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Autore: Lady_Cassandra    25/09/2014    4 recensioni
Tommaso e Micaela non avrebbero potuto essere più diversi.
Lui, dottorando in Meccanica Quantistica, assistente di un vecchio professore che ha eretto a proprio mentore.
Lei, centralista annoiata laureata in Lettere Moderne ed in cerca di un'occupazione migliore, con un unico sogno nel cassetto: diventare una scrittrice.
Eppure, qualcosa in comune l'avevano: entrambi erano stati delusi da un amore passato e avvertivano dopo tanto la voglia di rimettersi in gioco.
Riusciranno due carattersi diversi, eppure affini in alcuni aspetti, a riscoprire il vero amore o si rivelerà ancora una volta un completo disastro?
Se vi ho incuriosito, non vi resta che cliccare su questa storia e a voi coraggiosi auguro una buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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First year togheter

 

L’arrivo del piccolo Matteo stravolse, come un uragano, la vita di tutti portando una ventata di nuove emozioni e arricchendo il loro bagaglio di esperienze.

Tutti ebbero un compito, da bravi zii, nell’aiutare il piccoletto a muovere i suoi primi passi nel mondo, incluso Tommaso.

Nei mesi successivi, difatti, alla nascita del figlio di Federica, Micaela raramente si allontanò da Bologna, desiderando di restare vicino l’amica per sostenerla nei primi mesi, rivelatesi per tutti piuttosto impegnativi.

Giacomo si ritrovò più volte a doversi cambiare le sue preziose t-shirt dai marchi prestigiosi dopo che il piccolo Matteo rigurgitava la sua pappa centrando sempre il filosofo, che urlava bonariamente apostrofando il bimbo di essere una piccola peste priva di senso estetico.

Anche Tommaso ebbe il suo da fare con il piccoletto, avendo uno strano potere calmante su di lui. Bastava, difatti, che il fisico lo prendesse in braccio e iniziasse a cantare una ninna nanna perché il bimbo smettesse immediatamente di piangere.

Micaela invece passeggiava sempre il piccoletto la domenica pomeriggio, soprattutto quando iniziarono le belle giornate di primavera, per il parco vicino casa di Federica, accompagnata da quest’ultima che aveva tratto un’incredibile carica.

Solo in un’occasione Micaela si allontanò da Bologna, ovvero per il compleanno del suo secchione.

Con la complicità di Daniele e Carmen, le uniche due persone che conosceva in quel di Milano, organizzò una cenetta per loro due nell’appartamento di Tommaso e Daniele, impedendogli di passare la serata al Modus Vivendi, come aveva previsto.

A dissuadere il fisico fu proprio Carmen che s’inventò la scusa della chiusura del ristorante per motivi di igiene, che lasciò perplesso Tommaso, mentre Daniele si preoccupò di tenerlo lontano da casa convincendolo a fare un giro per Milano e aperitivo ai Navigli, sfruttando la fissazione di entrambi per la nota località milanese e i suoi infiniti bar.

Durante tutta l’uscita, Daniele dovette sorbirsi il pessimo umore del giovane professore che aveva ricevuto la notizia da parte della sua fidanzata che non sarebbe riuscita a raggiungerlo per festeggiare insieme.

“Capisci ora perché non ho la fidanzatina? Tanto quando serve per festeggiare, non c’è comunque” affermò facendo un sorriso sornione mentre si scolava la sua birra trangugiando delle arachidi.

Tommaso assottigliò gli occhi dopo quell’affermazione, giudicata dal fisico del tutto fuori luogo, e si morse la lingua per evitare di rispondergli male.

Mentre stavano concludendo il loro aperitivo improvvisato, Daniele ricevette un messaggio da parte della “fidanzatina” che lo informava di far ritornare Tommaso a casa.

Il banchiere finse di aver ricevuto un messaggio da una delle sue amichette di letto, facendo arrabbiare ancor di più Tommaso, che additò l’amico di scaricarlo il giorno del suo compleanno per una poco di buono che avrebbe potuto vedere qualsiasi altro giorno della settimana.

“Credimi, Parri, questa non me la posso perdere” si giustificò Daniele mentre spingeva il fisico dentro l’auto.

“Ok ok.. basta che non mi spingi” rispose l’altro sfoggiando tutta la sua acidità e rimanendo in silenzio per il resto del tragitto.

