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Autore: Greeneyes74    23/09/2014    4 recensioni
Sam e Dean sono appena tornati da una caccia. Niente di speciale, un caso risolto in un paio di giorni e una strega in meno. Stavolta però, una volta tornati al bunker, avranno un brusco risveglio, con una sorpresa molto particolare per uno dei due fratelli.
Una storia leggera ambientata nell’ottava stagione, prima che le cose prendessero la brutta piega che sappiamo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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Passarono un paio di giorni, ma non avevano fatto nessun progresso. I libri da consultare erano davvero tanti e Dean non era di grande aiuto.
La terza sera Dean disse a Sam, “Sammy, ho bisogno di uscire un po’ da qui. Andiamo a prenderci una birra da qualche parte”.
“Sei sicuro di voler uscire? Nel tuo… stato?”, gli rispose Sam un po’ preoccupato.
“Quale stato? Non sono mica incinta. Dai, andiamo, per oggi abbiamo letto abbastanza. Quando questa storia sarà finita non aprirò più un libro per qualche mese”.
Sam non era molto convinto, ma acconsentì. Aveva le scatole piene dei piagnistei di Dean per quel giorno.
Presero l’Impala e andarono in un bar ad una decina di chilometri di distanza. Stranamente Dean non aveva voglia di guidare e lasciò che lo facesse Sam, senza neanche fare commenti sul suo stile di guida, come faceva quelle rare volte che gli cedeva il volante.
Sam pensò che non era un buon segno.
Quando arrivarono Sam parcheggiò e prima di scendere disse al fratello, “Dean, per favore cerca di non dare spettacolo. E prova a comportarti come una donna”.
Dean lo guardò con aria confusa.
“Che vuoi dire, fratellino?”
“Voglio dire che uno scaricatore di porto è più femminile di te. Prova a muoverti e a parlare con un po’ più di grazia”.
“Vuoi dire come te?”, rispose sarcastico.
“Ah ah. Molto divertente. Sai che ti dico. Fai come vuoi. La figura di merda la farai tu, non io”.
“Sai quanto me ne importa. Ho altri problemi al momento. Come trovare il modo di tornare ad essere me stesso”.
Detto questo Dean scese dalla macchina e si diresse verso il locale, arrabbiato, senza aspettare il fratello.
Sam lo seguì dopo un paio di minuti e lo trovò seduto al bancone del bar. Si sedette accanto a lui e notò che stava fissando insistentemente la barista, indubbiamente una bellezza.
Gli diede una gomitata sul fianco e disse, “Dean, smettila!”.
“Ahi, ma che vuoi? Cosa sto facendo di male?”, gli rispose con aria ingenua.
“Stai spogliando la barista con gli occhi. Ti sei dimenticato che sei una donna?”, gli chiese Sam, cercando di non farsi sentire da nessuno.
“Non sono una donna. Sono sempre io, intrappolato in un corpo di donna”.
“Si, come ti pare. Però smettila lo stesso. Finché rimarrai così cerca di soffocare i tuoi istinti”, gli disse Sam in tono brusco.
“Come se fosse una cosa facile”, rispose Dean, girandosi di nuovo verso la barista e facendole cenno di venire lì.
“Cosa vi porto ragazzi?”, chiese la donna in maniera gentile.
“Un Whiskey e una birra per me. Un’aranciata per lui”, le disse Dean, con un sorrisino beffardo.
Sam lo guardò di traverso e disse alla barista, “No, una birra anche per me, per favore”.
“Ok, arrivano subito”. La ragazza si girò e andò a prendere quello che le avevano chiesto, mentre Dean le guardava il sedere.
Non c’era molta gente nel locale, che a dire il vero non era un granché. Era piuttosto vecchio, tutto in legno, con una ventina di tavoli e un jukebox in un angolo. Alle pareti erano appese foto di moto Harley Davidson.
Sul lato opposto al bancone del bar c’era un biliardo e in quel momento non stava giocando nessuno.
