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Autore: So di essere un disastro    23/09/2014    6 recensioni
Pov Laura "Cambiano molte cose in sei anni."
Senza accorgermene enfatizzai notevolmente il termine 'sei' e lui sembrò incupirsi.
Lui aveva chiuso l'accesso alla sua vita sei anni fa e io ero riuscita a dimenticare la strada per il suo cuore. Una o due parole dolci non mi avrebbero aiutato a ritrovarla.
Pov Ross
Le lacrime mi colmarono gli occhi e si confonderono con la pioggia che cadeva incessantemente dal cielo.
"Ti prego Laura. Dimmi quello che devo fare. Ho sbagliato, sono stato un cretino lo so. Ma,cazzo, io ti amo più di ogni altra cosa." Qualcosa cambiò lentamente nei suoi occhi.
"So che ti meriti di meglio ma so anche che non saprei come fare se tu te ne andassi." mi avvicinai a lei "Ormai fai parte della mia vita e non voglio assolutamente che tu te ne vada."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- E com’è?… Il mare, com’è?
Sorride, Elisewin.
- Bellissimo.
- E poi?
Non smette di sorridere, Elisewin.
- A un certo punto, finisce
.”
 
Capitolo 5
 
Fissavo la parete azzurra del mio salotto. La televisione emetteva voci, io non le comprendevo. Trovavo più interessante quell'azzurro intenso che incorniciava immensamente quella piccola scatola luminosa. Strattonai le maniche del maglione e le strinsi tra le mani.
L'odore di lavanda mi pervase e sussultai leggermente. Ricordai i fiori viola che lei metteva sempre sul centrotavola a primavera.
"Rallegrano l'ambiente" diceva.
Di allegro non mi restava niente, solo quel quasi impercettibile profumo di lavanda.
Una lacrima mi rigò la guancia arrossata, il mio stomaco si rimpicciolì e percepii un piccolo tuffo al cuore. Mi sentivo sola. Avevo bisogno di parole vere, di frasi sincere. Avevo bisogno di persone.
Il telefono squillò. Una,due,tre volte. Probabilmente era Ty. Non risposi.
Silenzio. Il telefono riprese a squillare a intermittenza con singolare insistenza.
Non guardai il numero sullo schermo e mi portai subito il cellulare all'orecchio.
"Pronto?"
"Laura?" Riconobbi subito la voce.
Non parlai.
"Laura...ci sei?Sono Ross."
Sospirai, probabilmente lui mi sentí perché continuò a parlare.
"Non vieni a scuola da giorni e quindi ho pensato che fosse necessario accertarmi che stessi bene"
Scaldai la voce e sussurrai una risposta che uscì roca dalle mie labbra.
"Si sto bene"
"Sicura?" 
"Si"
Ci fu un breve silenzio, non un silenzio imbarazzante, un silenzio interessante, io ascoltavo i suoi sospiri e lui i miei.
"Ti vengo a prendere alle otto" disse sicuro.
"Non ho voglia di studiare storia oggi" risposi in fretta.
"Non è necessario" 
"Infatti, quindi ciao".
Chiusi la conversazione.
Mi sentivo estremamente acida in quel momento e convivere con quella parte di me era sempre stata un'ardua impresa  ma di attimi ne avevo vissuti innumerevoli e quello sicuramente era solamente un attimo di passaggio. Mi dispiaceva per Ross, certamente. Ma forse avrebbe capito e ,comunque, saremmo stati quasi pari. Anche lui aveva commesso errori,giusto?
 
 
 
********************
 
 
Un rumore secco in lontananza si avvicinava sempre di più, le mie palpebre si sollevarono istintivamente e appoggiai una mano sul morbido cuscino del divano. Il secco rumore proveniva dalla porta dell'appartamento e il dubbio su chi potesse trovravisi dietro mi sorse in pochi istanti. Barcollai sul pavimento e annaspai fino alla porta cercando di ricordare ciò che accadde prima di quel sonno profondo sul divano del salotto.
Non osservai dallo spioncino ma aprii subito la porta, logorata dall'estrema curiosità. La prima cosa a cui pensai quando vidi quella chioma bionda davanti ai miei occhi fu lo stato quasi barbarico nel quale ero ridotta.
I miei capelli erano raccolti disordinatamente, il viso era probabilmente stanco e struccato e un vecchio maglione blu della taglia sbagliata cadeva uniformemente sul mio esile corpo, coprendo tutte le curve che potevano essere definite "sexy" da un ragazzo.
Mi portai una mano dietro la nuca e mentre lui aprì bocca altre mille domande mi invasero la mente.
"Laura!"esclamò con fare allegro.
"Che cosa...che cosa ci fai qui?" 
Improvvisamente i ricordi di quella telefonata mi riaffiorano alla memoria,uno a uno.
"Sono le otto" 
"Lo so" affermai.
"Andiamo?" Ross si spostò dalla porta e fece spazio per permettermi di uscire.
"Io non posso venire" feci una pausa, cercai le parole più convincenti del mio repertorio, "...non ho i vestiti adatti, sono un mostro."
Lui mi squadrò dalla testa ai piedi, la stessa espressione impassibile sul viso.
"Sei bellissima, andiamo"
Mi prese per la mano e mi trascinò fuori dal pianerottolo.
 
