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Autore: vermissen_stern    24/09/2014    2 recensioni
Sono passati quattro mesi dal matrimonio disastroso in cui Kid Muscle e Kevin Mask hanno quasi dato la vita per poter redimersi da una accusa infamante. Robin Mask a breve diventerà padre per la seconda volta, mentre Warsman ha preso la sua decisione di allenare il cugino di Kevin alle tecniche di famiglia. Ed i ragazzi della Muscle League hanno deciso di prendersi una vacanza dopo la Corona Chojin... il punto è: quanto a lungo potrà durare tutto questo? ed il matrimonio è davvero la cosa giusta da fare?!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Reignite '
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Guardandosi allo specchio poteva palesemente notare quanto il suo corpo fosse mutato durante la gravidanza. La dolce curva che l’aveva contraddistinta durante il suo travagliato matrimonio ora era diventata gonfia di vita in un segnale evidente che sua figlia sarebbe nata a breve. O meglio: tra una settimana scadeva il tempo della sua gravidanza, poi sarebbe stata una tesissima attesa nell’aspettare che la piccola si decidesse a lasciare il suo grembo.

Si ritrovò a sorridere appena, sollevandosi ancora di più il maglione bianco, constatando che con tutta probabilità  sua figlia avrebbe fatto aspettare molto dato che la percepiva come una gran pigrona.

Talmente presa dai suoi stessi pensieri che in principio non si accorse della presenza di Robin alle sue spalle. L’ex lottatore andò ad accarezzare dolcemente il ventre della neo moglie, poggiando il mento sulla sua fronte in un abbraccio intimo che francamente non si concedeva mai in pubblico.

– Sei davvero sicura di voler tornare al lavoro? – fece lui, cercando di non farle del male con l’elmo argentato – manca ormai poco, e non credo che quel pazzo di MacNeil vorrebbe che tu ti sforzassi troppo… –

– Abbiamo fatto una vacanza di tre mesi sulle alpi Svizzere, tesoro. Direi che mi sono rilassata abbastanza… e il mio mentore si starà chiedendo che fine abbia fatto –

– Il tuo mentore può anche andare al diavolo – sbottò lui mentre la “costringeva” a voltarsi verso di lui – tant’è vero che adesso saresti in maternità! –

Se doveva essere sincera, Alya era stata bene durante quel lungo periodo di vacanza. Robin aveva affittato un cottage munito di tutti confort in una zona piuttosto remota della Svizzera, e per lei fu come essere tornata un po’ bambina rivivendo in parte la sua prima infanzia nella steppa siberiana. Non lo aveva negato con lui che quel lungo periodo di riposo era stato un toccasana per i suoi nervi tesi, perché nulla si sarebbe aspettata meno che il suo stesso matrimonio si trasformasse in un processo a cielo aperto, ed aveva anche perdonato il suo stesso marito per non averla informata di tutti gli eventi precedenti poiché fin troppo preoccupato di poterla in qualche modo “danneggiare” a livello psicofisico.

Erano rientrati alla civiltà circa un mese prima della finale della Corona Chojin, Robin era dunque partito per il Giappone speranzoso delle abilità combattive del proprio figlio, mentre Alya era rimasta nella loro tenuta di Londra ufficialmente in maternità. Aveva assistito a quell’epico scontro in diretta TV, e contrariamente a molti spettatori aveva intuito fin da subito che il tesissimo allenatore di Kevin Mask altri non era che suo padre… conciato in modo piuttosto singolare, e tuttavia la sua mimica gestuale e la sua camminata era proprio quella del genitore, ma solo continuando a guardare lo scontro le fu più chiaro del perché di quella mascherata. Solo dopo quella violenta vittoria che era valsa la vittoria al suo “figlio” acquisito c’era stata l’ovvia conferenza stampa in cui si, Lord Flash ammetteva di essere Warsman in galassiavisione.

Ma nonostante la vittoria ottenuta con tanti sforzi… ai suoi occhi l’adorato padre le era sembrato piuttosto cupo. E a nulla valsero le velate domande sulla sua condizione sia fisica che psicologica che gli porse con una telefonata, Warsman non si era sbottonato più di tanto limitandosi a congratularsi con lei per l’imminente fine della gravidanza.