Arrivato a destinazione, Daniele –che aveva effettivamente un appuntamento con una delle sue amichette di letto –ripartì a tutta velocità lasciando il fisico ad imprecare contro di lui per la sua mancanza di sensibilità.

Dopo buoni cinque minuti, aprì la porta di casa trovandosi di fronte una scena che non si aspettava di vedere ma che rese la sua giornata infinitamente migliore in pochi secondi: Micaela era seduta a gambe accavallate sulla poltrona  del loro salottino con indosso un vestito nero piuttosto corto che stuzzicò la fantasia del fisico.

“Buon compleanno, secchione!” trillò la giovane alzandosi in piedi e andandogli incontro. Tommaso la sollevò da terra tenendola stretta mentre lei lo sbaciucchiava.

“Davvero pensavi che non sarei venuta?”

Tommaso annuì mordicchiandosi il labbro inferiore; si rendeva conto di aver avuto poco fiducia nella sua fidanzata. Avrebbe dovuto saperlo che lei non sarebbe mai mancata al suo compleanno.

“Dai, vieni! Ti ho fatto la torta..” aggiunse trascinando per un braccio in cucina dove l’aspettava una torta sacher, quella preferita dal festeggiato.

 “Comunque sul serio pensavi che avrei mancato il tuo compleanno?”  domandò di nuovo mentre accendeva le candeline a forma di ventotto.

“E’ che mi avevi scritto quel messaggio ed io ho pensato..” provò a giustificarsi venendo interrotto da Micaela che gli stampò un bacio sulle labbra.

“Sei un credulone” lo rimbeccò mentre si scambiavano un altro bacio più lungo del primo.

Dopodiché assaggiarono la torta che precedette la cena cucinata sempre da Micaela che aveva trovato la cucina di Daniele estremamente fornita.

“Ma tutti quegli utensili li usa davvero?” chiese infatti a Tommaso mentre mettevano a posto tutto quello che aveva usato per cucinare. Daniele, d’altro canto, si era fortemente raccomandato di lasciare tutto in ordine, oltre che di non rompere nessun piatto o bicchiere.

“Sì! Pensa che tutta questa roba l’ha accumulata nei corsi degli anni! Quando siamo venuti a vivere qui, Sveva aveva lasciato il minimo indispensabile per cucinare. Daniele ha comprato tutto il resto, pure i libri che vedi! –indicò la mensola con diversi volumi di Benedetta Parodi e altri cuochi famosi– è proprio fissato! Guarda persino le trasmissioni su Real Time” commentò e Micaela fece spallucce.

Non l’avrebbe mai detto che Ambrosi fosse il tipo da programmi di cucina.

Trascorsero il resto della serata a casa a guardare film rispettando il desiderio di Tommaso che non aveva molta voglia di uscire, preferendo stare solo con la sua nanetta.

Fu il primo compleanno della sua vita in cui non avvertì alcuna forma di malinconia, come solitamente accadeva; il suo compleanno fu sempre un giorno particolarmente difficile per suo padre che solitamente si limitava a dargli velocemente gli auguri. Gli unici compleanni che ricordava con piacere e che aveva mai festeggiato erano stati quelli organizzati da sua zia Sofia e Daniele, le uniche persone che non volevano farlo passare inosservato.

“Ci pensi che esattamente un anno fa abbiamo parlato al telefono per la prima volta?” disse d’un tratto Micaela mentre guardavano il film “Star trek” per la precisione, che stava annoiando non poco la scrittrice.

Tommaso abbozzò un sorriso dandole un bacio sui capelli. “Già..”

La scrittrice alzò lo sguardo verso di lui e lo baciò venendo subito ricambiata da Tommaso che abbandonò presto la visione del film concentrandosi su Micaela che non vedeva da un po’.

In men che non si dica, si ritrovarono sdraiati sul divano a stuzzicarsi a vicenda. “Aspetta, andiamo in camera” suggerì Tommaso mentre l’altra gli toglieva la maglietta.

Una volta in camera, non persero tempo iniziando il loro gioco preferito, sincronizzandosi alla perfezione sui desideri dell’altro, e concedendosi le coccole finali.

Per poi rimanere sdraiati l’uno accanto all’altra a parlare fino a notte fonda finché non si addormentarono abbracciati.