"Mi sembrava di averti detto che non volevo uscire, prima, al telefono." dissi una volta arrivati sulla strada.
"Ah hai detto questo?" Il suo sorriso si allargò sempre di più mentre si avvicinava a me.
"Sì...lasciamo perdere"
L'aria di novembre era decisamente più rarefatta e fredda, mi sentivo un bambino di cinque anni, esile e debole.
Camminammo per circa dieci metri nel più totale silenzio.
"Dove stiamo andando?" domandai ad un certo punto.
"Da Mal, il re della carne"
"Sono vegetariana"
Ross rise, 
"Lo so, infatti opteremo per dei tacos vegetariani."
Fremevo dalla voglia di sapere come fosse venuto a saperlo ma mi trattenni, era un ragazzo enigmatico lui, non mi sembrava opportuno approfondire ulteriormente.
 
Quando la cameriera si allontanò dal nostro tavolo io mi sistemai a gambe incrociate sul divanetto rosso e appoggiai le mani sul tavolo,probabilmente non parevo molto sexy ma il mio LOOK trasandato compiva già metà del lavoro.
Ross mi guardò negli occhi con uno dei suoi migliori sguardi e un brivido mi pervase.
"Stai bene?" domandò.
"Si" risposi, "me lo hai già chiesto  oggi" aggiunsi.
"So che mi hai mentito, Laura e te lo chiederò,finchè non mi dirai la verità."
Aveva ragione, non stavo bene. Non mi sembrava giusto però raccontare a lui, come stavo.
Eravamo amici okay, ma da troppo poco tempo.
"La felicità è obsoleta nella mia vita" 
Lui mi continuò a fissare negli occhi, io non reggevo il suo sguardo, lo abbassavo, quasi sempre.
"Mi dispiace" sussurrò.
Silenzio, il nostro silenzio. Io ascoltavo i suoi respiri e lui i miei.
"Volevi essere una principessa da bambina, giocavamo nel tuo giardino"
"Me lo ricordo" replicai guardandolo. Un lieve sorriso mi si formò a partire dagli angoli della bocca.
I suoi occhi si illuminarono,"Dovresti sorridere più spesso." 
"Fa bene alla salute?"
"Si" disse " e sono quasi sicuro che nessuna principessa abbia mai avuto un sorriso così"
Sorrisi ancora.
 
La strada di ritorno parve infinita. Avevo la sua giacca sulle spalle e il mio cuore perse un battito quando si avvicinò a me, percepii di nuovo quel tepore familiare.
"Ross..." Probabilmente mi sarei pentita di quello che stavo per dire ma il mio istinto era famoso per vincere ogni battaglia.
"Perché ti interesso ancora?" 
Mi fermai e lui si fermò. Si girò verso di me e una nuvola di condensa gli uscì dalla bocca quando espirò.
"Perché no?"
"Rispondi alla mia domanda, ti prego."
Divagò qualche attimo, poi parlò.
"Ti ho vista a scuola , qualche tempo fa. Mi sembravi triste, credevo volessi qualcuno con cui parlare"
Oltre a sapere che forse quella non era la verità percepii una rabbia salirmi dal profondo.
"Non ho bisogno della tua compassione" il mio tono era freddo e distaccato, non mi riconobbi.
"Laura non intendevo questo" 
"Oh e cosa intendevi allora?"
"Laura..."
Lo interruppi, decisa a finirla qui.
"No, forse è meglio così. Sembrava troppo bello per essere vero. Non mi hai minimamente vista per sei anni e adesso ti interesso perché sembro triste?!" 
Sbuffai e mi allontanai di circa un metro.
"Sono sempre stata troppo ingenua da bambina ma ora sono cresciuta, sai?"
Mi incamminai velocemente per la via.
"Laura aspetta"
Mi bloccò il passaggio.
"Siamo stati bene stasera, mi hai fatto sentire benissimo, non scherzo."
"Neanche io scherzo"
Le lacrime mi riempirono gli occhi. 
"Ross ho bisogno di persone vere, di persone di cui fidarmi, con le quali stare bene, persone con le quali passare la mia vita. Sono acida, stronza e estremamente irascibile ma ho bisogno di amici veri, ora più che mai e sai una cosa? No, non sto bene. Non sto bene per niente."
Scoppiai in un pianto lento e logorante.
"Laura, ti prego, abbracciami"
Non me lo feci ripetere due volte e in pochi istanti mi ritrovai tra le sue braccia, la mia testa sul suo petto e il mio cuore vicino al suo.
Quella notte dormì insieme a me, sul mio divano, non pensammo a cambiarci o a lavarci i denti. Dormimmo e basta. Per una volta la paura non prevalse e fu la cosa migliore che mi poteva accadere. Avevo trovato una persona, ed era quello che desideravo.
 
SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutto il popolo di efp. So che è passata un'eternità ma sono riuscita ad aggiornare. Potete odiarmi quanto volete, avete ragione. Solo che è cominciata la scuola e non ho avuto tempo. Comunque eccomi qui, cosa ne pensate del capitolo? Mi dite qualcosina?
Vi voglio un bene dell'anima.
Ps per chi lo leggesse appena lo aggiorno, potrete trovare degli errorini ma sto aggiornando di fretta e più tardi lo controllerò bene. Un bacione❤️
 
 
 
 
  
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