Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Bradamantee    24/09/2014    2 recensioni
Spencer si è appena trasferita a casa di alcuni amici di suo padre dall'altra parte dello Stato. La famiglia Smith ha un figlio della sua età, David, che, anche se all'inizio sembra simpatico e dolce, in seguito si mostrerà per quello che davvero è: uno stronzo.
Cosa succederà a Spencer se quello che da subito gli era sembrato il peggiore degli uomini sulla faccia della Terra sarebbe diventato il padrone del suo cuore?
E cosa succederà a David quando tutto quello in cui crede verrà messo in dubbio dai due occhi color cioccolato che maai avrebbe sopportato?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2
 


Stavo dormendo tranquillamente nel mio nuovo letto quando sentii qualcosa di fastidioso posarsi sul mio naso.
Cercai si scacciarlo con la mano e mi voltai dall’altro lato portandomi le coperte sopra la testa.
Sentii una leggera risata provenire alle mie spalle ma poteva benissimo essere che avessi immaginato tutto.
Ma quella cosa continuava a infastidirmi, adesso continuava a tocchicciare la mia schiena.
Cosa cavolo era?!
Mi voltai di scatto e aprii gli occhi.
Urlai per lo spavento.
Un bambino, più che altro la sua faccia, mi fissava con un sorrisone prima di scoppiare a ridere.
Chi era? Cosa ci faceva nella mia stanza? Aiuto!
 “Sei proprio buffa!” disse indicando la mia faccia e continuando a ridere fino a rotolarsi sul
pavimento.
“Chi sei?” domandai cercando di dare una sistemata ai miei capelli che sicuramente non sarebbero stati un bello spettacolo, soprattutto di prima mattina. Al diavolo chi dice che i ricci sono così belli e sexy. Ti fanno passare le pene dell’inferno con i nodi che si formano.
Il bambino nel frattempo si era seduto a gambe incrociate fissandomi curioso.
“Io sono Tom, il tuo nuovo fratellino” disse tutto raggiante mentre si alzava e mi veniva ad abbracciare.
Un attimo..fratellino?! Avevo capito bene?!
“Fr-fratellino?” domandai confusa.
“Certo! Tu adesso vivrai qui quindi è come se fossi mia sorella…sarai la mia sorellona, vero?” mi chiese con gli occhioni dolce e il labbro inferiore all’infuori.
E ora cosa dovevo dire…
“Ah Tom sei qua, non dirmi che hai svegliato Spencer! Ha fatto un viaggio lungo e ha bisogno di riposare” lo richiamò sua madre ma lui non le dava retta, continuava a guardarmi aspettando una risposta.
“Ehm..veramente ero già sveglia Lydia” mentii, non volevo far passare dei guai al piccolo.
“D’accordo, allora quando sei pronta ti aspetto giù che la colazione è pronta. Su Tom andiamo giù ad aspettare Spencer”
Il piccolo si spostò da me e, rivolgendomi un ultimo sorriso, raggiunse la madre al piano da basso.
Rimasta sola mi rigettai a peso morto sul letto.
Guardai il soffitto e ripensai a quanto accaduto: mi ero appena trasferita a casa di un amico di mio padre di cui non conoscevo l’esistenza, mio padre per giunta non sarebbe rimasto per il suo lavoro e i figli di coloro che mi ospitavano soffriva di disturbi della personalità perché prima faceva l’amicone davanti ai genitori e poi, quando rimaneva da solo con me, mi diceva che ero solo un’approfittatrice.
Dimenticavo qualcosa? Ah, sì, il membro più piccolo della famiglia, oltre a farmi prendere un mezzo infarto la mattina, mi reputava già sua sorella.
Direi che non si poteva che sorridere di fronte alla mia immensa fortuna.
Mi tirai giù dal letto e andai in bagno per rendermi un minimo presentabile.
A quanto pare la mia fortuna non aveva fine perché appena arrivata di fronte al bagno la porta si spalancò beccandomi in pieno la faccia.
“Dovresti guardare dove vai, ragazzina” disse il membro più simpatico della famiglia.
“E tu dovresti evitare di aprire con questa foga le porte, idiota” risposi.
“Questa è casa mia e faccio come mi pare quindi fai attenzione la prossima volta” disse a un soffio dal mio naso col tono più minaccioso che avesse per poi scendere da basso.
Sbuffai, esasperata. Un inizio migliore della giornata non potevo proprio averlo.
Mi sciacquai il viso e diedi un’occhiata ai danni provocatomi dall’imbecille.
A parte il naso dolorante non c’erano segni della botta e questo era un bene, seppur in minima parte.
