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Autore: Ever Dream    05/10/2008    4 recensioni
“Cosa sono le fotografie se non frammenti di passato ,attimi rubati al tempo e alla storia della nostra vita?”
- un viaggio nel passato di Jared dall'infanzia ai giorni nostri.
Rating : verde (fino a cap. 5)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3 stwop
Disclaimer:Non conosco Jared Leto nè Shannon, Constance e gli altri personaggi che popolano questa fiction. I fatti narrati non sono reali, sono solo il frutto della mia fantasia e di tanto tempo a disposizione. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

A/N:  innanzitutto grazie a emanuela che mi ha inviato il banner *.* è stupendo! ,

Ari92 , no Jared e Brent non si sono conosciuti alla Flint Hill. Ho voluto giocare un pò con gli avvenimenti giusto per non far diventare questa fic una biografia alternativa XD. son contenta ti piaccia  ^^. baci.

princes_of_the_univers , scusami forse non mi sono fatta capire ma nel messaggio precedente parlavo di Carl xD.

giugina2004 , grazie ^^ per quanto riguarda il link che mi hai dato leggi le note in fondo :)




Sailing The Waves of Past

Navigando le onde del passato




§


Capitolo IV ~ Downcast eyes
( Occhi rivolti verso il basso)



dicembre  1985

Jared aveva sempre pensato che ci fossero cose molto più importanti delle ragazze a cui pensare. L'unica sua esperienza con l'altro sesso, un bacio, risaliva all'estate precedente. Constance doveva fare un reportage del lago Fairfax e avevano deciso di approfittarne per fare un campeggio e passare un agosto diverso dal solito. Lì aveva incontrato Tracy. Non ricordava nemmeno il suo cognome  ora che, davanti alla tazza di cioccolata calda al Subway, sedeva ad uno dei tavoli intento ad ascoltare i consigli dei due esperti : Brent e Shannon.

I due avevano fatto subito amicizia, non che avesse mai avuto dei dubbi a riguardo ma, quando li aveva presentati, aveva avuto paura. Jared aveva visto lo sguardo di Shannon controllare ogni particolare e aveva notato le domande mirate che aveva fatto per ricavare un profilo dettagliato di Brent, neanche gli avesse presentato la sua fidanzata. Un profilo che, fortunatamente, lo aveva soddisfatto a pieno. Infatti stavano trascorrendo praticamente tutti i pomeriggi delle vacanze insieme, un periodo che non avrebbero mai dimenticato e che avrebbe cementato la loro amicizia.

Li guardò mentre con fare da intellettuali esponevano per la centesima volta il loro punto di vista sulla situazione. "Sei tu l'uomo...." Shannon rimase in silenzio per un attimo " va beh... uomo... ci siamo capiti" Brent ridacchiò e concluse per lui " devi farti avanti!". Jared ignorò la frecciatina e bevendo un sorso della bevanda ripensò a Betty. Erano dieci giorni, duecentoventiquattro lunghe ore che non la vedeva. Sospirò guardando il via vai della gente in strada e annuì.

"Ok! Mi avete convinto. Cosa dovrei fare secondo voi?... scriverle una lettera d'amore?". Brent afferrò il braccio di Shannon e scambiandosi uno sguardo complice si sporse sul tavolo e si avvicinò a Jared "no. devi dirglielo di persona... qual'è il posto a scuola che frequenta di più?..." Jared rimase a pensarci a lungo. Strinse la tazza assaporando il calore dell'oggetto e rispose "la biblioteca" Shannon rise "perchè la cosa non mi stupisce?" poi con fare cospiratorio aggiunse "... ora ascoltaci"

---

Era una giornata nuvolosa, la luce argentea entrava dalla grande finestra che dava sul cortile posteriore dove Shannon e Jared stavano intrattenendo il cuginetto. Carl era seduto alla scrivania del suo ufficio e osservava la scena davanti ai suoi occhi. Il piccolo Jerome correva per il prato avvolto nel cappottino arancione inseguito da Shannon. La sua risatina gioiosa era contagiosa e si ritrovò a sorridere inconsapevolemente. Poi guardò Jared che ,seduto sulla panca, era intento a disegnare sul suo album.