Ma tornando al presente, Alya aveva voglia di lavorare e quantomeno di sistemare un paio di scartoffie lasciate in ufficio, che la cosa andasse a genio o meno a quel testardo di suo marito. Si scostò via dal suo abbraccio con delicatezza e al contempo decisione, portandolo a sbuffare seccato perché decisamente non sarebbe mai riuscito a dissuadere quella donna.

Non sarà nulla di stressante, credimi! – si sistemò il maglione andandosi poi a mettere una giacca estiva presa dall’armadio – solo qualche scartoffia da compilare e qualche saluto da fare in clinica… se ti consola possiamo uscire fuori a cena con Kevin e Niamh…–

Invece di rasserenare un poco il proprio sposo l’aveva fatto incupire di più, nominando una persona che decisamente non gli andava a genio soprattutto per il modo in cui il suo figlio primogenito se n’era invaghito.

– Tzk… quella ragazza finirà col rovinare Kevin! Ora come ora avrebbe bisogno di mostrarsi in pubblico come un vincitore qual è, e non come un adescatore di ortolane! –

– Non puoi essere certo che Kevin stia sbagliando, e comunque si tratta di un suo sbaglio… quindi se proprio dobbiamo metterla così lascia che il tempo faccia il suo corso –

Da donna paziente qual era, Alya aveva cercato di andare incontro al suo compagno cercando di farlo ragionare come si deve. Da quando il primogenito dei Mask era tornato in Inghilterra per un periodo di riposo, e per passare più tempo con la propria famiglia, si era portato appresso quella ragazza insicura che a stento era riuscita a balbettare un “buon salve e arrivederci” ad un gelido Robin Mask.

L’aveva presentata come la sua ragazza, e questo l’aveva calcato ben bene con la stessa freddezza con cui suo padre era rimasto in silenzio, mentre per Alya quel tiepido incontro ufficiale non aveva fatto una cattiva impressione.

Aveva inoltre avuto modo di parlare con lei, in via confidenziale davanti ad una tazza di tè caldo, e ciò che era riuscita a  ricavare da quell’intima chiacchierata era un quadro dannatamente desolante.

Il non essere costantemente creduta da amici e familiari, che con tutta probabilità continuavano a considerarla una bambina nonostante la  sua maggiore età, le aveva portato una insicurezza tale da considerarsi lei stessa responsabile per lo stupro subito qualche anno fa.

Niamh non aveva colpe per ciò che le era successo e ancora faticava a riprendersi del tutto da quel brutto trauma, sebbene l’amore sincero che nutriva per Kevin la stesse aiutando, e lo era per davvero visto che Alya aveva analizzato per bene le sue parole e il suo stato emotivo mentre parlava di lui, ma ciò che faceva più rabbia per la dottoressa era vedere come la ragazza considerasse fino a poco tempo fa “normale” che una donna prosperosa venisse molestata. Un lato della società umana che Alya completamente disapprovava e disgustava, ma le brutte vicende della timida irlandese non sembravano interessare un testardo Robin.

Che decisamente si lasciò scappare qualcosa che in un impeto d’ira e orgoglio avrebbe fatto meglio a tenere per se.

– Lo sbaglio più grosso che potrebbe fare mio figlio è mettersi ufficialmente con una poco di buono! E sai bene anche tu quanto sia indecoroso che… ah… –

Si rese troppo tardi di aver commesso una autentica cavolata in puro stile “Mask”, poiché lo sguardo gelido che Alya gli indirizzò parlò chiaro e tondo di una incazzatura che non le sarebbe passata tanto facilmente. Senza dunque dire una parola, la giovane dottoressa si voltò di scatto incamminandosi velocemente per il corridoio andandosene il più possibile lontano da lui e dalla sua ottusità.

– Alya… a-aspetta! Non intendevo dire veramente…–

quelle parole di scuse gli stavano costando parecchio nell’orgoglio, nel mentre che la raggiungeva velocemente per stare al suo passo, ma sapeva alla perfezione di aver commesso una cazzata.

