Guardandosi
allo specchio poteva palesemente notare quanto il suo corpo fosse
mutato
durante la gravidanza. La dolce curva che l’aveva
contraddistinta durante il
suo travagliato matrimonio ora era diventata gonfia di vita in un
segnale
evidente che sua figlia sarebbe nata a breve. O meglio: tra una
settimana
scadeva il tempo della sua gravidanza, poi sarebbe stata una tesissima
attesa
nell’aspettare che la piccola si decidesse a lasciare il suo
grembo.
Si
ritrovò a sorridere appena, sollevandosi ancora di
più il maglione bianco,
constatando che con tutta probabilità
sua figlia avrebbe fatto aspettare molto dato che la
percepiva come una
gran pigrona.
Talmente
presa dai suoi stessi pensieri che in principio non si accorse della
presenza
di Robin alle sue spalle. L’ex lottatore andò ad
accarezzare dolcemente il
ventre della neo moglie, poggiando il mento sulla sua fronte in un
abbraccio
intimo che francamente non si concedeva mai in pubblico.
–
Sei davvero sicura di voler tornare al lavoro? – fece lui,
cercando di non
farle del male con l’elmo argentato – manca ormai
poco, e non credo che quel
pazzo di MacNeil vorrebbe che tu ti sforzassi troppo…
–
–
Abbiamo fatto una vacanza di tre mesi sulle alpi Svizzere, tesoro.
Direi che mi
sono rilassata abbastanza… e il mio mentore si
starà chiedendo che fine abbia
fatto –
–
Il tuo mentore può anche andare al diavolo –
sbottò lui mentre la “costringeva”
a voltarsi verso di lui – tant’è vero
che adesso saresti in maternità! –
Se
doveva essere sincera, Alya era stata bene durante quel lungo periodo
di
vacanza. Robin aveva affittato un cottage munito di tutti confort in
una zona piuttosto
remota della Svizzera, e per lei fu come essere tornata un
po’ bambina
rivivendo in parte la sua prima infanzia nella steppa siberiana. Non lo
aveva
negato con lui che quel lungo periodo di riposo era stato un toccasana
per i
suoi nervi tesi, perché nulla si sarebbe aspettata meno che
il suo stesso
matrimonio si trasformasse in un processo a cielo aperto, ed aveva
anche
perdonato il suo stesso marito per non averla informata di tutti gli
eventi
precedenti poiché fin troppo preoccupato di poterla in
qualche modo
“danneggiare” a livello psicofisico.
Erano
rientrati alla civiltà circa un mese prima della finale
della Corona Chojin,
Robin era dunque partito per il Giappone speranzoso delle
abilità combattive
del proprio figlio, mentre Alya era rimasta nella loro tenuta di Londra
ufficialmente in maternità. Aveva assistito a
quell’epico scontro in diretta
TV, e contrariamente a molti spettatori aveva intuito fin da subito che
il
tesissimo allenatore di Kevin Mask altri non era che suo
padre… conciato in
modo piuttosto singolare, e tuttavia la sua mimica gestuale e la sua
camminata
era proprio quella del genitore, ma solo continuando a guardare lo
scontro le
fu più chiaro del perché di quella mascherata.
Solo dopo quella violenta
vittoria che era valsa la vittoria al suo “figlio”
acquisito c’era stata
l’ovvia conferenza stampa in cui si, Lord Flash ammetteva di
essere Warsman in
galassiavisione.
Ma
nonostante la vittoria ottenuta con tanti sforzi… ai suoi
occhi l’adorato padre
le era sembrato piuttosto cupo. E a nulla valsero le velate domande
sulla sua
condizione sia fisica che psicologica che gli porse con una telefonata,
Warsman
non si era sbottonato più di tanto limitandosi a
congratularsi con lei per
l’imminente fine della gravidanza.
Ma
tornando al presente, Alya aveva voglia di lavorare e quantomeno di
sistemare
un paio di scartoffie lasciate in ufficio, che la cosa andasse a genio
o meno a
quel testardo di suo marito. Si scostò via dal suo abbraccio
con delicatezza e
al contempo decisione, portandolo a sbuffare seccato perché
decisamente non
sarebbe mai riuscito a dissuadere quella donna.