Constance era via da due giorni e a lui sembrava un'eternità. Era felice che il suo lavoro come fotografa stesse dando risultati ma al contempo non poteva che sentirne la mancanza. In fondo lui l'aveva spinta in quella direzione convinto che con il tempo avrebbe rinunciato alle sue ambizioni. Ed invece eccolo lì: solo con i ragazzi.

Pensò a quando l'aveva incontrata. Era appena arrivato in città. Entrato nel nuovo supermercato non riusciva a trovare il reparto casa, si era avvicinato a quella dipendente occupata ad applicare il prezzo sulle scatole di cereali e aveva chiesto indicazioni. Quando la donna si era voltata e cortesemente aveva iniziato a spiegargli la direzione da prendere, Carl non aveva potuto che notare la sua bellezza. I capelli biondi incorniciavano il volto regolare, occhi azzurri come non ne aveva mai visti. Inutile dire che da quel giorno diventò un cliente abituale del supermercato. Amore a prima vista.

Ma conquistarla fu tutt'altro che facile. Rise al pensiero dei mille tentativi andati  a vuoto, il lavoro per instaurare quell'amicizia e fiducia necessari per aver accesso al suo cuore, la gioia di quando si scambiarono il primo bacio. L'emozione nei suoi occhi quando lo aveva presentato ai suoi due figli.
Sospirò e si avvicinò alla finestra, continuando a fissare Jared che, mordendosi il labbro inferiore,  con mano esperta muoveva la grafite sul foglio. Lo faceva sempre quando si stava concentrando.

Carl era consapevole di avere tanti difetti e che uno di quelli era la mancanza di pazienza.
Constance gli aveva spiegato, durante le interminabili chiaccherate la sera a letto, che era stato Jay l'ultimo a vedere Tony. Non sapeva cosa si fossero detti ma da allora era cambiato. Era convinta che Jared non l'odiasse ma semplicemnte facesse fatica ad accettarlo, ed era comprensibile visto che aveva dovuto superare un tradimento che lei stessa non riusciva a perdonare.

Jared alzò la testa dal foglio e incrociò lo sguardo del patrigno che, poggiato alla finestra sussultò, per un attimo convinto che il ragazzo avesse sentito i suoi pensieri. Si guardarono poi Jared titubante gli sorrise.

Perchè doveva essere tutto così complicato?


5 gennaio 1986

"Jay alza le chiappe!" Shannon sbadigliando si avvicinò all'armadio e grattandosi la testa prese dei vestiti a caso, mandò un'occhiata al di sopra delle sue spalle e sorrise. Jared nel frattempo si era infilato di nuovo sotto le coperte, l'unica cosa visibile era un ciuffo di capelli.

Era sempre così al ritorno dalle vacanze. Jared era un abitudinario, una volta che il suo fisico si era abituato a certi orari era difficile farglieli cambiare. Il risultato era che per i primi 5 giorni di vacanze si svegliava troppo presto e ,viceversa, al ritorno sui banchi ci voleva una gru per tirarlo giù dal letto.

Si sedette sul letto e provò a spostare le coperte ma, come si aspettava, Jay glielo impedì mormorando qualcosa di incrompensibile attraverso i diversi strati di lenzuola. "Dai Jay" ridacchiò Shannon ormai completamente sveglio " Betty ti aspetta!". Ci fu un momento di silenzio poi Jared cacciò la testa: con i capelli scapigliati che sfidavano le leggi della gravità e gli occhi assonnati che lottavano per rimanere aperti si faceva fatica a riconoscerlo. Shannon evitò di commentare la scena e lo osservò mentre con un lamento si tirava  a sedere e con l'allegria di uno zombie si trascinava ciabattando verso il bagno.