– Perché dovresti scusarti per qualcosa che pensi, hm? – il tono gelido della Deva non parve diluirsi neppure mentre scendeva lo scalone principale – dopotutto, messa in questi termini, anche io sarei una “meretrice” visto che ho concepito questa figlia all’infuori del matrimonio… – una frecciatina che portò lo sposo a deglutire, ed una volta sull’uscio della porta di casa la donna si voltò per squadrarlo ben bene – pensavo di chiamare mia madre per assistermi durante il parto, ma forse è il caso che io parta per Amazon per restarci definitivamente… così avresti anche la “prova definitiva” che io sono una strega –

– Uff… adesso non esagerare, Alya – rispose seccato ed esasperato lui, cercando invano di farla ragionare – è vero, ho sbagliato. Ma non puoi negarmi che la preoccupazione che ho per Kevin è legittima –

– No, Robin. Non lo è… Kevin è abbastanza grande da capire cosa sia giusto e sbagliato, e se tu avessi avuto più tempo per chiacchierare con quella ragazza magari avresti compreso un po’ di più il motivo per cui a tuo figlio piace tanto… e ora scusami, ma sono in ritardo per il lavoro! –

Se ne andò di casa quasi sbattendo la porta, e Robin Mask si maledì mentalmente per una impulsività che al di fuori del ring decisamente non riusciva a controllare. Alya gli aveva dato su di nervi, ma fondamentalmente non aveva detto delle cose sbagliate anche se… erano dannatamente difficili da digerire! Se al suo ritorno era meno nervosa allora per scusarsi avrebbe organizzato lui quella dannata cena.

 

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Aveva cercato suo marito Suguru per tutto il palazzo senza però reale successo.

Belinda aveva controllato ovunque, dagli sgabuzzini alle cucine, ma da dopo la telefonata di suo figlio Kid, il re dei kinnikku aveva iniziato a comportarsi in modo alquanto strano.

La sconfitta della Corona Chojin si era fatta sentire a palazzo, e benchè il padre del giovane principe deponesse in lui parecchie speranze di vittoria, perché era del parere che il detto “tale padre tale figlio” fosse abbastanza veritiero, aveva cercato di stargli vicino quantomeno a telefono. E quel pomeriggio padre e figlio avevano avuto una fitta chiacchierata che aveva tenuto fuori Belinda dalla discussione, ma quello che l’aveva insospettita di più era che verso cena suo marito non si era ancora presentato dal suo “allenamento” serale. Qualunque cosa si fossero detti i due, doveva essere fin troppo importante se suo figlio non ne aveva voluto specificamente parlare con la madre limitandosi a salutarla velocemente un po’ imbarazzato. Pertanto, indispettita da tutto quel mistero che aleggiava a palazzo, spalancò le porta dell’ultima stanza che non aveva controllato.

– Ataru… Ataru Muscle! Dov’è mio marito?! –

La regina era nientemeno capitata all’interno della sala operativa dei soldati flessibili, il corpo scelto del principe senza trono dediti alla caccia dei super cattivi nell’universo, e attualmente tale sala era gremita di questi soldati in un continuo andare e venire con in mano scartoffie o segnalazioni da fare. Molti uomini stavano lavorando ai pannelli di controllo monitorando ogni quadrante della galassia, mentre il suddetto Ataru si trovava al centro della grande stanza sopra una balaustra rialzata.

La regina non ci pensò due volte, e prendendosi i lembi del suo vestito color pesca salì le scale che la dovevano condurre da un indaffarato cognato.

– Uh, Belinda? Cosa… cosa c’è? Ho un sacco di lavoro da fare… –

– Non riesco a trovare mio marito, ecco cosa c’è! Ho cercato dappertutto ma quello stolto non si trova da nessuna parte! E ho il sospetto che la sua scomparsa c’entri con l’ultima telefonata fatta a mio figlio –

Decisamente quando la regina si alterava era il caso di non polemizzare troppo con lei, quel suo bel carattere dolce e comprensivo se l’era lasciato ormai alle spalle anni or sono, pertanto Ataru “Sergent” Muscle si ritrovò a sbuffare e a passarsi una mano sulla maschera metallica che indossava. Era un uomo che nonostante avesse più di settanta anni si manteneva bene fisicamente, all’incontrario di Suguru che si era lasciato andare, e intimamente rappresentava per Belinda ciò che il suo sposo non era più ormai da tempo, ma il carattere rimeneva burbero anche quando si trattava di compiere un “piacere” ad una persona ben conosciuta.