Non
sarà nulla di stressante, credimi! – si
sistemò il maglione andandosi poi a
mettere una giacca estiva presa dall’armadio – solo
qualche scartoffia da
compilare e qualche saluto da fare in clinica… se ti consola
possiamo uscire
fuori a cena con Kevin e Niamh…–
Invece
di rasserenare un poco il proprio sposo l’aveva fatto
incupire di più,
nominando una persona che decisamente non gli andava a genio
soprattutto per il
modo in cui il suo figlio primogenito se n’era invaghito.
–
Tzk… quella ragazza finirà col rovinare Kevin!
Ora come ora avrebbe bisogno di
mostrarsi in pubblico come un vincitore qual è, e non come
un adescatore di
ortolane! –
–
Non puoi essere certo che Kevin stia sbagliando, e comunque si tratta
di un suo sbaglio…
quindi se proprio dobbiamo
metterla così lascia che il tempo faccia il suo corso
–
Da
donna paziente qual era, Alya aveva cercato di andare incontro al suo
compagno
cercando di farlo ragionare come si deve. Da quando il primogenito dei
Mask era
tornato in Inghilterra per un periodo di riposo, e per passare
più tempo con la
propria famiglia, si era portato appresso quella ragazza insicura che a
stento
era riuscita a balbettare un “buon salve e
arrivederci” ad un gelido Robin
Mask.
L’aveva
presentata come la sua ragazza, e questo l’aveva calcato ben
bene con la stessa
freddezza con cui suo padre era rimasto in silenzio, mentre per Alya
quel
tiepido incontro ufficiale non aveva fatto una cattiva impressione.
Aveva
inoltre avuto modo di parlare con lei, in via confidenziale davanti ad
una
tazza di tè caldo, e ciò che era riuscita a
ricavare da quell’intima chiacchierata era un
quadro dannatamente
desolante.
Il
non essere costantemente creduta da amici e familiari, che con tutta
probabilità continuavano a considerarla una bambina
nonostante la sua
maggiore età, le aveva portato una
insicurezza tale da considerarsi lei stessa responsabile per lo stupro subito qualche anno fa.
Niamh
non aveva colpe per ciò che le era successo e ancora
faticava a riprendersi del
tutto da quel brutto trauma, sebbene l’amore sincero che
nutriva per Kevin la
stesse aiutando, e lo era per davvero visto che Alya aveva analizzato
per bene
le sue parole e il suo stato emotivo mentre parlava di lui, ma
ciò che faceva
più rabbia per la dottoressa era vedere come la ragazza
considerasse fino a
poco tempo fa “normale” che una donna prosperosa
venisse molestata. Un lato
della società umana che Alya completamente disapprovava e
disgustava, ma le
brutte vicende della timida irlandese non sembravano interessare un
testardo
Robin.
Che
decisamente si lasciò scappare qualcosa che in un impeto
d’ira e orgoglio
avrebbe fatto meglio a tenere per se.
–
Lo sbaglio più grosso che potrebbe fare mio figlio
è mettersi ufficialmente con
una poco di buono! E sai bene anche
tu quanto sia indecoroso che… ah… –
Si
rese troppo tardi di aver commesso una autentica cavolata in puro stile
“Mask”,
poiché lo sguardo gelido che Alya gli indirizzò
parlò chiaro e tondo di una
incazzatura che non le sarebbe passata tanto facilmente. Senza dunque
dire una
parola, la giovane dottoressa si voltò di scatto
incamminandosi velocemente per
il corridoio andandosene il più possibile lontano da lui e
dalla sua ottusità.
–
Alya… a-aspetta! Non intendevo dire
veramente…–
quelle
parole di scuse gli stavano costando parecchio nell’orgoglio,
nel mentre che la
raggiungeva velocemente per stare al suo passo, ma sapeva alla
perfezione di
aver commesso una cazzata.
–
Perché dovresti scusarti per qualcosa che pensi, hm?