Venti minuti dopo scese in cucina , completamente trasformato. Canticchiando un motivo si versò una tazza di caffè che ,in una giornata normale, sarebbe stato letale e lo avrebbe reso iperattivo.
Constance rivolse uno sguardo interrogativo a Shannon che, facendo attenzione a non esser notato dal fratello, disegnò in aria un cuore. La donna alzò le sopracciglia sorpresa e ritornò a guardare il figlio minore che nel frattempo si era messo il cappotto e impaziente la stava aspettando davanti alla porta.



Qualche ora più tardi Jared si ritrovò davanti alla porta della biblioteca, stringendo il libro  che aveva in mano, guardò Brent che in un angolo del corridoio lo incitava ad entrare. Insipirò a fondo ed entrò nella sala. Fingendo di leggere , si sedette ad uno dei grandi tavoli blu, casualmente sulla sedia di fronte a Betty. Rimase con gli occhi incollati sulle pagine, le parole un ammasso di lettere in successione. La ragazza alzò gli occhi dal suo libro e lo notò. In quel momento Jared alzò la testa e, fingendo di esser sorpreso, la salutò "anche tu qui?" disse , la ragazza arrossì leggermente e annuì "è uno dei pochi posti davvero tranquilli". Jared commentò il libro di Betty iniziando una piacevole discussione sull'autrice, poi ripensò al piano che Shannon e Brent avevano escogitato e stava per metterlo in atto ma rinunciò. Alzandosi si scusò e abbandonò la biblioteca. A Brent, che lo stava aspettando, bastò un'occhiata per capire che non aveva avuto il coraggio di farlo.
----

Erano passate due settimane e Jared aveva tentato l'approccio altre 5 volte. Salvo poi fare retromarcia all'ultimo momento e lasciare una sempre più confusa Elisabeth a domandarsi se  non la trovasse fastidiosa. Si, perchè Jared era davvero bravo a far sembrare i loro incontri casuali e altrettando bravo a non far trapelare le sue emozioni. Ora, chiuso nel bagno dei ragazzi, con la fronte contro lo specchio ascoltava il rimprovero di Brent "Diamine Jay il peggio che ti può succedere è che ti dica di no! Tra l'altro è assolutamente impossibile.. sapessi cosa mi tocca vedere durante le ore di lezione... è completamente cotta di te!" Jared si girò verso l'amico e abbassando lo sguardo sospirò "la fai facile tu.. se dovesse dirmi di no penso potrei morire" Brent non potè trattenere una risata e buttando la sigaretta che stava fumando dalla piccola finestra in alto  disse divertito "sai essere davvero melodrammatico a volte lo sai?"

Da quando Brent lo frequentava si era chiesto se Jared si rendesse conto di quale effetto avesse sulle persone. Non appena lo si vedeva non si poteva non notare la sua bellezza, maschi e femmine non potevano negare il potere di quei due occhi e di quel sorriso. Ma, se si passava abbastanza tempo con lui da sentirlo parlare,  si rimaneva completamente affascinati dalla sua intelligenza. Dalla forza con la quale seguiva i suoi obiettivi. Guardandolo sbattere la testa contro lo specchio così insicuro dei suoi mezzi si rese conto che no, Jared non aveva la minima idea di tutto questo, ma il giorno in cui avrebbe aperto gli occhi avrebbe avuto tutti ai suoi piedi. Di questo ne era certo.

Dall'altra parte della scuola, nel bagno delle donne Betty era ugualmente disperata e, seduta sul lavandino, cercava consiglio dalla sua migliore amica. "Ogni volta che ci incontriamo e siamo da soli dopo tre minuti trova una scusa per andarsene..." si passò le mani sugli occhi  e tirò indietro una ciocca di capelli biondi che era sfuggita alla treccia "..eppure prima delle vacanze quando si è avvicinato e mi ha parlato ho pensato che gli piacessi". Vivienne era intenta a pettinarsi i capelli  e per la milionesima volta ascoltava lo sfogo dell'amica "forse è un timido.." provò a dire, Betty la guardò scettica "lui?" l'altra annuì "prova ad attaccare bottone tu per una volta..fatti vedere interessata, visto che hai passato gli ultimi tre mesi a guardarlo saprai quali sono i suoi interessi no?" Betty si limitò ad annuire "bene! domani in gita hai un'intera giornata per trovare l'occasione giusta..."
--

