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Autore: startariot    23/09/2014    6 recensioni
“Harry ha 18 anni, Louis 22.
Si vedono per la prima volta sull’ espresso che da Londra porta a Leeds. Harry frequenta la scuola d’arte di Leeds, Louis lavora nell’organizzazione del festival musicale, che si sarebbe tenuto quell'estate. Non si conoscono e continueranno a incontrarsi, a guardarsi.. su quel treno tutti i giorni, fino a quando qualcosa non farà incrociare le loro strade. ”
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata qui prima del previsto. 

Sono tornata con questa storia, a cui sto lavorando da parecchio e che ho quasi completamente terminato di scrivere. E’ una storia molto particolare per me, ma magari ve lo spiegherò alla fine. Non so quanti capitoli saranno in tutto, ma aggiornerò settimanalmente quindi per chi vuole seguirla cercherò di essere il più regolare possibile con gli aggiornamenti, salvo cause di forza maggiore. 

 

Sono mesi che lavoro a questa storia, e non ne sono ancora del tutto sicura e mentre scrivo sto ripensando al fatto che debba iniziare a postarla. Dall’altro lato però, ho voglia di rischiare e condividerla con chi legge qui sperando che possa piacervi. Quindi vi chiederei di farmi sapere cosa ne pensate (questa volta più del solito). Mi trovate qui oppure su twitter, come vi ho detto nelle altre storie: @burningraynes

 

Vi aspetto a fine capitolo per qualche nota in più e altre due piccole cose che ho da dire :) 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Louis, 22 anni, viveva a Londra da quando si era diplomato. Da circa un mese era diventato uno degli organizzatori del Leeds Festival, per questo ogni giorno prendeva il treno che da Londra lo portava a Leeds. 

 

La vita di Louis Tomlinson era sempre stata piuttosto semplice. Infanzia felice, una 

famiglia che lo amava, e tante, forse troppe sorelle ma Louis le amava tutte, incondizionatamente. Nato a Doncaster, aveva trascorso tutta la sua infanzia e adolescenza in quel piccolo paese britannico. A 17 anni, però, arrivò la batosta. I suoi genitori stavano divorziando. Nonostante fosse ormai grande, la notizia lo colpì nel profondo. Dovette diventare lui l’uomo di casa, dovette imparare a prendersi cura delle sue sorelline, e di sua madre in particolar modo, che non affrontò un periodo facile. Crebbe troppo in fretta per un ragazzino della sua età, insomma. E a 18 anni, dopo la maturità, decise di lasciare quel paesino per trasferirsi nella grande Londra. Lui, un uomo nel corpo di un ragazzo. Si era trasferito a Londra con il suo amico di sempre, Stan, che gli era sempre stato accanto. E non lo aveva mai abbandonato, e nemmeno in quel momento lo aveva fatto. Si erano trasferiti in un piccolo appartamento a Primrose Hill; piccolo, ma accogliente. Louis se ne era innamorato appena lo aveva visto. Abituato ad un piccolo paesino di città, ritrovarsi nella frenesia e nell’agitazione di una città grande come Londra non era stato semplice per Louis, che era sempre stato un tipo piuttosto introverso e solitario. Ci era voluto un pò di tempo ma aveva stretto alcune amicizie, aveva trovato lavoro in un bar, Stan in una pasticceria e insieme riuscivano a coprire le spese mensili dell’appartamento. Poi, un giorno, conobbe Liam Payne, un ragazzo di circa 28 anni. Alto, magro, capelli castano chiaro e occhi color nocciola. Era un organizzatore di eventi, e cercava un ragazzo giovane che potesse aiutarlo ad organizzare eventi musicali. Louis aveva sempre amato la musica, era la sua passione nascosta. Diventarono ben presto molto amici, e Liam fu ben felice di proporre quel lavoro proprio ad un suo amico.  Per questo, fu elettrizzato all’idea di organizzare un evento del genere. Accettò di buon grado il lavoro, nonostante dovesse spostarsi ogni giorno da Londra a Leeds.