– il tono gelido della
Deva non parve diluirsi neppure mentre scendeva lo scalone principale
–
dopotutto, messa in questi termini, anche io sarei una
“meretrice” visto che ho
concepito questa figlia all’infuori del
matrimonio… – una frecciatina che portò
lo sposo a deglutire, ed una volta sull’uscio della porta di
casa la donna si
voltò per squadrarlo ben bene – pensavo di
chiamare mia madre per assistermi durante
il parto, ma forse è il caso che io parta per Amazon per
restarci definitivamente…
così avresti anche la
“prova definitiva” che io sono una strega
–
–
Uff… adesso non esagerare, Alya – rispose seccato
ed esasperato lui, cercando
invano di farla ragionare – è vero, ho sbagliato.
Ma non puoi negarmi che la
preoccupazione che ho per Kevin è legittima –
–
No, Robin. Non lo è… Kevin è
abbastanza grande da capire cosa sia giusto e
sbagliato, e se tu avessi avuto più tempo per chiacchierare
con quella ragazza
magari avresti compreso un po’ di più il motivo
per cui a tuo figlio piace
tanto… e ora scusami, ma sono in ritardo per il lavoro!
–
Se
ne andò di casa quasi sbattendo la porta, e Robin Mask si
maledì mentalmente
per una impulsività che al di fuori del ring decisamente non
riusciva a
controllare. Alya gli aveva dato su di nervi, ma fondamentalmente non
aveva
detto delle cose sbagliate anche se… erano dannatamente
difficili da digerire!
Se al suo ritorno era meno nervosa allora per scusarsi avrebbe
organizzato lui
quella dannata cena.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Aveva
cercato suo marito Suguru per tutto il palazzo senza però
reale successo.
Belinda
aveva controllato ovunque, dagli sgabuzzini alle cucine, ma da dopo la
telefonata di suo figlio Kid, il re dei kinnikku aveva iniziato a
comportarsi
in modo alquanto strano.
La
sconfitta della Corona Chojin si era fatta sentire a palazzo, e
benchè il padre
del giovane principe deponesse in lui parecchie speranze di vittoria,
perché
era del parere che il detto “tale padre tale
figlio” fosse abbastanza
veritiero, aveva cercato di stargli vicino quantomeno a telefono. E
quel
pomeriggio padre e figlio avevano avuto una fitta chiacchierata che
aveva
tenuto fuori Belinda dalla discussione, ma quello che l’aveva
insospettita di
più era che verso cena suo marito non si era ancora
presentato dal suo
“allenamento” serale. Qualunque cosa si fossero
detti i due, doveva essere fin
troppo importante se suo figlio non ne aveva voluto specificamente
parlare con
la madre limitandosi a salutarla velocemente un po’
imbarazzato. Pertanto,
indispettita da tutto quel mistero che aleggiava a palazzo,
spalancò le porta
dell’ultima stanza che non aveva controllato.
–
Ataru… Ataru Muscle! Dov’è mio marito?!
–
La
regina era nientemeno capitata all’interno della sala
operativa dei soldati
flessibili, il corpo scelto del principe senza trono dediti alla caccia
dei
super cattivi nell’universo, e attualmente tale sala era
gremita di questi
soldati in un continuo andare e venire con in mano scartoffie o
segnalazioni da
fare. Molti uomini stavano lavorando ai pannelli di controllo
monitorando ogni
quadrante della galassia, mentre il suddetto Ataru si trovava al centro
della
grande stanza sopra una balaustra rialzata.
La
regina non ci pensò due volte, e prendendosi i lembi del suo
vestito color
pesca salì le scale che la dovevano condurre da un
indaffarato cognato.
–
Uh, Belinda? Cosa… cosa c’è? Ho un
sacco di lavoro da fare… –
–
Non riesco a trovare mio marito, ecco cosa c’è! Ho
cercato dappertutto ma
quello stolto non si trova da nessuna parte! E ho il sospetto che la
sua
scomparsa c’entri con l’ultima telefonata fatta a
mio figlio –
Decisamente
quando la regina si alterava era il caso di non polemizzare troppo con
lei,
quel suo bel carattere dolce e comprensivo se l’era lasciato
ormai alle spalle
anni or sono, pertanto Ataru “Sergent” Muscle si
ritrovò a sbuffare e a
passarsi una mano sulla maschera metallica che indossava. Era un uomo
che
nonostante avesse più di settanta
anni si manteneva bene fisicamente, all’incontrario di Suguru
che si era
lasciato andare, e intimamente rappresentava per Belinda ciò
che il suo sposo
non era più ormai da tempo, ma il carattere rimeneva burbero
anche quando si
trattava di compiere un “piacere” ad una persona
ben conosciuta.