Sbuffato seccato fece cenno ad un soldato di passargli un portatile, che prontamente depositò aperto sulla scrivania ingombra di scartoffie, ed immediatamente il sergente digitò alcune sequenze immediatamente riconoscibili come quelle delle telecamere di sorveglianza del palazzo. La stessa regina dette una occhiata alle immagini in sequenza, per poi rimanere sorpresa dall’immagine dell’uscita  di carico e scarico delle merci e notando un uomo in impermeabile e occhiali da sole.

– Ed ecco tuo marito, Belinda… a quanto vedo, dalle valige che porta, direi che si è deciso ad abbandonare il trono – e qui alla donna parve di sentire una certa nota cinica nel cognato – oppure con tutta probabilità ha deciso di andarsi a divertire senza dirti nulla per non farti ingelosire… vuoi che controlli anche se ha preso qualche linea interspaziale tanto per essere più tranquilla? –

Belinda restò a guardare quelle immagini della fuga di suo marito che continuavano a girare in loop per diverso tempo, e Ataru poté notare che sua maestà fosse nervosa anche solo per il modo in cui si mordeva le guance dall’interno, poi voltandosi di scatto decise saggiamente di andarsene da quel posto affollato per non dare spettacolo della propria ira.

– Se scopri su quale pianeta è approdato, riferiscimelo personalmente – sibilò una regina ormai ai ferri corti. Perché per quanto amasse suo marito più gli anni passavano e più iniziava a stancarsi di quel comportamento infantile che non riusciva proprio a mettere da parte… e lo stesso Kid era sulla stessa brutta strada – anche se credo di intuire dove sia andato, visto che i porci non possono fare a meno del loro porcile! –

L’infelice battuta della sovrana, e persino il fratello di King Muscle non faticò a comprendere che stava parlando di Amazon, l’accompagnò fino all’uscita dalla sala controllo seguita dallo sguardo di qualche soldato incuriosito. Per il resto, Ataru si limitò a sbuffare annoiato e a scuotere lentamente la testa prima di tornare al suo lavoro principale che decisamente non comprendeva i litigi di due coniugi alle prese con le loro scaramucce.

No… il lavoro dell’ex principe ereditario non comprendeva dare la caccia a due vermi, ossia fratello e nipote, ma a tre pericolosi criminali che nonostante tutto erano ancora celati ai suoi occhi.

Aveva fatto perlustrare mezza galassia, raccolto indizi e testimonianze, “collaborato” con la Corte di Amazon sebbene tale collaborazione valeva dire trovarsi con le mani amputate da un momento all’altro. Ma a parte scoprire che dietro ai disordini di Londra di qualche mese fa c’erano i 2 mercenari evasi dal pianeta Muscle con l’ausilio di un terzo complice che possedeva una modesta nave da combattimento aliena, il nulla aveva inghiottito le figure di Bone Cold, Hanzo, e del mercenario Rinzler di cui Ataru Muscle aveva sentito nominare come operativo in ben altri settori lontani come quello malfamato di Terminus. Tale pensiero incupì maggiormente il kinnikku, che scuro in volto guardò i pannelli operativi in cui apparivano i volti dei tre ricercati rimuginando per il nervosismo di sentirsi quasi “impotente”.