 

E’ il primo lunedì di Gennaio quando Harry Styles e Louis Tomlinson si vedono per la prima volta sulla linea ferroviaria che porta da Londra a Leeds. Non si erano mai accorti prima l’uno dell’altro, fin quando quel giorno Louis, scendendo dal treno non aveva voltato gli occhi verso l’interno per controllare che avesse preso tutto, e incontrò un paio di occhi verdi a fissarlo dalla parte opposta del treno. Era stato un attimo, perché l’altro aveva distolto quasi subito lo sguardo ma quella grazie di secondo era bastata a Louis affinché il verde di quegli occhi rimanesse nella sua mente. Era intenso, e spento allo stesso tempo. Distolse anche lui lo sguardo quando le porte del treno chiusero alle sue spalle. Si incamminò verso il suo ufficio, con la testa tra le nuvole, arrivando a lavoro con dieci minuti di ritardo, e trovò il suo collega Niall Horan, già seduto a tavolo delle riunioni con la loro segretaria, e aiutante, Terry. 

 

“Buongiorno Niall”, esclamò accennando un sorriso , “buongiorno Terry”. 

 

“Buongiorno Lou”, risposero educatamente entrambi. 

 

“Mi sono perso qualcosa di importante?”, chiese Louis. Negli ultimi due giorni non era andato a lavoro, era tornato a Doncaster, dalla sua famiglia, perché i suoi fratellini più piccoli non stavano bene, e la mamma gli aveva chiesto un aiuto. 

 

“No, non direi. Stiamo cercando di contattare tutti i possibili artisti che si esibiranno. Almeno quelli della prima giornata. I tuoi fratellini? Come stanno?”, disse il biondo

 

“Um…stanno molto meglio. Una febbre più pesante del normale. Cose da neonati..credo.” disse abbozzando un sorriso. 

 

“Sono contento che stiano meglio. Beh, almeno hai passato un pò di tempo con la tua famiglia”

 

“Si, mi mancavano sai. Avere tutte le mie sorelle intorno e mia mamma che cucina per me. Era da un pò che non li vedevo. Sai con il lavoro qui a Leeds, non ho mai tempo di tornare a Doncaster”, terminò la frase in un sussurro.

 

Due caffè e tre ore dopo, erano intenti a creare il logo pubblicitario del festival in ufficio. Avevano creato già il disegno a grandi linee, ma Louis sentiva che mancava qualcosa. 

 

“Secondo voi che colore dovremmo usare per il manifesto?”, chiese Terry con aria pensierosa. 

 

“Ehm, io avevo pensato al rosso. E’ vivace e d’effetto…”, sussurrò Niall.

 

“Io avevo pensato al blu. Insomma, tutti amano il blu, e se troviamo la sfumatura giusta,potrebbe essere il colore vincente.”, disse Terry. 

 

“Ma è scontato..scegliere il blu è scontato Ter”, ribattè Niall. 

 

“No che non lo è, dobbiamo solo trovare la sfumatura giu-“, Niall e Terry si trovavano a battibeccare sempre, sugli argomenti più disparati, e Louis si divertiva quasi a guardarli. 

 

“Verde.”, disse poi Louis risoluto lasciando entrambi a bocca aperta. Sapevano entrambi quanto Louis odiasse quel colore. 

 

“VERDE?!”, esclamarono contemporaneamente. 

 

Verde”, disse nuovamente, ancora più sicuro di prima. 

 

Immaginò gli occhi che aveva incrociato quella mattina e si, il verde era il colore giusto, pensò. 

 

 

 

 

 

 

 

“Sometimes tears say all there is to say

Sometimes your first scars won't ever fade away”

 

 


 

 

La vita di Harry Styles, al contrario, non era mai stata semplice. L’unico periodo felice della sua vita era stata la sua infanzia. Nato a Holmes Chapel, aveva trascorso i primi anni della sua vita lì. Frequentava la scuola primaria del posto, viveva con i suoi genitori, Des e Anne, aveva una sorella più grande di quattro anni, Gemma, e una gattina, Dusty. Un’infanzia felice e spensierata, fino all’età di 10 anni. Suo padre, aveva iniziato ad avere problemi con il gioco d’azzardo e aveva accumulato enormi debiti con gli strozzini locali. La situazione andò peggiorando sempre di più, finché Harry, all’età di 12 anni, non perse suo padre, vittima di un aggressione. Tutta la famiglia fu ovviamente colpita dall’accaduto. Anne attraversò uno stato di profonda depressione, incolpandosi di non aver fatto abbastanza per aiutare il marito; Gemma e Harry cercavano di darsi forza a vicenda, ma erano giovani e per quanto ci provassero, la morte del padre li aveva segnati fortemente. Infatti, due anni dopo, Anne decise di trasferirsi con i due figli a Londra. 

