CAPITOLO SETTE – LE OMBRE DELLA ROVINA
Wendy
scuoteva disperatamente il braccio di Natsu, tentando di tenerlo
sveglio.
“Ti
prego, Natsu-san!” implorava. “Non
arrenderti!”
Natsu, disteso al suolo con gli occhi mezzi-abbassati e il respiro irregolare, non riusciva a muovere un muscolo. La sete era diventata ormai insopportabile e lo stava corrodendo dall'interno peggio di un cancro, prosciugandogli tutta l'energia vitale. Accanto a lui, Gajeel non era in condizioni migliori.
“Vi... prego....” insistette ancora la minore dei Dragon Slayer, benché ormai stesse a sua volta perdendo le speranze.
Dal
punto in cui si trovava, Laxus tornò indietro trascinando i
piedi
fino a fermarsi accanto ai compagni. Guardò per un lungo
minuto
Natsu e Gajeel, incapaci di risollevarsi da terra.
Li
aveva condotti lui alla rovina. Aveva
scelto la via più difficile, la strada più
pericolosa e senza una
preparazione adeguata. Era colpa sua se tutti loro stavano morendo.
Strinse i pugni con la poca forza che gli rimaneva.
Stava
impazzendo dalla sete, ma anche e soprattutto dal senso di colpa per
aver portato i suoi compagni a questo. Lui e il suo maledetto senso
dell'orientamento!
Avrebbe
dovuto dar retta a Gajeel e optare per un'altra strada!
Il
pensiero di dover dare ragione a quell'ottusa testa di ferro lo
riempì di rabbia e frustrazione.
“No...”
mormorò con un filo di voce, attirando l'attenzione di Wendy.
“Laxus-san...?”
Non
esisteva che avrebbe lasciato le cose così come stavano.
Non
esisteva che le previsioni di quello stupido Gajeel superassero la
sua determinazione di portarli fuori da quel deserto.
“No” ripeté con più convinzione. “Nessuno di noi morirà qui”
Strinse i denti e si accucciò a terra, afferrando simultaneamente Natsu e Gajeel per l'attaccatura dei pantaloni. Con uno sforzo immane li sollevò entrambi dalla sabbia e se li caricò in spalla, uno per parte, sotto gli occhi stupiti di Wendy. Fu un peso non indifferente per il suo corpo già provato dal caldo e dalla sete, ma si costrinse a restare in piedi e a tenerli su tutti e due.
“L-Laxus...” sussurrò Natsu con voce arrochita dalla disidratazione.
“Mettimi... giù...” gli fece eco Gajeel.
Nessuno dei due, però, riuscì a muovere un muscolo per opporsi.
“Chiudete il becco, teste di cazzo” ringhiò il Dio del Tuono con espressione feroce, cominciando a camminare. Passo dopo passo, marciò nella sabbia, seguito da una preoccupatissima Wendy.
“Laxus-san... pensi di farcela?”
“Ce la farò” tagliò corto lui. “Tu, piuttosto. Riesci ad andare avanti? Non credo di poter portare un terzo peso sulle spalle”
La
ragazzina annuì, convinta.
“Non
preoccuparti per me! Ti seguirò fino alla fine del
deserto!”
“Bene. Almeno una qui non da' problemi” sorrise.
Ce
l'avrebbero fatta, ne erano sicuri. Superato il momento peggiore,
potevano tirare avanti fino alla fine.
Laxus
si fece coraggio e avanzò un passo alla volta con la sabbia
fino
alle caviglie, appesantito dai compagni semi-svenuti oltre che dalle
sue stesse membra affaticate. Lo sforzo di cui si era fatto carico non
era indifferente, anzi, lo stava logorando sempre più ad
ogni metro
che compiva in quel maledetto deserto. Se avesse potuto vedere
all'orizzonte anche uno solo segno di vita, una sola macchia d'ombra
che gli facesse capire di essere quasi alla fine di quella landa
desolata, il peso si sarebbe fatto senza dubbio più leggero,
ma
poiché non c'era nulla a vista d'occhio per miglia e miglia,
poté
solo contare sulla propria incrollabile determinazione e tirare
avanti, con la piccola Dragon Slayer del Cielo al seguito.