“Forze e coraggio Spencer, è solo il primo giorno, fai un bel sorriso!” cercai di infondermi un po’ di coraggio per affrontare quello che mi sarebbe aspettato da quel momento in avanti.
Scesi al piano di sotto e salutai tutti che erano già seduti intorno al tavolo a fare colazione.
Mi sedetti tra mio padre e Tom che si era illuminato vedendomi entrare.
“Vuoi assaggiare i miei cereali?” mi chiesi offrendomi la sua scatola di Coco Pops.
Sorrisi e me ne versai un po’ nella ciotola.
“Allora, Spencer, che ne dici di fare un giro della città oggi? David potrebbe accompagnarti, che dici tesoro?” si rivolse Lydia al figlio.
Per poco non mi strozzai con i cereali.
Passare la giornata da sola con lui mi faceva sentire in ansia, mi metteva a disagio l’idea di stare da sola con lui. Chissà cosa avrebbe potuto fare, o farmi.
“N-non c’è problema Lydia, p-posso fare benissimo da sola” mi affrettai a dire prima che lui rispondesse.
“Oh ma per me non ci sarebbe nessun problema, anzi mi farebbe molto piacere, potrei presentarti i miei amici” sorrise, malignamente, David ma forse l’avevo notato solo io.
“Oh tesoro sarebbe perfetto!” disse tutta contenta sua madre e fui costretta a fare un sorriso tirato.
Cosa aspettarmi da quella giornata?
 
 

“Ma’ noi usciamo!” urlò dalla porta David mentre io fuori aspettavo quello che ne sarebbe stato di me una volta rimasta da sola con lui.
“Ok, divertitevi e a casa per le sette” fu la sua risposta.
Le sette?! E cosa avrei fatto per tutto quel tempo con lui! Avevo paura al solo pensiero.
“Muoviti” disse, a denti stretti, e lo seguì in silenzio per il tragitto.
Continuavamo a camminare e io mi guardavo bene di stare dietro di lui, a debita distanza.
Stavo guardando i miei piedi che non mi ero accorta che si fosse fermato e gli finii contro.
“Ma allora sei svampita di natura eh!” disse subito, simpatico come suo solito.
Guardai in aria, seccata, di certo non mi sarei scusata a un imbecille come lui.
“Senti le cose stanno così. Io adesso vado laggiù dai miei amici e non pensare di seguirmi, non voglio farmi vedere in giro con una come te” sorrise lo stronzo.
“Ma si può sapere chi ti credi di essere!” sbottai, non ce la facevo più a stare con uno come lui.
“Sicuramente uno migliore di te ragazzia, quindi fatti un bel giretto da sola e torna a casa in orario, non ho voglia di sorbirmi la solita ramanzina di mia madre, chiaro?”
“E se invece facessi tardi?” lo sfidai alzando lo sguardo.
“Beh, sei tu che devi adattarti al mio stile di vita che non è conosciuto come uno dei migliori quindi…a te la scelta” rispose per poi avvicinarsi al mio orecchio.
“Sappi che sono un tipo vendicativo” sussurrò prima di andarsene.
Lo vidi raggiungere sull’altro lato della strada i suoi amici e scambiarsi il cinque come se niente fosse.
Ero davvero tentata di andare lì e tirargli una cinquina di quelle che si sarebbe ricordato per il resto della sua vita, mi aveva davvero fatto venire un diavolo per capello.
Ma io ero superiore quindi iniziai a camminare dal lato opposto al suo osservando attentamente quello che mi circondava per non perdere l’orientamento.
Fortunatamente mi ero portata dietro l’Ipod con la musica così riuscii a distrarmi e a non pensare a quello sgorbio.
Passai così la mattinata e il primo pomeriggio fra vetrine e bancarelle per ammazzare il tempo.
A pranzo mi ero fermata in un piccolo cafè ad angolo davvero carino dove potei rivedere un po’ di gentilezza, una rarità da quelle parti.
Si erano fatte le tre ormai e i miei piedi chiedevano pietà così decisi di raggiungere la spiaggia li vicino e di rilassarmi sulla sabbia.
Dove abitavo prima bisognava prendere la macchina se voleva andare al mare mentre adesso ce l’avevo a pochi minuti da casa.
Ho sempre amato il mare, durante l’estate quando ero piccola i miei genitori mi ci portavano sempre e mi divertivo un mondo a costruire castelli, a fare il morto che galleggiava e a cercare conchiglie sul bagnasciuga.
Guardai l’orizzonte e vidi quell’immensa distesa azzurra che circondava ogni cosa. In lontananza vedevo dei surfisti in cerca dell’onda migliore da cavalcare.