Anne trovò facilmente lavoro presso una scuola elementare, grazie alla sua laurea in psicologia infantile. Gemma si iscrisse alla facoltà di Sociologia dell’università di Londra, Harry iniziò gli la scuola superiore. Non fu facile per Harry, ambientarsi in una scuola nuova, in un enorme città. Dovette anche lui, crescere troppo velocemente per un ragazzino della sua età. E come può accadere in questi casi, conoscenze sbagliate possono portarti su strade sbagliate. All’età di 16 anni, Harry era uno di quei ragazzi che uscivano tutte le sere e si ubriacava puntualmente. I suoi amici, Josh e Ben, due anni più grandi di lui, lo avevano portato ad ubriacarsi tutte le sere. Per fortuna, Gemma se ne rese conto in tempo e in un paio di mesi, con delle sedute dalla psicologa, Harry riuscì a risolvere il problema. All’età di 16 anni, Harry scoprì di essere gay. Frequentò un paio di ragazzi, senza arrivare a nulla di serio. Tra i 17 e 18 anni ci fu il periodo dei tatuaggi. Fece sei tatuaggi, nel giro di 4 mesi. Tatuò un paio di piccole rondini sul suo petto; una A e una G, le iniziali di sua madre e di sua sorella; “I can’t change” sul suo polso sinistro, e due scritte “Things I can”, “Things I can’t” sugli avambracci interni. 

Finita la scuola, decise di inseguire la sua più grande passione, l’arte. La sua unica valvola di sfogo. Si iscrisse perciò all’ Istituto d’arte di Leeds; doveva alzarsi tutte le mattine alle 6, per prendere il treno che da Londra lo portava a Leeds, ma per l’arte lo avrebbe fatto anche per tutta la vita. C’è solo una cosa che lo fa sentire ancora vivo, l’arte. In tutte le sue forme. Infatti a 18 anni si era iscritto all’Istituto Superiore D’arte di Leeds. Studiava arte e disegno principalmente, ma frequentava assiduamente tutti i corsi: fotografia, pittura, canto e recitazione. Quella mattina era proprio il corso di disegno. Il corso era tenuto da Zayn Malik: giovane, circa 27 anni, dannatamente bello e disegnava divinamente bene. Per questo era il miglior insegnante di circolazione di disegno, e per questo era finito alla scuola di Leeds, la migliore scuola d’arte della zona. 

 

L’arte per Harry era l’unica cosa che gli permetteva di esprimersi e di liberare la parte più oscura di sè. Quella che proveniva dal suo passato e che cercava di dominare. Quella delle ferite tutt’altro che chiuse, ma che cercava di tenere rinchiuse in un angolo della sua mente.

 

Quando Harry Styles nota per la prima volta Louis Tomlinson, pensa che non esistano occhi più belli dei suoi. Azzurri, allegri, pieni di vita, ma calmi e caldi allo stesso tempo. Era certo che ci fosse un mondo dietro quegli occhi. Avrebbe voluto scoprire quel mondo; farne parte, anche solo per un secondo. Avrebbe voluto condividere quell’allegria e quella vitalità per qualche minuto. Per sapere cosa si prova a sentirsi così vivi. Vivi come l’azzurro di quegli occhi. 

 

Arrivò puntuale come al solito, e si sistemo al suo solito banco, e tirò fuori dal suo zaino l’occorrente per la lezione. Il professore non tardò ad arrivare e come al solito Harry si perse a guardarlo. Zayn Malik era forse uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto. Negare la sua bellezza, era da folli. Alto, magro capelli scuri, occhi color nocciola e lineamenti perfetti. 

 

“Allora ragazzi, per oggi ho una sfida speciale da proporvi”, iniziò a dire..camminando per la classe. Harry ascoltò attento e incuriosito. 

 

“La parola chiave della sfida di oggi è: vita. Dovete rappresentare tutto ciò che per voi è vita.”, Harry rimase sorpreso da quella richiesta. Ed era anche piuttosto scosso, non era un lavoro semplice per lui. 