Dean lo indicò al fratello e gli disse, “Che ne dici di una partita? E’ una vita che non giochiamo”.
“Veramente non ho molta voglia Dean. Magari un’altra volta”, rispose il fratello.
“Sei proprio palloso Sam”.
Dean finì la birra e si alzò, dirigendosi verso il biliardo.
C’erano dei motociclisti seduti ai tavoli lì vicino. Dean li guardò e disse “Chi ha voglia di fare una partita? Scommettiamo duecento dollari?”
Alcuni fecero qualche commento non proprio gentile, poi uno di loro  si alzò e rispose, “Ok bambolina, facciamoci questa partita”.
Era un uomo di una quarantina d’anni, non molto alto ma robusto, calvo e con la barba, vestito di pelle nera con le braccia coperte di tatuaggi.
Sam aveva osservato la scena dal bancone e pensò, preoccupato, che probabilmente Dean si sarebbe messo nei guai. Quella non era una compagnia adatta ad un donna.
Iniziarono a giocare e con sua enorme soddisfazione Dean constatò che le sue doti di giocatore erano rimaste intatte.
Finirono la partita in poco più di dieci minuti e tra un tiro e l’altro si scolò un'altra birra e un paio di tequile che gli avevano offerto i motociclisti che si stavano divertendo un mondo a guardalo giocare.
Vinse senza sforzo e l’uomo, un po’ contrariato, propose la rivincita, stavolta scommettendo il doppio. Dean ovviamente accettò con entusiasmo, anche se cominciava a sentirsi un po’ brillo.
Quel tizio l’avrebbe pagata per averlo chiamato bambolina.
Sam a quel punto si avvicinò, temendo che la cosa prendesse una brutta piega, e disse, “Diana, si sta facendo tardi, che ne dici di andare?”
Il motociclista guardò Sam con aria indispettita dicendogli in maniera brusca, “Ehi amico, lei mi deve una rivincita. Vedi di farti gli affari tuoi”.
Sam stava per rispondergli a tono ma Dean si intromise.
“E’ tutto ok, Sam. Gioco questa partita e andiamo”.
Il fratello acconsentì malvolentieri e tornò a sedersi al bancone, sempre più convinto che le cose sarebbero finite male.
Dean vinse anche la seconda partita a mani basse, nonostante avesse iniziato a sentirsi poco bene, con il sottofondo dei commenti sarcastici dei motociclisti nei confronti del loro amico, che si era fatto stracciare da una donna.
“Va bene bellezza, mi arrendo. Vieni a prendere i tuoi soldi”, disse l’uomo, agitando le banconote con la mano.
“Dean si avvicinò ma quando fu a pochi centimetri l’uomo lo attirò a se in maniera brusca e gli disse, “Prima però dammi un bacio, dolcezza”.
“Lasciami scimmione”, gli urlò Dean divincolandosi, senza riuscire a liberarsi dalla stretta.
“Su piccola, non fare tanto la difficile. Non voglio farti del male”, continuava ad insistere l’uomo.
A quel punto Dean, avendo capito che quell’energumeno era molto più forte di lui, fece l’unica cosa che gli era venuta in mente.
Gli diede una testata sul viso con tutta la forza che aveva.
L’uomo lo mollò immediatamente urlando per il dolore.
“Brutta stronza, mi hai rotto il naso”, gli gridò contro, mentre il sangue cominciava a colargli sulla maglietta.
Poi, in preda alla rabbia, gli diede uno schiaffo così forte da far volare Dean contro il muro.
A quel punto Sam, che era andato in bagno e non aveva assistito alla scena dall’inizio, si precipitò verso l’uomo e lo stese con due pugni.
Vide che gli altri motociclisti, nel frattempo, si erano alzati e si dirigevano verso di lui con aria minacciosa.
Allora Sam tirò fuori la pistola e la puntò contro di loro.
“Rimanete dove siete”, gridò e prese Dean per un braccio. 
Lo trascinò verso l’uscita, mentre i motociclisti li guardavano rabbiosi, senza osare avanzare.

   
 
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