 

*

 

La mattina al risveglio Micaela andò in cucina trovandovi il coinquilino del suo fidanzato con indosso unicamente un pantalone in cotone di una vecchia tuta a preparare il caffè.

“Hai intenzione di vestirti?” gli domandò incrociando le braccia infastidita. Sapeva che sarebbe rimasta a dormire, avrebbe potuto evitare di presentarsi così in cucina.

“Perché? Sono a casa mia” rispose l’altro indifferente. “Vuoi un po’ di caffè?” le offrì dopo allungandole la tazzina che Micaela afferrò.

“Trovo che sia fuori luogo” ribadì la ragazza facendo spallucce e Daniele scoppiò a ridere.

“Ti ho mandata in confusione?” domandò sarcastico. “Beh, sei abituata al fisico inesistente di Parri quindi immagino di sì” aggiunse divertito.

“Stai zitto! Sei un cretino!” controbatté l’altra scuotendo la testa. Non riusciva a capire come Daniele e Tommaso potessero essere amici, considerando che erano decisamente agli opposti.

Daniele fece una smorfia, prese la maglietta di cotone del pigiama e se la infilò. “Va meglio?” fece un sorriso beffardo che Micaela ricambiò con una linguaccia.

“Comunque ho assaggiato la tua sacher. Era buona” commentò cambiando argomento.

“Scommetto che ora dirai che hai mangiato di meglio” lo anticipò la scrittrice inarcando un sopracciglio.

“Ovviamente! Per esempio, la mia” la prese in giro e si sedette accanto a lei.

Parri sta ancora dormendo?” s’informò trovando strano che il suo coinquilino non fosse già in piedi considerando che era un tipo mattiniero.

Micaela fece di sì con la testa e si alzò per posare la tazzina sporca nel lavabo. “Lo hai sfinito allora ieri sera!” esclamò malizioso facendo imbarazzare la ragazza a cui scivolò la tazzina dalle mani.

“Sei la persona più inopportuna che conosca, Daniele!” lo apostrofò guardandolo storto.

L’altro fece spallucce e continuò a sorseggiare il suo caffè.

In quel momento, entrò Tommaso in cucina e si diresse verso la sua nanetta ignorando il suo coinquilino che si voltò per guardarli mentre si baciavano. “Quanto siete teneri” commentò ridacchiando e Tommaso gli lanciò uno strofinaccio in faccia.

“Hai dormito qui?” gli chiese e l’altro scosse la testa.

“Sei rimasto da Penelope?” domandò ottenendo una risposta affermativa che suscitò la sorpresa di Micaela. Non sapeva che avesse una fidanzata e difatti domandò delucidazioni.

I due coinquilini si scambiarono un’occhiata divertita e scoppiarono a ridere. Daniele fidanzato? Con Penelope? Trovavano l’idea alquanto esilarante.

See, figurati! Penelope è un’amica –spiegò Daniele– è l’unica che non si fa strane idee se rimango a dormire” continuò.

“Magari prima o poi nascerà qualcosa..” osservò la ragazza e i due scossero la testa pensando che lei vedesse storie d’amore in ogni cosa.

“Un giorno tanto t’innamorerai, Daniele! Capita a tutti..” insistette dopo aver visto l’espressione divertita dei due. Era un po’ permalosetta.

“Sì, prima o poi! Per il momento va bene così” rispose chiudendo l’argomento sulla sua vita sentimentale.

“Mica, io mi cambio e poi usciamo un po’, ti va?” chiese Tommaso cambiando discorso e Mica annuì volentieri.

“Sì, facciamo shopping!” propose ottenendo anche il consenso di Daniele che da un po’ voleva andare a fare qualche acquisto.

Tommaso si mordicchiò il labbro, lui detestava fare shopping; tuttavia, non voleva deludere la sua ragazza e perciò acconsentì alla proposta senza molto entusiasmo.

Terminarono la colazione e dopo essersi vestiti, uscirono con la Cabriolet perdendo ben oltre trenta minuti alla ricerca di parcheggio in centro.

“Te l’ho detto che era meglio prendere la metro!” ribadì Tommaso mentre si avviano verso il corso principale dove si trovano tutti i negozi delle grandi marche.

“Io i mezzi pubblici  non li prendo!” rispose l’altro disgustato. Odiava la metropolitana che trovava sporca e affollata.