Sbuffato
seccato fece cenno ad un soldato di passargli un portatile, che
prontamente
depositò aperto sulla scrivania ingombra di scartoffie, ed
immediatamente il
sergente digitò alcune sequenze immediatamente riconoscibili
come quelle delle
telecamere di sorveglianza del palazzo. La stessa regina dette una
occhiata
alle immagini in sequenza, per poi rimanere sorpresa
dall’immagine
dell’uscita di
carico e scarico delle
merci e notando un uomo in impermeabile e occhiali da sole.
–
Ed ecco tuo marito, Belinda… a quanto vedo, dalle valige che
porta, direi che
si è deciso ad abbandonare il trono – e qui alla
donna parve di sentire una
certa nota cinica nel cognato – oppure con tutta
probabilità ha deciso di
andarsi a divertire senza dirti nulla per non farti
ingelosire… vuoi che
controlli anche se ha preso qualche linea interspaziale tanto per
essere più
tranquilla? –
Belinda
restò a guardare quelle immagini della fuga di suo marito
che continuavano a
girare in loop per diverso tempo, e Ataru poté notare che
sua maestà fosse
nervosa anche solo per il modo in cui si mordeva le guance
dall’interno, poi
voltandosi di scatto decise saggiamente di andarsene da quel posto
affollato
per non dare spettacolo della propria ira.
–
Se scopri su quale pianeta è approdato, riferiscimelo
personalmente – sibilò
una regina ormai ai ferri corti. Perché per quanto amasse
suo marito più gli
anni passavano e più iniziava a stancarsi di quel
comportamento infantile che
non riusciva proprio a mettere da parte… e lo stesso Kid era
sulla stessa
brutta strada – anche se credo di intuire dove sia andato,
visto che i porci
non possono fare a meno del loro porcile! –
L’infelice
battuta della sovrana, e persino il fratello di King Muscle non
faticò a
comprendere che stava parlando di Amazon,
l’accompagnò fino all’uscita dalla
sala controllo seguita dallo sguardo di qualche soldato incuriosito.
Per il
resto, Ataru si limitò a sbuffare annoiato e a scuotere
lentamente la testa
prima di tornare al suo lavoro principale che decisamente non
comprendeva i
litigi di due coniugi alle prese con le loro scaramucce.
No…
il lavoro dell’ex principe ereditario non comprendeva dare la
caccia a due
vermi, ossia fratello e nipote, ma a tre pericolosi criminali che
nonostante
tutto erano ancora celati ai suoi occhi.
Aveva
fatto perlustrare mezza galassia, raccolto indizi e testimonianze,
“collaborato”
con la Corte di Amazon sebbene tale collaborazione valeva dire trovarsi
con le
mani amputate da un momento all’altro. Ma a parte scoprire
che dietro ai
disordini di Londra di qualche mese fa c’erano i 2 mercenari
evasi dal pianeta
Muscle con l’ausilio di un terzo complice che possedeva una
modesta nave da
combattimento aliena, il nulla aveva inghiottito le figure di Bone
Cold, Hanzo,
e del mercenario Rinzler di cui Ataru Muscle aveva sentito nominare
come
operativo in ben altri settori lontani come quello malfamato di
Terminus. Tale
pensiero incupì maggiormente il kinnikku, che scuro in volto
guardò i pannelli
operativi in cui apparivano i volti dei tre ricercati rimuginando per
il
nervosismo di sentirsi quasi “impotente”.
–
Avete combinato un bel casino a Londra… ma sarà
tale casino a condurci nella
vostra tana!–
Poteva
solo sperare che fosse così, ma a deconcentrarlo
ulteriormente dalle sue
indagini ora c’era quella dannata questione di suo fratello e
suo nipote, e per
esperienza poteva intuire che la loro non sarebbe stata semplicemente
una
vacanza clandestina in un pianeta esotico. Forse era il caso di
spendere un po’
di tempo anche per quei due…
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Il
monastero di Hope era da considerarsi come il luogo
“peggiore” per la
detenzione di una strega. Situato su una montagna rocciosa estremamente
ripida,
con le pietre così lisce e appuntite che era impossibile
scavare una strada che
fosse una, era l’unico centro abitato sui monti Nebbiosi che
si innalzavano,
per l’appunto, dalla nebbia che spesso e volentieri avvolgeva
la foresta
sottostante.