La mattina dopo Jared era seduto di fianco a Brent sui sedili posteriori dell'autobus, Betty era qualche fila più avanti, entrambi decisi a dare una svolta al loro rapporto...Se così poteva essere definito.
La professoressa Barrell salì a bordo, i ragazzi parlavano rumorosamente tra di loro e  la donna sospirò sconsolata, provò ad attirare l'attenzione ma non ottenendo risultato, prese il microfono dell'autista e dopo un paio di tentativi riuscì a farsi sentire. Una volta che il vociare si fu calmato iniziò ad elencare le regole comportamentali ma Jared non l'ascoltò, troppo preso ad osservare Brent che dopo dieci minuti che era seduto stava iniziando ad essere insofferente: muoveva le gambe e cambiava posizione in continuazione. Voleva chiedergli cosa avesse ma nell'ultimo periodo era diventato intrattabile. Fargli una domanda del genere li avrebbe portati solo a litigare, sospirò e aprì il volantino del museo in cui erano diretti. 


Tre ore dopo i ragazzi gironzolavano disordinatamente per le sale del Virginia Museum of Fine Arts. Jared e Brent attraversarono la nuova ala dedicata agli impressionisti e si diressero verso quella dedicata all'arte antica. Quando la raggiunsero, però, la trovarono chiusa, un cartello attaccato ad una corda rossa indicava dei lavori in corso. Jared sbuffò "di tutte le sale questa era l'unica che mi interessava... ed è chiusa?!", l'amico posò una mano sulla sua spalla e si sporse per guardare all'interno della sala completamente buia ad eccezione delle flebili luci d'emergenza e, con fare conspiratorio, scavalcò la corda. "Brent!" Jared si guardò intorno allarmato "dai esci da lì" l'altro in compenso si addentrò ancora di più nella sala e disse tentandolo "Jay non fare la femminuccia .. entra! una visita privata quando ti ricapita!". Jared ci riflettè due secondi, guardò ancora una volta se ci fosse qualcuno e scavalcò.

Ci volle un pò prima che i suoi occhi si abituassero alla mancanza di luce, Brent nel frattempo cercava di capire da che parte doversi dirigere per raggiungere la sala dedicata all'arte ellenica. "Vieni" disse prendendo la manica del cappotto di Jared e guidandolo attraverso i corridoi in penombra. L'unico rumore erano i loro respiri e la plastica delle loro scarpe da ginnastica sul pavimento. Entrarono nella sala e Jared si catapultò davanti le statue che sorprendentemente erano ancora esposte. Le luci d'emergenza erano sufficienti per permettergli di analizzare ogni piccolo particolare delle opere. Brent lo vide osservare le pieghe delle sculture, i quadri e i vari oggetti nelle teche e non potè trattenere un sorriso. Felice di esser stato lui la causa della gioia dell'amico.

Quando Jared si ritenne soddisfatto passarono ad altre sale chiuse al pubblico, più si spostavano più la luce diminuiva. Il fatto di trovarsi  nell'ala dell'arte africana, con maschere spaventose di ogni tipo, non aiutava di certo e ben presto Jared si ritrovò ad aggrapparsi al giaccone dell'amico. Stavano attraversando una zona completamente al buio e Brent ,preso a prendere in giro Jared per essere così pauroso, andò a  sbattere contro qualcosa di morbido che si rivelò essere uno degli uomini delle pulizie rimasto al buio poco prima mentre 
era intento a lavare il pavimento.