Tommaso roteò gli occhi e s’incamminò mano nella mano con Micaela verso Zara, dove avrebbero iniziato la loro giornata di shopping.

Poco più tardi erano tutti e tre in fila per provare qualcosa, al dire il vero, Tommaso solo perché costretto dagli altri due.

Micaela voleva misurare due vestiti, mentre Daniele aveva un bel po’ di roba fra pantaloni e camicie.

“Tommy, che ne pensi?” domandò la ragazza aprendo la tendina del camerino, il fisico sorrise e annuì.

“Ti sta benissimo” esclamò e la ragazza si voltò verso lo specchio trovando che in realtà non le rendesse molta giustizia.

“Bah, io non sono dello stesso parere! Sembra che stai indossando un sacco di patate” confermò i suoi sospetti il banchiere che era appena uscito con indosso la prima camicia.

“Infatti!” esclamò Micaela dando ragione a Daniele. “Misuro l’altro” e richiuse la tendina.

“Non dire alla mia ragazza che il vestito le sta come un sacco di patate!” s’infastidì Tommaso e l’altro ruotò gli occhi entrando di nuovo nel camerino. Tommaso sapeva essere davvero insopportabile a volte.

Micaela riaprì la tendina sorridente indossando un tubino rosso a bustino. “Questo non è meglio?” chiese a Tommaso che confermò, aggiungendo che trovava che fosse davvero sexy.

“Sono d’accordo con Tommaso –ribadì Daniele – se non fossi la sua ragazza, con indosso quel vestito ci proverei con te senza dubbi” ammiccò e Tommaso gli diede una gomitata.

“Ahia! Che ho detto?” domandò scrollando le spalle e Micaela scoppiò a ridere ritornando nel camerino.

Verso l’ora di pranzo, si concessero una pizza per chiudere la loro giornata di shopping che si concluse con due vestiti e una gonna per Micaela, diverse camicie, pantaloni, un paio di scarpe e persino un cappotto per Daniele, e zero vestiti per Tommaso che non volle comprare nulla.

A quel punto, il “terzo incomodo” decise di tornarsene a casa.

“Se volete, ceniamo insieme dopo le nove” propose l’altro e i due annuirono.

“Credo di poterti sopportare un altro po’” lo prese in giro Micaela e Daniele sorrise.

“Tanto lo so che mi vuoi bene” rispose provocando alla ragazza una smorfia di finto disgusto, dopodiché li salutò e ripartì immettendosi in strada, lasciando la coppia girare per Milano da sola, che aveva già optato per un giretto nel parco.

 

*

 

Quando erano insieme, il tempo volava, così pensava Micaela ogni volta che vedeva se stessa o il fisico salire sul treno di ritorno a casa.

E fu soprattutto la prima cosa che pensò quando realizzò che fra meno di tre giorni avrebbero festeggiato il loro primo anniversario.

“Cosa farete per il vostro primo anniversario?” le chiese Federica mentre cambiava il pannolino al suo piccolo che dimenava le gambine in aria, creando attorno a sé una nuvola di borotalco che fece starnutire Micaela.

“Non lo so, non ci ho ancora pensato” ammise lei tirando su il naso.

“Come no?” si sorprese l’altra. Non era da Micaela non pensare a queste date importanti, con il suo precedente fidanzato aveva progettato il loro appuntamento per mesi, definendolo nei minimi dettagli.

“Ho deciso di lasciarlo un po’ al caso. In fin dei conti, così ci siamo conosciuti, no? Per caso! Forse questo caso ha più successo del programmato” osservò la ragazza ripensando alle differenze fra la sua precedente storia e l’attuale e trovando che non potessero minimamente paragonarsi.

“Oh, beh, sì! Se la metti così, penso che tu abbia ragione” commentò l’altra; d’altronde, era unanimemente riconosciuto che Micaela fosse andata, completamente ed interamente, in un brodo di giuggiole, che al filosofo –forse un po’ geloso–pareva fastidiosamente e inspiegabilmente troppo lungo.

Le attenzioni delle due amiche si spostarono verso il piccolo che le pretese emettendo un guaito degno di cantante di opera lirica, Micaela subito soddisfò le richieste di Matteo, che si divertiva un mondo a farsi coccolare dalla sua zietta preferita, prendendolo in braccio.