Di
tanto in tanto Wendy posava le mani su di lui per rigenerargli almeno
in parte l'energia perduta, anche se con il passare delle ore,
persino lei cominciava a dare i primi segni di vero cedimento.
“Forza, ancora un piccolo sforzo” la spronò, cercando di dare forza anche a se stesso. “Ce la faremo”
Wendy annuì stancamente, trascinando i piedi.
Sulle
sue spalle massicce, Gajeel si ribellò debolmente.
“L-lasciami,
Laxus... posso... camminare da solo” mormorò con
un filo di voce,
indice di quanto fossero contraddittorie le sue parole.
“Sta'...zitto” ringhiò Laxus, avanzando a fatica. “Un'altra parola e giuro che ti seppellisco sotto questa fottutissima sabbia!”
“L-Laxus...”
“Adesso ti ci metti anche tu, Natsu?!”
Il Dio del Tuono era stufo di sentire quei due fare sfoggio del loro patetico orgoglio ormai ridotto in poltiglia. Li avrebbe sul serio scaricati in mezzo al deserto se non l'avessero finita subito di blaterare.
“No, Laxus... ascolta...” continuò a protestare il Drago di Fuoco, il cui tono sembrava vagamente allarmato.
“Ascolta cosa?!”
Natsu
gli diede un'improvvisa pacca sulla spalla, attirando la sua
attenzione.
“C'è
qualcuno dietro di noi!”
Solo
allora il biondo smise di avanzare e si voltò lentamente
indietro.
Natsu
non diceva cazzate, dietro di loro c'era veramente qualcuno.
Ombre.
Riusciva a vederle a qualche centinaio di metri da loro: figure immobili al pari di statue, ritte sulla cima delle dune, con solo i mantelli logori che si agitavano al vento come dotate di vita propria.
“Si sta alzando il vento...” fece notare Wendy, mentre i loro capelli e vestiti venivano scossi da una calda brezza portatrice di polvere. “... però... ha un cattivo odore”
Laxus aguzzò la vista, ma non gli servì a scoprire l'identità degli esseri che li stavano seguendo a distanza. Riusciva a contarne cinque, e come aveva detto Wendy, l'odore portato dal vento era davvero pessimo.
“Continua a camminare” decretò a voce bassa, diretto alla minore dei Dragon Slayer.
“E voi due... se riuscite almeno a restare svegli, teneteli d'occhio”
Avanzò di qualche passo, inquieto. Ci mancava solo che delle figure misteriose che li seguissero dappresso come gli sciacalli seguono una bestia morente!
“Laxus...” lo chiamò di nuovo Natsu dopo qualche minuto, sballottato sulla sua spalla. “Sono... scomparsi...”
Il Dio del Tuono si voltò nuovamente, e con inquietudine sempre maggiore si rese conto che le cinque ombre erano svanite nel nulla. Le avevano viste tutti e quattro, non poteva trattarsi di un'illusione! Dov'erano andate a finire? Erano passati solo pochi minuti!
“Non ti fermare, Wendy” intimò alla Sacerdotessa del Cielo, spronandola a continuare. “Va' avanti”
Aumentò
anche lui l'andatura. Non sapere la posizione di un probabile nemico
era anche più snervante, gli dava l'impressione che quelle
ombre
potessero balzare fuori dal nulla da un momento all'altro. Nessuno di
loro era in condizione di combattere, se li avessero attaccati
sarebbe stato uno scontro a senso unico.
Il
vento soffiava più forte adesso, alzando tutt'intorno a loro
polverosi mulinelli di sabbia che rendevano solo più
difficile
l'avanzata.
“Laxus-san! Questo vento è...”
Il
Drago del Fulmine si voltò verso Wendy per puro caso, e nel
farlo
scoprì con orrore una sagoma nera e terrificante ergersi
dalla
sabbia e apprestarsi a calare un'enorme spada d'acciaio sulla testa
della piccola Dragon Slayer.
Agì
d'istinto prima di potersene rendere conto: afferrò
bruscamente il
braccio di Wendy e la tirò verso di sé con uno
strattone violento,
strappandola per un soffio alla traiettoria mortale della spada.
Nell'indietreggiare
con tre carichi sul corpo, Laxus finì per perdere
l'equilibrio e
rovinare a terra, con i compagni che gli pesavano addosso.
“Merda!” imprecò nel vedere la sagoma nera preparare la spada per un nuovo attacco.