– Avete combinato un bel casino a Londra… ma sarà tale casino a condurci nella vostra tana!–

Poteva solo sperare che fosse così, ma a deconcentrarlo ulteriormente dalle sue indagini ora c’era quella dannata questione di suo fratello e suo nipote, e per esperienza poteva intuire che la loro non sarebbe stata semplicemente una vacanza clandestina in un pianeta esotico. Forse era il caso di spendere un po’ di tempo anche per quei due…

 

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Il monastero di Hope era da considerarsi come il luogo “peggiore” per la detenzione di una strega. Situato su una montagna rocciosa estremamente ripida, con le pietre così lisce e appuntite che era impossibile scavare una strada che fosse una, era l’unico centro abitato sui monti Nebbiosi che si innalzavano, per l’appunto, dalla nebbia che spesso e volentieri avvolgeva la foresta sottostante.

L’unico modo per raggiungerlo era per via aerea se si possedeva una nave spaziale dato che dei due cortili che possedeva uno era abbastanza grande da permettere l’attracco delle navi. Era un luogo semplice e tutto sommato tranquillo, e l’unica vera pecca stava nel fatto che mancava di veri e propri intrattenimenti ludici per gli ospiti presenti. Niente televisione, internet, trasmissioni radiofoniche o contatti con persone normali. Le streghe vivevano in un ambiente monastico piuttosto chiuso passando il tempo a leggere, creare poemi, curare l’orto e il pollaio, pregare, cantare gli inni sacri oltre che continui insegnamenti sull’importanza di saper usare il proprio potere a fin di bene.

Il sesso? Beh… per Rinzler poteva essere una cosa fattibile che due streghe si dessero un po’ a del sano divertimento senza schiattare l’una tra le braccia dell’altra, ma per quanto lo riguardava preferiva stare lontano dall’unica strega rimasta nel monastero. Lui alla propria vita ancora ci “teneva”, e le streghe era risaputo che, a causa del difetto genetico che le rendeva estremamente potenti, uccidessero durante l’amplesso il loro partner poiché ne risucchiavano l’energia anziché adattarsi come tutte le altre della loro razza. Un bel problema in effetti, quindi non doveva far bene agli affari del pianeta avere quelle succubi a piede libero pronte a far danni.

Morrigan difatti, a differenza delle altre poche “sorelle” presenti, non aveva mai apprezzato la vita chiusa dentro quelle fredde e semplici mura preferendo di gran lunga sfamare la propria ambizione che comprendeva tra l’altro il mettersi costantemente alla prova.

Una volta giunta a Hope, dopo essersi ripresa da quello che doveva essere stato un duro scontro per lei, almeno questo era ciò che il mercenario aveva capito, la convalescente strega si era adoperata a conquistare la fiducia delle altre consorelle e della madre superiora, decidendo di giocare d’astuzia prendendo i voti e mettendosi poi lei al comando quando l’anziana madre aveva deciso di lasciare il mondo terreno per… cause tutte da chiarire, e decisamente poco accolte dalle altre streghe che nulla poterono poi contro la forza di Morrigan.

Si era macchiata le mani del sangue delle sue stesse compage, ma a quanto pare il fine giustifica i mezzi visto che la sua mente acuta aveva compreso che quel luogo così isolato poteva essere un’ottima base in cui riprendere gli affari brutalmente interrotti circa dieci anni fa. Era stata la prima donna a commercializzare sabbia rossa al di fuori del pianeta, e ora aveva intenzione di ricominciare tutto senza però commettere gli stessi errori del passato restandosene dunque con un basso profilo. Rinzler doveva ammetterlo, quella donna era un vero genio del male e se non fosse stata tanto pericolosa se la sarebbe portata pure a letto, ma questo lo lasciava fare a Bone Cold che per questioni razziali era più morto che vivo!

– Ehe… lo sai che cosa sono quelle urla?! –

– Hm? Suppongo siano i tuoi parenti, pivello –

Sia lui che Hanzo si trovavano nel cortile di carico/scarico delle navi interstellari, e si stavano concedendo una sigaretta restandosene appoggiati sul muretto di delineazione dell’area. Oltre quello, c’era solo un baratro a picco nella foresta fitta e pericolosa.

L’ex galeotto si limitò a sghignazzare senza raccogliere la provocazione del più anziano, aspirando dalla propria sigaretta prima di rispondergli. Non aveva tutti i torti comunque, quelle che si sentivano sembravano le urla di qualche uccello esotico in compagnia di qualche grosso predatore con le emorroidi.