“Lo sai che sei proprio bello?” si complimentava mentre gli faceva il solletico al pancino, il piccolo iniziò a ridacchiare facendo sorridere anche sua mamma che provava ad afferrare i piedini.

“Magari presto la tua zietta ti fa un amichetto” fece una battuta Federica assumendo un’aria da finta innocente.

L’altra sbarrò gli occhi per poi sbattere le palpebre imbarazzata. “Non credo che sarà presto..” ammise scuotendo la testa. Per quanto la sua storia con Tommaso potesse andare bene, non era ancora da prendere minimamente in considerazione l’ipotesi.

“Ma nemmeno un matrimonio?” chiese con nonchalance prendendo in braccio suo figlio, Micaela deglutì rumorosamente e tossicchiò. “No, nemmeno quello”

“Poteva essere la mia occasione di conoscere qualcuno d’interessante. Tommaso ha amici carini?” domandò ridendo per l’assurdità dell’affermazione appena pronunciata e anche Mica la imitò.

“Ehm.. è un fisico, non sono un granché i suoi colleghi. L’unico che si salva è il coinquilino, ma non te lo consiglio” rispose divertita ripensando agli amici che le aveva presentato nel corso dell’ultimo anno.

“Fiorini due?” domandò Fede facendo una leggera smorfia.

“Una specie”

“Bah..” a quel punto la conversazione si spostò su altro, ovvero sull’abbigliamento della scrittrice per il suo primo anniversario, nonostante non avesse idea di cosa sarebbe successo.

 

*

 

Micaela non fu l’unica a pensare ai festeggiamenti per quel primo anniversario, anche il fisico si diede da fare stressando il suo coinquilino che non era arrivato quasi al punto di rottura.

“Tommaso, ti giuro su mia nonna che se ti sento pronunciare la parola ‘primo’ seguita da ‘anniversario’, ti butto fuori di casa!” urlò disperato non appena l’amico aprì la bocca entrando in cucina dove Daniele stava cenando, a base di hamburger di soia e insalata mista.

“Volevo semplicemente chiederti se mi prestavi la tua giacca blu” disse l’altro guardandolo storto.

Daniele si passò una mano fra i capelli e abbozzò un sorriso. “Ah..” farfugliò, forse aveva esagerato un tantino. “Sì, certo.. Quale dici?”

“Quella del completo che hai usato per il battesimo della figlia di tua cugina”

“Vuoi la giacca Armani?” domandò scandalizzato. Era geloso dei suoi completi, figuriamoci di quelli pagati un occhio della testa.

“E’ un problema?” chiese innocentemente Tommaso. D’altronde, per lui i vestiti erano tutti uguali.

“Mmm.. no, cioè.. trattala bene” asserì dopo aver fatto un respiro per auto convincersi.

“Grazie..”

“Quindi vai via ora?” s’informò per non sembrare un pessimo amico del tutto disinteressato.

“Sì, mia zia mi ha prestato la sua auto. Farò una sorpresa a Mica a mezzanotte” spiegò per la quindicesima volta i suoi programmi al suo coinquilino, che non solo si era lamentato di essere stato stressato, ma che evidentemente nemmeno aveva ascoltato.

“Capito.. beh, in bocca al lupo allora” gli disse con sorriso e Tommaso lo ringraziò. A quel punto, il fisico raccolse il borsone e uscì dall’appartamento diretto verso Bologna.

A differenza di Micaela, Tommaso aveva progettato tutto nei minimi dettagli, decidendo di regalare alla sua nanetta un felice primo anniversario che potesse ricordare e magari raccontare senza vergognarsene.

La sorpresa consisteva in una vera serenata, ovviamente moderna –la canzone scelta era “Consequence” dei Notwist –che il fisico avrebbe suonato con la sua chitarra elettrica. Giacomo, seguendo le indicazioni del fisico, aveva già preparato i fili per collegare l’attrezzatura senza aver destato il minimo sospetto in Micaela.

Sempre su richiesta di Tommaso, il filosofo si era allontanato alludendo ad un appuntamento galante ed era sparito promettendo a Tommaso che si sarebbe ripresentato all’indomani.

Mancava pochi minuti alla mezzanotte, quando il giovane, ormai pronto per la sua serenata, bussò alla porta della scrittrice, del tutto inconsapevole di ciò che stava per accadere.