Le altre quattro figure apparvero in sequenza attorno a loro, chiudendo i quattro draghi in un cerchio senza via d'uscita.
Ora che le vedeva meglio, Laxus intuì quanto potessero essere pericolose.
Si
sarebbero detti dei comuni predoni del deserto se non fosse stato per
le armature d'acciaio arrugginito sotto i mantelli sgualciti, le cui
placche mandavano opachi bagliori ogni volta che le stoffe logore si
scuotevano nel vento. Nell'ombra dei cappucci erano a malapena
visibili contorte maschere dai lineamenti demoniaci che rendevano
impossibile definire l'identità di quegli esseri.
Laxus
non era nemmeno troppo sicuro che fossero umani, avevano un odore
bruttissimo, odore di morte.
Con
un colpo di reni si rialzò in piedi, caricando la poca
energia che
aveva nei pugni.
“Bada
a quei due!” ordinò a Wendy, riferendosi ai Dragon
Slayer ancora
semi-svenuti e incapaci di muoversi.
L'adrenalina
corse nelle sue vene e gli portò la familiare
elettricità in tutto
il corpo, concentrandosi poi nelle mani con piccole scariche vivaci.
Optò
per un attacco multiplo che avrebbe allontanato contemporaneamente
tutti e cinque gli aggressori: sollevò un pugno verso il
cielo e
fece piovere sui nemici una tempesta di fulmini ruggenti dalla
potenza devastante. Si augurò che fosse sufficiente,
perché non
sarebbe stato capace di effettuare un altro incantesimo con la poca
energia che gli restava.
Il
suo corpo già provato dalla sete, dal caldo e dalla
stanchezza, era
davvero al limite.
I
fulmini colpirono le ombre senza difficoltà, aiutati dal
metallo
delle loro armature che costituiva un perfetto conduttore elettrico,
tuttavia nemmeno una di loro crollò a terra.
Laxus
rimase pietrificato dall'orrore mentre quelli, ancora attraversati da
scariche residue, sfoderarono le spade all'unisono e strinsero
pericolosamente il cerchio, puntando le lame contro di loro.
“N-non è possibile...!” mormorò arretrando di un passo.
Quei mostri non potevano essere completamente illesi dopo un attacco del genere!
Wendy
si strinse contro di lui mentre Natsu e Gajeel cercavano
faticosamente di restare svegli e tirarsi in piedi, con scarsi
risultati.
Le
sagome nere si avvicinarono ancora di più, chiudendoli in
una
trappola mortale.
All'improvviso,
per, un nuovo e inaspettato scherzo
del destino intervenne a rimescolare le carte in tavola:
un'esplosione di luce multicolore che investì tutti i
presenti e
risucchiò al suo interno i guerrieri neri, così
come un buco nero
ad altissima gravità potrebbe risucchiare la materia.
I
Dragon Slayer assistettero interdetti alla scena, mentre le ombre
puntavano i piedi e agitavano le spade per liberarsi della pressione,
confuse da quell'inaspettata svolta e incapaci di opporsi alla forza
magica che le stava attirando a sé, inglobandole una dopo
l'altra
all'interno di uno squarcio spazio-temporale. Quando la luce si
estinse, i guerrieri-ombra erano scomparsi nel nulla, risucchiati da
chissà quale incantesimo.
“Fairy Tail!”
Una
voce familiare attirò l'attenzione dei quattro draghi, che,
voltandosi nella direzione da cui erano arrivati, scorsero un volto
conosciuto cavalcare in groppa a un'imponente destriero del deserto,
a metà tra un cavallo e un rettile.
Wendy
e Laxus rimasero a bocca aperta, sconcertati.
“Mystgun...?”
“Gerard!”
L'ex membro del Sacro Ordine dei Dieci tirò le redini non appena li ebbe raggiunti, e la sua enorme cavalcatura frenò sulla sabbia, posando le grosse zampe a pochi centimetri dalle teste di Natsu e Gajeel.
“Presto, salite su!” li spronò Gerard, guardandosi intorno nervosamente.
“Che ci fai tu qui?” indagò Laxus, diffidente. Era ancora in guardia, stentava a credere che un essere umano che non fosse un Dragon Slayer avesse ancora il cervello a posto e non tentasse di ammazzarli.