Non li avevo mai visti dal vivo, solo alla tv.
“Ti piace quello che vedi?” mi chiese un ragazzo seduto vicino a me di cui non mi ero nemmeno accorta.
“Non li avevo mai visti da vicino. Sembra fantastico” dissi col sorriso sulle labbra.
“Oh lo è, davvero” mi sorrise di rimando.
Si era avvicinato e vidi che indossava la muta mentre alle sue spalle c’era quella che ritenni la sua tavola da surf.
“Perché non sei in acqua con gli altri?” domandai
Si passò una mano fra i capelli biondi e mi sorrise.
“Perché ho visto una bella ragazza tutta sola e ho preferito farle compagnia” e mi fece l’occhiolino.
Arrossii, inevitabilmente, ma non mi facevo abbindolare dal primo che mi faceva un complimento.
“E cosa ti fa credere che cercassi compagnia?” chiesi iniziando a giocare, in fondo sembrava simpatico il ragazzo.
“Il fatto che sei venuta in spiaggia, da sola, e per di più vestita” rispose con ovvietà.
In effetti non aveva tutti i torti; guardandomi attorno vedevo solo gruppi di persone tutte in costume ridere e scherzare fra di loro.
“Hai ragione ma anche te sei tutto solo o sbaglio?” non vedevo nessuno vicino a lui o che lo cercasse con lo sguardo.
“Ma io non sono solo! Ci sono la mia tavola e le mie onde con me e poi…ci sei tu” rise e io insieme a lui.
Così passai il resto del pomeriggio a parlare con Jason, il surfista biondo, davvero molto simpatico.
Gli raccontai del trasferimento, della mia vecchia città, dei miei vecchi amici mentre lui mi ascoltava bloccandomi per dire la sua qualche volta.
“Come fa a non piacerti il cioccolato al latte! Ragazza mia sei davvero strana” ridemmo.
Di lui avevo scoperto che aveva la mia età, che il suo sogno era viaggiare e fare surf in tutti e tre gli oceani, che odiava i  cartoni della Disney perché era costretto a vederli con la sua sorellina.
Intanto il tempo passava finché non mi resi conto che quasi tutti se ne erano andati.
Controllai l’orario e quasi mi venne un colpo: le sette e venti.
Dovevo sbrigarmi se non volevo fare ancora più tardi.
Mi alzai velocemente prendendo la borsa.
Salutai velocemente Jason e mi avviai in strada solo che…non sapevo da che parte andare!
Cavoli, questa non ci voleva proprio.
Sussultai quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla.
“Ehi, non volevo spaventarti!” mi sorrise mentre cercavo di calmarmi.
“Scusa, Jason è che sto andando nel panico. Non mi ricordo più da che parte devo andare, sono già in ritardo e come se non bastasse appena arrivo a casa quello la mi…”
“Frena, frena, frena. Respira” mi bloccò prima che finissi la frase.
“Se vuoi posso darti un passaggio io con la mia auto se ti ricordi l’indirizzo”.
Sorrisi riconoscente e lo seguii alla sua auto.
Il tragitto fu breve e Jason mi spiegò anche come avrei fatto ad arrivare a casa a piedi per la prossima volta.
“Grazie mille per il passaggio Jason, non so come avrei fatto senza di te davvero” lo ringraziai e scesi dall’auto ma mi chiamò dal finestrino.
“Che ne dici se ci vedessimo uno di questi giorni, tanto per conoscerci meglio?” mi chiese.
Mi sarebbe davvero piaciuto rivederlo ma con il trasferimento e tutte queste novità al momento non avevo molto tempo per pensare a queste cose.
“Mi piacerebbe ma prima di uscire con qualcuno dovrei almeno sistemarmi”  cercai di scusarmi e lui sembrò capire le mie perplessità.
Mi disse che se fossi tornata alla spiaggia sicuramente ci saremmo rivisti e se ne andò.
Mi voltai e entrai nel vialetto.
Non feci nemmeno in tempo ad aprire la porta di casa che questa si era già spalancata mostrando un David più incazzato che mai.
Mandai giù un groppo ed entrai aspettandomi di tutto da quella serata.




SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti!! Eccomi di nuovo col secondo capitolo della storia.
So che siamo solo agli inizi ma mi farebbe davvero piacere che mi diceste la vostra su quello che pensate della storia, ci tengo davvero molto.
Quindi tutti a recensire!!! :) Ahahahaha
Coomunque ringrazio le persone che hanno messo la storia fra le ricordate, seguite e preferite, mi avete regalato un sorriso.
Al prossimo capitolo
Bacioni
Ale
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Bradamantee