 

Ma non si diede per vinto. Sapeva cosa avrebbe rappresentato. Pensò a quel ragazzo dagli occhi color cielo e si lasciò trasportare dal calore e dalla vivacità che l’azzurro dei suoi occhi gli trasmetteva e il disegno venne quei da sè. Due ore dopo, Zayn passò vicino ad ogni studente, per vedere cosa avevano creato. Giunse da Harry per ultimo, quando tutti avevano già lasciato l’aula. 

 

“Vedo il mare e vedo il cielo. Ti sei concentrato più sul colore che sul disegno, oppure ho capito male?”

 

“No, è proprio così.”

 

“Azzurro, quindi?”

 

Azzurro.”

 

“E hai colto due diverse sfumature dell’azzurro giusto?”, Harry si limitò ad annuire. 

 

“Vuoi spiegarmi perché per te l’azzurro rappresenta vitalità?”, chiese Zayn incuriosito da quel ragazzino riccio. 

 

“Um…è un pò difficile da spiegare anche per me..l’azzurro del cielo è celeste,  calmo, tranquillo e caldo quando il sole risplende. Un pò come la nostra vita quando non siamo presi da preoccupazioni. Ma la nostra esistenza non è solo questo, i problemi fanno parte di noi, ci mettono davanti degli ostacoli che dobbiamo affrontare, possiamo cadere e riuscire a rialzarci, o possiamo cadere e restare in balia della burrasca….ed ecco l’azzurro del mare in tempesta.“ 

 

“Harry….e tu dove ti trovi?”

 

“Non lo so.”

 

 

 

———————————

 

 

 

E’ lunedì 10 Gennaio quando Harry e Louis si vedono per la seconda volta. Si vedono di nuovo su quel treno, i loro sguardi si incrociano di nuovo per caso ma questa volta hanno entrambi il tempo di studiarsi a vicenda, senza fretta. 

Louis ha il tempo di specchiarsi di nuovo in quelle pozze smeraldine, così belle ma anche così tristi. Ha il tempo di guardare il viso del giovane ragazzo, può vedere i riccioli castani spuntare dal beanie blu e ricadergli perfettamente ai lati del viso. Può percorrere con lo sguardo la linea perfetta delle sue spalle e può puntare lo sguardo sullo scollo della sua maglia bianca, che lascia intravedere un segno di inchiostro sotto di essa. In quel momento, Louis pensa di non aver mai visto un ragazzo più bello di lui; aveva sempre creduto alla storia degli angeli che avevano occhi blu e capelli ricci biondi. Louis capisce solo ora che tutti si sbagliavano. Louis un angelo lo aveva appena visto, aveva gli occhi verdi e i boccoli castani. 

Harry, dall’altro lato del treno, aveva fatto lo stesso. Aveva avuto il tempo di perdersi di nuovo negli occhi azzurrini dell’altro, così vivi e splendenti che facevano venir voglia ad Harry di alzarsi e raggiungerlo. Aveva avuto il tempo di guardare il suo viso e percorrere i suoi lineamenti perfetti con lo sguardo, aveva visto i suoi lunghi capelli marroni, fermati con una fascia e la barba appena accennata. Si era soffermato a guardare il corpo minuto, ma muscoloso dell’altro ragazzo. Aveva lasciato scorrere il suo sguardo sulle piccole mani affusolate del ragazzo dagli occhi cielo; ha delle mani bellissime, pensò il riccio. Avrebbe voluto sentire quelle mani trai suoi capelli, sul suo viso, Harry. Avrebbe voluto vedere quelle pozze azzurre vive e lucenti, solo per lui, Harry. Avrebbe voluto far parte del mondo di quel ragazzo, che sembrava così vivo e felice. Ma tenne per se quei pensieri. Il grigio della sua anima non era fatto per accostarsi alla limpidezza che risplendeva in quegli occhi azzurri, pensò. Hanno il tempo necessario per guardarsi, studiarsi, per entrare l’uno nell’altro e prendere più dettagli possibili, ma nessuno dei due osa avvicinarsi all’altro. Prendono confidenza l’uno con l’altro traverso gli sguardi. E come la volta precedente, arriva il momento in cui devono scendere e, allontanarsi. Si guardano di nuovo negli occhi, ed è come se si salutassero, dandosi un nuovo appuntamento. Sanno che si rivedranno di nuovo, su quel treno. E come la volta precedente, fu Louis a scendere per primo. 