Gerard
offrì una mano a Wendy e la tirò sul dorso della
creatura, proprio
dietro di sé.
“Sono
tre giorni che vi cerco. Speravo di trovarvi prima di loro”
Wendy
intuì che si stava riferendo alle ombre che li avevano
attaccati.
“Gerard...
che cosa sono?”
“Rimandiamo a dopo le spiegazioni” tagliò corto l'ex Mago Sacro. “Li ho spediti in un'altra dimensione, ma non ci metteranno molto a liberarsi. Dobbiamo allontanarci subito da qui”
Laxus
afferrò malamente Natsu e lo caricò dietro a
Wendy, poi fece lo
stesso con Gajeel.
“Questa
bestia ci reggerà tutti e cinque?”
Il
mago dai capelli blu annuì e diede una pacca sul collo
possente
della cavalcatura.
“È
una creatura magica del deserto, i nomadi la usano da secoli per
trasportare carichi pesanti”
Laxus
accettò la spiegazione e salì per ultimo,
curandosi di reggere i
due compagni affinché non cadessero. Wendy si
aggrappò alla vita di
Gerard, mentre quest'ultimo spronava il destriero al galoppo in mezzo
alle dune.
Era
una creatura eccezionalmente veloce e resistente, ben più
grossa di
un cavallo e paragonabile a un piccolo drago, e riuscì a
portarli in
meno di mezz'ora abbastanza lontano da poter scorgere un'oasi in
mezzo a quell'infernale deserto.
Gerard
la condusse proprio lì, all'ombra degli alberi, nel bel
mezzo della
vegetazione lussureggiante sulle rive di un piccolo stagno.
Non
appena lo raggiunsero e scesero da cavallo, Laxus scaricò
Natsu e
Gajeel direttamente a mollo nell'acqua, senza neanche curarsi del
fatto che potessero annegare o meno.
Subito
dopo, anche lui e Wendy si buttarono nella fresca fonte della vita
che era mancata loro così a lungo.
Fu
come immergersi in una soluzione rigenerante: l'acqua li
riempì di
nuova vita e rese loro ciò che l'arida sabbia del deserto
aveva
tolto. Persino Natsu e Gajeel, dopo un primo momento di
immobilità,
si riscossero e iniziarono a dissetarsi a grandi sorsate,
spintonandosi l'un l'altro per accaparrarsi più acqua
possibile.
“Levati, Salamander!”
“Levati tu, ammasso di ferraglia!”
“Quanto sei fastidioso!”
“Non ti sopporto!”
Vicino
a loro, Wendy finì di bere e andò a stendersi con
un sorriso sulla
morbida sabbia della riva.
“Ce
l'abbiamo fatta!” esclamò.
“Già. Stavolta c'è mancato davvero poco” commentò amaramente Laxus, mentre osservava stancamente gli altri due Dragon Slayer che cercavano di affogarsi a vicenda.
“Mi spiace non esser riuscito a trovarvi prima” sentenziò Gerard, che dopo aver tolto delle sacche dalla sella le distribuì ai due.
“Hai fatto comunque in tempo, e non eri obbligato ad aiutarci” replicò Laxus, scoprendo con soddisfazione che le sacche contenevano un bel po' di cibo.
Addentò
un pezzo di pane e gettò un'occhiata dubbiosa all'altro mago
mentre
masticava.
“Com'è
che tu non sei caduto sotto l'effetto di quell'incantesimo?”
Gerard scrollò le spalle. “Sono stato posseduto da un fantasma abbastanza a lungo. Un incantesimo di quella portata, anche se potente, non basta a farmi impazzire di nuovo”
Fece per aggiungere altro, ma a quel punto gli schiamazzi di Natsu e Gajeel che si azzuffavano come marmocchi erano riusciti a far saltare i già fragili nervi del Dio del Tuono, che non perse tempo a entrare di nuovo nello stagno e schiacciare le loro teste sott'acqua, avendo cura di tenerceli per un bel po'.
“Quando la finirete di fare gli idioti?!” ringhiò una volta che li ebbe tirati fuori, mezzi-soffocati.
Li
scaraventò malamente sulla riva e allungò loro un
paio di calci.
“Chiudete
il becco e mangiate in silenzio, imbecilli!”