L'uomo ,che non aveva sentito i due ragazzi arrivare perchè stava ascoltando della musica con il walkman, si voltò allarmato e avendo appena finito di sostituire le pile puntò il fascio di luce verso gli intrusi ma riuscì a vedere solo due ragazzi svoltare di corsa l'angolo. Jared e Brent corsero a perdifiato lungo i corridoi, mai in vita loro erano stati così veloci. Ripercorsero il tragitto di poco prima a ritroso ridendo fino alle lacrime mentre sentivano l'uomo urlargli dietro di fermarsi. Scavalcarono la corda con un'agilità da far invidia ad un professionista del salto ostacoli e si divisero.

Nella foga della corsa Jared andò a sbattere contro Betty. La ragazza si girò pronta ad insultare chi le era andato contro,ma le parole gli morirono in gola. Sorridendo riuscì a dire solo un debole 'ciao'. Jared  si guardò alle spalle e vide l'uomo delle pulizie entrare nella sala, avvicinandosi alla ragazza e mentre cercava di riprendere fiato le sussurrò "reggimi il gioco" poggiando la mano all'altezza della testa di Betty si chinò fino a quasi sfiorarle il viso.

Il dipendente del museo controllò la stanza, ma quello che vide erano delle ragazze vicino ad uno dei quadri e una coppietta nell'angolo. Il ragazzo con la coda dell'occhio seguì i suoi spostamenti, una volta sicuro che fosse uscito si allontanò leggermente da Betty e sussurrò "per un pelo..". La guardò di nuovo e si accorse di essere a pochi cm dalla ragazza che, timidamente, chiese "perchè ti stai nascondendo?" Jared non indietreggiò e sorridendo le rispose "Brent ed io ci siamo avventurati nell'ala chiusa al pubblico" Betty sgranò gli occhi ,"ma siete impazziti?" disse allarmata "poteva esserci qualsiasi cosa,potevate farvi del male..e" mentre la ragazza parlava Jared aveva notato il quaderno che teneva stretto contro il petto. Sul bordo di una pagina c'era scritto il suo nome circondato da cuoricini. Elisabeth vedendolo sorridere seguì il suo sguardo e, con orrore, notò la scritta. "è... non è.. cioè non è come sembra..vedi i..io l'estate scorsa ho conosc.." non riuscì a finire la frase perchè Jared , mandando al diavolo i piani e i discorsi studiati, la baciò all'improvviso.

Per un attimo la ragazza si irrigidì e lui temette di aver commesso un errore ma poi Elisabeth ricambiò il bacio. Istintivamente piegò la testa
e schiuse le labbra permettendo all'altro di approfondire il contatto. Betty aveva fantisticato a lungo su questo momento, si era chiesta cosa avrebbe provato, ma nemmeno la più bella delle sue fantasie poteva competere con le sensazioni che stava provando in quel momento. L'unica cosa che sentiva erano le labbra di lui, la sua delicatezza, il sapore dolce dei suoi baci, le mano di Jared sul suo viso. Quando il ragazzo si allontanò Elisabeth riaprì gli occhi e finì la frase che aveva interrotto "...iuto un ragazzo" . Jared le prese la mano e sorridendole gli chiese "l'hai visto il Van Gogh?" la ragazza arrossendo nascose il volto contro la spalla dell'altro e scosse la testa, 'no'.

Si allontanarono mano nella mano facendosi strada tra gli altri studenti, Brent in fondo alla sala li osservava sorridendo. Guardò le loro mani intrecciate e il sorriso cominciò a svanire. Si appartò in un angolo e cacciò un piccolo sacchetto, prese una delle pillole al suo interno e, fingendo di nulla, continuò la gita.


---

Carl chiuse la porta del suo ufficio e si voltò verso la segretaria. Quella sera era in anticipo di venti minuti visto che l'ultimo paziente che aveva preso appuntamento non si era presentato e, non avendo altri impegni, aveva deciso di andare direttamente a casa. Stava comunicando la sua decisione alla ragazza quando una donna entrò. Sistemandosi i lunghi capelli neri e lottando per riprendere fiato si avvicinò ai due "dottor Leto?" Carl annuì e la donna proseguì "spero di non essere troppo in ritardo.... è che.. è stata una giornataccia e... " Carl le sorrise e la rassicurò "lei è la signora Lafsky?" la donna confermò " avevo preso appuntamento per mia figlia... ha 8 anni e dice di aver problemi a leggere la lavagna" la donna si guardò intorno e  notò che la figlia non era entrata nell'ufficio e la chiamò ".. MELISSA!" la bambina spuntò dalla porta e timidamente si nascose dietro la mamma.