– Sai perché i monasteri sono sempre nell’entroterra del paese…? A causa della simpatica fauna che vi ci vive. Animali selvaggi, i clan barbari ferocemente territoriali, e per ultimo quelli che senti… –

– Tzk, sicuramente non fanno dormire la notte, ma posso sempre dar fuoco alla foresta –

E Hanzo sapeva che quel vecchio pazzo sarebbe stato capace di radere al suolo tutto se questo comportava per lui un problema a prendere sonno, e tale sincerità semplicemente lo portarono a ridersela di gusto in una risata crudele e sguaiata.

– Ahaha! Sei così spassoso che mi verrebbe voglia di buttarti di sotto! No, comunque ci sono anche parecchi demoni della notte nella foresta… sono attratti dal potere delle streghe ma allo stesso tempo le temono… pensa che casino ci sarebbe se una strega diventasse un demone schifoso –

– Penso che si potrebbe ammazzare più facilmente… i demoni hanno poco cervello e molta boria, un po’ come te pivello –

I vampiri non erano mai stati endemici del pianeta Amazon… ma erano un altro bel regalo fornito di viaggi interstellari che erano iniziati da quando 400 anni fa Traveller Muscle non aveva scoperto il pianeta delle donne. E dunque, oltre alle streghe si trovarono a breve anche ad affrontare quest’orribile piaga ancor più difficile da debellare di un semplice difetto genetico. Non c’era da stupirsi se l’inquisizione su Amazon fosse particolarmente potente e spietata, si vociferava che parte dell’addestramento comportasse anche la cattura e la tortura di quegli esseri, ma a parte questa piccola nozione di storia ad Hanzo non piacque l’ennesima battuta del mercenario e pertanto fu quasi pronto ad attaccarlo nuovamente. Se non arrivarono per l’ennesima volta alle mani, e si… Rinzler ci prendeva gusto a provocarlo, fu solo per l’ovvio intervento di Bone Cold che raggiunse i due sfidanti con passo svelto e poco disposto a sentire chiacchiere.

– I demoni non raggiungeranno mai questo picco… neppure loro amano la presenza di Morrigan e lei stessa ha più volte espresso desiderio di radere al suolo la foresta per far cessare le loro urla…–

– Visto? Ragazza intelligente – ribatté soddisfatto il mercenario più anziano rivolto al giovane criminale. E quest’ultimo incrociò le braccia in petto emettendo un grugnito come un bambino offeso.

– … ma logicamente è anche consapevole che se la foresta brucia poi la Corte verrebbe qui a investigare. Ed è l’ultima cosa che vogliamo se il nostro ultimo carico possa andare a destinazione senza problemi! Forza… prepariamoci per l’imbarco –

Nel tono del mercenario si poteva percepire che ormai quel tipo di lavoro stava iniziando a stargli un po’ stretto, ma per qualche strano motivo a Bone non era ancora saltata del tutto la molla di abbandonare quel nucleo di pura malvagità che era Morrigan. Per Rinzler iniziava a sorgere il dubbio che a lungo andare quella sua fedeltà alla strega potesse comportare un problema principalmente per lui. Della ragazza non gliene importava nulla, anche se comunque non pagava male, ma il suo sesto senso gli stava dicendo che il ragazzo potesse essersi in qualche modo cotto di quello scherzo della natura. E non c’era niente di peggio che seguire gli ordini di un uomo innamorato, quindi, a meno che la miss non avesse deciso per altri piani, prese mentalmente un appunto di tenere un proiettile sempre pronto nella canna del fucile da usare sulla fronte di Bone Cold in caso di pessimi “punti contrattuali”.

E comunque quella fottuta foresta prima o poi l’avrebbe rasa al suolo!

 

 

Capitolo non lunghissimo e che non mi entusiasma più di tanto, ma direi fondamentale per farvi capire che alcuni problemi belli grossi stanno per iniziare. Quali? Eh… abbiate pazienza e con il tempo lo capirete! Per il resto, ringrazio chi legge, recensisce, e mette la storia tra le seguite e preferite

  
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