I due draghi gli rivolsero uno sguardo astioso, ma poi presero il cibo che Gerard porgeva loro e cominciarono a mangiare in silenzio.
“Immagino che tu ne sappia più di noi riguardo a questo casino” continuò Laxus dopo essersi assicurato che i due casinisti di turno avessero rinunciato ai loro tentativi di zuffa.
Gerard
posò i gomiti sulle ginocchia e incrociò le dita,
pensieroso.
“In
realtà non molto. So quale tipo di incantesimo è
stato gettato
sugli abitanti di Fiore, ma non ho idea di chi sia stato né
tanto
meno perché ce l'abbia con i Dragon Slayer”
Sospirò
e spostò lo sguardo dagli uni agli altri.
“Più
che magia di possessione, si tratta di un'alterazione della memoria e
delle capacità cognitive. Gli abitanti del regno, compresi i
vostri
compagni, si comportano normalmente tra di loro, ma nutrono verso i
Dragon Slayer un odio feroce indotto dalla emanazioni provenienti dai
nuovi cristalli di Lacrima. Essendo un illusionista, io ne sono
immune, però la maggior parte della gente è
caduta sotto l'influsso
dell'incantesimo. Ciò significa che finché tutti
i cristalli non
saranno distrutti o chi li controlla eliminato, voi continuerete ad
essere il bersaglio di tutti gli esseri senzienti”
“Non ho capito granché, ma significa che se prendiamo a calci l'artefice di tutto questo le cose torneranno alla normalità, giusto?” intervenne Natsu dimostrando ancora una volta le proprie capacità intellettuali paragonabili a quelle di una lucertola.
Gerard scosse le spalle. “Più o meno è così”
“Allora è facile!”
“Facile un corno, razza di idiota!” ringhiò Gajeel. “Hai ascoltato o no? Nessuno qui sa chi sia stato a manomettere la coscienza della gente!”
“Mi chiedo solo come stiano gli altri Dragon Slayer...” mormorò Wendy sovrappensiero.
“Per quanto ne so, Cobra si trova ancora alla prigione di Era” spiegò Gerard. “Mentre i Draghi Gemelli di Sabertooth stanno bene, li ho incontrati pochi giorni fa”
I quattro Dragon Slayer lo guardarono con tanto d'occhi.
“Li hai incontrati? Dove?” si stupì Natsu.
“In una foresta poco lontano dalla loro città. Sto cercando di radunarvi tutti così potremo trovare insiee un modo per rimettere a posto le cose. Uniti sarete più forti, mentre da soli è quasi certo che verrete catturati o uccisi”
Gajeel
sputò un pezzo di carne che gli era rimasto tra i denti, poi
continuò ad azzannare la coscia di pollo come se nulla fosse.
“Visto
che siamo in argomento...” esordì. “Chi
erano quei tizi di
prima?”
“Non ho mai visto una cosa del genere” aggiunse Laxus. “Sono rimasti illesi a un mio attacco. Sembrava che non l'avessero quasi sentito”
“Questo è proprio ciò di cui volevo parlarvi” annuì Gerard, serio. “Perché dall'apparizione di quegli esseri, possiamo avere un indizio su chi vi voglia morti”
“Spiegati” sentenziò Laxus, assottigliando lo sguardo.
“Quelle creature sono Wraith, spettri, creature dall'anima dannata che infestano i luoghi bui e morti. Normalmente non appaiono alla luce del sole e soprattutto non sono così forti, ma questi rappresentano un'eccezione. Conoscete la storia di Zeref e il caos che imperversò per il mondo quattrocento anni fa?”
“Zeref... c'entra ancora lui?” si stupì Wendy, vagamente spaventata.
Gerard
continuò.
“In
quell'epoca non c'era solo lui. Era un'era di oscurità e
terrore, di
disperazione e follia. Tutto il male che esiste al mondo fu generato
durante quegli anni, compresi i Wraith. Se Zeref dominava il mondo
della magia, il terribile re conquistatore conosciuto come il
Tiranno dominava tutto il resto. Ne
avrete sentito parlare, forse”
“Vagamente” ammise Laxus. “Ma credevo fosse solo una storiella per spaventare i bambini. 'Il leggendario re oscuro che ridusse il mondo a un deserto di cenere'” recitò a memoria ricordando qualche vecchio racconto di quand'era bambino.
