rimanga rilassata e tranquilla per evitare di cadere in un altro eventuale coma, ma il caso Kira è il caso più importante ed estremamente difficile che abbia mai risolto. Ci tengo ad essere di qualche aiuto per arrivare alla conclusione. Anzi, ci tengo a risolverlo, anche da sola. E' il mio lavoro, è ciò per cui sono stata addestrata alla Wammy's House. Quindi, fatemi la cortesia, non cercate di impedirmi di farlo. Okay? - il mio sguardo si sposta dal biondo al rosso mentre parlo.
Matt spegne con un gesto secco la PSP, e i suoi occhi verdi si fermano su di me. Gli occhi di ghiaccio di Mello fanno lo stesso. Tutta quell'attenzione mi mette soggezione, non mi piace essere osservata, non in quel modo. Passano numerosi secondi in cui nessuno si decide a parlare, ma i pensieri parlano anche troppo. Infastidita dalla situazione, faccio cenno con la testa a Mello di levarsi dalla porta, in modo da poter uscire. Mello, strano ma vero, obbedisce, spostandosi di lato. Senza dire una parola, esco dalla stanza.
E' davvero una strana sensazione ripercorrere questi corridoi. Nonostante sia stata in coma per quattro settimane o poco più, nonostante sia stata a Los Angeles qualche settimana, mi ricordo alla perfezione ogni corridoio da percorrere, ogni rampa di scala da scendere o salire per arrivare ovunque io voglia. I miei piedi accarezzano il marmo freddo, le piastrelle pulite, il legno ruvido a seconda dei corridoi che percorro, strusciandoci sopra per una frazione di secondi prima di fare ogni passo. E' un sollievo essere a casa, è un sollievo essere sveglia. Essere viva. Aspiro l'aria di casa, non mi sono mai sentita così al sicuro come adesso.
Indugio, prima di entrare nella stanza principale dell'edificio, quella piena di monitor e di computer, quella dov'è avvenuto la rissa tra Light e L, quella dove L mi ha confessato di essersi innamorato di me, quella dove Near ha svelato a tutti il mio passato, quella dove per la prima volta dopo anni ho risentito la voce di Mello. Mi sporgo appena per controllare cosa stia succedendo al suo interno. Niente di nuovo, ma rivedere dei volti così conosciuti mi fa venire un tuffo al cuore. Matsuda e Aizawa stanno lavorando su due computer separati, le teste chine sulle tastiere e gli sguardi concentrati mentre fissano il monitor luminoso. Anche Light è seduto a un computer, il suo polso è stato nuovamente avvolto dalla manetta lucida. Sebbene siano passate settimane dall'ultima volta che l'ho visto, riesco a notare dei cambiamenti in lui. Prima che io partissi, la sua postura era molto rilassata e tranquilla, mentre adesso è rigida e fin troppo composta. E' così ... freddo, distaccato, serio. Lui non è Light. Cosa gli è successo? Accanto a lui ... c'è proprio la persona che stavo cercando.
Rannicchiato sulla sua sedia girevole in quella posizione che inizialmente è parsa strana mentre adesso è più che normale, i capelli neri e sottili che vanno in tutte le direzioni, spettinati e disordinati come non mai. La schiena curva, la solita maglietta bianca e i soliti pantaloni blu, il suo polso sinistro avvolto nell'altra parte della manetta.
Avanzo lentamente nella stanza, cercando di non fare rumore. Mi fermo a qualche metro di distanza dalla sedia di L, infilandomi le mani in tasca e aspettando che si renda conto della mia presenza. Passano numerosi secondi in cui fisso la sua schiena snella, prima che L smetta di digitare velocemente con le dita bianche e affusolate sulla tastiera del suo computer. Lo vedo portarsi un libro al viso, probabilmente alle labbra.
- Chiunque tu sia, potresti chiedere gentilmente a Watari di portarmi una fetta di torta alle fragole? - la sua voce neutrale mi fa quasi salire le lacrime e mi fa sorridere allo stesso tempo, è incredibile quanto mi sia mancato L.
Sospiro - Mi sono svegliata da appena qualche ora e già mi tratti come se fossi la tua cameriera personale, Ryuzaki? -
Matsuda e Aizawa si voltano contemporaneamente, sbalorditi e increduli allo stesso tempo. Anche Light si volta a guardarmi qualche istante dopo, purtroppo constato che anche l'espressione solitamente brillante e amichevole è cambiata. Adesso c'è un'espressione indescrivibile, ma che mi mette i brividi. Che sia stata la morte del padre a cambiarlo così tanto? Il suo viso è calcolatorio, freddo. Non è lui.
E per ultimo, si volta L. Il mio L. Si volta lentamente, come se temesse che qualcuno gli stesse facendo qualche scherzo. E quando i suoi occhi scuri e uniformi come il mare incontrano i miei color fango, lo vedo strabuzzare gli occhi, un misto tra incredulità e felicità. Lo vedo schiudere la bocca, pronunciare sotto voce il mio nome, il mio vero nome. Detto da lui suona così bene.
- Non posso crederci - sussurra il detective, alzandosi in piedi.
- Lena, sei sveglia! - esclama Matsuda, mostrando un sorriso così ampio da far paura.
- Quando ti sei svegliata? - mi chiede Aizawa.
- Credo una o due ore fa - rispondo, alzando le spalle con indifferenza.
- Grazie al cielo sei viva, Lena - mi sorride Light. Anche il suo sorriso è diverso, non è più aperto come prima, adesso è solo una striscia appena curva, forzata. Mi spaventa. E' come se un demone si fosse impossessato di lui, come se fosse posseduto da qualcuno di malvagio.
Annuisco, non riesco a dire nulla. Guardo L, cercando di trattenere il panico - So che probabilmente sarai molto indaffarato con le indagini, ma ho un urgente bisogno di parlarti - dico - In privato, possibilmente -
 


Angolo dell'autrice : Bene, è da molto che non aggiorno ... che volete farci, il liceo è complicato e in più faccio nuoto, teatro e la ginnastica correttiva per la schiena. Quindi mi rimane appena il tempo per respirare, leggere le vostre meravigliose recensioni ( 170 *.* ) e informarmi per quanto riguarda un anime di nome Psycho Pass che mi intriga parecchio. Sono alla ricerca degli episodi in italiano, quindi se qualcuno di voi ne sa qualcosa o magari conosce l'anime, può contattarmi e sclerale allegramente con me XD Detto questo, grazie mille come sempre per la pazienza, siete davvero dei santi! Non ho mai raggiunto 170 recensioni e sono emozionata. Ce la faccio a raggiungere il 200? Se riesco a raggiungerle giuro che vi coinvolgerò tutti in un progetto che ho in mente e che sto elaborando, naturalmente su Death Note XD
Bacioni e grazie,
Hope








   
 
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