L’unico
modo per raggiungerlo era per via aerea se si possedeva una nave
spaziale dato
che dei due cortili che possedeva uno era abbastanza grande da
permettere
l’attracco delle navi. Era un luogo semplice e tutto sommato
tranquillo, e
l’unica vera pecca stava nel fatto che mancava di veri e
propri intrattenimenti
ludici per gli ospiti presenti. Niente televisione, internet,
trasmissioni
radiofoniche o contatti con persone normali. Le streghe vivevano in un
ambiente
monastico piuttosto chiuso passando il tempo a leggere, creare poemi,
curare
l’orto e il pollaio, pregare, cantare gli inni sacri oltre
che continui
insegnamenti sull’importanza di saper usare il proprio potere
a fin di bene.
Il
sesso? Beh… per Rinzler poteva essere una cosa fattibile che
due streghe si
dessero un po’ a del sano divertimento senza schiattare
l’una tra le braccia
dell’altra, ma per quanto lo riguardava preferiva stare
lontano dall’unica
strega rimasta nel monastero. Lui alla propria vita ancora ci
“teneva”, e le
streghe era risaputo che, a causa del difetto genetico che le rendeva
estremamente potenti, uccidessero durante l’amplesso il loro
partner poiché ne
risucchiavano l’energia anziché adattarsi come
tutte le altre della loro razza.
Un bel problema in effetti, quindi non doveva far bene agli affari del
pianeta
avere quelle succubi a piede libero pronte a far danni.
Morrigan
difatti, a differenza delle altre poche “sorelle”
presenti, non aveva mai
apprezzato la vita chiusa dentro quelle fredde e semplici mura
preferendo di
gran lunga sfamare la propria ambizione che comprendeva tra
l’altro il mettersi
costantemente alla prova.
Una
volta giunta a Hope, dopo essersi ripresa da quello che doveva essere
stato un
duro scontro per lei, almeno questo era ciò che il
mercenario aveva capito, la
convalescente strega si era adoperata a conquistare la fiducia delle
altre
consorelle e della madre superiora, decidendo di giocare
d’astuzia prendendo i
voti e mettendosi poi lei al comando quando l’anziana madre
aveva deciso di
lasciare il mondo terreno per… cause tutte da chiarire, e
decisamente poco
accolte dalle altre streghe che nulla poterono poi contro la forza di
Morrigan.
Si
era macchiata le mani del sangue delle sue stesse compage, ma a quanto
pare il
fine giustifica i mezzi visto che la sua mente acuta aveva compreso che
quel
luogo così isolato poteva essere un’ottima base in
cui riprendere gli affari
brutalmente interrotti circa dieci anni fa. Era stata la prima donna a
commercializzare sabbia rossa al di fuori del pianeta, e ora aveva
intenzione
di ricominciare tutto senza però commettere gli stessi
errori del passato
restandosene dunque con un basso profilo. Rinzler doveva ammetterlo,
quella
donna era un vero genio del male e se non fosse stata tanto pericolosa
se la
sarebbe portata pure a letto, ma questo lo lasciava fare a Bone Cold
che per
questioni razziali era più morto che vivo!
–
Ehe… lo sai che cosa sono quelle urla?! –
–
Hm? Suppongo siano i tuoi parenti, pivello –
Sia
lui che Hanzo si trovavano nel cortile di carico/scarico delle navi
interstellari, e si stavano concedendo una sigaretta restandosene
appoggiati
sul muretto di delineazione dell’area. Oltre quello,
c’era solo un baratro a
picco nella foresta fitta e pericolosa.
L’ex
galeotto si limitò a sghignazzare senza raccogliere la
provocazione del più
anziano, aspirando dalla propria sigaretta prima di rispondergli. Non
aveva
tutti i torti comunque, quelle che si sentivano sembravano le urla di
qualche
uccello esotico in compagnia di qualche grosso predatore con le
emorroidi.