dicembre 2007

Constance asciugandosi le mani andò ad aprire la porta. Per un attimo rimase immobile, troppo sorpresa per dire qualsiasi cosa "Shannon cosa ci fai qui?" chiese mentre lo invitava ad entrare. Shannon scosse la testa, incapace di dar voce ai suoi pensieri , una volta dentro si guardò intorno e sorrise ai ricordi che quelle mura gli ispiravano poi, tornando serio sussurrò "ho fatto una cosa orribile mamma". Constance era ancora più confusa "dov'è Jay Shan?" per la prima volta la guardò negli occhi, la donna notò il rossore e capì che doveva aver pianto a lungo "gli ho detto .. l'ho ferito...l'ho perso...", Constance vedendo il terrore sul volto del figlio si avvicinò e l'abbracciò "Sssst..Shan..lo sai che Jay ti vuole bene...qualsiasi cosa tu gli abbia detto sono certa che capirà" Shannon scosse la testa "
non voglio che Jay mi odi" Constance si limitò a stringerlo più forte e dopo un attimo di silenzio ,affondando il volto sulla spalla della madre, mormorò" h.. ho bisogno di aiuto mamma".

tbc



note:

Giugina2004 - non dovevi addirittura andare a riprendere il link , ti credevo anche senza ^^ ma resta il fatto che è una notizia sbagliata. quella non è una biografia ufficiale ed è infatti  piena di inesattezze. Senza contare che  fanno un bel pò di confusione! 

 se ci fai caso in quella bio dicono che il padre biologico di Jared ha avuto 3 figli prima di morire . poi  affermano che con il matrimonio tra Carl Leto  e  Constance , Jared e Shannon, hanno acquisito 2 fratelli (quindi 5 fratellastri in tutto) chiamati Christian e Bob .. che di cognome fanno Devour
ma °_° ... essendo figli di Carl dovrebbero avere come cognome LETO... a meno che anche loro non siano stati adottati .
(poi  spunta  charlotte di 15 anni.. o.O  figlia di chi? del padre biologico? quindi anche gli altri due sono figli del primo padre? ma allora perchè dicono che sono figli di carl?) ....  ^^' e via dicendo. 
E' un minestrone di varie voci esposte in modo ancora più confusionario.
tra l'altro Carl dopo Constance ha adottato si altri bambini, ma due femmine.

il cognome Devour è stato smentito più volte nei vari forum, l'unico di cui  ricordo il link (scusami ma ritrovare tutte le discussioni mi e' praticamente impossibile) è una discussione sul forum di Jared-Leto .org -jared's heritage- in cui un utente inviò un messaggio del tipo 
 "i've read in some italian forums that the name of jared's father was tony devour......" che puntualmente è stato smentito ..

facendo varie ricerche incrociate ho scoperto che nello stesso forum che mi hai linkato c'è chi ha riportato le notizie "corrette" leggi questo messaggio (anche si parla di tutt'altro discorso) che è molto più recente della bio.
 
  visto che mr leto non accenna a voler (giustamente) rendere pubblici certi aspetti della sua vita  prima di scrivere mi sono limitata a verificare le varie voci, trovare delle fonti o comunque dei riscontri e in base a queste ricerche eliminare le voci dai probabili fatti.

nessuno si azzarda a darlo per certo  ^^' ma.. se vuoi controllare con i tuoi occhi :

- matrimonio -> qui  lo stesso è presente nel sito worldvitalrecords.com  sia se si ricerca tony l bryant che constance, ma la visualizzazione è a pagamento, idem qui


dubito ci sia qualcuno che è andato in giro a falsificare tutti i registri dei vari siti su genealogie e co. xD





  
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