 

 

 

Louis arrivò in ufficio, trovando Niall, come al solito, già a lavoro che lo aspettava con una tazza bollente di tea. Il festival stava prendendo forma, il logo che avevano progettato la settimana prima lo avevano inviato ai pubblicitari, che lo avevano molto apprezzato. La lista dei artisti che si sarebbero esibiti stava pian piano prendendo forma e tutto procedeva a gonfie vele. Liam chiamava ogni due giorni e sembrava entusiasta del lavoro di Louis. Le cose non potevano andare meglio di così.

 

“Louis”, esclamò Liam dall’altro lato del telefono. 

 

“Liam, ciao….se cerchi altri dettagli sul festival sappi che non ho aggiornamenti.”, sospirò, “mi hai chiamato ieri amico, dammi del tempo”, scherzò poi facendo ridere il ragazzo dall’altro lato del telefono. 

 

“Ti chiamo proprio per questo.”, ribatté Liam, “sono io ad avere delle news per te.”

 

“Ouch. Spero siano buone novità”

 

“Direi di si. Dobbiamo trovare qualcuno che disegni la struttura del palco.”, iniziò a dire Liam “credo di avere la persona perfetta per questo ma devo contattarla per sapere se i suoi impegni possono incastrarsi con la preparazione del festival.”

 

“Non sarà mica qualche artista di strada, Liam?”, chiese Louis, improvvisamente preoccupato, date le conoscenze del suo amico. 

 

“Cos’hai contro l’arte di strada? E’ roba figa, amico. Se solo non fossi così chiuso.”, scherzò il più grande epr poi aggiungere “comunque no, è una persona fidata, ed esperta, se questo può farti stare meglio.”

 

“Starò meglio quando conoscerò questa persona…credo”, lo prese in giro Louis, ridendo. Chiusero la chiamata dopo qualche minuto, e Louis tornò ad occuparsi del suo progetto, tra ipotetiche scalette degli artisti e gli incessanti squilli del telefono in segreteria. 

 

 

 

 

 

 

Harry, arrivò in orario come sempre. L’ennesima lezione di disegno. Avrebbe rivisto Zayn, ancora una volta. La lezione procedette piuttosto tranquilla, portò a termine l’ennesimo compito assegnato dal professore facilmente, e Zayn sembrò entusiasta del progetto. A fine lezione, quest’ultimo lo fermò proprio mentre stava per uscire dall’aula.

 

“Harry, posso parlarti un attimo?”, chiese Zayn. Harry fu percorso da un brivido alla domanda; non era mai stato in aula da solo con Zayn, e questa cosa, in qualche modo, lo intrigava. Era impossibile non essere attratti da Zayn Malik. Ed essere l’ì, da solo con lui lo rendeva entusiasta e spaventato allo stesso tempo. 

 

“Si, professore.”, rispose educatamente.

 

“Bene, vieni qui..”, disse indicando il suo banco. Harry  lo raggiunse e si sedette proprio sul banco. 

 

“Allora, l’altro giorno ho parlato con alcuni insegnanti del tuo corso. Non sono tutti soddisfatti della tua media. Mi sono offerto di parlarti io perché con me non hai alcun problema di profitto..e poi è già capitato di aver altre conversazioni quindi ho pensato che forse ti saresti sentito a tuo agio. Qual è il problema?”, chiese avvicinandosi a me. Rimasi in silenzio. 

 

“Senti, se pensi che poi io vada a dirlo in giro, puoi stare tranquillo…non lo farò. Vorrei solo sapere qual è il problema…e se c’è un modo in cui posso aiutarti.”, disse alzando le spalle. 

 

“Non ho nessun problema…è solo un periodo….non buono per me. Tutto qui…”, sussurrò. 

 

“Sai, lo avevo capito….dal tuo disegno della settimana scorsa…che c’era qualcosa che non andava…”, disse ed il riccio rimase di nuovo in silenzio. 

 

“Il tuo accostare lo stesso colore per due concetti così diversi….voglio dire, è segno di confusione….ma di chiarezza allo stesso tempo. E’ come se tu avessi nella tua mente fosse tutto molto chiaro…ma la confusione è dentro di te…”, disse. e Zayn non poteva sapere quanto fosse vicino alla verità. 