–
Sai perché i monasteri sono sempre nell’entroterra
del paese…? A causa della
simpatica fauna che vi ci vive. Animali selvaggi, i clan barbari
ferocemente
territoriali, e per ultimo quelli che senti… –
–
Tzk, sicuramente non fanno dormire la notte, ma posso sempre dar fuoco
alla
foresta –
E
Hanzo sapeva che quel vecchio pazzo sarebbe stato capace di radere al
suolo
tutto se questo comportava per lui un problema a prendere sonno, e tale
sincerità semplicemente lo portarono a ridersela di gusto in
una risata crudele
e sguaiata.
–
Ahaha! Sei così spassoso che mi verrebbe voglia di buttarti
di sotto! No,
comunque ci sono anche parecchi demoni della notte nella
foresta… sono attratti
dal potere delle streghe ma allo stesso tempo le temono…
pensa che casino ci
sarebbe se una strega diventasse un demone schifoso –
–
Penso che si potrebbe ammazzare più facilmente… i
demoni hanno poco cervello e
molta boria, un po’ come te pivello –
I
vampiri non erano mai stati endemici
del pianeta Amazon… ma erano un altro bel regalo
fornito di viaggi interstellari che erano iniziati da quando 400 anni
fa
Traveller Muscle non aveva scoperto il pianeta delle donne. E dunque,
oltre
alle streghe si trovarono a breve anche ad affrontare
quest’orribile piaga
ancor più difficile da debellare di un semplice difetto
genetico. Non c’era da
stupirsi se l’inquisizione su Amazon fosse particolarmente
potente e spietata, si
vociferava che parte dell’addestramento comportasse anche la
cattura e la
tortura di quegli esseri, ma a parte questa piccola nozione di storia
ad Hanzo
non piacque l’ennesima battuta del mercenario e pertanto fu
quasi pronto ad
attaccarlo nuovamente. Se non arrivarono per l’ennesima volta
alle mani, e si…
Rinzler ci prendeva gusto a provocarlo, fu solo per l’ovvio
intervento di Bone
Cold che raggiunse i due sfidanti con passo svelto e poco disposto a
sentire
chiacchiere.
–
I demoni non raggiungeranno mai questo picco… neppure loro
amano la presenza di
Morrigan e lei stessa ha più volte espresso desiderio di
radere al suolo la
foresta per far cessare le loro urla…–
–
Visto? Ragazza intelligente – ribatté soddisfatto
il mercenario più anziano
rivolto al giovane criminale. E quest’ultimo
incrociò le braccia in petto
emettendo un grugnito come un bambino offeso.
–
… ma logicamente è anche consapevole che se la
foresta brucia poi la Corte
verrebbe qui a investigare. Ed è l’ultima cosa che
vogliamo se il nostro ultimo
carico possa andare a destinazione senza problemi! Forza…
prepariamoci per
l’imbarco –
Nel
tono del mercenario si poteva percepire che ormai quel tipo di lavoro
stava
iniziando a stargli un po’ stretto, ma per qualche strano
motivo a Bone non era
ancora saltata del tutto la molla di abbandonare quel nucleo di pura
malvagità
che era Morrigan. Per Rinzler iniziava a sorgere il dubbio che a lungo
andare
quella sua fedeltà alla strega potesse comportare un
problema principalmente
per lui. Della ragazza non gliene importava nulla, anche se comunque
non pagava
male, ma il suo sesto senso gli stava dicendo che il ragazzo potesse
essersi in
qualche modo cotto di quello
scherzo
della natura. E non c’era niente di peggio che seguire gli
ordini di un uomo
innamorato, quindi, a meno che la miss non avesse deciso per altri
piani, prese
mentalmente un appunto di tenere un proiettile sempre pronto nella
canna del
fucile da usare sulla fronte di Bone Cold in caso di pessimi
“punti
contrattuali”.
E
comunque quella fottuta foresta prima o poi l’avrebbe rasa al
suolo!
Capitolo
non lunghissimo e che non mi entusiasma più di tanto, ma
direi fondamentale per
farvi capire che alcuni problemi belli grossi stanno per iniziare.
Quali? Eh…
abbiate pazienza e con il tempo lo capirete! Per il resto, ringrazio
chi legge,
recensisce, e mette la storia tra le seguite e preferite