Gerard
scosse tetramente la testa e chiuse gli occhi.
“Purtroppo
non è solo una leggenda. Quell'uomo esisteva veramente, e fu
così
temuto e spietato che di lui non fu mai riportato neanche il nome.
Tutto ciò che si sa è che governò il
mondo con un'armata delle
tenebre che secondo la leggenda gli procurò lo stesso Zeref.
Tra i
suoi servi più fedeli c'erano dieci cavalieri che il Tiranno
stesso
mutilò e sfigurò orribilmente per testare la loro
lealtà. Sono
passati alla storia come i suoi Alfieri”
“Un momento” intervenne Gajeel, scuro in volto. “Quelle ombre che ci hanno attaccato non saranno...?”
L'ex
Mago Sacro annuì gravemente.
“Portano
maschere d'acciaio per coprire i loro volti sfigurati, e brandiscono
enormi spade intrise di magia nera. Furono maledetti insieme al loro
signore, e ora qualcuno li ha risvegliati dalla tomba per
sottometterli alla sua volontà. Sono una schiera di
guerrieri
non-morti impossibili da uccidere sia con la magia che con le armi
comuni. Finché il loro evocatore vivrà, nessuno
dei dieci Alfieri
verrà mai sconfitto”
A
quelle parole seguì un lungo silenzio pesante come un
macigno.
Wendy
aveva la testa bassa e tremava leggermente, Laxus imprecava
sottovoce, Gajeel si passava nervosamente una mano tra i capelli. E
Natsu...
“SONO TUTTO UN FUOCO!!! Andiamo a prenderli a calci!!!” esultò saltando in aria come un indemoniato.
“Oi, Salamander! Ma hai ascoltato o no, pezzo di cretino?!”
“Che importa? Se basta mettere al tappeto il loro padrone perciò che quei cosi spariscano e i nostri compagni tornino alla normalità, allora è facile!”
“Facile un corno! Ascolta la gente quando parla! Non ti è bastata la batosta che abbiamo preso alla Baia degli Schiavi?!”
“Adesso siamo più forti!”
“Non è passato neanche un mese!”
“E allora?”
“Ma io ti strozzo!”
Drago di Fuoco e Drago d'Acciaio rotolarono in una delle solite zuffe, e stavolta Laxus non sprecò tempo ed energie a cercare di separarli. Piuttosto si rivolse a Gerard.
“Bella seccatura. Ci mancavano solo questi stronzi in armatura a complicare le cose! Non hai nessuna idea su chi possa averli evocati?”
“Stavo per farvi la stessa domanda. Solo un negromante piuttosto potete, diciamo al livello di Master potrebbe aver evocato creature di quella portata. Non conoscete nessun mago oscuro che possa avercela con i Dragon Slayer? Per caso avete fatto un torto grave a qualcuno?”
Laxus
sogghignò con una punta di amarezza.
“Beh,
noi di Fairy Tail siamo abituati a tirarci addosso l'ira della gente,
soprattutto quando distruggiamo qualcosa nelle missioni.
Però...
conosco un solo Dragon Slayer che potrebbe aver fatto torti gravi a
qualcuno. Uno solo che sarebbe capace di uccidere degli innocenti per
capriccio e che riderebbe come un folle davanti a una
carneficina”
Natsu e Gajeel smisero di combattere e si voltarono a guardarlo, allarmati.
“Vuoi dire... lui?” esordì Natsu.
“Di chi parlate?” indagò Gerard, senza capire.
Laxus lo guardò dritto negli occhi. “Del Dragon Slayer più spietato attualmente in vita. Il Drago degli Inferi, Lucifer Totenstern"
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Angolo dell'Autrice
Giusto un piccolo appunto sui signori Alfieri apparsi in questo capitolo: i wraith non sono un'invenzione mia, ma appartengono al folklore scozzese, dove il termine sta appunto a significare "fantasma" o "spettro". La descrizione che ne da Gerard è più o meno quella delle leggende, si tratta comunque di creature maligne non-morte. Tolkien li aveva riutilizzati nel Signore degli Anelli per dare vita ai Nazgul, il cui nome inglese è proprio ring-wraiths, "spettri dell'anello". Suppongo che per i dissenatori della saga di Harry Potter si possa dire la stessa cosa, si tratta comunque della medesima creatura.