 

Perché era vero, Harry era proprio quello. Harry viveva in bilico, sul filo del rasoio, tra l’equilibrio e il caos, tra il silenzio e il rumore, tra la chiarezza della sua mente e la confusione del suo cuore, o forse il contrario. Non era sicuro nemmeno di questo. 

 

Per questo non rispose a Zayn, si limitò ad alzare lo sguardo verso di lui. Abbozzò un mezzo sorriso, e Zayn capì che aveva ragione, che quello che aveva capito di lui era vero. Lasciò cadere l’argomento, perché sapeva che non era quello di cui Harry aveva bisogno in quel momento. Si avvicinò a lui, e gli accarezzò delicatamente una guancia. 

 

“I tuoi occhi non dovrebbero essere così tristi”, gli disse semplicemente. 

 

“Gli occhi sono lo specchi dell’anima…è così che si dice no?”, disse Harry abbozzando un sorriso. Zayn annuì, alzando le spalle. 

 

“C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?”, chiese Zayn continuando a rimanergli vicino. Anche lui non lo negava, trovava Harry molto carino, nonostante fosse nove anni più piccolo di lui. 

 

“um…”, non disse nulla Harry, si lasciò solo andare a quel lieve contatto e al calore della mano del più grande sulla sua guancia. 

 

“Anche se non credo questo sia il modo giusto…”, aggiunse Zayn pensieroso.

 

“Può essere un modo però…”, sussurrò il riccio, l’altro rimase in silenzio. 

 

“Non esiste un modo giusto per curare le ferite dell’anima.”, aggiunse poi Harry, avvicinandosi a Zayn di qualche millimetro. Il moro sapeva che non era la cosa giusta da fare, che lui era il suo professore, che era molto più piccolo di lui, ma aveva visto il verde dei suoi occhi. Ci aveva letto solitudine e smarrimento, e Zayn voleva solo alleviare tutto quello che Harry aveva dentro, e non voleva dirgli. Perciò si avvicinò a lui e lo baciò. Fu un bacio semplice e breve. Passò le mani tra i suoi ricci più e più volte, per avvicinarlo di più a sè. Harry si lasciò andare a quel bacio, aveva bisogno di non sentirsi solo, aveva bisogno di sentire calore, il calore di una persona che fa sentire amato in qualche modo, e che cerca di aiutarti e di salvarti, anche se tu non puoi, o forse non vuoi essere salvato. Quando il baciò terminò e entrambi aprirono gli occhi, Harry si specchiò negli occhi di Zayn. Erano caldi, confortanti….marroni. Ma non erano gli occhi che Harry voleva vedere. Pensò al ragazzo del treno. Voleva scontrarsi con quell’azzurro vivo, e limpido. Era da quegli gli occhi che Harry voleva essere salvato.  

 

 

“Sometimes we don't learn from our mistakes 

Sometimes we've no choice but to walk away, away”

 

 

 

 


 

 

 

*rieccomi*

 

Se siete arrivati a leggere fino a queste note, vuole dire che avete letto tutto il capitolo, e di questo già vi ringrazio. Detto ciò, ho delle piccole cose da dire sul capitolo. Come avete visto, Harry studia all’accademia d’arte e Zayn è il suo professore. Louis lavora con Niall per l’organizzazione del festival e Liam è il suo capo, nonché amico. Le frasi in corsivo che trovate vengono dalla canzone “The end where I begin” dei The Script, e il titolo del capitolo prende spunto dalla canzone, in parte. 

Detto questo, ripeto che mi farebbe davvero piacere sapere cosa pensate del primo capitolo, potete commentare un qualsiasi aspetto, e in qualsiasi modo. Accetto assolutamente tutto, pareri positivi e critiche. 

 

 

 

P.s. passando al lato romantico delle note, vorrei ringraziare le mie bimbe Federica, Laura e Anna e dar loro un messaggio: So che voi avete letto, in parte, già questa storia e so che volevate che la postassi per cui eccola qui. Proprio perché l’avete letta però, dovreste seguire gli aggiornamenti, perché ci sono cose che inserirò volta per volta che voi non avete mai letto, e questo capitolo già contiene qualcosa di nuovo per voi. 

 

Ci vediamo martedì prossimo con questa storia.

C. 

   
 
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