Micaela, sdraiata sul divano a guardare una trasmissione poco interessante su Canale 5, si alzò di scatto e si diresse verso la porta un po’ dubbiosa.

“Chi è?” domandò guardando fuori dallo spioncino. Non appena riconobbe la capigliatura da genio incompreso, aprì subito la porta trovandosi di fronte un Tommaso ben vestito con la chitarra in mano.

“Questa è per te. Buon anniversario, piccola” disse mentre all’altra si erano “leggermente” bloccate le corde vocali per l’emozione.

Quando Tommaso iniziò a cantare quella canzone, fra le preferite della scrittrice –non scopriremo mai se la scelta era stata voluta oppure di semplice fortuna–, gli occhi di Micaela si velarono di lacrime.

Pensò che fosse perfetta per descrivere loro; parlava della loro storia, di come si sentivano quando erano insieme, di come effettivamente l’amore li avesse lasciati ipnotizzati.

I minuti, che seguirono la fine della canzone, ebbero come protagonista un lunghissimo bacio che ricordò moltissimo il loro primo bacio, ancora così nitido nelle loro menti da sembrare che fosse accaduto ieri.

“Grazie” sussurrò lei mentre stava stretta al fisico. “Buon anniversario anche a te”

Improvvisamente sentì un incredibile calore esploderle dentro, come un’onda travolgente che non riuscì affatto a fermare; una frase si fece prepotentemente strada, mandandola in agitazione e mozzandole quasi il fiato. Quelle famose due parole, che da tempo non pronunciava e di cui non era mai stata così tanto convinta, spingevano per venir fuori dalle sue labbra e non poté affatto impedirlo. “Ti amo” pronunciò quella frase in un soffio, con le labbra incurvate all’insù e tenendo stretta nella sua mano quella di Tommaso, che rimase paralizzato di fronte all’affermazione della sua fidanzata.

Il fisico balbettò e deglutì più volte, tentando di dare una risposta che tuttavia non venne fuori, lasciando leggermente dispiaciuta la ragazza, che sperava nel sentirglielo dire.

“Tommy, non preoccuparti.. non c’è bisogno che tu lo dica se ancora non te la senti” lo rassicurò facendo spallucce.

Il giovane annuì e tossicchiò incapace di dire altro o anche solo di giustificarsi. Non capiva perché non fosse riuscito a dirglielo, si chiedeva se davvero non fosse ancora pronto.

Non poteva negare che l’arrivo di Micaela nella sua vita lo avesse reso molto felice e che quella storia, capitatagli un po’ per caso, un po’ per sua volontà,  si fosse rivelata più importante di quello che sarebbe mai riuscito ad immaginarsi.

Poteva essere possibile che lui non l’amasse? Che ancora nutrisse dubbi nei confronti di quel “noi” che, giorno per giorno, stava costruendo?

Ovviamente, per tutti questi dubbi, in quel momento, non vi erano spazio, perciò decise di rimandargli all’indomani, tornando a godersi la serata che, per via di quelle parole non pronunciate, tardò a decollare come sperato.

Nessuno dei due riprese più l’argomento e per un po’ anche Micaela si guardò bene dal dirglielo ancora, ma i sentimenti non si possono congelare, e lei questo lo sapeva.

Così come anche sapeva che, presto o tardi, tutti quei dubbi, che s’insinuarono anche nella testa della scrittrice, sarebbero saltati fuori ancora una volta.

 

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Salve gente! Finalmente dopo secoli, eccomi qui con questa storiella! Pensavate che fosse sparita? Che avessi deciso di lasciar cadere Tommaso e Micaela nell'oblio e nel labirinto delle mie storie incompiute?
Ne ho un cimitero a casa, di quelle purtroppo!
In ogni caso, mi farebbe piacere che vi faceste vivi, scrivendo qualche riga per farmi capire che questa storia un minimo vi piace e che vi fa piacere che la pubblichi ancora, altrimenti prenderò il vostro silenzio come assenso e comunque continuerò a pubblicare, dunque se volete che smetta, sarà meglio comunicarlo ahahahah
Ringrazio Serpentina che ha sempre commentato(you're the best :D)e tutti quelli che hanno scelto "The Call Center", aggiungendola alle loro storie preferite o seguite o ricordate! Grazie e alla prossima <3

  
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